Febbraio 7th, 2010 Riccardo Fucile NEL 2009 DENUNCIATE 650 PERSONE, CHIUSE 100 STRUTTURE NON A NORMA O ILLECITE…230.000 GLI ANZIANI OSPITI DI QUELLE REGOLARI, RETTE TRA 1.700 E 2.000 EURO AL MESE, 50.000 POSTO VUOTI NELLE 4.600 STRUTTURE A CAUSA DEI PREZZI TROPPO CARI
Andiamo verso una società sempre più vecchia: si stima che nel 2050 un italiano su tre avrà
più di 65 anni.
Una logica conseguenza che ne deriva è che l’assistenza agli anziani sta diventando un business, spesso in mano a gente senza scrupoli.
La cronaca recente ci ha segnalato casi tragici: i due vecchietti morti nell’Ostiense, in seguito al rogo scoppiato nell’ospizio abusivo, dove li avevano chiusi a chiave dentro un magazzino-deposito, riconvertito in camera da letto o il ricovero abusivo di Rieti con gli ospiti legati alle brandine.
Pur nella carenza congenita del personale, i Nas dei carabinieri sono molto attivi: nel 2009 hanno compiuto 1.844 ispezioni e i risultati la dicono lunga.
Ben 1.109 infrazioni accertate (620 penali, 489 amministrative), 350 persone denunciate all’autorità giudiziaria, 299 invitate a comparire dinanzi a quella amministrativa.
Cento le strutture chiuse, una ogni tre giorni, una vergogna.
Un settore dove ormai proliferano speculatori e squali, spesso sommersi.
I dati ufficiali indicano già una tendenza: le imprese in Lombardia che si dedicano a questo bussines sono aumentate in un anno del 19%.
I dati Istat fissano in 230.000 gli ospiti ufficiali di “presidi residenziali socio-assistenziali.
Al nord le persone assistite sono 167.000, 34.000 al centro., 28.000 al sud, ma il sospetto è che al centrosud vi sia una dose enorme di sommerso e di strutture clandestine.
Spesso a fronte di una retta inferiore e versata in nero, gli anziani non autosufficienti ricevono un trattamento inqualificabile. Continua »
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Febbraio 7th, 2010 Riccardo Fucile PRESENTATO UN DISEGNO DI LEGGE CHE COLPISCE CHI SU INTERNET E SU SOCIAL NETWORK COMPIE “ISTIGAZIONE E APOLOGIA DI DELITTI CONTRO L’INCOLUMITA’ DELLE PERSONE”…PREVISTI FINO A 12 ANNI DI CARCERE: UNA PENA ORMAI SUPERIORE PERSINO A CHI AMMAZZA QUALCUNO…LE CRITICHE: UN PRIMO PASSO PER FAR TACERE I DISSENZIENTI?
Sta suscitando parecchie polemiche e un aspro dibattito il disegno di legge, presentato a palazzo Madama da una nutrita schiera di senatori, principalmente del Pdl (ma non solo), circa la repressione del fenomeno di siti internet che incitano alla violenza, che seminano odio o che invocano bersagli da colpire.
E’ evidente che, anche su Facebook, costituirà reato a quel punto qualsiasi gruppo che si augura la morte di qualcuno, anche se in modo goliardico.
Un sistema per tutelare i politici da attacchi spesso volgari e che possono incitare ad atti sconsiderati.
Il reato configurato diventerebbe quello di “istigazione e apologia dei delitti contro la vita e l’incolumità della persona”.
La pena prevista andrebbe dai tre ai dodici anni, peggio di una violenza sessuale di gruppo, quasi un omicidio.
E questo ci sembra francamente fuori dal mondo.
Non solo: se il reato venisse compiuto avvalendosi “dei mezzi di comunicazione telefonica o telematica”, la pena subirebbe un ulteriore aumento.
Insomma, meno male che in Italia almeno l’ergastolo è stato abolito.
In realtà non c’era un gran bisogno di questa proposta di legge, visto che la normativa è già regolata dall’art. 593 del codice penale che definisce il reato di istigazione a delinquere, senza però delineare i contorni relativi ai nuovi mezzi di comunicazione, in particolare internet.
Ovvio che dietro al provvedimento vi sia la vicenda dell’aggressione compiuta da Tartaglia ai danni del premier: all’indomani del lancio del souvenir, la rete ha registrato il proliferare di siti e pagine di social network in cui si inneggiava al gesto di Tartaglia.
Peccato che siti e pagine che incitano alla violenza pullulino sia in relazione ad aspetti politici, ma soprattutto razziali, sportivi e sessuali.
Ma di quelli non frega nulla a nessuno. Continua »
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