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ALLE REGIONALI SICILIANE ESORDIO DELLA LISTA ZAMPARINI

Giugno 25th, 2012 Riccardo Fucile

IL PATRON DEL PALERMO CALCIO LANCIA LE SUE LISTE CIVICHE IN VISTA DELLE ELEZIONI… IN POLE COME CANDIDATO ALLA PRESIDENZA IL SINDACO DI RAGUSA DIPASQUALE

Il patron del Palermo Calcio Maurizio Zamparini lancia le sue liste civiche in vista delle elezioni regionali e in pole come candidato alla Presidenza c’è il sindaco di Ragusa, Nello Dipasquale.
Al Teatro Politeama, l’imprenditore friulano ha convocato tutti i protagonisti di questa sua iniziativa, che ha messo insieme varie esperienze in giro per la Sicilia, dal movimento dei Forconi a quello del sindaco di Ragusa.
Strizza l’occhio a destra, ma cerca sponde anche verso il sindaco di Palermo Leoluca Orlando.
In prima fila, non a caso, ci sono tra gli altri alcuni esponenti del movimento dei Forconi, il candidato sindaco del Pdl e dell’Udc Massimo Costa, e anche il sindaco Orlando.
“Sta nascendo in Europa e in tutto il mondo un pensiero globale di rinnovamento, il nostro movimento per la gente vorrebbe creare una socialità  nuova e una nuova economia   –   dice Zamparini   –   per farlo, in Sicilia ho incontrato Dipasquale e insieme abbiamo dato avvio al movimento nell’Isola”.
“Turismo, agricoltura e energia sono questi i tre capisaldi su cui punteremo in Sicilia   –   aggiunge Zamparini   –   . Il sogno che vorremmo realizzare è creare una nuova economia al servizio della gente, per la quale stiamo lavorando insieme ai sindaci dell’Isola, è una cosa nella quale credo. Nello Statuto di questa regione c’è un punto che rappresenta una grande fortuna: si può battere moneta”.
Un possibile candidato a governatore è proprio il sindaco di Ragusa: “Viviamo un forte disagio, un disagio economico e politico, la gente si è disaffezionata ai partiti   –   dice Dipasquale   –   con Zamparini cercheremo di far convogliare tutti i movimenti nati negli ultimi mesi in nome proprio dell’antipolitica in una confederazione, per presentarci già  alle prossime elezioni regionali con un programma, una lista e un presidente. Non ci saranno deputati uscenti, vogliamo liste nuove fatte da amministratori e da gente della società  civile. Se sarò candidato alle Regionali? Sì se ci sarà  dietro un progetto concreto”.
In platea, come detto, anche Orlando: “Sono stato invitato e in qualità  di sindaco sono intervenuto, ma sono fortemente impegnato a sostegno del mio partito, che si chiama Palermo   –   dice   –   il mio miglior augurio per la Sicilia è che il nuovo governatore abbia anch’esso un solo partito, la Sicilia. Allo stesso modo estendo l’augurio all’Italia. I partiti si sono dimostrati inadeguati a rappresentare gli elettori. Anche l’Idv: alle scorse amministrative ha avuto l’11 a primo turno e io il 48 per cento”.

Antonio Fraschilla
(da “La Repubblica“)

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LUSI: ECCO LE LETTERE DI RUTELLI SUI SOLDI DELLA MARGHERITA

Giugno 25th, 2012 Riccardo Fucile

LE INDAGINI SULL’EX TESORIERE: SPUNTA UN APPUNTO CON LE INDICAZIONI PER LA GESTIONE DI 1,5 MILIONI DI EURO… POSSIBILI NUOVI INTERROGATORI PER RUTELLI E BIANCO

