Destra di Popolo.net

LA DESTRA DELLE POMPE FUNEBRI: SALVINI E LA MELONI SI CONTENDONO I MORTI

Novembre 14th, 2015 Riccardo Fucile

UNA VOLA A PARIGI PER FARSI IL VIDEO CON LO SFONDO DELLA TORRE EIFFEL, L’ALTRO INCITA ALL’ “ARMIAMOCI E PARTITE”… E AZIONE NAZIONALE SBROCCA GIA’

I corpi delle vittime giacevano ancora caldi e la destra delle pompe funebri aveva già  organizzato il blitz per contendersi i cadaveri.
E poi dicono degli interessi della camorra in certi ospedali   napoletani per lottizzare le esequie.
Su twitter e fb impazzava l’agenzia Salvini:   #Parigi”, “buonisti = complici”, “chi mi parla dell’islam moderato lo prendo a calci in culo”, “intervento militare internazionale subito in Siria ed in Libia”. All’insegna insomma dell’armiamoci (noi) e partite (voi).
Dimenticando un dettaglio: che il 20 agosto scorso, quando in Parlamento si discuteva della questione Isis, la Lega, che ha così a cuore il terrorismo di matrice islamica, in aula non era neanche presente.
Senza contare che un intervento armato, per essere efficace, dovrebbe prevedere l’uso di truppe di terra: ve l’immaginate, al primo soldato italiano con la gola tagliata, la reazione del nostro popolo?
A molti utenti quei toni con i corpi ancora caldi a terra sono sembrati fuori luogo.
Gli attacchi non sono tardati ad arrivare e la parola più frequente è stata “sciacallo”, un post di risposta a Salvini ha ricevuto oltre i 17mila like.
Un utente lo invita ad arruolarsi “nella legione straniera come mascotte” un altro aggiunge: “I complici siete voi e gli altri seminatori d’odio”.
Ma l’altra agenzia funebre specializzata aveva in canna il colpo a sorpresa: la titolare Meloni vola addirittura a Parigi, si piazza a favore di telecamera con lo sfondo della torre Eiffel e inizia lo spottone: “Noi siamo stati profeti di questa sciagura, vi avevamo avvertito. Ora basta immigrati”.
Cosa c’entri con la tragedia di Parigi lo sa solo lei e infatti su Facebook, viene coperta di critiche e insulti.
L’accusa principale è quella dello sciacallaggio: “Forse per oggi era meglio se stavi zitta insieme all’amico tuo Salvini”, commenta un utente.
“Finitela di lucrare su queste disgrazie e vergognatevi”, gli fa eco un altro.
E c’è chi ricorda quanto accadde con Charlie Hebdo: “Già  allora si era fatta una magra figura, con gli attentatori rivelatisi francesi. Per dare aria alla bocca abbiate il buon senso di tacere. Della vostra campagna elettorale ce ne sbattiamo”.
Sbrocca pure Azione nazionale, il suo portavoce Orsomarso esce con una perla originale: “l’Italia sospenda subito Schengen”.
Qualcuno lo avvisi che i terroristi sono già  all’interno degli Stati dove operano e che se cerca uno spazio a destra forse è il caso che eviti di sottoporci l’ennesimo catalogo di corone funebri e banalità .

