Destra di Popolo.net

IL FERMO DI DUE MIGRANTI PER LO STESSO REATO COMPIUTO DA MARONI, MA ALLORA SALVINI NON DISSE GRAZIE AI MAGISTRATI

Luglio 14th, 2018 Riccardo Fucile

LA PROCURA DI TRAPANI HA CONTESTATO I REATI DI RESISTENZA E MINACCIA A PUBBLICO UFFICIALE, DISPONENDONE IL FERMO… MARONI FU CONDANNATO A 4 MESI E 20 GIORNI PER LO STESSO REATO, MA NON FECE UN GIORNO DI GALERA E DIVENNE PURE MINISTRO DEGLI INTERNI

La Procura di Trapani ha emesso un decreto di fermo a carico di Bichara Tijani Ibrahim Mirghani e Ibrahim Amid, finora indagati a piede libero per violenza privata. modificando le accuse iniziali e contestando i reati di resistenza, violenza e minaccia a pubblico ufficiale.
Deciderà  il Gip se le accuse sono sostenibili o se si è voluto dare un contentino a chi voleva l’arresto di tutti i 68 profughi definiti delinquenti per lucrare politicamente sulla vicenda.
E successivamente deciderà  l’aula di giustizia dopo un regolare processo.
Salvini, dopo aver attaccato i giudici, oggi li ha ringraziati.
Peccato che Salvini (e i suoi adepti razzisti) abbia la memoria corta: i reati contestati sono gli stessi che portarono Roberto Maroni a subire una condanna definitiva a 4 mesi e 20 giorni di reclusione per resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale per aver impedito a degli agenti inviati dalla Procura di Verona nell’ambito dell’inchiesta sulla “Guardia Nazionale Padana” (siamo nel 1996) di poter perquisire la sede del partito in via Bellerio a Milano.
Maroni si distinse non per aver spintonato un marinaio italiano ma per aver aver morso il polpaccio di un agente.
In quel caso Salvini non disse grazie alla procura che condannò Maroni.
Come non lo disse ai giudici della quarta sezione penale del Tribunale di Milano che hanno condannato Vittorio Sgarbi a cinque mesi di carcere per resistenza a pubblico ufficiale per un diverbio che il critico d’arte ha avuto   con   alcuni carabinieri .
Nè Maroni nè Sgarbi furono arrestati, i due profughi sì.
I poveracci non godono di immunità .

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CLAMOROSO: SALVINI VUOLE RIMANDARE I PROFUGHI IN LIBIA “PAESE SICURO”, MA SUL SITO DEL MINISTERO DEGLI ESTERI VIAGGIARESICURI.IT C’E’ L’INVITO AGLI ITALIANI A NON RECARSI IN LIBIA O A LASCIARLA PERCHE’ “PAESE NON SICURO”

Luglio 14th, 2018 Riccardo Fucile

E LE DIFFAMAZIONI CONTRO LE ONG NON HANNO PORTATO A UNO STRACCIO DI PROVA: I CASI DI SEA WACHT E LIFELINE SI SONO SGONFIATI, NESSUNA CONTESTAZIONE GIUDIZIARIA

