Destra di Popolo.net

LA MONTAGNA HA PARTORITO IL TOPOLINO: DI FRONTE A UNA VERA EMERGENZA IL GOVERNO EMANA UN DECRETO CHE NON SERVIRA’ A NULLA

Ottobre 18th, 2020 Riccardo Fucile

NESSUNA DECISIONE PERSINO SU PALESTRE E PISCINE… SI CHIUDONO RISTORANTI IN ORARI DOVE SONO GIA’ TUTTI CON LA SERRANDA ABBASSATA… PER CHIUDERE ZONE DELLA MOVIDA ALLE 21 SI LASCIA DECIDERE AI SINDACI… LE SCUOLE RESTANO APERTE COSI’ SUI BUS CONTINUERA’ IL CAOS E IL RISCHIO INFEZIONE, NESSUNA DECISIONE SUI TRASPORTI PUBBLICI

Alla fine, la stretta annunciata sarà  piuttosto una strettina.
Basta scorrere la bozza del nuovo Dpcm che il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, si appresta a firmare per rendersene conto.
La prima novità  introdotta riguarda i sindaci che potranno disporre la chiusura al pubblico, dopo le ore 21, di vie o piazze nei centri urbani, “dove si possono creare situazioni di assembramento” e quindi di fatto individuare “zone rosse” sui territori.
Quindi tutto demandato ad altri.
Per quello che riguarda la scuola, nella bozza è previsto il via libera alla didattica a distanza per le scuole superiori, ma solo “previa comunicazione al Ministero dell’Istruzione da parte delle autorità  regionali, locali o sanitarie delle situazioni critiche e di particolare rischio riferito ai specifici contesti territoriali”. Ancora, si profila all’orizzonte la possibilità  di turni pomeridiani.
Nel testo, infatti, si prevede di modulare“ulteriormente la gestione degli orari di ingresso e di uscita degli alunni, anche attraverso l’eventuale utilizzo di turni pomeridiani e disponendo che l’ingresso non avvenga in ogni caso prima delle 9”.
Le Università , invece, decideranno come pianificare le attività , se in presenza o a distanza, sulla base dell’evoluzione del quadro epidemiologico del territorio e in funzione delle esigenze formative.
In pratica le scuole restano aperte e il caos trasporti continuerà , nessun accenno ad un aumento delle corse tramite noleggio bus di privati.
Quanto agli eventi e alle competizioni sportive: saranno consentiti solo quelli che riguardano sport individuali e di squadra riconosciuti di interesse nazionale o regionale. Per la presenza di pubblico restano i limiti già  fissati nel precedente Dpcm: massimo 1000 spettatori all’aperto, 200 nei luoghi chiusi, con una percentuale massima di riempimento di palazzetti e centri sportivi del 15% rispetto alla capienza totale ma mai oltre quota mille. Fortemente limitati gli sport di contatto, nella dimensione dilettantistica, sospese tutte le gare, le competizioni e le attività  connesse agli sport di contatto con carattere ludico amatoriale.
Le attività  delle sale bingo o delle sale giochi saranno consentite solo dalle 8 alle 21, mentre si prevede il divieto di sagre e fiere di comunità  e sospese le attività  convegnistiche e congressuali: incontri e riunioni si svolgeranno in videoconferenza. “È fortemente raccomandato – si legge nel testo – svolgere anche le riunioni private in modalità  a distanza”.
Per quel che riguarda invece ristoranti, bar e locali, le attività  sono consentite dalle 5 alle 24 se c’è il servizio al tavolo, con un massimo di sei persone per tavolo, fino alle 18 per i bar se il servizio al tavolo non c’è.
Gli esercenti avranno l’obbligo di esporre all’ingresso del locale un cartello che riporti il numero massimo di persone che può contenere contemporaneamente. Disposizione, questa, prevista per rendere più agevoli i controlli, voluta in particolare dal Comitato tecnico scientifico.
In Italia in autunno il 99% del ristoranti alle 24 è gia chiuso da tempo e camerieri e titolari già  dormono.
Fin qui le misure previste nella bozza, che però può essere ancora modificata, specie per le disposizioni che riguardano scuola e palestre. dove non si è deciso nulla per evidenti diversità  di vedute all’interno della maggioranza.
Alla fine ci si chiede: a cosa serve un decreto che contiene il nulla?

