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CONSIGLIERE DI FRATELLI D’ITALIA ACCUSATO DI STALKING

Ottobre 26th, 2016 Riccardo Fucile

A REGGIO CALABRIA MASSIMO RIPEPI RAGGIUNTO DA UN   VERBALE DI AMMONIMENTO DALLA QUESTURA… IL SINGOLARE CASO DI UN PASTORE CHE NON POTREBBE FARE IL CONSIGLIERE O DI UN CONSIGLIERE CHE NON POTREBBE FARE IL PASTORE… E LA MELONI NON DICE NULLA SULLO STALKING A UNA DONNA?

Chi predica bene a volte rischia di razzolare male. E’ probabilmente questo il caso del pastore-consigliere comunale reggino di Fratelli d’Italia Massimo Ripepi che, apprendiamo dagli organi di stampa, è stato raggiunto da un verbale di ammonimento da parte della Questura per il reato di stalking nei confronti di una donna della quale non sono state rese note le generalità  “cagionandole un forte disagio psico-fisico ed un forte timore per la propria incolumità “.
Una circostanza assolutamente singolare soprattutto per un soggetto che non perde occasione per richiamarsi ai valori della cristianità , salvo poi dimostrare evidentemente il contrario nei suoi comportamenti quotidiani.
Fatto ancora più grave se consideriamo che proprio Ripepi, insieme agli altri consiglieri comunali, è sottoscrittore dell’ordine del giorno che impegna il Comune a valorizzare azioni di contrasto alla violenza sulle donne, favorendo una nuova cultura sul contrasto alla violenza e alla discriminazione.
Triste dunque che il pastore Ripepi assuma comportamenti lontani anni luce da ciò che afferma pubblicamente, e sottoscrive, in Consiglio comunale.
Una circostanza davvero poco edificante aggravata se possibile dalla risposta che Ripepi ha affidato al suo avvocato replicando a quanto pubblicato sulla stampa.
Dalla nota firmata dal suo avvocato scopriamo infatti che Ripepi, “nella sua qualità  di Pastore – recita testualmente la nota – è intervenuto a stigmatizzare alcuni comportamenti contrari all’etica ed ai principi cristiani […] limitandosi ad effettuare alcuni passaggi dottrinali cristiani nel corso delle proprie omelie tenute nella Chiesa Cristiana di Catona”.
Per quanto ne sappiamo la “qualità  di Pastore” risulta assolutamente incompatibile con l’attività  di consigliere comunale.
L’articolo 60 comma 1 del decreto legislativo 267 del 2000 cita espressamente tra i casi di ineleggibilità  alla carica di consigliere comunale anche “gli ecclesiastici ed i ministri di culto – citiamo anche qui testualmente – che hanno giurisdizione di anime e coloro che ne fanno ordinariamente le veci”.
Circostanza giuridica per la quale, a quanto ci è dato sapere, il consigliere-pastore Ripepi è stato costretto a spogliarsi dei suoi abiti talari all’atto della candidatura al Consiglio comunale.
Salvo poi contraddirsi, per stessa ammissione del suo avvocato, che afferma che il Ripepi continua ad effettuare “passaggi dottrinali cristiani nel corso delle proprie omelie”.
Delle due l’una: Ripepi è pastore o Ripepi è consigliere comunale? Il pastore Ripepi mente ai suoi fedeli o il consigliere Ripepi mente ai suoi elettori?
Il suo partito, Fratelli d’Italia, che fa spesso del rispetto delle norme una sorta di mantra politico elettorale dovrebbe prendere atto di questa condizione ed agire di conseguenza.

(da “il Dispaccio” Reggio)

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ECCO LA FOTO CHE DIMOSTRA CHI GUIDAVA LA PROTESTA “SPONTANEA” DI GORINO, GIUSTO PER NON FARSI PRENDERE PER IL CULO

Ottobre 26th, 2016 Riccardo Fucile

E’ IL LEGHISTA NICOLA LODI, RESPONSABILE SICUREZZA DELLA LEGA DI FERRARA, NOTO FAUTORE DELLE RONDE PADANE…ARRINGAVA LA FOLLA DURANTE IL BLOCCO STRADALE MENTRE LE FORZE DELL’ORDINE STAVANO A GUARDARE, GRAZIE AL PREFETTO TORTORA

Poco alla volta i tasselli vanno a incastrarsi al posto giusto e la verità  sulle “barricate” poste in essere a Gorino comicia ad emergere sui “nuovi eroi della resistenza” alle vongole.
A rappresentarli e arringarli con megafono durante il blocco stradale non era una massaia o un pescatore locale, ma Nicola Lodi, noto esponente ferrarese della Lega, responsabile della sicurezza del partito, e ben noto alle forze dell’ordine e alle istituzioni ferraresi.
Per fare buon peso, come riferisce la Stampa era presente anche un altro esponente leghista di Ferrara, Checco Marangoni, mentre il Fatto segnala la presenza, la mattina successiva, dell’esponente di Fdi, Fausto Gianella, ex consigliere comunale.
Trattative concitate, epiteti non esattamente gentili e «momenti di tensione», come riferisce “la Stampa” che hanno visto Lodi protagonista da una parte, carabinieri e sindaco dall’altra.
Una situazione che si è voluto forzare per ragioni politiche e che qualcuno   ha utilizzato per farne un caso nazionale?
Collegata a quanto qualche giorno fa aveva minacciato il leader leghista Salvini?
Se il gioco era quello di far “insorgere” cittadini comuni restando dietro le quinte, a Gorino la Lega si è fatta beccare con le mani nella marmellata.