Non passa giorno che Salvini non starnazzi sulla necessità  di respingere i profughi in Libia dove c’e’ pace e serenità  e dove i migranti vivono evidentemente non in lager, ma in hotel a 5 stelle.
Qualcuno lo informi che sul sito del ministero degli Esteri italiano viaggiaresicuri.it si legge: “Si ribadisce l’invito ai connazionali a non recarsi in Libia e, a quelli presenti, a lasciare temporaneamente il Paese in ragione della assai precaria situazione di sicurezza”.
Se il Paese è pericoloso per gli italiani non si vede come possa essere sicuro per i migranti, soprattutto in considerazione del fatto che la Libia non ha mai sottoscritto la Convenzione di Ginevra.
Altra considerazione: le navi delle organizzazioni umanitarie sono state messe fuori gioco.
Dalla legge? A dire il vero no, per ora solo dalla burocrazia e dalla politica.
Prendiamo il kafkiano caso della Sea Watch, l’imbarcazione sequestrata a Malta la prima settimana di luglio senza un perchè.
In una settimana le autorità  locali hanno ispezionato e re-ispezionato documenti del battello e del personale di bordo senza contestare nulla.
Quindi è toccato a funzionari dello Stato di bandiera, l’Olanda, che hanno ispezionato tutto l’ispezionabile ancora una volta senza contestare nulla.
Ma allora perchè non li lasciano ripartire?
Seline Trevisanut, docente di Diritto del mare all’Università  di Utrecht ha risposto senza tanti giri di parole: se non viene contestato qualcosa, le autorità  non possono trattenere l’imbarcazione.
E qui la situazione si fa persino più surreale: a chiedere il rilascio del battello dovrebbe essere il Paese di bandiera, ossia l’Olanda.
Ma l’ultimo dei pensieri dei Paesi Bassi è proprio quello di spendersi per le navi delle ong oppure per quelle bandiere di comodo che, generosamente, elargisce con poca burocrazia dietro il corrispettivo di qualche centinaio di euro.
Il paio di righe che la Capitaneria di porto de La Valletta ha recapitato alla Sea Watch non indicano date o altro. Bisogna attendere, magari che arrivi Godot.
Ricordate ancora la vicenda “Lifeline“?
L’esagitato Matteo Salvini aveva parlato di “nave fantasma” ma in realtà , come ha confermato anche la docente italiana ad Utrecht, il diritto del mare non prevede per le piccole imbarcazioni la necessità  di figurare nel registro navale ed è consuetudine che le navi possano muoversi liberamente nelle acque Ue, esattamente come persone e capitali.
La verifica di bandiera è ancora in corso ma a quanto pare l’iscrizione in un “club nautico sportivo” che tanta cinica ilarità  aveva sollevato, è   più che sufficiente per giustificare la presenza in mare.
Una regola che lo vieta espressamente non esiste e d’altronde nessun codice potrà  mai vietare di prestare soccorso.
Ma allora perchè le navi Ong restano bloccate?
Perchè a monte una associazione a delinquere internazionale vuole affogare i poveri e continuare a sfruttarli “a casa loro”.
Da quando le Ong sono state bloccate i morti affogati nel Mediterraneo sono passati da 8 (maggio) a quasi 600 (giugno).

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DI MAIO SMENTITO DAL MEF: LA TRAGICA GIORNATA DI UN INCOMPETENTE

Luglio 14th, 2018 Riccardo Fucile

PRIMA ACCUSA: “LE LOBBY HANNO MANOMESSO IL DECRETO DIGNITA’, FARO’ PIAZZA PULITA IN RAGIONERIA”… PADOAN RISPONDE SDEGNATO E IL MINISTERO ALLA FINE LO SPUTTANA