(da agenzie)

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SALVINI CHE NEGAVA IL COVID 19, CHIEDE E OTTIENE IL RINVIO DEL PROCESSO PER VILIPENDIO DELLA MAGISTRATURA CAUSA COVID 19

Ottobre 18th, 2020 Riccardo Fucile

AVEVA DEFINITO “SCHIFEZZA E CANCRO DA ESTIRPARE” LA MAGISTRATURA… “RISCHIO DI INFETTARSI”: E IL PROCESSO SLITTA A GENNAIO

Ricorderete che per Matteo Salvini il Covid-19 non esisteva, era qualcosa che portavano gli immigrati — che sono nella stragrande maggioranza negativi al tampone quando arrivano in Italia, e sono ipercontrollati — e solo il contagio di Silvio Berlusconi convinse lui e la sua compare Meloni a cambiare atteggiamento verbale nei confronti della pandemia.
Ma Salvini non può sottrarsi al suo essere Salvini e quindi prontamente cambia direzione e chiede ai giudici di rinviare il suo processo causa Covid-19, troppo pericoloso: rischierebbe di infettarsi.
La foto in alto testimonia infatti l’estrema prudenza che Salvini mette in atto a salvaguardia sua e degli altri ed è quindi giusto che non vada a processo se c’è il rischio di infettarsi, rischio che invece non esiste quando si presenzia a comizi senza mascherina o si fanno selfie in spiaggia radunando i pochi fan festanti chè un selfie col Capo val bene un contagio
Salvini chiede così, ottendendo il rinvio, di posticipare il processo per vilipendio della magistratura. In un comizio aveva definito le toghe “Schifezza e cancro da estirpare”. Salvini doveva andare a processo il 19 ottobre.
“Ho chiesto al Tribunale di Torino di rinviare l’udienza, in Piemonte ci sono troppi contagi da Covid-19 e non avevo intenzione di esporre a rischi me, il senatore Salvini, la scorta e i testimoni”. Lo ha detto Claudia Eccher, legale difensore di Matteo Salvini, imputato a Torino con l’accusa di vilipendio dell’ordine giudiziario, spiegando che la sua richiesta è stata condivisa dal giudice.
Il tribunale ha accolto l’istanza della difesa e ha disposto un rinvio a gennaio.
I fatti contestati risalgono al 14 febbraio 2016, quando durante un congresso regionale della Lega tenutosi al palasport di Collegno, l’allora europarlamentare Salvini, fra le altre cose, disse: “Difenderò qualunque leghista indagato da quella schifezza che si chiama magistratura italiana, che è un cancro da estirpare”.

(da agenzie)

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VIVIAMO NEL PAESE PIU’ SICURO D’EUROPA MA 4 ITALIANI SU 10 CHIEDONO LA PENA DI MORTE

