Marzo 21st, 2009 Riccardo Fucile I PAESI DELL’EST RAPPRESENTANO IL 22% DEL’EXPORT… A RISCHIO 35.000 AZIENDE ITALIANE, BEN 18.000 SOLO IN ROMANIA
L’export verso i Paesi dell’Est vale da solo il 12% della bilancia commerciale italiana, se poi aggiungiamo gli ex Paesi Urss la quota raggiunge il 22%.
All’incirca 14 miliardi di euro che, con il crollo dei sistemi finanziari di oltre cortina, sarebbe messo immediatamente in discussione, con grave perdita per l’economia italiana.
A rischio non è solo una fetta di export con il relativo indotto italiano, ma le joint venture italiane su terreno straniero, spesso usate come testa di ponte verso i mercati del far east, la Turchia e i Balcani.
Le sedi di aziende italiane delocalizzate a Est sono appese al sottile filo degli asset tossici delle banche locali, tanto quanto le imprese nazionali.
Nell’area, infatti, operano oltre 35.000 imprese italiane, 18.000 solo in Romania, con un export cresciuto fino al 2008 al ritmo del 20%.
Di molti di questi Paesi siamo il primo partner commerciale con il nostro sistema bancario che ha supportato la crescita delle aziende.
Tornare indietro costerebbe immensamente di più al nostro sistema di imprese, penalizzando proprio le aziende più competitive che hanno scommesso sull’internazionalizzazione. Continua »
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Marzo 21st, 2009 Riccardo Fucile I CONSUMI PRECIPITANO, LA CASSA INTEGRAZIONE AUMENTA DEL 553,17%… ACQUISTI SCENDONO DEL 4,6%, SI RIDUCE LA DOMANDA PER TRASPORTI E MOBILITA’… REGGONO RISTORANTI E ALBERGHI, DIMINUISCE DELL’ 8,9% IL CONSUMO DI ENERGIA
La cassa integrazione esplode, i consumi precipitano: sono le due facce del Paese in
piena crisi economica, dove l’unico dato in controtendenza è l’aumento del 7% degli acquisti di vino Doc. Tanto per dimenticare forse. Tutto il resto ha le tonalità della catastrofe.
A febbraio, secondo i dati diffusi dall’Inps, nell’industria sono stati autorizzate 25,9 milioni di ore di cassa integrazione, contro i 3,9 milioni di ore dello stesso mese dello scorso anno.
L’incremento è addirittura del 553,17% .
Mentre è più contenuto quello relativo alla casa integrazione straordinaria, dove l’aumento rispetto al 2008 si è attestato al 44,8%.
Confcommercio segnala che a gennaio la riduzione dei consumi rispetto all’anno precedente è del 4,6%. Si tratta della dodicesima variazione negativa da gennaio 2008, dato preoccupante se si considera che gli acquisti non hanno ricevuto alcun beneficio dal rallentamento dell’inflazione.
Il dato di gennaio nasce da una flessione accentuata della domanda relativa ai beni ( – 6,4%) a cui si è associata una riduzione della domanda per i servizi (-0,3%).
Il calo maggiore riguarda i trasporti e la mobilità , gli italiani non comprano più auto e moto e risparmiano anche sull’aereo, mentre viaggiano sempre in treno.
Al ristorante e all’albergo comunque non rinunciano. Come non transigono sui telefonini ( + 4,4%). Per quanto riguarda la domanda delle famiglie per i prodotti alimentari, le bevande e i tabacchi, le stime per gennaio 2009, pur evidenziando un’ulteriore flessione ( – 1,4%), segnala una tendenza alla stabilizzazione dei consumi delle famiglie fortemente compresse nel 2008. Continua »
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