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IL CAMERIERE MUSULMANO CHE HA SALVATO LA VITA A DUE DONNE A PARIGI

Novembre 14th, 2015 Riccardo Fucile

E’ RIUSCITO A TRASCINARE LE DUE FERITE NELLA CANTINA DEL RISTORANTE DOVE LAVORA

Il giorno dopo gli attacchi a Parigi, mentre si contano le vittime, c’è chi cerca di sfruttare la paura alimentando l’odio nei confronti dei musulmani.
Ancora una volta il limite tra religione e fondamentalismo viene spazzato via e, nella rappresentazione di parte della politica francese (ma non solo) i nemici diventano tutti i musulmani.
Come se quel «Allah Akbar» urlato dai terroristi alla sala concerti Bataclan, bastasse a rappresentare una comunità  intera.
A ricordarci che otto attentatori non sono tutti i musulmani, c’è Safer.
Lui, musulmano a sua volta, è uno dei camerieri del ristorante assaltato da uno dei gruppi armati.
Vicino al bar Carillon, decimo arrondissement, nei pressi di Avenue de la Republique, sono morte circa 15 persone.
Tra le vittime potevano essercene due in più, due donne, quelle che Safer è riuscito a salvare.
Quando i terroristi hanno cominciato a sparare, le due donne sono rimaste ferite. Safer è riuscito a trascinarle nella cantina del locale, mentre al piano superiore gli attentatori continuavano a esplodere colpi.
Proprio come Lassana Bathily, il commesso musulmano originario del Mali, che nei giorni dell’attentato a Charlie Hebdo salvò alcuni dei clienti del negozio Hyper Cacher chiudendoli in un magazzino.
Il giorno dopo il terrore, Safer è di nuovo nei pressi della Republique.
La zona è transennata, le vie del centro semi deserte. Lui, come tutti gli altri parigini, non riesce a spiegarsi quello che è successo.
Rimane a testimoniare che c’è un altro Islam.

Francesco Zaffarano
(da “La Stampa”)

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PERCHE’ A DESTRA QUALCUNO RICORDI I VALORI MISSINI

Novembre 14th, 2015 Riccardo Fucile

LA FIGLIA DEL MILITANTE UCCISO DALLE BR: “NON CI STO ALL’IMBARBARIMENTO, MI RIFIUTO DI FARE DI OGNI ERBA UN FASCIO”

Questa mattina ho pensato di ripulire il mio Facebook da una buona metà  dei miei contatti che nel migliore dei casi ricordavano che la Fallaci aveva ragione.
Poi ho pensato che chiudere i cancelli, anche solo il mio cancello, è fare il gioco dell’imbarbarimento.
Mi sottraggo e rilancio: da che cosa pensate che scappino questi immigrati che vi fanno tanto schifo?
Avete pensato che anche loro si sono trovati l’Isis in casa, i loro parenti in prigione senza motivo, le loro opere d’arte distrutte?
Ora so che questo post verrà  seguito da commenti pieni di odio verso il mio buonismo.
Non porgo l’altra guancia.
Dico solo che mi rifiuto di fare di ogni erba un fascio.
Mio papà  è stato ucciso perchè in quanto giovane missino era ritenuto responsabile di tutti i crimini dei nazifascisti, della strage di piazza Fontana, di Brescia…
Chi mi mostra solidarietà  dovrebbe per un attimo fare anche l’esercizio contrario.
Tutti i siriani sono fanatici islamici?
La vostra invocata guerra, nel migliore dei casi, che cosa potrebbe ottenere?
Lo sterminio totale del mondo islamico?
Spiegarmi, qual è l’obiettivo oltre a sfogare la rabbia impotente che tutti oggi proviamo?
Quale la strategia?

Silvia Giralucci

Silvia Giralucci è la figlia di Graziano Giralucci, assassinato dalle Brigate Rosse il 17 giugno 1974 a Padova, durante un assalto alla sede del Msi. Giralucci aveva quasi 30 anni ed era un militante Msi. Insieme a lui fu ucciso anche il pensionato Giuseppe Mazzola.