Tradito dalla sindrome del complotto, il ministro del lavoro e dello sviluppo economico Luigi Di Maio si scaglia contro i poteri forti – rei di aver manomesso il decreto dignità  e inserito il passaggio con gli 8mila posti di lavoro in meno, ma incassa addirittura la smentita del Mef.
E’ stato proprio un post su Facebook di Di Maio a dare fuoco alle polveri.
“Nella relazione” al decreto dignità  “c’è scritto che farà  perdere 8mila posti di lavoro in un anno. Quel numero, che per me non ha alcuna validità , è apparso la notte prima che il dl venisse inviato al Quirinale. Non è un numero messo dai miei ministeri o altri ministri”.
Continua Di Maio: “Non è una cosa che hanno messo i miei ministeri, non è una relazione che hanno chiesto i miei ministeri e soprattutto che hanno chiesto i ministri della Repubblica. Il tema è: c’è un tot di contratti a tempo determinato e la relazione dice che in Italia, su quel tot, per effetto di questo decreto se ne perderanno 8mila.
Ma perchè nella relazione non c’è scritto invece quanti contratti a tempo indeterminato nasceranno per effetto della stretta sui contratti a tempo determinato, visto che aumenteremo gli incentivi sull’indeterminato?”.
È il segnale. I 5 stelle infuriati promettono di “fare pulizia” nella Ragioneria dello Stato e al Mef.
“Il sospetto – scrive l’ANSA dopo aver sentito fonti qualificate M5s – è che ci siano responsabilità  di uomini vicini alla squadra dell’ex ministro Pd Padoan. E l’idea è uno spoil system ‘per togliere dai posti chiave chi mira a ledere l’operato di governo e M5s. Abbiamo bisogno di persone di fiducia, non di vipere'”.
Ma il Mef smentisce. “Le relazioni tecniche sono presentate insieme ai provvedimenti dalle amministrazioni proponenti, così anche nel caso del decreto dignità , giunto al Mef corredato di relazione con tutti i dati, compreso quello sugli effetti sui contratti di lavoro della stretta anti-precari”.
Lo specificano fonti del Ministero dell’Economia e distruggono Di Maio.
Anche Pier Carlo Padoan non ci sta. “Non ho sentito quanto affermano dal M5s ma se insinuano che qualcuno della mia ex squadra si sia comportato scorrettamente, magari perchè sobillato, lo respingo sdegnosamente: sarebbero accuse di gravità  incredibile”, replica l’ex ministro.
A stretto giro arriva la controreplica retromarcia di Di Maio: “Padoan non l’ho mai nominato”. Il vicepremier aggiunge di non “aver nominato nè lui nè la sua squadra nè il Mef”

(da “Huffingtonpost”)

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COME VOLEVASI DIMOSTRARE, I 450 PROFUGHI SBARCANO IN ITALIA ANCHE STAVOLTA

Luglio 14th, 2018 Riccardo Fucile

50   A TESTA SARANNO ACCOLTI DALLE “NEMICHE” DI SALVINI (FRANCIA E MALTA), CONTE NON DICE QUANTI NE PRENDERANNO GLI “AMICI” DI SALVINI , DA ORBAN AI PAESI DELL’EST (ZERO COME AL SOLITO)

Come avevamo previsto: il reato di sequestro di persona pendeva sulla testa del governo italiano se le cose andavano ancora per le lunghe: non si possono trattenere a bordo di una nave italiana dei richiedenti asilo con motivazione da zecche isteriche.
E l’altra soluzione era pure peggiore: riportarli in Libia voleva dire essere incriminati davanti alla Corte di Giustizia europea perchè i respingimenti sono vietati dalla Convenzione di Ginevra.
Non rimaneva che la soluzione più naturale.
Così anche stavolta i 450 migranti saranno sbarcati a Pozzallo e ad Augusta come si poteva fare da subito, senza tante menate.
Stavolta Salvini è rimasto in seconda fila, sputando solo veleno, mentre Conte ha scritto una letterina di Natale ai premier europei e alla fine si è accontentato di due sole risposte.
Manco a farlo apposta la disponibilità  per ora teorica di accoglierne 50 a testa è venuta proprio dai Paesi attaccati da Salvini (Malta e Francia) che hanno dimostrato sensibilità .
Nessuna risposta come al solito da Orban, dai Paesi dell’Est, da Germania e Austria, l’asse dei volenterosi razzisti che anche stavolta hanno lasciato l’Italia sola.
A dimostrazione che il sovranismo è una patacca e il governo italiano che spaccia la soluzione come un successo ha vinto la coppa del nonno.
Questi pensano di fermare il fenomeno delle migrazioni   con il gioco delle tre carte, continuate pure a barare: la povertà  e la fuga dalle guerre non si contengono, si combattono assicurando pace e lavoro ai disperati.