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A GORINO CAMBIANO IDEA: “PRONTI AD ACCOGLIERE I PROFUGHI”…E IL PREFETTO STA PER FARE LE VALIGIE

Ottobre 26th, 2016 Riccardo Fucile

SPUTTANATI IN TUTTA ITALIA, CERCANO DI USCIRNE… DOPO UN’ASSEMBLEA L’ANNUNCIO DEL SINDACO: “TIRIAMO UNA RIGA SU TUTTO, DISPONIBILI A VALUTARE DI METTERE A DISPOSIZIONE ANCHE STRUTTURE PRIVATE”

“Ora i miei compaesani sono disponibili ad accogliere i profughi, ma con un coinvolgimento diverso da parte dello Stato, senza sequestri improvvisi di altri alloggi e venendo informati”.
L’annuncio di Diego Viviani, il sindaco di Goro, arriva a meno di 48 ore dall’inizio della protesta messa da alcuni cittadini della frazione di Gorino.
Gli abitanti del paesino ferrarese sul delta del Po, al confine tra Veneto ed Emilia Romagna, lunedì sera sono scesi in strada ed hanno allestito barricate, opponendosi così all’arrivo di 12 donne, tra cui una ragazza incinta all’ottavo mese, e 8 bambini, che avrebbero dovuto trovare ospitalità  in alcune camere di un ostello requisite dal prefetto di Ferarra Michele Tortora.
Ora, però, il loro sindaco fa sapere che “il presidio è finito”.
Alla base della definitiva sospensione della protesta, l’incontro di martedì sera tra Viviani e i manifestanti: un incontro che si è svolto proprio nell’ostello gestito da Paolo Fabbrini insieme alla compagna Sanela Nikolic, di origini serbe, e a una cameriera ceca.
Un confronto risolutivo, a seguito del quale i goresi hanno deciso di abbandonare il presidio.
“Hanno capito — spiega Viviani — che non possiamo restare sulle barricate” e che una protesta del genere “può avvenire solo per una reazione di istinto a fatti improvvisi che non si capiscono”.
Il sindaco, contattato dall’Adnkronos, ha poi spiegato: “Ora tiriamo una riga su quanto è successo. Ci incontreremo e valuteremo insieme che decisioni prendere perchè anche Goro possa farsi carico dell’accoglienza ai profughi. I miei compaesani — ha proseguito Viviani — sono disponibili ad accoglierli ma con un coinvolgimento diverso da parte dello Stato, senza sequestri improvvisi di altri alloggi e venendo informati”.
Viviani ha poi spiegato quelle che, a suo avviso, sono stati gli errori di comunicazione che hanno causato la reazione dei cittadini di Goro. “Se fossi stato informato prima dell’arrivo delle profughe,   avrei potuto preparare i miei compaesani, informandoli a mia volta, e questo non sarebbe successo, ma capisco anche che si verifichino situazioni di emergenza”.
Altro problema, secondo Viviani, la mancanza di luoghi d’accoglienza adeguati nella piccola frazione del Ferrarese. “Valuteremo la disponibilità  delle strutture private che finora hanno risposto negativamente ma forse ora riusciremo a coinvolgerle in questo sforzo comune”
Quanto all’operato del prefetto del capoluogo estense, Michele Tortora, il suo destino pare segnato, il minimo che si potesse pretendere dopo aver rinunciato a far rispettare la legge. “Le cose – ha dichiarato Alfano – si possono sempre gestire meglio o peggio, però quello che si è verificato ieri non è lo specchio dell’Italia”.

(da agenzie)

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“MI TAGLIO LO STIPENDIO DA ANNI E LO VERSO ALLA CARITAS”: INTERVISTA AL SENATORE RUSSO CHE OSCURA I CINQUESTELLE

Ottobre 26th, 2016 Riccardo Fucile

“PREFERISCO DARE IL 20% AI SENZATETTO DI TRIESTE, LA MIA CITTA'”… “C’E’ BISOGNO DI SOBRIETA’, LA POLITICA COSTA, MA DECIDIAMO UNA VOLTA PER TUTTE QUANTO”