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ATTENTATO A PARIGI, TUTTI I DUBBI E QUELLO CHE SAPPIAMO

Novembre 14th, 2015 Riccardo Fucile

DOMANDE E RISPOSTE

Quanti erano gli attentatori?
Nel comunicato di rivendicazione l’Isis parla di 8 militanti. Per la procura sono invece 7 i terroristi uccisi, almeno 3 nuclei coinvolti nell’operazione criminale. Strana la discrepanza sulla composizione. Chi ha redatto il documento non era informato sui dettagli?
C’è un artificiere in libertà ?
L’attentato ha visto i kamikaze in azione: chi ha preparato le fasce esplosive, tutte identiche? Uno del commando o c’è un artificiere ancora in libertà ? Per la magistratura hanno usato un esplosivo noto come la “madre di Satana”, lo si può realizzare con prodotti reperibili sul mercato civile. Usato anche in altri attentati in Europa. E’ una sorta di firma delle fazioni jihadiste.
Chi ha aiutato i terroristi ?
I terroristi hanno avuto punti d’appoggio nella vicinanza degli obiettivi? E su quale rete logistica hanno potuto contare? Avevano armi da fuoco potenti, molte munizioni, esplosivo. Uno scenario sostiene che possano essersi riforniti sul mercato nero e un arresto in Germania di un trafficante montenegrino diretto in Francia con un carico apre un filone interessante. Pare ci sia una connessione.
Dove si sono addestrati i killer?
Sono veterani dei conflitti mediorientali o hanno fatto tutto in casa? In passato, in casi analoghi, sono apparse le due “categorie”. Di sicuro sapevano come sparare, muoversi, colpire pur contro persone indifese, bersagli facili.
Fonti britanniche parlano di una “cellula autosufficiente” composta da reduci della guerra in Siria. E il passaporto trovato al fianco di uno dei killer risulta essere intestato ad un rifugiato siriano registrato a Lesbo (Grecia) il 3 ottobre. Ma sono dati da verificare: il passaporto è vero? a chi appartiene realmente? si tratta di un doppio passaporto? E’ perlomeno strano che uno vada a compiere una strage con il passaporto in tasca.
Ci sono collegamenti con altri Paesi europei?
Il Belgio ha arrestato un francese residente nel paese fermato insieme ad altre due persone: era appena arrivato da Parigi. Link erano emersi anche dopo la sparatoria di qualche mese fa costata la vita ad alcuni mujaheddin dell’Isis nella battaglia con la polizia belga. La nuova eversione è spesso alimentata dai nomadi della Jihad, in continua spola dal Vicino Oriente all’Europa o all’interno della stessa Unione.
Come possono essere sfuggiti all’intelligence?
Come è stato possibile che un team di queste proporzioni, con un piano elaborato, sia riuscito a passare sotto i radar della sicurezza? Uno dei kamikaze era noto. Dunque le autorità  devono ai cittadini molte risposte, c’è stato certamente un gap nei controlli, anche se è vero che il numero di potenziali terroristi in Europa è troppo alto. Impossibile monitorarli tutti. La polizia deve «guardare» a quelli che ha già  in casa ed elementi in rientro dai teatri di guerra. Al tempo stesso il massacro non è inatteso: se lo aspettavano in tanti in Francia. Cosa non ha funzionato?
Doveva succedere qualcos’altro?
Lo Stato Islamico, nel documento lanciato sul web, cita tra le zone colpite anche il 18esimo arrondissement. Solo che in questo quartiere non si è verificato nulla. È un errore? Lo hanno scritto prima? Doveva scattare anche qui un’operazione degli estremisti? A meno che non estendano i confini dell’area inglobando anche lo stadio di Saint Denis.
Sarà  interessante capire anche se il giorno X sia stato deciso dagli autori oppure si siano mossi in base ad un ordine di un referente.
Le indagini su Charlie Hebdo hanno scoperto un filo diretto tra jihadisti francesi a Raqqa, in Siria, e gli assassini.
Indizi fanno pensare che questa sia una delle strade investigative da tener presenti.

(da “il Corriere della Sera”)

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BELPIETRO DENUNCIATO PER IL TITOLO DI “LIBERO”: “PAROLE CHE ISTIGANO ALL’ODIO”