Ottobre 18th, 2020 Riccardo Fucile

SI PAGA AVER PERMESSO A DEGLI ISTIGATORI ALL’ODIO DI BLATERARE IN TV SU UNA EMERGENZA CHE NON ESISTE

Un sondaggio che Swg ha chiuso da pochi giorni e offerto a HuffPost conferma le sensazioni: in Italia comincia a ribollire una gran voglia di patibolo.
Il 37 per cento gradirebbe sbrigare certe faccende con la pena di morte. Tre anni fa eravamo al 35, nel 2010 al 25. Più di un punto all’anno, e se va avanti così nel 2030 saremo pronti a ritirare su le forche o a riarmare i plotoni d’esecuzione.
Bel paese dei paradossi.
Venerdì sera ero al Maxxi a presentare il libro di Federica Graziani e Luigi Manconi (Per il tuo bene ti mozzerò la testa, Einaudi stile libero) e insieme abbiamo offerto qualche dato. Nel 1990 in Italia sono stati compiuti quasi mille e ottocento omicidi volontari.
Due anni dopo erano già  oltre trecento in meno.
Nel 1996 siamo scesi sotto la soglia dei mille (953) per non varcarla più.
A ogni rilevazione le cose vanno meglio. Nel 2017 erano 397, 345 nel 2018.
I numeri così dicono già  qualcosa ma non abbastanza.
Vanno raffrontati. L’ultimo studio di Eurostat spiega che il paese più pericoloso d’Europa è la Lettonia: 5.6 omicidi ogni centomila abitanti. Seguono Lituania, Estonia, Malta e poi il Belgio (1.7). In Francia sono 1.4, In Finlandia 1.3, in Inghilterra 1.2, in Svezia e Danimarca 1.1, in Germania 0.9. E l’Italia? Ultima. Zero virgola sei omicidi ogni centomila abitanti, come in Lussemburgo (dove però vivono in seicentomila e basta poco a ribaltare le statistiche da un anno con l’altro).
L’Italia è il paese più sicuro d’Europa. Ma non lo sa nessuno, o quasi.
Potremmo vantarcene, imbastirne campagne di autocelebrazione, macchè: il discorso pubblico, politico e mediatico, gira attorno all’insicurezza, a come rimediare a un sentimento collettivo di violabilità  che è, appunto, soltanto un sentimento.
Nemmeno l’aumento dell’immigrazione — l’immigrazione porta sempre criminalità , non soltanto la nostra, sempre — ha impedito agli omicidi di calare in quantità  spettacolari, intanto che calano le rapine, i furti con scasso, i reati in generale.
E invece, a ogni caso di cronaca nera, da eccezione che è se ne fa la regola, la costante di un orrore che non esiste, si invocano punizioni esemplari e drastiche, si lacrima su tempi cupi in una delirante idea di cupezza, si imbastiscono indagini sociologiche basate sul niente.
Si diffonde soprattutto una sensazione di paralizzante insicurezza che è un incredibile ribaltamento della realtà , e porta a leggi sproporzionate, a esser buoni, come quelle sulla legittima difesa o l’omicidio stradale, all’inasprimento delle pene come unica, spietata e pigra risposta a emergenze immaginarie, alla sospensione della prescrizione, all’uso sovietico dei trojan e così via.
Fino al sondaggio di Swg: quasi quattro italiani su dieci vivono nel paese più sicuro del continente ma chiedono la pena di morte, nello sfilacciamento inarrestabile di un approccio garantista di giustizia, una conquista lunga secoli e oggi considerata una fisima da bevitori da champagne.
Un’ultima annotazione. Nel 2015, Skuola.net chiese a 21 mila studenti un parere sulla reintroduzione della pena capitale. Il 43 per cento se ne disse favorevole. Sarebbe bello capire come stanno le cose cinque anni dopo e, se il trend segue quello offerto da Swg, forse siamo già  alla maggioranza. E’ questa la generazione che stiamo tirando su, inconsapevole dell’orrore del patibolo.

(da “Huffingtonpost”)

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SPARA ALLE DUE DI NOTTE IN PIAZZA A REGGIO EMILIA: “SONO STATI MALEDUCATI, FORSE HO ESAGERATO UN PO'”

Ottobre 18th, 2020 Riccardo Fucile

UN ALTRO PISTOLERO SENZA CERVELLO: UNA REAZIONE SPROPOSITATA A UN NORMALE DIVERBIO

All’inizio ha negato. Poi quando i poliziotti hanno trovato la pistola, nascosta in un vano sotto il battiscopa del lavello della cucina, ha detto: “Sono stati maleducati, forse ho un po’ esagerato”.
Gaetano Lombardi, 43 anni, operaio nato ad Acerra (Napoli) e residente a Reggio Emilia, ha reagito così intorno alle 2 di notte di fronte alla squadra mobile di Reggio Emilia che è arrivata a lui come responsabile dei colpi di pistola sparati in serata contro un gruppo di giovani.
Interrogato poi dai poliziotti e dal pm Laura Galli, alla presenza di un legale, ha ammesso i fatti.
La lite con i giovani è avvenuta intorno alle 22.20 in strada, piazza dei Martiri, forse perchè si sono toccati mentre camminavano e discutevano su chi avesse la precedenza per passare.
La pistola usata per sparare, quando li ha raggiunti in piazza del Monte, è una calibro 6,35, “una piccola pistola da killer”, l’ha definita il capo della squadra mobile Guglielmo Battisti, che dovrebbe essere utilizzata a brevi distanze.
Il bersaglio principale era il 20enne, finito in prognosi riservata, ma non in pericolo di vita. Tra i feriti anche due minorenni.