Mille euro al mese alla Caritas, dodicimila euro l’anno .
Dall’inizio della legislatura (2013) Francesco Russo, triestino, 46 anni, senatore del Pd alla prima esperienza in Parlamento si applica un taglio dello stipendio del 20 per cento, una battaglia autoimposta contro gli eccessi della politica.
Russo si presentò subito attaccando un mostro sacro della sinistra come Livia Turco la quale, terminato il mandato alla Camera dopo decenni di servizio, aveva avuto un incarico retribuito dal Pd, in attesa del vitalizio. “Livia pensi prima agli esodati e poi a se stessa”, disse Russo in direzione beccandosi l’accusa di essere un dem-grillino.
Ma alla fine ebbe soddisfazione: la Turco lavorò gratis.
Dunque, ha ragione Grillo sul dimezzamento dello stipendio?
“Stare nelle istituzioni non significa solo lanciare proposte popolari, come fa Di Battista. Che poi ha solo il 50 per cento di presenze in aula”.
E lei, quante volte è presente?
“Il 98 per cento delle volte”.
Però a differenza dei suoi colleghi si è dato una regola di autoriduzione.
“Ho pensato che fosse importante, in attesa del taglio dello stipendio dei parlamentari, un segno di sobrietà . Guardi, che molti politici hanno la stessa consapevolezza e il desiderio di andare in questa direzione. Non sono solo”.
Lei cosa fa?
“Dò il 20 per cento del mio stipendio, dell’indennità  di base di 5000 euro, a iniziative benefiche. Ho cominciato con Banca Etica che ha promosso un suo fondo per appoggiare giovani imprenditori in terra di mafia. Nell’ultimo anno, invece, dopo un attacco della destra della mia città , li verso alla Caritas di Trieste per un progetto per i senza tetto, italiani o stranieri. La neogiunta di centrodestra ha pensato bene di perseguitare questa idea togliendogli gli spazi. Io la difendo e la finanzio”.
Allora il taglio è giusto, si può fare e vivere bene lo stesso.
“Sono per fare chiarezza, per dare un segnale spero definitivo. Bisognerebbe anche spiegare che la politica ha già  fatto molto. Ha cancellato quelli che erano considerati giustamente dei privilegi. Molti di noi, quelli alla prima legislatura e siamo tanti, non avranno nessun vitalizio, mai. Ma credo che sia importante valorizzare e premiare professionalità , competenza e merito”.
Così è il gioco dell’oca.
“No. La proposta di legare lo stipendio alla presenze, per esempio, stimola un parlamentare a farlo bene. La legge proposta dai grillini, al contrario, avrebbe penalizzato allo stesso modo chi sta 13 ore al Senato, come me, e chi come Ghedini ha lo 0,1 per cento di presenze. A proposito di partecipazione, i grillini dovrebbero guardare in casa loro”.
In concreto quale può essere una proposta alternativa?
“Stipuliamo un nuovo patto tra cittadini e politica: decidiamo una volta per tutte l’investimento che vogliamo fare per avere una classe politica di qualità .I rimborsi siano a pie’ di lista, i cosiddetti portaborse vengano pagati direttamente dalle Camere così i soldi per le spese non passeranno direttamente dalle tasche dei parlamentari. Stabiliamo così la cifra che serve per fare la politica il meglio possibile. Senza demagogia, ma anche senza gli eccessi di un tempo”.

(da “La Repubblica“)

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TERREMOTO, FORTI SCOSSE IN CENTRO ITALIA, LA PRIMA DI MAGNITUDO 5,4, LA SECONDA DI 5,9

Ottobre 26th, 2016 Riccardo Fucile

EPICENTRO A VISSO (MACERATA)… “EVENTO LEGATO A QUELLO DI AMATRICE, SI E’ ATTIVATA UNA NUOVA FAGLIA”… PER ORA DUE FERITI, MOLTI CROLLI