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450 PROFUGHI, CONTE CHIEDE LA REDISTRIBUZIONE? LI MANDI IN UNGHERIA DA ORBAN, IL COMPAGNO DI MERENDE DI SALVINI, CHE NE HA ACCOLTI ZERO

Luglio 14th, 2018 Riccardo Fucile

RICOMINCIA LA FARSA: CHI VUOLE FINIRE IN GALERA RIPORTANDOLI IN LIBIA, CHI VUOLE VIOLARE LA LEGGE TRATTENENDOLI A BORDO…EPPURE IL GIURISTA CONTE DOVREBBE CONOSCERE IL REATO DI SEQUESTRO DI PERSONA

Il barcone era partito ieri mattina dalle coste libiche di Zuara ed è entrato nella zona Sar (Search and Rescue) italiana.
Alle 22 di ieri sera si trovava a poche miglia da Lampedusa e da Linosa, poi i pescatori della zona lo hanno visto cambiare rotta e puntare verso la costa siciliana. Dopo un lungo braccio di ferro con Malta, il governo italiano è intervenuto.
Un convoglio di tre motovedette della Capitaneria e una della Guardia di Finanza lo hanno intercettato. “Alla vista delle unità  italiane il barcone si è fermato e alcuni naufraghi hanno iniziato a lanciarsi in acqua”, ricostruiscono fonti governative. “Grazie all’intervento di una motovedetta i migranti sono tutti stati recuperati. In nottata sono giunti il pattugliatore Montesperone della Gdf e una nave inglese che hanno accolto i migranti”.
Il trasbordo dei 450 migranti è avvenuto questa mattina a largo di Linosa: 176 persone sono state messe sul pattugliatore inglese “Protector” inserito nel dispositivo Frontex, e altre 266 sul “Monte Sperone” della Guardia di Finanza.
Otto persone, tutte donne e bambini, sono state trasportate a Lampedusa a bordo di motovedette della Guardia Costiera per motivi sanitari.
Una donna incinta insieme con la sorella e una mamma molto debilitata sono state trasportate poco fa in elisoccorso all’ospedale di Palermo. “Le loro condizioni di salute sono particolarmente gravi – dice all’Adnkronos il medico Pietro Bartolo – una donna, in particolare, era pelle e ossa, non mangiava da settimane”.
Appena l’elisoccorso tornerà  a Lampedusa verranno trasportati a Palermo altri tre uomini, anche loro molto gravi.
Intanto, interviene anche Frontex. “La rotta non la decidiamo noi, è un’operazione della Guardia costiera e noi seguiamo il loro comando”, dichiara la portavoce dell’agenzia europea Ewa Moncure.
E cosa fa l’Italia, invece che farli sbarcare? La solita manfrina razzista di Salvini e le chiacchiere di Conte. L’unica entità  che si sta comportando degnamente è la Marina italiana, solo che a dover sopportare i cazzari del governo.
Salvini avanza l’opzione di riportarli in Libia, il che gli assicurerebbe subito una incriminazione davanti alla Corte di Giustizia europea perchè lo sanno anche gli imbecilli che i respingimenti sono vietati dalla Convenzione di Ginevra.
C’è stato solo un precedente, durante il governo Berlusconi quando Roberto Maroni era ministro dell’Interno, e l’Italia in seguito venne condannata dalla Corte europea dei Diritti dell’Uomo.
Vietati i respingimenti in mare. Bocciate le espulsioni collettive.
Nel febbraio del 2012 la Corte europea dei diritti umani di Strasburgo ha condannato all’unanimità  l’Italia per i respingimenti verso la Libia. Nel cosiddetto caso Hirsi, che riguardava 24 persone nel 2009, è stato violato l’articolo 3 della Convenzione sui Diritti umani, quello sui trattamenti degradanti e la tortura.
Il chiacchierone Conte pensa invece di scrivere al Presidente Juncker e Tusk e agli altri leader europei una lettera volta a sollecitare l’applicazione immediata anche a questo caso dei principi europei affermati nel corso dell’ultimo Consiglio Europeo di fine giugno. “L’Italia non è più disposta a farsi carico in modo isolato di un problema che riguarda tutti i Paesi europei. O verranno redistruiti in tutti i Paesi Ue o non sbarcano”.
Quello che Salvini non ha più chiesto per non far incazzare i suo amici sovranisti dell’Est.
Bravo Conte, fai una cosa: chiama Orban e la sua compagnia di razzisti e fagli accogliere da Ungheria, Polonia, Slovacchia e Repubblica Ceca che finora ne hanno accolti ZERO!!!
Altrimenti falli sbarcare in Italia come buon senso comanda ed almeno eviti un processo per sequestro di persona.