(da agenzie)

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FINITI I POSTI LETTO COVID NEGLI OSPEDALI DELLA CAMPANIA, LA COMUNICAZIONE DELL’UNITA’ DI CRISI

Ottobre 18th, 2020 Riccardo Fucile

IN DIFFICOLTA’ LE AMBULANZE DEL 118

L’emergenza posti letto per il Covid 19 in Campania sta portando al collasso gli ospedali. Il bollettino di oggi, diramato dall’Unità  di crisi della Regione Campania parla di oltre 1400 positivi.
Già  dalle prime ore della mattina, la rete del 118 è entrata in grande difficoltà , i posti letto per i malati Covid sono esauriti, non si sa più dove portare i positivi.
In serata una nota dell’Unità  di crisi della Regione Campania inviata a tutti i direttori generali delle Asl e a tutte le aziende ospedaliere ordina di “attivare ad horas tutti i posti letto” indicati nel piano presentato nella giornata di ieri.
Il piano della Regione Campania, illustrato anche da Vincenzo De Luca, prevede di portare a 1651 i posti letto per Covid. Per la terapia intensiva in Campania saranno messi a disposizione 301 posti, per la semintensiva 359, mentre i posti di degenza ordinaria saranno 991, per un totale di 1.651. Un provvedimento che riguarderà  tutte le strutture sanitarie e che prevede la sospensione fino a nuova disposizione, dei ricoveri programmati sia medici che chirurgici per raggiungere il numero predisposto dall’Unità  di Crisi. La situazione è precipitata spingendo l’Unità  di crisi a ordinare a tutte le strutture ospedaliere di agire immediatamente. La lettera è firmata dal coordinatore dell’Unità  di crisi Italo Giulivo e dal direttore generale della tutela della salute della Regione Campania Antonio Postiglione.
La missiva è indirizzata anche all’Istituto Pascale, tra le eccellenze campane in materia di lotta ai tumori. Il “Pascale” non ha mai ospitato pazienti Covid proprio perchè ospita malati oncologici, pertanto particolarmente immunodepressi e quindi soggetti ad altissimo rischio. Non è chiaro al momento se saranno predisposti posti letto per malati di Covid anche al Pascale.

(da agenzie)

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VERONA, LO PNEUMOLOGO: “CONTINUI RICOVERI PER COVID, RIVEDO UN FILM GIA’ VISTO”

Ottobre 18th, 2020 Riccardo Fucile

LA DENUNCIA: “CHI HA DETTO CHE IL VIRUS ERA CLINICAMENTE MORTO?”… “L’INVERNO SARA’ LUNGO”

L’ultimo post su Facebook lo aveva scritto lo scorso 4 giugno, quando aveva chiuso il reparto Covid dell’ospedale a Verona.
Ieri Claudio Micheletto, Direttore UOC Pneumologia nell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona, è tornato sui social per lanciare l’allarme, dopo che il reparto ha riaperto: “Termino una notte allucinante, continui ricoveri, mi sembra di rivedere un film già  visto. Non mi ricordo chi ha detto che il virus era clinicamente morto, dopo 24 ore consecutive di lavoro forse perdo la memoria”.
Lo pneumologo ha titolato il suo post “Bufale e margherite” e ancora una volta unisce a dati scientifici aspetti emotivi: “Ieri abbiamo riaperto. Siamo rientrati nel padiglione 13, un piccolo Ospedale dedicato solo al COVID-19. Lo abbiamo pensato per intensità  di cure: una terapia intensiva, una semi-intensiva, dei letti di degenza ordinaria. Al suo interno una Radiologia, senza spostare i pazienti possiamo fare radiografie, TAC, ecografie, ecg, esami del sangue, tamponi.   Riaprire le stanze ci ha emozionato, ci sono tornate davanti le facce di tutti coloro che erano passati da quel reparto in primavera, alle loro sofferenze, ai loro sorrisi, alla soddisfazione di mandarli a casa. Ma anche alla nostra fatica, al sudore, ai vestiti pesanti, alle maschere”.
“Non siamo contenti di rientrare – specifica il medico – , a marzo affrontavamo l’ignoto, ora sappiamo cosa dobbiamo fare per tutti i prossimi mesi. Pensavamo di tornarci più avanti, riprendere questo lavoro ad ottobre vuol dire affrontare un lunghissimo periodo, l’inverno non sarà  certo favorevole. Temo che questa notte si sia innescata una pesante recrudescenza: pronti soccorso strapieni, tante persone con sintomi. Nei mesi estivi io e il mio gruppo abbiamo fatto il lavoro di pneumologi in silenzio, abbiamo assistito a un dibattito surreale, poco scientifico e fazioso. Ora siamo qui, professionali, seri e preparati ad affrontare questa malattia”.