Ha sempre sostenuto di non essersi occupato della gestione finanziaria del partito «perchè a questo avevamo delegato il tesoriere».
E invece sarebbero proprio i documenti consegnati due giorni fa da Luigi Lusi ai magistrati romani a smentire la tesi di Francesco Rutelli.
Tra le carte depositate durante l’interrogatorio che si è svolto sabato pomeriggio nel carcere di Rebibbia ci sono infatti due lettere, una a mano e una al computer, scritte proprio da Rutelli.
Ed entrambe riguardano la destinazione dei rimborsi elettorali ottenuti dalla Margherita dopo lo scioglimento e la fusione con i Ds nel Partito democratico avvenuta nel 2007. Non solo.
Altri appunti si riferiscono alle somme versate a diversi esponenti del partito, in particolare Enzo Bianco e Matteo Renzi.
«E le indicazioni – ha sostenuto Lusi – arrivavano dal segretario con il quale avevo un confronto costante, anche se spesso riuscivamo a parlarci per non più di dieci minuti». Subito dopo ribadisce che «lui era perfettamente a conoscenza degli investimenti immobiliari, tanto da suggerirmi la creazione di una società  estera».
Versione smentita da Rutelli che su questo ha già  depositato una querela.
Il confronto a distanza dunque non è terminato, anzi, promette scintille.
Perchè da questa mattina cominceranno le verifiche affidate alla Guardia di Finanza e al termine è possibile che Rutelli, ma anche Enzo Bianco e altri leader del partito vengano nuovamente interrogati dal procuratore aggiunto Alberto Caperna e dal suo sostituto Stefano Pesci, i titolari dell’indagine avviata nel dicembre dello scorso anno su alcune operazioni bancarie sospette che hanno consentito di scoprire un ammanco di oltre 25 milioni.
Soldi che Lusi è accusato di aver rubato insieme alla moglie, ad altri familiari e a due commercialisti.
Nell’appunto scritto a mano, che Lusi colloca nel 2009 ma senza poter specificare la data precisa, Rutelli parlerebbe della destinazione di un milione e mezzo di euro, di cui almeno 600 mila per la sua corrente.
Soldi che il tesoriere avrebbe dovuto gestire.
Poi rimprovererebbe Lusi per aver restituito al Parlamento europeo alcuni fondi destinati al Pd di Bruxelles di cui il senatore amministrava le finanze.
Anche nell’altra lettera, scritta al computer e datata 10 novembre 2009 si parla di denaro, ma su quale sia l’uso che ne deve essere fatto bisognerà  adesso effettuare alcuni accertamenti perchè, come sottolineano gli inquirenti, «si tratta di comunicazioni molto sintetiche e non esplicite, dunque si dovrà  capire dove sono effettivamente finite le somme».
Molto più dettagliate sono le mail che Lusi spediva a Rutelli, anch’esse consegnate durante l’interrogatorio di fronte al giudice Simonetta D’Alessandro che ha ordinato l’arresto del tesoriere e ha ottenuto il via libera all’esecuzione dall’aula di Palazzo Madama con un voto che non ha precedenti visto che mai prima d’ora era stata autorizzata la cattura di un senatore.
In tutto agli atti sono state allegate una decina di pagine nelle quali il tesoriere fa presente che i «soldi saranno destinati a singole persone» e questo, ha affermato rispondendo alle domande del giudice, «dopo aver preso la decisione di spartire il denaro dei rimborsi per evitare che dopo la fusione finissero nelle casse del Pd».
In particolare c’è una mail nella quale Lusi avrebbe proposto di far confluire i fondi sui conti di «associazioni e fondazioni» cosa che effettivamente è poi avvenuta, almeno in parte.
Ed è proprio quando affronta l’argomento relativo a questa presunta spartizione che Lusi cita Bianco e Renzi.
Secondo il tesoriere la scelta di spartirsi i finanziamenti tra le correnti dei rutelliani e dei popolari risale al 2007.
Un mese fa, durante la sua audizione di fronte alla Giunta del Senato, aveva sostenuto che anche gli investimenti immobiliari rientravano in questa politica di divisione e che lui era di fatto il «fiduciario» dell’operazione.
Ieri ha aggiunto nuovi dettagli, e anche su questo bisognerà  adesso cercare eventuali riscontri. Perchè Lusi sostiene che quegli acquisti di appartamenti e ville furono «fatti per conto dei rutelliani e decisi ben prima dello scioglimento della Margherita».
La tesi – che è accusato di aver rubato circa 25 milioni di euro al partito una parte dei quali utilizzati proprio per comprare lussuose proprietà  al centro di Roma e in campagna, ma anche per ristrutturare appartamenti che già  possedeva in Abruzzo – è che «fu Rutelli ad autorizzare quegli acquisiti consigliandomi anche di utilizzare una società  estera, visto che mia moglie è canadese».
L’interessato ha smentito parlando di «bufale pronunciate da un ladro», ma ora Lusi aggiunge un nuovo dettaglio: «Accadde prima del 2007», dunque quando la Margherita era ancora un partito autonomo e Rutelli era vicepresidente del Consiglio con il governo guidato a Romano Prodi.
L’ennesima bordata in una guerra che appare senza fine.