(da agenzie)

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SALVINI METTE A RISCHIO ANCHE IL PATTO FINCANTIERI-STX: I CONTINUI ATTACCHI A MACRON FANNO RISCHIARE MIGLIAIA POSTI DI LAVORI

Luglio 14th, 2018 Riccardo Fucile

CONSEGNATO ALL’ELISEO UN DOSSIER ANTI-LEGA … QUANDO BELSITO ERA VICEPRESIDENTE DI FINCANTIERI PER NOMINA POLITICA E FECE DA MEDIATORE CON LA LIBIA… “LEGAMI TRA FORNITORI DELLA FINCANTIERI E ORGANIZZAZIONI CRIMINALI”

Gli attacchi di Matteo Salvini contro Emmanuel Macron rischiano di avere ricadute negative su una partita che vale miliardi e che impegna interessi geo-strategici.
Dopo l’immigrazione, il nuovo clima di tensione tra Roma e Parigi si allarga su un nuovo fronte, ovvero l’acquisto dei cantieri francesi Stx da parte di Fincantieri e l’alleanza annunciata con il gruppo Naval Group per creare un gigante europeo nel settore.
La Francia sarà  «iper-vigilante» sulle «questioni di etica e di conformità  alle regole» durante i negoziati tra l’italiana Fincantieri e il gruppo francese Naval Group, hanno detto alla Reuters fonti del ministero della Difesa di Parigi, dopo le indiscrezioni su un rapporto – realizzato dal servizio governativo di intelligence economica Adit – molto critico su Fincantieri.
Dallo scorso autunno Fincantieri e Naval Group lavorano assieme per la nascita di un «gigante navale europeo», come conseguenza dell’accordo trovato a settembre tra Francia e Italia per il passaggio a Fincantieri della maggioranza dei cantieri francesi STX di Saint Nazaire.
In questi giorni STX è stata di nuovo nazionalizzata, ed è quindi al 100% in mano al governo francese: tutto previsto dagli accordi, una tappa intermedia prima della cessione del 50 +1 % a Fincantieri in autunno.
Ma proprio adesso trapela il rapporto Adit, citato da La Tribune, che parla di «legami o sospetti legami» tra fornitori di Fincantieri e alcune «organizzazioni criminali».
Tra l’altro, il dossier cita il caso dell’ex tesoriere della Lega, Francesco Belsito, sotto accusa per i finanziamenti al partito, che avrebbe svolto un ruolo di mediazione tra Fincantieri e la Libia.

(da agenzie)

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CONTE VUOL CACCIARE ROCCO CASALINO?

Luglio 14th, 2018 Riccardo Fucile

IL PREMIER NON NE PUO’ PIU’ DELLE GAFFES DEL PORTAVOCE … RITENUTE “POCO ISTITUZIONALI” LE FOTO DI CASALINO AL MARE CON IL SUO FIDANZATO CUBANO