Novembre 14th, 2015 Riccardo Fucile

ROMANI (FORZA ITALIA) : “NON SI PUO’ CONDIVIDERE QUEL TITOLO”… PROTESTE SUI SOCIAL

Attentati a Parigi: muoiono oltre 120 persone, 300 i feriti.
Il giorno dopo, sabato 14 novembre, questa è l’apertura di Libero, quotidiano diretto da Maurizio Belpietro: “Bastardi islamici”.
Un titolo che ha suscitato indignazione sui social network e prese di posizione anche all’interno di Forza Italia. Ma non solo.
Perchè c’è anche chi è andato dritto in questura.
E’ il caso di Maso Notarianni, giornalista e blogger de ilfattoquotidiano.it, che a Milano ha sporto denuncia contro quella prima pagina.
“Dopo aver cominciato a organizzare il presidio a Milano — ha scritto su Facebook ricordando la manifestazione di solidarietà  organizzata alle 16 in Piazza Fontana — , questa mattina ho denunciato Libero. Quest’odio è pericoloso, oltre che criminale”. “Trovo criminale e pericoloso un titolo come quello — spiega Notarianni al fatto.it — Ci sono leggi che regolano la libertà  di stampa e determinano il limite dell’istigazione all’odio. Ecco, per me in questo caso il giornale ha commesso un reato, ma chiaramente valuterà  un giudice”.
Notarianni aveva visto la prima pagina già  la sera del 13 novembre, “ma non credevo — prosegue — che la pubblicassero, anche perchè fin da quel momento avevo visto molte proteste sui social“.
La sua denuncia, però, non è stata l’unica.
Su Facebook è comparsa anche quella di Giampiero Monaca, che ha postato copia della querela: “Ho acquistato in data odierna una copia del giornale Libero ritenendomi profondamente offeso dal titolo che riporta la seguente dicitura, ‘Bastardi islamici’”, scrive online.
Monaca aggiunge di avere “molti amici fedeli di quella rispettabilissima religione” e ritiene “che in questo preciso contesto storico questo linguaggio possa rivelarsi incitazione all’odio razziale e religioso“.
Utenti su Twitter: “Libero sciacallo, fuori dalla società  civile”
Intanto su Twitter #Libero è trend topic e sono decine i commenti contro il giornale. “#libero sciacallo: persona che per rubare approfitta delle disgrazie altrui”, attacca un utente, accusando Belpietro.
“Come aggiungere odio all’odio #Libero #vergogna“, aggiunge Carlotta. “Oggi #Libero è definitivamente uscito dalla società  civile. Solidarietà  a tutti quei colleghi che ci lavorano e si vergognano”, dice un giornalista.
Tanti chiedono poi di intervenire contro Belpietro: “Prima pagina di #libero su #ParisAttacks. Ma come vi salta in mente? Radiare Belpietro dall’ordine dei giornalisti. Subito”, scrive Stefano Sanguineti.
Altri scelgono l’ironia, come Noodles che scrive: “Ma la prima pagina di #libero l’ha fatta Renato er macellaro de Pietralata?”. Stesso tono anche per i commenti su Facebook.
Romani (Forza Italia): “Non si può condividere quel titolo”
I malumori creati dal titolo, però, non sono soltanto in rete, ma anche tra molti dirigenti di Forza Italia. Un aspetto che è emerso nel corso della manifestazione del gruppo Ppe a Milano, dove erano presenti il vicepresidente del Parlamento europeo Antonio Tajani e il capogruppo al Senato Paolo Romani.
Quest’ultimo si è limitato a dire con chiarezza ai sostenitori di Forza Italia che “se siamo persone responsabili non possiamo condividere quel titolo”.
Più articolato il discorso di Tajani, che è stato il più appassionato nel difendere le ragioni di chi non vuole una deriva estremista verso il mondo islamico, tanto da raccogliere anche qualche isolato brusio in sala.
Tajani ha riconosciuto che “l’Europa è stata debole in politica estera” e deve recuperare un ruolo dentro un consesso internazionale che coinvolga in una missione Onu contro l’Isis “oltre a Usa e Russia anche Cina e paesi arabi”.
Ma detto questo “non è che tutti i musulmani sono terroristi, così come è un errore politico chiedere di chiudere tutte le moschee, perchè poi vanno altrove e diventato tutti terroristi, ed è quello che vuole l’Isis“.
Chi propone di chiudere le moschee e respingere i migranti, secondo il vicepresidente del Parlamento Ue, fa solo “chiacchiere e propaganda che non servono a nulla”, anche perchè “non si vince il terrorismo con quel titolo di giornale ma con la testa e il ragionamento”.

(da “il Fatto Quotidiano”)

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UN TERRORISTA ERA UN FRANCESE NOTO AGLI 007: LA VORAGINE DELL’INTELLIGENCE

Novembre 14th, 2015 Riccardo Fucile

CADUTA NEL VUOTO UN’ALLERTA DEL 26 OTTOBRE… UNA DEBACLE PER IL “BRETONE TACITURNO”

