Destra di Popolo.net

MARINO PRIDE: NELLA CONFERENZA STAMPA L’EX SINDACO SI TOGLIE MACIGNI DALLE SCARPE

Ottobre 7th, 2016 Riccardo Fucile

SILENZIO DI RENZI E MALUMORI NEL PD… “MI HANNO CHIAMATO D’ALEMA E VELTRONI”

Dopo la conferenza stampa, Ignazio Marino si ritira in un salottino con pezzi della sua ex Giunta più vari fan, un paio arrivati anche dall’America.
Sprizza gioia da tutti i pori dopo l’assoluzione “perchè il fatto”, cioè l’accusa di aver speso i soldi del Comune per cene personali, “non sussiste”, ma si illumina davvero quando confida con voce soddisfatta: “Chi mi ha chiamato del Pd? Due leader nazionali, uno si chiama Walter e l’altro si chiama Massimo”.
Si tratta, neanche a dirlo, di Veltroni e D’Alema. Con quest’ultimo un asse in chiave anti Renzi, oggi, sta nelle cose soprattutto in vista del referendum costituzionale del 4 dicembre.
In fondo l’ex sindaco di Roma fa parte dell’associazione Italiani europei di cui l’ex premier è presidente.
“Beh, D’Alema per ora cerca di arruolare gli anti renziani”, commenta ridacchiando Alessandra Cattoi, tra le persone più vicine a Marino e che non poteva perdersi questa giornata di rivincita.
Nessun contatto invece tra l’ex sindaco e Renzi. Tra loro è gelo ormai da un anno. Al fianco di Marino ci sono invece diversi componenti della vecchia Giunta, come Luigi Nieri e Francesca Danese.
Nella sala c’è inoltre l’ex capo di gabinetto Roberto Tricarico. Insomma c’è quel pezzo di Giunta che ha tentato in tutti i modi non lasciare il Campidoglio nei giorni delle accuse feroci e oggi è ricomparso circondando il ‘marziano’.
Il loro nemico, oltre il premier, è il commissario dei dem di Roma: “Matteo Orfini può dire ciò che vuole. Il Pd ha cacciato il sindaco per la vicenda degli scontrini, per questo lo hanno mandato via. L’amarezza rimane pensando che stavamo lavorando bene”.
In mattinata Orfini aveva scritto invece che le dimissioni sono state il risultato della sua “incapacità  ad amministrare”. Marino, che questa mattina ha pianto di gioia alla lettura della sentenza, in conferenza stampa rivendica i risultati: “Abbiamo aperto 21 stazioni della metropolitana e chiuso la discarica di Malagrotta”.
Poi l’ex sindaco si toglie qualche macigno dalla scarpa: “Non me la sento di commentare le parole dell’illuminato Orfini, che appartengono ai libri di Collodi e ai loro personaggi”.
E inoltre: “Ho subito pressioni politiche e mediatiche aggressive e gravissime. Un anno fa in questa città  la democrazia è stata lesa, la verità  è stata negata e centinaia di migliaia di romani e romane sono stati violentati nella loro scelta democratica che avevano fatto, violentati da un piccolo gruppo di classe dirigente che si è rifugiato nello studio di un notaio invece che presentarsi in aula e con il loro volto spiegare perchè avevano o non avevano fiducia nel loro sindaco come avviene in tutte le democrazie del mondo, o almeno nei paesi che la democrazia ce l’hanno”.
Oggi l’ex sindaco è stato assolto dalla triplice accusa di peculato, falso e truffa.
“Mi aspetto delle scuse dal Pd? Le scuse di qualcuno che ha fatto un’offesa richiedono una capacità  di analisi, una dote di umiltà  e una di onestà  intellettuale. Sono sicuro che sulla base di queste tre doti ognuno deciderà  se scusarsi o no”.
Ed è così che nel Pd si riaccendono le braci.
Il Circolo di Donna Olimpia scrive una nota in cui ricorda “l’assoluta irrazionalità  della gestione tenuta dal Pd romano nella passata stagione politica”.
Marco Miccoli chiede di affrontare di nuovo l’argomento: “Spero che ora si trovi il luogo ed il tempo per ridiscutere su ciò che è avvenuto. La rabbia è tanta”.
Sul fronte nazionale anche il leader della minoranza dem Roberto Speranza fa sentire la sua vicinanza: “Un caro abbraccio a Ignazio Marino. Mai avuto dubbi sul fatto che fosse una persona per bene”.
Antonio Bassolino si spinge a dire: “Il Pd chieda scusa”. Ecco Gianni Cuperlo: “Provo un sentimento umano nei confronti della persona che si è tolta un bel peso. E’ una bella notizia. Le altre riflessioni seguiranno”.
Tuttavia nel Pd la riflessione sembra essere già  iniziata da un po’, più o meno dal giorno della sconfitta elettorale. Marino per ora si gode lo spettacolo: “Mi hanno chiamato da tutto il mondo, a seconda dei fusi orari. Non porto rancore, ma qualcuno dovrebbe guardarsi allo specchio e vedere se davvero ha l’ossatura da statista”.
Detto questo, l’ex sindaco lascia il salottino dove si è intrattenuto per un po’ e conclude la giornata della rivincita nella piazza del suo quartiere con un atteso bagno di folla.