Giuseppe Conte vuole cacciare Rocco Casalino? Ne parla oggi Repubblica in un articolo a firma di Maria Berlinguer, che prende spunto dalle minacce del portavoce del presidente del Consiglio al giornalista del Foglio Salvatore Merlo, al quale Casalino l’altroieri durante la festa dei 5 Stelle per i vitalizi ha chiesto provocatoriamente quando chiuderà  il suo giornale:
E a quanto pare anche a palazzo Chigi Giuseppe Conte vive con insofferenza il suo ingombrante portavoce e le sue gaffe. È di queste ore il servizio fotografico del settimanale Chi che ritrae Casalino in relax a Ponza con il fidanzato cubano, Marco. Scatti per nulla compromettenti e tuttavia poco istituzionali per l’uomo che cura l’immagine di palazzo Chigi.
Del resto i rapporti tra l’avvocato Conte e l’esuberante Casalino non sarebbero idilliaci. La relazione è partita male. Da subito.
A giugno, al suo primo G7 in Canada, Casalino ha portato via quasi di peso il neo premier per non permettergli di rispondere alle domande dei cronisti, facendogli fare una brutta figura planetaria.
Nel pezzo si parla anche della reazione non eccellente di Conte nei confronti delle foto sue e del compagno cubano al mare, pubblicate da Chi, il cui direttore Alfonso Signorini sarebbe stato rimbrottato dalla segreteria del premier dopo l’uscita degli scatti:
E a Conte non sarebbero piaciute neanche le lamentele del suo addetto stampa per l’ufficio striminzito che occupa a palazzo Chigi.
Caratteri troppo diversi per andare d’accordo. Indizi che potrebbero portare presto a un divorzio consensuale?
A chi lo ha interpellato sul suo futuro in queste ore, chiedendogli se fosse tentato di lasciare Conte magari per tornare a seguire Luigi Di Maio, Casalino ha replicato serafico: «Resto a palazzo Chigi al 100 per cento».
A parte la smentita di Casalino, pare francamente difficile che Giuseppe Conte abbia l’autorità  per cacciare Casalino dal ruolo di suo portavoce.
È più probabile il contrario, semmai.

(da “NextQuotidiano”)

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QUELLA VOLTA CHE MARONI FECE RIPORTARE I PROFUGHI IN LIBIA E FU CONDANNATO DALLA CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA

Luglio 14th, 2018 Riccardo Fucile

UNO DEI MILITARI DELLA MARINA DI ALLORA: “SPERO CHE NESSUN MIO COLLEGA DEBBA ESEGUIRE QUELL’ORDINE INFAME COME DOVETTI FARE IO”

Riportare i migranti in Libia su navi militari italiane, una delle due opzioni annunciate da Salvini (l’altra è trasportarli fino a Malta), non è un caso inedito.
C’è stato un precedente, nel maggio 2009, quando al governo c’era Silvio Berlusconi e al Viminale Roberto Maroni.
Allora furono due motovedette della Guardia costiera e della Guardia di finanza a riaccompagnare a Tripoli i 200 profughi, tra cui 40 donne e 3 bambini, soccorsi nel Canale di Sicilia.
Maroni definì l’operazione “un successo”. Ma l’Italia fu condannata dalla Corte europea dei diritti dell’uomo “per la sua politica di respingimenti.
Uno dei marinai a bordo delle motovedette italiane, con la garanzia dell’anonimato, si sfogò con Repubblica definendosi disgustato dall’aver eseguito “quell’ordine infame”. Contattato oggi, dopo la presa di posizione di Salvini e la discussione in corso all’interno del governo, lo stesso marinaio dice: “Spero che quel maledetto ordine che l’8 maggio 2009 fui costretto ad eseguire non venga dato oggi a un altro mio collega. Era allora, ed è tuttora, un ordine infame”

(da agenzie)

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I BAMBINI AFFOGANO E IL FIGHETTO VA NELLA DISCOTECA VIP CON LA SCORTA AL SEGUITO

Luglio 14th, 2018 Riccardo Fucile

SALVINI FESTEGGIA LA RIAPERTURA DELL’OLD FASHION, CHIUSO DOPO L’AGGRESSIONE A BETTARINI…IL QUESTORE NE AVEVA DISPOSTO LA CHIUSURA PER TRENTA GIORNI, CASO STRANO HA GIA’ RIAPERTO