Fiorenza Sarzanini
(da “Il Corriere della Sera”)

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TIMES: “MONTI SFIDI I PARTITI O E’ MEGLIO TORNARE ALLE URNE”

Giugno 25th, 2012 Riccardo Fucile

SUL QUOTIDIANO BRITANNICO UN DURO ATTACCO AL GOVERNO TECNICO….IL PREMIER VIENE INVITATO A SFIDARE I PARTITI CHE COMUNQUE LO FARANNO CADERE… “RESTARE IN CARICA IMPOTENTE NON AIUTERA’ NE’ L’ITALIA NE’ L’EURO”

La luna di miele tra Mario Monti e la stampa anglosassone è finita da tempo.
Ma ora il quotidiano britannico Times arriva ad avvertire il premier italiano: “Meglio le elezioni anticipate che l’impotenza”.
In un’analisi firmata da Bill Emmott, si scrive che Monti è troppo cauto e cresce il rischio che i populisti euroscettici possano approfittarne per scalzarlo.
Il quotidiano londinese dunque invita il premier ad “abbandonare la cautela”, perchè “restare in carica impotente non aiuterà  nè l’euro nè l’Italia”.
Monti deve “sfidare i partiti che vogliono farlo cadere”.
L’alternativa è quella di “restare aggrappato”, di “barcollare ai tempi supplementari” e poi di “perdere ai rigori”, tanto per usare una metafora calcistica di assoluta attualità .
Emmott prevede che i partiti della “strana maggioranza” probabilmente faranno cadere Monti e aggiunge che elezioni anticipate potrebbero dissipare la nebbia politica, spingendo dei potenziali esordienti ad opporsi a “Messer Grillo” e a “Berlusconi per determinare il futuro dell’Italia”.
Il giornale britannico punta anche su alcuni   “newcomers” che potrebbero essere “il giovane sindaco di firenze Matteo Renzi, un ammiratore di Blair, o l’ex banchiere e membro del governo Monti, Corrado Passera”.
Una cosa nell’analisi di Emmott risulta indiscutibile: il nostro Paese ora è centrale. “Dimenticata la Grecia, messa da parte la Spagna, “il futuro dell’euro verrà  deciso dall’Italia, il paese che torna ad essere il punto cruciale dell’Europa e della interminabile crisi economica mondiale”.

argomento: Esteri, Europa, Stampa | Commenta »