La notte da incubo di Parigi è solo l’inizio di un nuovo incubo per l’intelligence francese, che da oggi dovrà  rendere conto al governo e al presidente Hollande del pauroso buco di informazioni che, nonostante la lezione della strage a Charlie Hebdo, ha prodotto l’attacco più articolato e sanguinoso della Jihad nel cuore dell’Europa.
Da cinque a sette le cellule messe in campo, non meno di quindici i terroristi mobilitati tra prima linea e logistica, addestrati, armati, perfettamente coordinati. Niente lupi solitari impossibili da stanare, stavolta.
Il primo individuato, un francese cresciuto nelle banlieue parigine, era anche noto agli 007 francesi.
Dunque, nessuna scusa per i due superpoliziotti a cui è affidata la sicurezza del paese: Patrick Calvar, responsabile della Dgsi (Direction gènèrale de la sècuritè intèrieure) e Michel Guerin, responsabile del dipartimento antiterrorismo.
ppena diciotto giorni fa, il 26 ottobre, France Info aveva rilanciato un allarme dell’intelligence sul rischio imminente e concreto di attentati in cui sarebbero stati utilizzati jihadisti nati e residenti in Francia o in arrivo dalla Spagna.
Ma l’informazione era evidentemente tarata su coordinate troppo generiche per permettere di individuare in tempo le cellule attivate, e sempre ammesso che si riferisse all’attacco compiuto venerdì sera.
Salvo magari scoprire, ma sarebbe davvero la beffa peggiore, che qualcuno dei terroristi era inserito nella testa di lista dei cento sospetti più pericolosi sui cinquemila schedati dall’antiterrorismo, ma era riuscito a eludere controlli e intercettazioni degli agenti della Dgsi.
In questo senso, le stragi dello scorso gennaio nella redazione di Charlie Hebdo e nell’Hypercacher di Porte de Vincennes (17 morti e 11 feriti), erano già  state un pessimo segnale d’allarme quando venne fuori che i servizi segreti e la giustizia sapevano tutto dei tre terroristi attivati dalla filiale yemenita di Al Qaida: Said e Cherif Kuoachi e Amedy Coulibaly.
Sapevano dei loro soggiorni in Medio Oriente dove si erano addestrati, e della loro persistente adesione alla Jihad ma si fecero sfuggire la moglie di Coulibaly, poi fotografata dalla polizia turca all’aeroporto di Istanbul mentre cercava di riparare in Siria dopo l’attentato.
E senza contare che nella lista della Dgsi c’era pure il maldestro terrorista Ayoub al-Qahzzani della cellula jihadista belga smantellata a Verviers, fortunatamente steso a pugni da tre passeggeri americani nel fallito attentato d’agosto sul Tgv Parigi-Amsterdam.
E adesso la nuova, pesantissima disfatta che potrebbe costare la poltrona al severo Patrick Calvar, che al momento della nomina avvenuta nel 2012 veniva descritto da Paris Match come un “bretone taciturno” che “si sveglia all’alba, conosce a menadito tutti i dossier e ha una capacità  ineguagliabile di entrare nella testa dei terroristi”. Peccato che stavolta le sue qualità  non siano state sufficienti ad evitare l’11 Settembre della Francia.
E di questo fallimento terribile, lui e i suoi 3.300 agenti saranno chiamati a rispondere da oggi.

(da “Huffingtonpost“)

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GLI SCIACALLI ALL’OPERA SUI CORPI ANCORA CALDI: CHE DIFFERENZA DAL SENSO DELLO STATO DI MARINE LE PEN

Novembre 14th, 2015 Riccardo Fucile

SALVINI, SANTANCHE’, GASPARRI E COMPAGNI DI MERENDE PRONTI A CAVALCARE L’ONDA DI ODIO: “L’ISLAM FESTEGGIA I NOSTRI MORTI”, “CHI MI PARLA DELL’ISLAM MODERATO LO PRENDO A CALCI IN CULO”