(da “Huffingtonpost”)

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ESPULSI M5S AVVERTONO GRILLO: “CONVOCHI UN’ASSEMBLEA DEGLI ISCRITTI O LE MODIFICHE AL REGOLAMENTO SONO NULLE”

Ottobre 7th, 2016 Riccardo Fucile

UN INVITO FORIERO DI ALTRI RICORSI GIUDIZIARI CHE INGUAIANO IL M5S

Per modificare Non Statuto e Regolamento, quello che determina anche le nuove norme disciplinari del M5s, Beppe Grillo deve convocare un’assemblea degli iscritti. Pena la nullità  delle modifiche messe in votazione in rete sul blog di Beppe Grillo.
E’ quanto scrive un gruppo di espulsi e sospesi dal M5s in una lettera inviata a Beppe Grillo.
Lo stesso gruppo inizierà  questo weekend a raccogliere le firme per la convocazione dell’assemblea nazionale degli iscritti.
“Caro Beppe, pur apprezzando l’iniziativa di ‘mettere mano’ all’organizzazione interna, ti chiedo di convocare, nel rispetto della legge, un’assemblea nazionale degli iscritti al nostro movimento politico, per discutere e deliberare in via assolutamente preliminare, l’adozione del metodo di votazione on-line, rendendolo sicuro, trasparente (anche attraverso l’istituzione del registro degli iscritti) e conforme ai principi assembleari” si legge in un fax simile della lettera che un gruppo di attivisti si appresta a spedire al leader del Movimento.
Per farlo, continuano gli iscritti, sarà  anche necessario individuare “un ente terzo – diverso dal gestore – che ne certifichi la validità “.
Per gli stessi “solo dopo che gli iscritti avranno discusso e deliberato l’adozione del metodo di votazione on-line, potremo iniziare il percorso di votazione on-line su ogni singolo punto di modifica dello statuto e del regolamento. In caso contrario – avvertono – il metodo assembleare, l’unico previsto dall’ordinamento italiano, verrebbe irrimediabilmente compromesso, invalidando la meritoria iniziativa”.
Tra i promotori dell’iniziativa ci sarebbe anche il gruppo di iscritti al M5s nei cui confronti il Tribunale di Napoli ha sospeso la procedura di espulsione dal M5s.
A loro giudizio nessuna modifica dello Statuto e quindi del Regolamento del M5s è possibile senza una preventiva delibera assembleare che, come previsto dal codice civile, sarebbe l’unica strada per autorizzare un voto on-line per ogni modifica regolamentare.