Alle 19,11 la prima scossa di terremoto, di magnitudo 5.4 della scala Richter, a 9 chilometri di profondità , con epicentro nella provincia di Macerata, tra Castelsantangelo sul Nera, Visso, Ussita (dove sono crollate alcune case), e Preci.
È stata avvertita a Roma, L’Aquila, Perugia, e Terni, ma anche in Friuli e in Veneto.
La seconda scossa. Alle 21,18, la seconda scossa di terremoto, ancora più forte, di magnitudo 5.9.Il bilancio: due feriti.
Sono stati registrati crolli in molte zone, ma il bilancio – lo ha annunciato ufficialmente il capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio – è di due feriti (due persone di Visso, ricoverate in ospedale in codice giallo).
Interrotta la strada Valnerina per Visso, e chiusa la Salaria all’altezza di Arquata del Tronto (Ascoli Piceno) dove si erano registrati importanti movimenti franosi già  con il sisma del 24 agosto scorso.
Scuole chiuse. Per veriricare le condizioni strutturali degli edifici scolastici, saranno chiuse domani le scuole a Macerata, L’Aquila, Camerino, Assisi, Bastia Umbra, Terni, Rieti, Ascoli Piceno, Perugia, Teramo, Castelli.
“La situazione più critica è a Castelsantangelo sul Nera, dove manca la corrente elettrica. Abbiamo inviato sul posto torri-faro e uomini”, ha fatto sapere il capo della Protezione civile regionale delle Marche, Cesare Spuri. Alcuni crolli, conferma Spuri, sono segnalati a Visso. Aperti i Centri operativi comunali e la Sala operativa integrata provinciale.
Poco dopo la prima scossa si era diffusa la notizia – poi smentita – che ci fossero delle vittime. Anche i carabinieri hanno confermato che non risultano morti e feriti gravi.
Renzi aggiornato. Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, di rientro a Roma dalla Campania, è in contatto con Curcio. A causa del sisma, si apprende da fonti di Palazzo Chigi, Matteo Renzi ha deciso di non partecipare alla puntata di Matrix di questa sera.
(Numeri utili.   Protezione Civile 800.840.840. Sala operativa RegioneLazio 803.555)
A seguito della forte scossa di terremoto che ha colpito l’Italia centrale, il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, sta seguendo da circa un’ora la situazione dalla sala operativa dei vigili del fuoco al Viminale.
Altre scosse. Dopo la più forte, altre scosse sono state registrate: alle 19,55 con una di magnitudo 3.0 e alle 20,39 con magnitudo 3.4.
Grande paura. Castelsantangelo sul Nera, il paese più vicino all’epicentro (comune di 318 abitanti della provincia di Macerata), Visso (circa 1.200 abitanti a 50 km da Macerata, sui monti Sibillini) dove sono avvenuti alcuni crolli, Ussita e Preci sono i comuni nell’epicentro del terremoto.
“Ci sono crolli, non abbiamo notizie di vittime, ma siamo al buio e sotto un diluvio, aspettiamo che la Protezione civile ci pori delle torri-faro”, ha detto il sindaco di Castelsantangelo sul Nera (Macerata), Mauro Falcucci, che sta cercando di coordinare i soccorsi.
“Siamo per strada, davanti al comune”, ha aggiunto il primo cittadino del luogo più vicino all’epicentro del sisma. La Protezione civile delle Marche sta mandando a Castelsantangelo sul Nera delle torri-faro.
Squadre di soccorso nelle zone isolate.
Alcune squadre di soccorso sono partite in direzione di alcune frazioni dei comuni dell’area dell’epicentro che risultano isolate.
A Ussita, oltre al terremoto, i cittadini devono fare i conti anche con una pioggia torrenziale.
“Stiamo facendo il giro delle frazioni – racconta il sindaco Marco Rinaldi – , c’è un diluvio, abbiamo una bomba d’acqua, come se non bastasse il terremoto”. Per il primo cittadino la nuova scossa di terremoto “ha provocato crolli diffusi aggravando la situazione degli immobili già  inagibili per il terremoto del 24 agosto. Siamo riusciti a ripristinare l’energia elettrica”. Poche settimane dopo avere tolto le tende, molti cittadini di Ussita si stanno preparando a trascorrere la notte all’aperto, altri hanno alloggi temporanei e stanno attrezzando dei punti di raccolta.
Sisma avvertito in tutto in Centro Italia.
Il sisma ha scosso tutte le Marche, dalle zone terremotate dal sisma di agosto dell’Ascolano ad Ancona, a Fabriano e Pesaro. Molte persone sono uscite di casa spaventate. Tantissime le chiamate ai vigili del fuoco. Il sisma è stato nettamente avvertito a Firenze e Arezzo. Ma anche a Napoli. Lo scrivono gli utenti sulla pagina Facebook “Terremoto In Tempo Reale”.
Scene di panico a Visso. A Visso ci sono state scene di panico e crisi di pianto tra la gente che è fuggita dalle case. La popolazione, già  provata da giorni di continue scosse, si è riversata nella piazza principale sfidando i cornicioni che crollavano. “Le pareti mi sono venute addosso” racconta una donna appena fuggita dal suo studio di geometra nel centro di Visso. “Ho sentito venire giù tutti gli oggetti e i libri dagli scaffali. Sono fuggita per le scale e fuori tutto era polvere. La gente gridava”.
Linee elettriche saltate nelle Marche.
Protezione civile: “Chiuderemo Salaria”. Nella zona dell’epicentro sono saltate le linee elettriche. “Stiamo ancora valutando la situazione con l’Anas, ma chiuderemo la strada Salaria all’altezza di Arquata del Tronto”, ha detto il dirigente della Protezione civile regionale. E, infatti, l’Anas ha chiuso temporaneamente la strada Salaria all’altezza di Arquata del Tronto (Ascoli Piceno) dove si erano registrati importanti movimenti franosi già  con il sisma del 24 agosto scorso. Dopo la scossa un grosso masso si è staccato dalla parete rocciosa sovrastante, provocando un incidente stradale all’altezza del km 149+200.
Treni fermi per verifiche. I gestori della viabilità  hanno disposto interruzioni dei tratti di viabilità  più vulnerabili e Ferrovie dello Stato ha disposto a titolo precauzionale il rallentamento dei treni sulle tratte ferroviarie interessate. Treni fermi per consentire le verifiche alle infrastrutture nel tratto tra Foligno e Fabriano, sulla linea Orte-Ancona. Circolazione sospesa fra Castelraimondo-Camerino e Tolentino (linea Civitanova-Albacina) per verifiche tecniche sui ponti ferroviari.
Amatrice, crolli in palazzi già  lesionati. “Ci sono crolli, ma di edifici già  lesionati. Stiamo facendo un giro per il territorio. Certo si risveglia la paura, pesa questa nuova scossa”, ha raccontato il sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi.
Dopo la scossa, sono saltati i collegamenti telefonici con Amatrice e Accumoli dove per alcuni minuti è mancata anche l’energia elettrica. Alcuni crolli si sono verificati all’interno della zona rossa di Amatrice.
Panico anche ad Arquata. Michele Franchi, vicesindaco di Arquata, nelle Marche: “Tanta paura, ci sono stati dei distacchi di cornicione da edifici già  lesionati dal sisma del 24 agosto. La scossa è stata forte, abbiamo sentito un boato”.
A Roma persone in strada. Paura a Roma per la forte scossa di terremoto che ha fatto tremare la Val Nerina. Molti romani, anche in centro, sono scesi in strada dopo aver sentito tremare i palazzi. La scossa è stata avvertita nettamente in tutta la città : presi d’assalto i centralini dell’Ingv (l’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia) e dei vigili del fuoco.
Verifiche dei vigili del fuoco in alcuni palazzi a Roma per crepe che si sono formate dopo il sisma. Secondo quanto si è appreso, sono circa dieci gli interventi effettuati finora dai pompieri e altrettanti al momento sono quelli da effettuare. Gli stabili interessati sono in zona Nomentano ed Eur.
Anche sui social in tanti hanno scritto di aver sentito il terremoto: lampadari che dondolavano e che hanno continuato per parecchi minuti, finestre che si sono aperte, tavoli e letti che tremavano. Qualcuno racconta di gatti e cani che hanno dato segni di agitazione pochi secondi prima della scossa avvertita distintamente in tutto il litorale romano, da Ostia a Fiumicino sino a Fregene.
“Sono in contatto con Protezione Civile Lazio e con sindaci di Amatrice, Accumoli e Rieti. Stiamo facendo tutte le verifiche”, ha scritto su Twitter il presidente del Lazio Nicola Zingaretti.
Evacuata la Farnesina e il palazzo della Regione. La sede del ministero degli Esteri è stata evacuata. Decine di dipendenti si trovano sul piazzale antistante la Farnesina, in attesa che rientri l’allarme. Anche l’edificio della giunta della Regione Lazio, in via Cristoforo Colombo, è stato evacuato. È scattata come previsto la procedura che si adotta in questi casi di emergenza, con gli altoparlanti interni ad avvertire il personale al momento presente nello stabile.
Scossa anche l’Umbria. Il sisma è stato chiaramente avvertito in quasi tutta l’Umbria. Al momento sono in corso le verifiche da parte della protezione civile. A Gualdo Tadino – secondo le prime informazioni – la gente è scesa in strada.
L’esperto: “Evento legato a sisma 24 agosto”. Per Alessandro Amato, dell’Ingv “questo sisma è in qualche modo legato a quello del 24 agosto ad Amatrice. Si trova infatti nell’area già  attiva. Si tratta probabilmente dell’attivazione di una nuova faglia”.