Avevano già  il tweet salvato da qualche parte, pronto in canna per essere lanciato al momento opportuno.
La serie di attentati che ha sconvolto Parigi, causando più di 120 morti, è diventata l’occasione perfetta per i politici italiani di Lega e becerodestra per riversare il loro odio su social network, prendendosela genericamente con tutto l’Islam, attaccando chiunque chiedesse di ragionare prima di sparare a zero, appoggiando interventi e soluzioni rapide giusto per fare incetta di like e, nelle loro speranze, voti.
Neppure il tempo del silenzio, del rispetto dei cadaveri, di ricevere informazioni certe su quanto stava accadendo, che già  le pagine Facebook e i profili Twitter di esponenti di primo piano del centro destra e della Lega si riempivano di frasi facili e comode da spendere sull’onda del terrore.
Matteo Salvini in tempo reale da il meglio di sè.
Chiede di introdurre “i libri di Oriana Fallaci obbligatori in tutte le scuole” perchè “prevenire è meglio che curare”.
Poi propone “chiusura delle frontiere, controlli a tappeto di tutte le realtà  islamiche presenti in Italia, attacchi in Siria e in Libia”.
Ah, ma aveva dimenticato una cosa. Modifica il suo status e aggiunge (come si vede dalle opzioni di Facebook) la frase “bloccare partenze e sbarchi”.
Così, tanto per prendersela con tutti gli immigrati, che male non fa. E infine, con il comparire di alcune critiche, arriva l’equazione “Buonisti = complici”.
Gli altri esponenti del suo partito intanto cercano di non sfigurare rispetto al capo.
Il condannato Gianluca Pini, deputato del Carroccio, scrive su Facebook; “Il prossimo idiota di sinistra o dei 5stalle (cit.) che mi parla di Islam moderato lo prendo a calci in culo”.
Il sindaco verde di Padova Massimo Bitonci chiede invece che “l’Islam sia bandito dall’Europa se non afferma che violenza è contraria a Dio”.
Inutile spiegargli che l a federazione delle corti islamiche europee ha già  condannato l’attacco , come ha fatto in passato anche in occasione di altri attentati.
Il profilo ufficiale della Lega Nord condivide invece soddisfatto l’incredibile prima pagina di Libero, dai toni come sempre molto moderati “Bastardi Islamici”, mentre l’assessore leghista in Lombardia Simona Bonali ci spiega che “l’Islam vuole conquistarci”
Non va molto meglio tra le fila di Forza Italia, con l’immancabile intervento di due professionisti della provocazione come Daniela Santanchè e Maurzio Gasparri.
La Santanchè sostiene che “l’Islam festeggia i nostri morti”. Sì, tutto l’Islam
Maurizio Gasparri d’altra parte chiede attacchi aerei a tappeto e di mettere sotto controllo tutti gli islamici (che sono un miliardo e mezzo circa nel mondo).
E se qualcuno lo critica, è subito pronto ad apostrofarlo come “amico dei terroristi”. Pietro Laffranco di Forza Italia gli fa eco e spiega che ora “basta buonismo del cavolo: ultima chiamata per l’Occidente. O ci difendiamo davvero o ci distruggeranno!”
Amico dei terroristi, buonista del cavolo, idiota: chiunque non si affretti a prendersela indiscriminatamente con tutto l’islam, a chiedere bombe a grappoli, ad attaccare gli immigrati ha già  la sua etichetta.

Mauro Munafò

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“LIBERO” OFFENDE ANCHE I MUSULMANI UCCISI

Novembre 14th, 2015 Riccardo Fucile

QUANDO A SREBRENICA IL “CRISTIANO” MLADIC MASSACRO’ 8.000 MUSULMANI, NESSUNO TITOLO’ “BASTARDI CRISTIANI”… FARE DI UNA MINORANZA LA TOTALITA’ SAREBBE COME ACCUSARE TUTTI GLI ELETTORI DI FORZA ITALIA DI ESSERE DEGLI IMPOSTORI SOLO PERCHE’ UNO DI LORO SI E’ INVENTATO UN ATTENTATO