(da “Huffingtonpost”)

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I LIMITI DELLE MUTANDE VERDI E I MERITI DELL’INCHIESTA

Ottobre 7th, 2016 Riccardo Fucile

LA NON COLPEVOLEZZA PENALE E L’ABUSO DI ABITUDINI TROPPO DISINVOLTE NEL MANEGGIO DI SOLDI PUBBLICI

La sentenza sulle cosiddette “spese pazze” di alcuni consiglieri regionali piemontesi della scorsa legislatura distingue, come è giusto, le individuali responsabilità  tra dolo, cioè tra coloro che sapevano di approfittare dei rimborsi pubblici per spese private e chi, per errore o per una interpretazione, discutibile ma non del tutto arbitraria, di regolamenti e procedure confuse, si è fatto rimborsare acquisti che dovevano essere pagati non con denaro della collettività .
Un verdetto, del resto simile a molti altri che hanno riguardato consiglieri di diverse Regioni accusati degli stessi reati, e che sconta sempre il solito peccato che si può rimproverare alla giustizia italiana, quello di essere arrivata troppo tardi.
Quando, per esempio, l’ex presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota, ha avuto la carriera politica stroncata da una vicenda, quella delle cosiddette “mutande verdi”, per la quale gli è stata riconosciuta, solo ora, la non colpevolezza penale, anche se dal punto di vista del costume morale resta l’abuso di abitudini troppo disinvolte nel maneggio di soldi pubblici.
L’inchiesta ha avuto comunque il merito di mettere fine a una pratica di rimborsi ai consiglieri regionali che non aveva sostanzialmente controlli e che permetteva, con ipocrite giustificazioni, di aumentare la somma delle loro retribuzioni, già  da tutti considerate scandalose.
La sentenza dimostra che gli imputati in buona fede hanno avuto ragione a fidarsi di una magistratura che non cede a quel giustizialismo moralistico che non distingue le responsabilità  personali penali da facili e strumentali accuse generiche.
Il verdetto ricorda, infine, a tutti quali siano i limiti e i confini tra la giustizia e la politica e quali danni si possano fare quando questi confini vengono confusi.

Luigi La Spina
(da “La Stampa”)

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SALVINI CON LA BOSCHI FA LA FIGURA DEL PIRLA, LA MINISTRA VINCE PER KO TECNICO

Ottobre 7th, 2016 Riccardo Fucile

INVECE CHE PARLARE DEL REFERENDUM ATTACCA IL PADRE DELLA MINISTRA CHE LO GELA: “A DIFFERENZA DEI RISPARMIATORI TRUFFATI DALLA VOSTRA   BANCA LEGHISTA, NOI I SOLDI LI STIAMO RESTITUENDO”… E NEL MERITO DELLA RIFORMA NON C’E PARTITA

A La7, nella trasmissione della Gruber, durante il confronto tra il ministro Boschi e il leader leghista Salvini sul tema referendario, si è assistito al massacro di un incompetente.
La Boschi ha iniziato spiegando a grandi linee i contenuti della riforma, poi la parola è passata a Salvini che, invece che entrare nel merito, ha pensato bene di accusare il padre della ministra per il fallimento di Banca Etruria dando dati a casaccio.
La Boschi si è prima congratulata con Salvini per essere entrato nel merito della riforma, poi ha replicato che tutti i risparmiatori che avranno diritto saranno ristorati come da provvedimento del governo, a differenza dei risparmiatori leghisti che sono stati truffati dalla Banca leghista Credieuronord.
Salvini impallidisce e batte in ritirata: “Parliamo del referendum”, colpito e affondato.
Cerca di recuperare criticando il mantenimento del Senato di raccomandati ma la Boschi è documentata e gli ricorda la riforma proposta da Calderoli che diceva le stesse cose, con la differenza che Calderoli prevedeva il mantenimento degli stipendi mentre la riforma Boschi no.
Salvini balbetta, ride nervosamente e bonfonchia: “vedo che è documentata”.
Salvini non ne azzecca una, critica l’Europa e fornisce l’assist alla Boschi: “dell’Europa le piace solo lo stipendio di 20.000 euro al mese che percepisce come parlamentare europeo?”.
Salvini replica “io sono stato eletto, lei no” e la Boschi lo annienta: “Io sono stata eletta in Parlamento come lei, con il Porcellum che non ha votato il mio partito, ma il suo: se non le piaceva perchè l’ha votato?”.
Ormai in piena disfatta Salvini va completamente in tilt e della riforma costituzionale non parla più: parla di tutto, dalle moschee ai profughi, dagli artigiani agli studi di settore, dalle vacche da latte alla scuola.
La Boschi è un carro armato con i cingoli, altro che ruspa. Ha indubbiamente un gran controllo ed è preparata, alterna esposizione lineare e affondi.
Al di là  delle posizioni sul referendum, non c’è partita: il ministro vince per manifesta superiorità , un ko tecnico senza appello.