(da “La Repubblica”)

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PARLANO TRE DELLE PROFUGHE RESPINTE: “CI HANNO MANDATE VIA PERCHE’ NON CONOSCONO LE NOSTRE STORIE”

Ottobre 26th, 2016 Riccardo Fucile

NON HANNO ANCORA CAPITO CHE A CERTI INFAMI DELLE LORO SOFFERENZE NON FREGA UN CAZZO

“Ci hanno mandate via solo perchè non conoscono, non capiscono le nostre storie”. Non c’è rancore nelle parole di Belinda, Joy e Faith, tre delle dodici profughe che erano a bordo della corriera diretta a Gorino, nel basso ferrarese.
Alla notizia delle barricate erette dagli abitanti il loro autobus, partito dal centro di accoglienza di Bologna e arrivato ormai a Comacchio, ha deviato.
E allora la stanchezza di un viaggio durato più di un mese ha lasciato spazio all’incredulità , al sentimento del rifiuto.
“All’inizio non capivamo cosa stava succedendo, non credevamo che non ci volessero, ci siamo rimaste male quando abbiamo capito che la popolazione non ci voleva”.
Hanno gli sguardi bassi Belinda, Joy e Faith. Li alzano solo per guardare Kevin, l’interprete. Si vede che sono esauste. Non nascondono che sono impaurite.
Sono sbarcate sulle coste italiane sabato notte. Un aereo le ha trasportate domenica mattina all’aeroporto Marconi di Bologna. Dopo la meta rifiutata, hanno trovato temporanea ospitalità  nella sede dei servizi alla persona di Ferrara.
Joy ha 20 anni. Ha abbandonato il suo paese a fine settembre. È incinta all’ottavo mese. Di lei qualcuno, a Gorino, ha detto: “Non me ne frega un cazzo se è incinta, vada in questura” .
È scappata dalla Nigeria perchè lei, cristiana, non voleva seguire la religione animista di suo padre. Per il viaggio fino in Libia ha pagato circa 420 euro.
Ora, qui in Italia, vorrebbe studiare e sogna per il suo bambino “il miglior futuro possibile“. E il futuro prossimo lo immagina con ‘lui’ in braccio: “preferirei fosse un maschio, lo vorrei chiamare Michael”.
Durante la deviazione forzata verso Ferrara ha accusato dei dolori alla pancia. In ospedale ha effettuato tutte le visite di controllo che hanno scongiurato complicazioni nella gravidanza.
Ora la sua preoccupazione è un’altra. Al momento della partenza dalla Libia ha perso di vista suo marito Lamid e ora non sa più niente del padre del suo bambino: “Aiutatemi ad avere notizie se potete”.
Belinda ha 22 anni, viene dalla Sierra Leone. Lavorava come infermiera. È fuggita perchè il marito era perseguitato politico e quando è evaso di prigione “le autorità  hanno cercato me per sapere dove si trovava, così ho dovuto abbandonare il mio paese”.
Per il viaggio fino alla Libia ha pagato “circa 100 dollari”. Una volta arrivata però ha dovuto arrangiarsi e “trovare qualcuno che mi indicasse il posto da dove partono i barconi”.
Faith ha 20 anni. Ha lasciato il suo villaggio in Nigeria dopo essere scampata miracolosamente a un’incursione di Boko Haram.
Ma la sua mente è ancora là : “Non so più nulla della mia famiglia, nemmeno se sono ancora vivi”. È scappata con altri profughi verso il Mali e da lì ha preso la via per la Libia.
Qui ha trovato “un arabo che mi ha dato cibo e un posto dove dormire e mi ha aiutata a trovare chi poteva farmi attraversare il mare”.
In Italia vorrebbe realizzare un piccolo sogno finora impossibile: “Vorrei poter studiare”.