(da agenzie)

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CALENDA SI CANDIDA A SINDACO DI ROMA, L’ANNUNCIO A “CHE TEMPO CHE FA”

Ottobre 18th, 2020 Riccardo Fucile

RESTA DA VEDERE CHE POSIZIONE PRENDERA’ IL PD… NEL CENTRODESTRA TUTTO TACE… DATO CHE NESSUNO PASSERA’ AL PRIMO TURNO, TUTTO SI DECIDERA’ AL BALLOTTAGGIO

“Mi candido a sindaco di Roma”: dopo settimane di indiscrezioni è arrivata l’ufficialità  della candidatura di Carlo Calenda a sindaco della Capitale, in vista delle elezioni comunali previste per il 2021.
L’annuncio del leader di “Azione” è arrivato durante la puntata di stasera di Che Tempo Che Fa, su Rai 3. “Penso che chi ha la possibilità  di riportare questa città  tra le grandi capitali europee — ha detto al conduttore, Fabio Fazio — debba farlo. E’ una grande avventura: la farò. La posizione del Partito democratico? Non posso parlare per loro. Partecipiamo a un tavolo con tutte le forze di centrosinistra, auspico in un loro largo appoggio, perchè ne abbiamo bisogno. Roma è una vera megalopoli, ci sono tante esperienze civiche fondamentali per rimettere in moto la Capitale. Cercherò in tutti i modi di mettere insieme una squadra molto larga. Perchè il Pd dovrebbe appoggiare la mia candidatura? Devono farlo se pensano che io sia la persona adatta per governare Roma”.
“Io — ha continuato Calenda — sono un socialdemocratico liberale: un valore importante che mette insieme la necessità  di preservare la libertà  dell’uomo e la cura affinchè la società  segua e non venga strappata al progresso economico. Il buon governo rimane una questione gigantesca per l’Italia e ancora più enorme per Roma. La politica è arte di governo: gli italiani devono riscoprirlo”.
Eccezion fatta per la sindaca uscente, Virginia Raggi, che è stata riconfermata nella corsa al Campidoglio dal Movimento Cinque Stelle (nonostante non poche frizioni interne), tutti gli altri partiti non hanno ancora ufficializzato le loro candidature per le comunali a Roma. Nel Pd regna ancora il caos: tanti i nomi circolati in questi giorni (dall’attuale presidente del Parlamento europeo David Sassoli al ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, passando per l’ex premier Enrico Letta, il commissario europeo Paolo Gentiloni, l’ex ministro della Cultura Massimo Bray, la senatrice Pd Monica Cirinnà , il presidente del III municipio Giovanni Caudo, il consigliere regionale Paolo Ciani, coordinatore nazionale di Demos, ma anche Tobia Zevi, presidente di “Osservatorio Roma!”).
Correrà  da solo il giovanissimo Federico Lobuono, 20enne ex tesserato Pd e Italia Viva, che ha fondato la lista “Giovane Roma”.
Alle elezioni comunali a Roma ci sarà  anche Vittorio Sgarbi con la sua lista “Rinascimento”, il presidente del VII Municipio Monica Lozzi (che ha lasciato in polemica il M5s e correrà  da sola, sostenuta da “Italexit” di Gianluigi Paragone) e Massimo Giletti, anche se quest’ultimo non ha ancora ufficializzato la sua candidatura.
Ci sarà , infine, un candidato in una lista sostenuta dal Partito animalista italiano. L’ultima ufficialità , adesso, è proprio quella di Calenda.