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MARINO INNOCENTE: QUANDO NOI, QUASI UNICI A DESTRA, AVEVAMO DENUNCIATO CHE L’OBIETTIVO DEI RENZIANI ERA FARLO DIMETTERE PERCHE’ SCOMODO

Ottobre 7th, 2016 Riccardo Fucile

E LA BECERODESTRA COME AL SOLITO NON AVEVA CAPITO UN CAZZO MIRANDO AL FACILE BERSAGLIO E NON A QUELLO GROSSO… E ORA SI RITROVANO LA RAGGI

Come i lettori più attenti ricorderanno ( per quelli disattenti è a disposizione il nostro archivio on line) siamo stati tra i pochi a destra a denunciare il linciaggio mediatico cui è stato sottoposto Ignazio Marino per fini che nulla avevano a che vedere con la correttezza politica e con i fatti contestati.
Un linciaggio orchestrato dal suo stesso partito (che oggi ipocritamente si dichiara felice della sua assoluzione per bocca del turco fariseo) per eliminare dalla scena politica sia un avversario della segreteria Renzi sia un sindaco che aveva emarginato certi “poteri forti e trasversali” della Capitale (vedi ambulanti abusivi), gli stessi che ora sono rientrati in campo con la Raggi.
La sentenza dimostra che molti presunti testimoni hanno dichiarato il falso o cose inesatte, orchestrati evidentemente da qualcuno.
Ma più si andava avanti nel massacro mediatico e più risultava evidente la patacca.
Marino ci ha sicuramente messo del suo con la sua supponenza caratteriale, ma non è questo il problema.
Ci preme ricordare che a destra, invece che comprendere e denunciare la strategia del “bersaglio forte”, ovvero i mandanti renziani dell’operazione, si è stupidamente e vigliaccamente pensato solo a colpire il boccino sbagliato, pensando di trarne chissà  quale vantaggio.
Col risultato che, fatto fuori Marino, la becerodestra non è arrivata neanche al ballottaggio   e la becerosinistra ha perso miseramente il Campidoglio con il renziano Giacchetti.
Chi ne ha tratto vantaggio è stata solo la praticante dello studio Sammarco che da tre mesi deve ancora spiegare come abbia avuto la consulenza dalla Asl di Civitavecchia senza essere iscritta nell’apposito vincolante albo legale della struttura sanitaria.
In compenso Tredicine e compagni di merende sono tornati a vendere porchetta nel centro storico (con foto con Di Maio gaudente) , le lobby economiche di Los Angeles festeggiano la marchetta grillina, una indagata è assessore ai rifiuti e la sedicente destra porta in esclusiva i neonati a Canale 5.
E vissero tutti felici e contenti, il cervello e l’onesta sono ormai un optional.