Marco Zavagli
(da “il Fatto Quotidiano”)

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M5S, L’OMBRA DEL NON VOTO SUL NON STATUTO: STASERA SCADE IL TERMINE E SI TEME IL FLOP

Ottobre 26th, 2016 Riccardo Fucile

POI QUALCUNO UN GIORNO CI DIRA’ CHE ATTENDIBILITA’ POSSONO AVERE QUESTE VOTAZIONI SENZA CONTROLLO DI TERZI

Un appello, l’ennesimo in questi giorni. Un richiamo agli iscritti del Movimento 5 Stelle che risuona come un campanello d’allarme: “Vota sul Non Statuto per l’eternità  del Movimento”, scrive Beppe Grillo sul suo blog quando mancano ormai poche ore allo scadere del tempo, fissato per le 21 di stasera, e quando la paura di non raggiungere il quorum del 75% aumenta di ora in ora.
All’indomani della mezza delusione per una manifestazione poco partecipata in piazza Montecitorio contro quei parlamentari – Pd in primis – che non si sono voluti dimezzare lo stipendio, rinviando in Commissione la proposta di legge M5S sui costi della politica, il leader 5 Stelle ricompare con una preghiera accorata: “Vi prego di andare e di votare. Anche se perdete dieci minuti, sono dieci minuti del vostro passo per un grande passo per l’umanità . L’aveva detto qualcun altro ‘piccolo passo, grande passo’. È un piccolo momento per dare l’eternità  al Movimento 5 Stelle”.
Al di là  della citazione spaziale, nell’ultima settimana c’è stata una carrellata di appelli al voto per chiedere agli iscritti al blog di esprimere la loro preferenza su come modificare le regole del Movimento.
Si sono esposti praticamente tutti: da Alessandro Di Battista a Roberto Fico, passando per Danilo Toninelli.
Lo spettro del flop è talmente forte che, al termine della seduta della Camera sulla proposta del taglio degli stipendi dei parlamentari, anche Davide Casaleggio si è esposto personalmente sul blog rivolgendosi direttamente agli iscritti: “Se non la hai ancora fatto, vota subito. Con questo voto si decide che direzione potrà  prendere il Movimento dal punto di vista organizzativo e come potrà  difendersi dagli attacchi che si stanno intensificando e si intensificheranno sempre più mano mano che ci avvicineremo alle elezioni politiche e alla possibilità  di governare questo Paese”.
Tra le righe del post del figlio del fondatore M5S si intravede un ‘piano B’ da mettere in atto se la votazione non raggiungerà  il quorum fissato.
E infatti scrive riferendosi al numero dei votanti: “A seconda che siano sopra un terzo, sopra la metà , sopra i tre quarti o addirittura la totalità  degli iscritti, maggiori saranno le nostre difese dagli attacchi giudiziari e politici. Hanno iniziato modificando le regole per la competizione elettorale e non possiamo sapere fino a che punto arriveranno pur di non far andare il Movimento 5 Stelle al governo”.
In sostanza, il voto sarà  comunque valido, ma il non raggiungimento del 75% dei votanti rischia di aprire una nuova crepa in un Movimento che è già  una polveriera.

(da “Hufffingtonpost”)

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NELLA RETATA SU TAV MONORCHIO JR IN MANETTE E LUNARDI JR INDAGATO

Ottobre 26th, 2016 Riccardo Fucile

TRENTUNO ARRESTI: “CEMENTO CHE SEMBRA COLLA”