APPELLO A NAPOLITANO PERCHE’ NOMINI BOCCHINO SENATORE A VITA E CE LO TOLGA DAI COGLIONI

Giugno 25th, 2012 Riccardo Fucile

LA SUA ULTIMA ESTERNAZIONE (“FLI CON GLI EX AN? SAREBBE AUSPICABILE”) HA FATTO INCAZZARE QUELLA POCA BASE DI FLI CHE ANCORA NON ERA RIUSCITO A DISTRUGGERE….PER LUI “UN MONDO POLITICO E CULTURALE CHE PRIMA ERA UNITO SI E’ DIVISO SOLO PER UNA DIVERSA PERCEZIONE SU BERLUSCONI”…. PER LUI TUTTE LE ALTRE DIFFERENZE (SU TEMI COME LA LEGALITA’, LA LOTTA ALLA MAFIA, LE LEGGI AD PERSONAM, I CONFLITTI DI INTERESSE, UNA CONCEZIONE NON ECONOMICISTA DELLA SOCIETA’, L’AIUTO AI PIU’ DEBOLI, I DIRITTI CIVILI, L’ACCOGLIENZA DI IMMIGRATI E PROFUGHI, LA LOTTA ALLA CORRUZIONE) SONO SOLO CAZZATE

Gli anatemi lanciati in questi due anni contro le truppe berlusconiane impediscono ai futuristi di lanciarsi in dichiarazioni d’amore.
Ma la strada di un ritorno a destra è ormai quella che sta battendo la pattuglia dei falchi del partito.
“Un accordo elettorale con questo Pdl non avrebbe senso» è il pensiero di Italo Bocchino.
Ma «se il PDL prendesse le distanze dal modello verticistico che finora ne ha condizionato le scelte, per quanto riguarda una serie di questioni, in futuro sarebbe anzi auspicabile».
Qualcosa più di un’apertura, una vera e propria sterzata nella linea politica del partito, che investe anche il rapporto di incondizionato sostegno finora coltivato con l’esecutivo.
Bocchino apre alla possibilità  di una “nuova An” che rioccupi la parte destra dello schieramento politico italiano.
Le condizioni? Solo che scompaia Berlusconi e che ci sia un “ricambio generazionale”.
Ma ormai è più di uno spiraglio: rifare la destra di domani partendo da quella di ieri.
Per Italo Bocchino infatti l’unico problema che impedirebbe una riconciliazione dei finiani con gli ex An sarebbe “la diversa percezione su Berlusconi”.
«L’ha diviso – continua Bocchino – secondo una diversa percezione su Berlusconi e sul berlusconismo».
Per questo, continua il numero due dei finiani, «sarebbe auspicabile che superato questo momento, soprattutto in un quadro di rinnovamento generazionale, possa esserci una destra di nuovo unita».
Per Bocchino tutte le altre differenze emerse su temi come la legalità , la lotta alla mafia, le leggi ad personam, i conflitti di interesse, il monopolio Tv, una visione non economicista della società , la tutela della scuola pubblica, uno Stato laico, i diritti civili, la cittadinanza, il rispetto dei diritti di immigrati e profughi, la lotta alla corruzione, una politica economica e sociale a favore dei ceti deboli, sono tutte cazzate.
Aveva ragione Berlusconi insomma a parlare di questioni personali e che all’origine della nascita di Fli non vi sarebbe stato alcun motivo di “contenuti diversi”.
Quindi si può tornare insieme a La Russa e Gasparri, Santanchè e Matteoli, Alemanno e Meloni, Verdini e Cosentino, Brunetta e Gelmini senza problemi.
Dopo aver sfasciato Fli con una politica clientelare degna della peggiore DC, dopo aver assicurato “protezione” a personaggi sputtanati per frequentazioni equivoche, dopo aver fatto parlare di sè più i rotocalchi che i cronisti politici, oggi Bocchino viene a indicarci la via della restaurazione, flirtando con razzisti e arrivisti, puttanieri e becerume vario.
C’è solo un modo per difendersi: appellarsi a Napolitano perchè nomini questo insigne statista senatore a vita.
Pare sia l’unica speranza di toglierselo dai coglioni.

argomento: AN, Futuro e Libertà, PdL, Politica | 1 Commento »

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