Esattamente come calcolato dall’estensore, il titolo di “Libero” sta suscitando reazioni di ogni genere.
“Bastardi islamici”, campeggia oggi in prima pagina sul quotidiano.
Un titolo a suo modo terrorista perchè gli islamici, come in quasi tutti gli atti terroristici, non sono solo autori ma anche vittime, come dimostra la recente strage compiuta dall’Isis a Beirut.
Di qui si è aperto un dibattito (con molti politici in prima fila) già  visto molte volte in Italia e in Europa, in cui spesso i musulmani vengono considerati come un corpo monolitico.
Il direttore di “Libero”, Maurizio Belpietro, è accusato apertamente di sciacallaggio perchè tenta di lucrare sull’istintivo sentimento di rabbia e di odio.
E c’è chi fa notare, come il reporter Mimmo Lombezzi, che quando a Srebrenica (dove Lombezzi era presente con la sua troupe) «i “ cristiani “ di Ratko Mladic uccisero 8000 persone, nessuno si è sognato di titolare “BASTARDI CRISTIANI”» e lì la strage era stata mirata proprio contro i musulmani.
La reazione di “pancia” ha colpito anche l’autore di un film a suo modo profetico, come “L’odio” che nel 1990 descrisse la miscela esplosiva che si stava producendo nelle banlieues parigine.
Mathieu Kassovitz subito dopo gli attentati di ieri notte ha twittato: «Domani, in strada, un milione di musulmani per marcare chiaramente la differenza tra Islam e barbarie».
Un tweet rabbioso, ma non definitivamente intollerante, che ha scatenato reazioni molto forti, in ogni direzione.
Così, dopo un po’, il regista lo ha cancellato, spiegando il motivo con un altro tweet: «Je suis victime de mon èmotion et de la panique. Cest ce que cherche les barbares. Je m’excuse pour les tw prècèdents. Je crois à  l’unitè» («Sono vittima delle mie emozioni e del panico. Questo è ciò che cercano i barbari. Mi scuso per il tweet precedente. Io credo nell’unità »).

(da “il Secolo XIX”)

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VERONESI CONTROCORRENTE: “ISIS VA ASCOLTATO, E’ UNA MINORANZA CHE CHIEDE UNA PATRIA”

Novembre 14th, 2015 Riccardo Fucile

“PIU’ SI ATTACCA, PIU’ SI SUBIRANNO ATTACCHI”

“L’Isis va ascoltato, occorre fare uno sforzo pacificatore”.
È destinata a far discutere la posizione espressa dall’oncologo Umberto Veronesi all’indomani degli attacchi che hanno insanguinato Parigi.
L’oncologo ha affidato ad Adnkronos Salute la sua riflessione:
“Occorre da parte nostra uno sforzo pacificatore, e siamo proprio noi come Occidente a doverlo fare. Sono contrario all’idea di fare guerra all’Is, perchè violenza chiama violenza. Più loro tagliano teste, più noi bombardiamo: qualcuno deve fermare questa catena di azione e reazione e deve farlo con il dialogo e la tolleranza religiosa. L’Is va ascoltato”.
Nei giorni della Conferenza mondiale di Science for Peace a Milano, Veronesi chiede di fermarsi a riflettere, e ricostruisce le motivazioni dell’Is.
“Sono un gruppo di sunniti che si sentono emarginati in Iraq e hanno creato un movimento molto estremista, di fatto perchè vogliono una patria e chiedono all’Iraq di cedere una piccola area, non più grande della Lombardia, per creare lo Stato islamico”.
In sostanza, secondo Veronesi, si tratta di un gruppo diviso da confini artificiali da tantissimi anni.
Per questo, secondo l’oncologo, “l’Is va ascoltato, le sue ragioni vanno comprese, perchè come altre minoranze in Europa e nel mondo chiede una ‘patria’.
Questo non significa – sottolinea in esclusiva ad Adnkronos Salute – che la violenza come quella di Parigi possa in qualche modo essere legittimata, ma piuttosto che la pace non può che passare attraverso il dialogo e la tolleranza”.
L’oncologo è convinto che il momento sia delicatissimo. E che non ci si debba far travolgere dall’emozione.
“La reazione immediata di coloro che chiedono una vendetta è più che comprensibile in questo momento – riflette – ma si tratta di una reazione emotiva, che dovrebbe essere superata a favore di dialogo e trattative. Soprattutto – sottolinea – non bisogna fomentare l’anti-islamismo o in generale il conflitto religioso”.
Questo perchè le guerre di religione “sono da sempre origine di conflitti molto violenti e difficilmente ‘disinnescabili’.
L’Islam – evidenzia – è una religione pacifica nella sua essenza. Più si attacca, più si subiranno attacchi. Siamo noi – conclude – a dover fare uno sforzo, anche se è difficile”, per uscire da questa spirale.
“Perchè altrimenti ci metteremmo sul loro stesso piano, e non ne usciremmo”.

(da “Huffingtonpost”)

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