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MARINO ASSOLTO DA TUTTE LE ACCUSE, ORA QUALCUNO CHIEDA SCUSA, A DESTRA COME A SINISTRA

Ottobre 7th, 2016 Riccardo Fucile

“ACCUSE INFAMANTI, RISTABILITA LA VERITA'”

«Sono felice, me lo aspettavo perchè sapevo di essere innocente. È stata finalmente ristabilita la verità . Ringrazio la giustizia perchè mi ha tutelato nonostante le accuse infamanti della stampa e della politica».
È entusiasta l’ex sindaco di Roma Ignazio Marino, assolto sia per la vicenda delle cene pagate con la carta di credito del Comune, sia per le presunte false assunzioni della sua onlus.
Il gup Fabio Mostarda ha ritenuto Marino non responsabile di peculato perchè «il fatto non sussiste» a proposito dei 56 pranzi e cene.
E lo ha anche assolto dall’accusa di truffa perchè «il fatto non costituisce reato» a proposito delle consulenze per la onlus Imagine di cui era il fondatore.
Dopo l’apertura dell’inchiesta, Marino si era dimesso da sindaco della Capitale.
La procura aveva chiesto per una condanna totale a 3 anni e 4 mesi di carcere.   «Innanzi tutto desidero ringraziare i miei avvocati, Enzo Musco, Franco Moretti e Martuscelli, i quali con passione e vera dedizione e con alta professionalità  si sono battuti perchè la verità  fosse affermata», afferma Marino.
È evidente il desiderio di togliersi qualche sassolino dalle scarpe, soprattutto a livello politico. «E’ chiaro che questa decisione sarà  oggetto di valutazione in sede politica e che sarà  criticata o lodata espressamente a seconda dei punti di vista da cui ci si mette. Per me questa decisione ha soltanto il valore del ripristino della verità  e della conseguente mia interiore tranquillità ».
Infine l’ex sindaco Marino conclude: «Quanto al mio futuro politico, di cui molti mi chiedono, devo dire che non è questo il momento per prendere decisioni ma è invece un momento di riflessione su quello che è stato e su quello che verrà ».

(da agenzie)

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SONDAGGISTA PIEPOLI: IL SI’ RIMONTA ED E’ IN VANTAGGIO

Ottobre 7th, 2016 Riccardo Fucile

PIACE L’ABOLIZIONE DEL BICAMERALISMO PERFETTO, BOCCIATO IL SENATO NON ELETTIVO…. CI VOLEVANO I PROPAGANDISTI DEL NO PER FAR RISALIRE IL SI’