Viale Alemagna, due sere fa, il 12 luglio. Per nottambuli e affezionati della movida milanese, la data è da non perdere: riapre l’Old fashion cafè.
E riapre in anticipo, dopo che il Questore Marcello Cardona ne aveva decretato la chiusura per 30 giorni a partire dal 2 luglio scorso.
Motivo: il tentato omicidio ai danni di Niccolò Bettarini, figlio dell’ex calciatore e di Simona Ventura.
Nelle motivazioni di via Fatebenefratelli si legge: “Grave episodio di violenza, persona ricoverata in codice rosso”. L’aggressione, va detto, non avviene all’interno del locale, ma fuori, a circa 300 metri davanti a un chiosco di bevande.
Il titolare, Roberto Cominardi, fa ricorso al Tar. Il tribunale amministrativo concede una sospensiva, ovvero congela il provvedimento fino al 25 luglio, data in cui si riunirà  il collegio per vagliare la nuova documentazione portata dalla Questura. Contenziosi amministrativi a parte, giovedì il locale riapre. Arrivano in molti, volti noti e no. Poi a serata iniziata, ecco le auto della scorta. Scende Matteo Salvini. Anche il capo del Viminale non vuole mancare all’occasione.
Maglietta nera e jeans, il ministro dell’Interno si fa immortalare con gli avventori e fuori dal locale con lo stesso Roberto Cominardi.
La foto viene scattata ben oltre la mezzanotte del 12 luglio. Mancano due minuti all’una di ieri. Salvini la giornata di giovedì l’ha passata per buona parte a Innsbruck dove si è tenuta una riunione informale tra i ministri dell’Interno dell’Unione.
Sul tavolo, la questione immigrazione. Questione che giovedì, in Italia, ha registrato l’ennesimo picco di drammaticità  con la nave Diciotti lasciata in rada davanti al porto di Trapani per ore e proprio perchè Matteo Salvini si opponeva al suo ingresso in porto. Sulla nave anche coloro che avrebbero minacciato l’equipaggio della Vos Thalassa, prima imbarcazione a intervenire per salvare le persone.
Presunti episodi di violenza che hanno consigliato di trasbordare i 67 migranti sulla Diciotti della Guardia costiera italiana. Come si sa, poi, la situazione è stata sbloccata anche grazie all’intervento del presidente della Repubblica.
Insomma, tante grane e non di poco conto per Matteo Salvini che nonostante tutto, dopo la giornata cruciale passata in Austria e dopo aver ribadito via social il suo no allo sbarco, rientrato a Milano ha deciso di fare serata anche lui, tra la sorpresa dei tanti avventori. Roberto Cominardi ha chiosato così: “Salvini è passato da noi per bere qualcosa come fa spesso quando si trova a Milano”. Un habituè, dunque.
Un po’ di svago per allentare la tensione. Arrivo con tutta la scorta e all’insaputa della stessa Questura di Milano, come confermato ieri al Fatto Quotidiano. “Non ne sappiamo nulla”, questa in sintesi la risposta di via Fatebenefratelli.
E del resto la presenza del referente di governo della polizia di Stato non pare esattamente una mossa azzeccata soprattutto perchè la decisione di chiudere il locale arriva dal Questore.
E anche alla luce di quello che è successo fuori dall’Old fashion la mattina del primo luglio, quando diverse persone (quattro identificate e arrestate) hanno aggredito Bettarini. Da lì la decisione di mettere i sigilli al locale. Locale storico e va detto, tra quelli all’avanguardia in fatto di controlli per la sicurezza.
Nonostante questo, la decisione di Cardona è irrevocabile e segue una linea precisa. Dal 2017 a oggi, il Questore ha fatto chiudere 152 locali. Una scelta forte che punta da un lato al controllo del territorio e dall’altro alla prevenzione. Il Tar poi ha deciso per la sospensiva, il locale può riaprire perchè vanno tutelati anche gli interessi dei titolari. Una vittoria. Celebrata con la presenza del ministro.
Il quale, forse, non conosce i personaggi di quell’aggressione. Uno, in particolare, di 24 anni, non indicato come l’accoltellatore, oltre ad aver subito un Daspo per lo stadio, ha un passione per l’ultradestra e ha rilevato un bar in zona Affori da un militante di CasaPound, candidato non eletto nel municipio 9.
Anche per questo Salvini avrebbe dovuto avvertire la Questura prima di presentarsi all’Old fashion, soprattutto nel giorno di riapertura dopo la chiusura voluta dal Questore. Una scelta, spiega in tono polemico qualcuno all’interno della polizia, forse voluta vista la vicinanza di Cardona all’ex ministro Marco Minniti.

(da “Il Fatto Quotidiano”)

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