Una nuova retata per irregolarità  nella gestione degli appalti delle Grandi Opere. Ventuno arresti per corruzione nei lavori della Salerno-Reggio Calabria e del People Mover di Pisa, 14 invece per la realizzazione del Terzo Valico ferroviario Genova-Milano.
La prima indagine è stata condotta dalla Procura di Roma e gli arresti effettuati dai carabinieri della Capitale; nel secondo caso le ordinanze di custodia cautelari sono state emesse dal Gip del Tribunale di Genova ed eseguite dalla Guardia di Finanza. Trentuno il totale delle persone finite in carcere, perchè sono 4 gli arrestati in comune tra le due inchieste. La prima nasce da uno stralcio di Mafia Capitale.
I pm ipotizzano l’esistenza di un’associazione a delinquere nell’ambito della quale operavano imprenditori e direttori dei lavori, sempre in accordo. Un sistema, scrive il gip di Roma Cinzia Perroni, “disinvolto e spregiudicato”.
Tra gli arrestati figura Giandomenico Monorchio, imprenditore e figlio dell’ex ragioniere generale dello Stato Andrea. Giuseppe Lunardi, figlio dell’ex ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, risulta indagato.
Nell’ambito dell’inchiesta coordinata dalla procura della Capitale, denominata “Amalgama” le accuse a vario titolo per gli indagati sono di associazione per delinquere, corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio e tentata estorsione: secondo l’accusa il gruppo di persone facente riferimento all’ex direttore dei lavori Giampiero De Michelis e al suo socio Domenico Gallo, dava il via libera ai lavori in cambio di subappalti. Gallo avrebbe usato metodi di intimidazione mafiosa: il gip nella sua ordinanza scrive che sono state riscontrate circostanze che “destano allarme in quanto Gallo risulta avere contatti con soggetti legati alla criminalità  organizzata“.
Nel secondo caso invece le fiamme gialle hanno emesso le ordinanze di custodia cautelare nei confronti di imprenditori e dirigenti a cui vengono contestati, a vario titolo, i reati di corruzione, concussione e turbativa d’asta in relazione all’aggiudicazione di commesse per un valore complessivo di oltre 324 milioni di euro. L’operazione è stata denominata “Arka di Noè“.
Arrestati presidente di Cociv e il suo vice
Le 14 ordinanze di custodia cautelare eseguite dalla Guardia di Finanza di Genova riguardano Michele Longo ed Ettore Pagani, presidente e vicepresidente di Cociv, Consorzio Collegamenti Integrati Veloci, general contractor a cui è affidata la progettazione e la realizzazione della linea ferroviaria AV/AC della linea Milano Genova Terzo Valico dei Giovi; Pietro Paolo Marcheselli, ex presidente di Cociv; Maurizio Dionisi, imprenditore; Antonio e Giovanni Giugliano, imprenditori; Giuseppe Pretellese, tecnico che lavora nella impresa di Giugliano; Andrea Ottolin, funzionario Cociv; Giuliano Lorenzi, dipendente Cociv; Antonio Parri, dipendente Cociv; Giulio Frulloni; Marciano Ricci, imprenditore; Giampiero De Michelis, ingegnere; Domenico Gallo, imprenditore.
Materiali scadenti in opere pubbliche: “Cemento che sembra colla”
In alcuni passaggi delle intercettazioni, ha spiegato in conferenza stampa a Roma il procuratore aggiunto Paolo Ielo, dirigenti e imprenditori sottolineano la scarsa qualità  dei materiali utilizzati nella costruzione delle opere pubbliche parlando di “cemento che sembra colla“
Indagine 1/ Salerno-Reggio Calabria e People Mover Pisa
L’indagine “Amalgama” è stata condotta dai carabinieri e coordinata dalla procura di Roma e, secondo l’agenzia Ansa, è nata da uno stralcio di Mafia Capitale. Secondo l’accusa, l’ex direttore dei lavori Giampiero De Michelis, nell’ambito dei lavori per la realizzazione del 6° macrolotto dell’Autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria (la cui apertura ufficiale è prevista per il 22 dicembre prossimo) e del ‘People Mover’ di Pisa, ha “messo a disposizione” la sua funzione pubblica in favore di alcune imprese impegnate ad eseguire i lavori, ottenendo in cambio commesse e subappalti in favore di società  riferibili di fatto a lui stesso e all’imprenditore calabrese Domenico Gallo, suo socio di fatto.
Inoltre, scrive chi indaga, “è stata accertata l’esistenza di rapporti corruttivi intrattenuti dal direttore dei lavori con i vertici dei general contractor che si occupano della realizzazione delle tre grandi opere pubbliche”. Gallo era il “socio di fatto” di De Michelis e per costruire le strade sulle quali aveva vinto gli appalti si avvaleva tra l’altro del contributo di altre 9 persone, tra le quali alcuni funzionari del consorzio Cociv (Consorzio collegamenti integrali veloci) incaricato anche della costruzione del Terzo valico della Tav.
Indagine 2/ Tav Milano-Genova
La Guardia di Finanza di Genova ha eseguito in contemporanea 14 ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip del tribunale di Genova nei confronti di alcuni imprenditori e di dirigenti del consorzio General Contractor.
A loro sono contestati a vario titolo i reati di corruzione, concussione e turbativa d’asta in relazione all’aggiudicazione di commesse per un valore complessivo di oltre 324 milioni di euro. In particolare, dalle indagini è emerso che in occasione dello svolgimento delle gare indette dal consorzio, alcuni dirigenti preposti allo svolgimento delle stesse, per pilotare l’assegnazione dei lotti ad alcune società  ed escluderne altre, hanno fatto in modo, in alcuni casi, che offerte “anomale” divenissero regolari in violazione ai principi della “par condicio” e, in altri, si sono avvalsi della compiacenza di concorrenti di comodo, in realtà  non interessati all’aggiudicazione della gara, per indirizzare direttamente l’assegnazione all’unico concorrente interessato. In una circostanza la turbativa è stata accompagnata dal pagamento di una somma di denaro.
Allo stato sono in corso di esecuzione numerose perquisizioni e sequestri di documentazione in Liguria, Piemonte, Lombardia, Trentino Alto-Adige, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Lazio, Molise e Campania, in cui sono impegnati i finanzieri di 19 comandi provinciali.
Tangenti non più in denaro, ma in lavori: “Corruzione triangolare”
Si tratta di “un’organizzazione stabile composta da tecnici, imprenditori e professionisti che si sono accordarti per un reciproco scambio di utilità  ai danni dei contribuenti”, ha spiegato in conferenza stampa a Roma il procuratore aggiunto Michele Prestipino.
Per gli inquirenti si tratta una “corruzione triangolare” in cui lavori e utilità  venivano orientati a società  terze riconducibili ad arrestati. “C’è una trasformazione della tangente da denaro ad assegnazione dei lavori”, ha sottolineato il procuratore aggiunto Ielo .
Anche serate con le escort per ottenere appalti
Per aggiudicarsi gli appalti dei lavori per il Terzo Valico genovese gli imprenditori non pagavano soltanto tangenti ma offrivano anche prestazioni con escort. In particolare, secondo gli investigatori, la gara di appalto dei lavori per la galleria Vecchie Fornaci sarebbe stata assegnata a due società , la Europea 92 e la Cipa spa in cambio di serate con prostitute oltre che mazzette. Un sistema oliato, secondo gli inquirenti, che andava avanti da almeno un anno e mezzo.