La fiducia degli italiani nel premier Renzi resta attorno al 33 per cento, quella nel governo appena un punto sopra. La tendenza non si inverte. In compenso, la partita del referendum è apertissima, con il Sì che rimonta puntando su alcuni punti della riforma, che suscitano largo consenso.
Verso il voto  
Di eventi futuri che dominano il pensiero degli italiani (la ricerca è stata eseguita da Istituto Piepoli su campioni settimanali rotativi di 500 casi, rappresentativi della popolazione degli elettori) ce n’è solo uno: il referendum del 4 dicembre.
Dal punto di vista formale si conferma il No, che è al 54% mentre i Sì sono al 46%. Tuttavia chi è abituato come me a fare test di prodotto è giunto a una conclusione un po’ diversa.
Abbiamo sottoposto infatti agli italiani le varie aree referendarie contenute nel quesito che sarà  proposto nella scheda elettorale.
In sintesi, delle 8 parti in cui abbiamo suddiviso il quesito referendario, ben 6 ottengono la maggioranza assoluta dei Sì, e solo 2 ottengono una netta sconfitta, cioè un No da parte degli elettori.
Quindi, nel caso in cui si spezzetti il referendum e si approvino o disapprovino le singole parti dello stesso, il risultato finale è marginalmente favorevole al Sì: il 47% approva il referendum contro il 46% che lo rifiuta.
La distanza è irrisoria. L’unica cosa altamente probabile è una forte partecipazione degli elettori alla prova. La nostra previsione è di una presenza al referendum di 30 milioni di italiani.
Il mondo del potere  
Dall’inizio di aprile, Renzi naviga sotto il 40% nella fiducia degli italiani. Quanto alla compagine ministeriale, tiene bene alla botta del tempo, anche se i Top 10 sono cambiati: nella prima epoca del governo erano sostanzialmente donne e adesso sono tutti uomini; la prima delle donne, Roberta Pinotti, compare infatti al sesto posto.
La consuetudine di leader dei ministri si materializza in Graziano Delrio e l’ultimo della classe è, dall’inizio del governo, Angelino Alfano.
In ogni modo, nel complesso, questo governo ha una popolarità  più costante e dimostra di essere «più squadra» rispetto ai cinque governi precedenti.
Ma cosa ha fatto di buono questo governo? Lo abbiamo chiesto agli elettori e loro puntualmente ci hanno risposto che tra i provvedimenti del governo Renzi detiene la palma il bonus di 80 euro in busta paga per i lavoratori dipendenti e per quelli a progetto.
Seguono, in termini di preferenza, i tagli alla spesa pubblica e il taglio del 10% dell’Irap.
Anche la riforma del lavoro, il Jobs Act e gli incentivi connessi alle assunzioni a tempo indeterminato completano l’area di maggior gradimento da parte dell’opinione pubblica.
Quindi, più lavoro e meno tasse: queste sono le cose che valgono per la gente. Il resto è silenzio.
Il Quirinale  
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella si fa poco sentire dalla gente soprattutto confrontandolo con l’attivismo del suo predecessore Giorgio Napolitano. La sua patente ritrosia a comparire non tarpa le ali alla sua immagine che è piuttosto alta: 6 italiani su 10 si dichiarano contenti della sua presenza al Quirinale.
E’ ben vero che qualche punto, attraverso i mesi di gestione del ruolo di Presidente, Mattarella l’ha perso. Ma è sempre costantemente superiore a Scalfaro che aveva una media di 54/55% e non è lontano dagli ultimi momenti di Napolitano che qualche volta, come Ciampi, ha goduto del punteggio di solito riservato ai Re (oltre l’80%).
Le istituzioni  
Chi resta oltre al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio Renzi e ai suoi ministri?
Ben poco secondo l’opinione pubblica, che infatti assegna punteggi bassi o in discesa persino a Luigi Di Maio (che in quest’ultimo mese ha perso alcuni punti in termini di fiducia).
Quanto agli altri, il 27% assegnato a Beppe Grillo, il 21% assegnato a Matteo Salvini e il 14% assegnato a Silvio Berlusconi sono piuttosto poco: un’opposizione all’attuale governo è tutta da costruire, e senza un’opposizione seria, un governo serio perde colpi.

(da “La Stampa”)

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“ORDIGNO IN CASA DI COLLABORATORE DELLA GIUNTA RAGGI, NON CI FERMERANNO”: GRILLO GIA’ INVITA AL MARTIRIO, MA LA POLIZIA SMENTISCE E GLI ROVINA LO SPOT

Ottobre 7th, 2016 Riccardo Fucile

“ATTO INTIMIDATORIO, DIAMO FASTIDIO”…LA QUESTURA: “MAI DETTO UNA COSA SIMILE, SONO SOLO TRE PILE LASCIATE SU UN DAVANZALE”

