Febbraio 4th, 2010 Riccardo Fucile
SI TOLGONO DALLE STRADE SOLO 500 TONN. AL GIORNO, PESANTI RITARDI NELLA INDIVIDUAZIONE DEI SITI….SI PARLA DI LIBERARE 1 MILIONE DI TONN DI MACERIE ENTRO UN ANNO E DI 5 ANNI PER RIMUOVERLE TUTTE, ALTRO CHE RICOSTRUZIONE…. LE CASE NON BASTANO: ORA SI SCOPRE CHE PER 2.000 NON CI SARANNO
I dati ufficiali non riescono a dare un’idea di quanto sta accadendo all’Aquila: in Tv scorrono sempre immagini idilliache, per molti italiani in Abruzzo tutto è a posto, i terremotati vivono in case più confortevoli di prima, la gente è felice e il governo ha fatto il miracolo.
Si va a dormire contenti, pensando che quella povera gente abbia risolto i proprio problemi.
Peccato che solo metà di chi viveva nelle tendopoli abbia avuto una casetta prefabbricata e che a migliaia vivano ancora in albergo, nonostante le promesse di dare una casa a tutti entro Natale.
E per duemila di loro, si scopre ora che i conti non tornano: le casette antsisismiche, una volta consegnate, non saranno sufficienti.
Si sono sbagliati di nuovo i conti e ben duemila aquilani non potranno trovarvi alloggio. Si rimedierà coi soliti ritardi anche questa volta.
Ma il grosso problema, di cui sui media non passa notizia, è che l’Aquila è ancora sommersa di macerie come dieci mesi fa.
Quattro milioni di tonnellate di detriti stanno ferme nelle sue piazze e nelle sue strade, come se il tempo non fosse mai trascorso.
La Protezione civile se n’è andata, sfumato il sogno di far intervenire l’esercito per allestire altri siti per il trattamento, ora la grana è nelle mani del commissario Chiodi.
Chi doveva fare passerella l’ha fatta, ora masceranno i problemi veri, quelli dello sgombero e della ricostruzione.
Finora funziona un solo sito per depositare le macerie, quello dell’ex Teges, ma le quantità trattate (500 tonn al giorno) sono talmente esigue da non liberare neanche le strade.
Ecco i dati ufficiali delle macerie: 1,5 milioni di metri cubi di quelle pubbliche, 1,5 milioni di metri cubi di quelle private, 4,5 milioni di tonn stimate come peso complessivo (ogni metro cubo pesa 1,5 tonn).
Stimato in 5 anni il periodo per completare le sole rimozioni. Continua »
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Febbraio 4th, 2010 Riccardo Fucile
QUANDO ERA ASSESSORE AL BILANCIO, ROCCO PALESE FIRMO’ UN CONTRATTO PER L’ACQUISTO DI 870 MILIONI DI BOND DA UNA BANCA D’AFFARI INGLESE…ERA UNA TRUFFA, MA PALESE NON SA L’INGLESE E NON SE NE CAPISCE DI FINANZA, PER SUA STESSA AMMISSIONE.. E I PUGLIESI DI DESTRA DOVREBBERO FIDARSI DI UNO COSI’?
Ci siamo chiesti più volte dove il centrodestra vada a scovare certi candidati alla presidenza
delle Regioni (e non solo): magari qualcuno viene scartato del premier perchè non è telegenico o perchè ha le orecchie a sventola (è accaduto anche questo in Umbria), ma poi si sfiora l’autolesionismo quando si candida un Rocco Palese in Puglia, nonostante sia in corso una inchiesta giudiziaria nella quale non risulta imputato, ma dichiaratamente “incompetente”.
Il che per un politico di queste ambizioni, converrete che non sia proprio il massimo come definizione.
Si tratta di un’inchiesta aperta due anni fa, ben prima quindi che venisse resa nota la candidatura di Palese.
All’epoca dei fatti, anno domine 2005, Palese era assessore al bilancio nella giunta regionale guidata dal suo padrino Raffaele Fitto: in pratica l’amministrazione pugliese fu truffata da quattro dirigenti di una banca d’affari che vendettero alla Regione un prodotto senza che gli esponenti politici sapessero esattamente cosa fosse.
Si parla della stipula d una obbligazione con Merril Lynch di bond per 870 milioni di euro.
La Guardia di Finanza ha inoltre sequestrato la rata da 30 milioni di euro che la Regione stava versando, come prevedeva il contratto, e ha disposto il sequestro dei beni patrimoniali degli isitituti di credito internazionali di 73 milioni di euro, ovvero la somma che la Ragione Puglia ha versato fino ad oggi.
Si legge nel dispositivo che “è stata attestata la falsa convenienza economica dell’operazione finanziaria ai funzionari regionali” che non erano in grado di capire di cosa si trattasse. Continua »
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Febbraio 4th, 2010 Riccardo Fucile
AL VERTICE ITALIA-ISRAELE, POLEMICHE PER LE ECCESSIVE PRESENZE NELLA DELEGAZIONE ITALIANA AL SEGUITO DEL PREMIER…SETTE I MINISTRI PRESENTI CON STAFF RELATIVO: IL GOVERNO SI GIUSTIFICA CON GLI ACCORDI SOTTOSCRITTI, MA LA STAMPA ISRAELIANA PARLA DI POCHI AFFARI
Eppure il premier si era raccomandato di non esagerare con la presenza di ministri in Israele, in occasione del vertice a Gerusalemme, per non rischiare troppe assenze al dibattito parlamentare sul legittimo impedimento.
Alla fine si è invece assistito a una moltiplicazione, più che dei pani e dei pesci, dei ministri e dei funzionari al seguito.
Ben sette i ministri presenti: Ronchi, Matteoli, Frattini, Prestigiacomo, Scajola, Fazio e Sacconi.
Ciascuno con almeno uno staff di diverse persone al seguito.
E ancora la squadra di tecnici di Palazzo Chigi, gli addetti all’ufficio stampa, quelli del cerimoniale che preparano i viaggi del presidente del Consiglio, i consiglieri per la politica estera, le guardie del corpo.
Pare che il personale dell’albergo King David abbia dovuto faticare parecchio per soddisfare le richieste italiane: ben 200 erano state le camere prenotate già in anticipo, più i necessari, successivi assestamenti.
Sarà anche stato un vertice atteso al quale hanno voluto partecipare un po’ tutti, ma forse non si è un tantino esagerato?
Diamo un’occhiata ai ministri.
Quello delle politiche comunitarie, Andrea Ronchi, pare che per due giorni abbia trattato con il vicepremier israeliano la possibilità di inserire i guardiani della rivoluzione iraniana nella “black list” della Ue, sulla scia di Hamas.
Non crediamo che i due abbiano una visione così diversa da dover discutere nel merito della questione così a lungo.
Il ministro del’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, unica donna della delegazione e quindi molto intervistata dai media israeliani, ha avuto incontri con il collega del governo di Gerusalemme e ha firmato intese su fonti rinnovabili e acque. Continua »
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