(da “il Fatto Quotidiano”)

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RIVOLTA M5S CONTRO LA RAGGI: “E’ FUORI CONTROLLO, OSCURA LE NOSTRE LOTTE”

Ottobre 26th, 2016 Riccardo Fucile

LA SUA INTERVISTA DIVENTA UN CASO, LOMBARDI ACCUSA LA COMUNICAZIONE… GRILLO PRENDE TEMPO: “A GENNAIO NE RIPARLIAMO”… FICO E DI MAIO NON SI PARLANO NEPPURE, LA APPENDINO DELUSA DA VIRGINIA: “INGRATA”

Il trentottesimo parallelo del Movimento spacca in due piazza dal Campidoglio.
“Beppe – tuonano i parlamentari romani più in vista, capitanati da Carla Ruocco – Virginia ha superato il limite, ma cosa si è messa in testa? Sembra eterodiretta, non puoi consentire che ci passi sopra in questo modo!”.
Ce l’hanno tutti con la sindaca per l’intervista a Repubblica.
Non è tanto la bizzarra sortita sui “frigoriferi abbandonati”, ma soprattutto il tempismo dell’uscita.
In un colpo solo, Raggi oscura la missione romana del leader e la battaglia di Roberta Lombardi per dimezzare lo stipendio dei deputati.
La furia si trasforma presto in rappresaglia. È proprio l’ex capogruppo, sostenuta dai suoi fedelissimi, a scrivere direttamente a Beppe Grillo: “Come è stato possibile avallare una scelta tanto sbagliata, che mortifica il nostro lavoro? – è il senso del ragionamento – Ora la comunicazione si assuma la responsabilità  di questo passo falso “.
In un istante finisce sulla graticola l’intera filiera dello staff pentastellato, che dal Campidoglio conduce fino a Ilaria Loquenzi e Rocco Casalino. Nel mirino, insomma, finisce il braccio operativo della Casaleggio associati.
L’intervento di Raggi, in realtà , era fissato da diversi giorni.
Lo ripetono i “comunicatori” che governano le sorti dei cinquestelle, provando a sedare la rivolta.
E il fondatore? Nero come la pece, svuotato come piazza Montecitorio disertata dai militanti grillini, lascia la Camera avvilito.
I nemici della sindaca vorrebbe lo scalpo di Raggi, “è fuori controllo – ripetono – buttiamola fuori dal Movimento! ” – ma il leader non può far altro che frenare: “State calmi. Di Virginia ne riparliamo a gennaio, ora non possiamo certo mollarla”.
È stufo quanto loro, soltanto non può muovere un dito fino al referendum costituzionale: “È l’unico modo – ricorda – per mandare a casa Renzi”.
Se c’è un’altra che è infastidita dalla prima cittadina della Capitale, è Chiara Appendino. Raccontano che di fronte alle critiche della Raggi sia rimasta letteralmente senza parole: “Che ingrata, io mi sono mostrata con lei nel momento più difficile – l’estrema sintesi dello sfogo – e lei mi ripaga in questo modo?”.
Si va avanti così, in un clima che soltanto la possibile vittoria del No rende sostenibile. Luigi Di Maio e Roberto Fico, per dire, continuano cordialmente a ignorarsi.
Neanche lunedì sera sono riusciti a sedersi attorno allo stesso tavolo, invitati dal Fondatore. Come se non bastasse, Raggi è alle prese anche con una mega grana amministrativa: proprio ieri, infatti, il Senato ha approvato un ordine del giorno che punta al commissariamento di Atac, il colosso romano dei trasporti.
Tutto ormai è in discussione, anche il meccanismo che porta alla selezione dei candidati locali.
La bozza del nuovo regolamento prevede che a decidere il nuovo corso sia la triade Lombardi-Crimi- Cancelleri. E i tre sono orientati a modificare un sistema che ha portato alla scelta di Raggi e alle recenti faide grilline per individuare il candidato sindaco di Genova.
In mezzo al caos c’è anche chi prova a sdrammatizzare. Succede alla buvette, quando si affaccia Alessandro Di Battista con una mano fasciata.
È caduto dalla bici, ma un avventore non resiste alla battuta: “Avrà  provato a dividere Fico e Di Maio…”.

(da “La Repubblica”)

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