Un “innesco di ordigno” è stato trovato “nell’abitazione di un collaboratore della giunta M5s” a Roma. Lo annuncia un post sul blog di Beppe Grillo a firma del leader dei 5Stelle e della sindaca di Roma Virginia Raggi.
“Si tratta di un messaggio che le forze dell’ordine, alle quali va un ringraziamento per il lavoro svolto con serietà  e discrezione, hanno valutato come un atto intimidatorio. Diamo fastidio a qualcuno”, si legge nel post, dal titolo Un ordigno non ci fermerà . “L’ordigno” è stato ritrovato davanti alla porta-finestra della casa, al piano terra, di un collaboratore del vicesindaco Daniele Frongia.
Il ritrovamento risalirebbe a ieri, il collaboratore sarebbe un dipendente capitolino.
Ma in serata dalla Questura di Roma arriva la smentita: “Mai parlato di atto intimidatorio”.
Quanto all’innesco, in realtà  si tratta di “tre pile avvolte tra di loro con un filo, una specie di giocattolo, una sorta di simulacro lasciato sul davanzale della finestra”.
Questo il testo integrale del post pubblicato sul blog: “Nessuno deve restare indietro, nessuno deve rimanere solo. Lo abbiamo detto sempre e lo diciamo con più forza oggi perchè uno di noi, un cittadino, un collaboratore della giunta M5s di Roma, è stato oggetto di una minaccia inaccettabile in un Paese civile: il ritrovamento dell’innesco di un ordigno nella sua abitazione a Roma. Si tratta di un messaggio che le forze dell’ordine, alle quali va un ringraziamento per il lavoro svolto con serietà  e discrezione, hanno valutato come un atto intimidatorio. Diamo fastidio a qualcuno”.
E poi: “Le indagini sono in corso e non vogliamo disturbare chi se ne sta occupando
in queste ore. Siamo pronti a collaborare con le forze dell’ordine e chiediamo al ministero dell’Interno di intervenire quanto prima. Intanto, però, non dobbiamo lasciarci spaventare. Dobbiamo fare quadrato attorno a chi di noi viene attaccato, perchè siamo una comunità  unita che affronta i problemi insieme. Nessuno deve essere lasciato solo. Questo è il momento di dimostrarlo. I cittadini ci stiano vicino”.
Il martirio è rinviato.

(da agenzie)

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I GRILLINI FANNO LA RIVOLUZIONE BOICOTTANDO CAPITAN FINDUS E IL MOCHO VILEDA

Ottobre 7th, 2016 Riccardo Fucile

NEL MIRINO GLI SPONSOR DELL’ARIA CHE TIRA, IL PROGRAMMA DI MYRTA MERLINO REA DI AVER CRITICATO LA RAGGI, COSA CHE FA QUALSIASI ITALIANO CON UN MINIMO DI CERVELLO…E SUL WEB SI SCATENA LA SATIRA

“Non comprerò più prodotti delle marche che sponsorizzano L’Aria che tira”.
Il messaggio di Angelo B. sulla bacheca Facebook del programma televisivo condotto da Myrta Merlino su La7 è solo uno tra i tantissimi che stanno animando la protesta sui social network di esponenti e attivisti del Movimento 5 Stelle contro la giornalista, accusata di parlare male dei pentastellati e della sindaca di Roma, Virginia Raggi.
Una protesta che invita simpatizzanti ed elettori dei 5 Stelle al boicottaggio dei prodotti di Findus e Vileda, sponsor del programma.
“Di sicuro Findus e Villeda non mi avranno come cliente per un bel po di tempo, vediamo se gli tocchi il portafogli come reagisce La7”, scrive un altro utente. E poi ancora: “Siamo diversi milioni di consumatori, possiamo fare politica anche con la spesa”.
La protesta è esplosa anche sui profili social di Findus e Vileda.
“Anch’io ho sempre usato i vostri prodotti perchè li trovo competitivi, ma finchè sarete lo sponsor di #lariachetira smetto di comprarvi e lo dirò a tutte le mie amiche, conoscenti e parenti”, scrive Claudia C. sulla bacheca Facebook dell’azienda che produce il famoso mocio.
Presa di mira anche Findus. “Sono stata vostra cliente, ma non lo sarò più, almeno fino a quando sponsorizzerete trasmissioni faziose di disinformazione. Ovviamente vi boicotterò anche parlando direttamente con chi vedrò in procinto di acquistare prodotti con il vostro marchio e quello degli altri sponsor”, è il messaggio di Stefania Z.
Le due aziende sponsor de ‘L’aria che tira’ hanno smentito ogni collegamento con la politica.
Sui social, intanto, si è scatenata l’ironia contro la protesta degli attivisti del Movimento 5 Stelle al grido di ‘Je suis sofficino’.
La dimostrazione che anche un comico può finire seppellito da una valanga di risate.

(da “Huffingtonpost”)

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