(da TPI)

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PERCHE’ CONTE FA BENE A NON COINVOLGERE L’OPPOSIZIONE NELLA EMERGENZA CORONAVIRUS: IN ALTRI PAESI EUROPEI CIO’ AVVIENE PERCHE’ L’OPPOSIZIONE HA SENSO DELLO STATO

Ottobre 18th, 2020 Riccardo Fucile

IN ITALIA L’OPPOSIZIONE ALIMENTA IL CONTAGIO DANDO CATTIVI ESEMPI, FLIRTANDO CON I NEGAZIONISTI E ALIMENTANDO ODIO SOCIALE… CAPACI SOLO DI CHIEDERE SOLDI A FONDO PERSO PER LE CATEGORIE CHE PENSANO DI RAPPRESENTARE

Pare che Conte, bruciato da due precedenti inviti rifiutati dal circo Barnum sovranista, non abbia intenzione di “coinvolgere” l’opposizione nella gestione dell’emergenza coronavirus, come gli consigliano altri settori della maggioranza (leggi Pd e settori del M5S).
Politicamente la “collaborazione istituzionale” è uno strumento per far fronte comune di fronte a una emergenza e smorzare le polemiche quotidiane (ricordate i famosi banchi monouso che sarebbero mancati in tutte le scuole e di cui oggi nessuno parla più?)
Premettiamo che siamo favorevoli, in linea di principio, al convolgimento di tutte le forze politiche e sociali quando è in discussione la salvezza del Paese, ma a una condizione: che l’apporto si traduca in un valore aggiunto, non in squallide rivendicazioni di “ciò che si è ottenuto in cambio”.
Un esempio concreto c’e’ stato in Portogallo, ad esempio, dove una destra “con senso dello Stato” ha azzerato le polemiche e si è messa a disposizione del premier socialista.
Conte in un paio di occasioni ha forzato la sua presunzione, inferiore comunque a quella del “so-tutto-io” di Salvini e della Meloni (il che è tutto dire), e ha invitato le forze di opposizione a un tavolo di discussione.
La prima volta rifiutarono l’invito a Villa Pamphili in quanto “sede non istituzionale”, la seconda, il 1 luglio, Conte li invitò a Palazzo Chigi ma telefonò prima alla Meloni e Salvini ebbe un attacco isterico e fece saltare il confronto per “lesa maestà “.
Questo per dire le cose come stanno.
Nel frattempo, per tutta la durata dell’emergenza, l’opposizione (ad esclusione di Forza Italia) non ha fatto altro che polemizzare su tutto, continuare a pretendere che il governo elargisse soldi senza indicare dove prenderli, votando contro o astenendosi in Europa su ogni aiuto possibile all’Italia, dando il cattivo esempio (vedi mascherine non usate) e contribuendo a diffondere il virus, flirtando persino con il manicomio negazionista.
Ne deriva una semplice evidenza: questi sovranisti NON HANNO SENSO DELLO STATO, per non dire che perseguono finalità  eversive, caso unico in Europa.
Se il governo accoglie una loro richiesta che non c’entra una mazza con il Covid, rivendicano la cosa come se avessero vinto chissà  che .
Un esempio? La Meloni aveva chiesto, tra altre due banalità , un occhio di riguardo per la ricostruzione post-terremoto. Richiesta legittima ma che non ha alcun nesso con il Covid. Conte l’ha accolta e inserita nel decreto e il giorno dopo Fdi la sbandierava come se avessero “costretto” il governo a chissà  quale cedimento.
Tutto solo per darsi un’immagine di chi “tutela i terremotati” quando farebbero prima a chiedere di muovere il culo ai loro governatori, visto che amministrano le regioni terremotate.
Per non parlare di Salvini che voleva prima 20 miliardi, poi 50, poi 100, destinati a tutti i benestanti che lui rappresenta (la Meloni si accontentava di 1.000 euro a tutti, anche i poveracci), salvo poi rimanere senza parole quando il governo ha stanziato in effetti 100 miliardi a pioggia (sbagliando clamorosamente, visto che l’hanno incassato anche soggetti che hanno 100.000 euro in banca).
Leggetevi le dichiarazioni di Salvini negli ultimi sei mesi: condoni agli evasori, miliardi a fondo perso ad aziende che non hanno in realtà  mai chiuso (vedi nel Bergamasco), meno tasse così entrano meno quattrini, no ai prestiti a tasso zero perchè i soldi si regalano.
Salvo, dove governano come in Lombardia, aver sfasciato la sanità  pubblica per far guadagnare miliardi alle cliniche private.
No, con una opposizione in malafede non si discute, con chi non ha senso dello Stato non ci si siede a un tavolo, è solo tempo perso.
Il governo pensi a governare piuttosto, tutelando la salute e la vita degli italiani, senza guardare in faccia nessuno, compreso chi vuole fare l’imprenditore senza accettare il rischio d’impresa e pensa solo a intascare gli utili (quando ci sono) e socializzare le perdite, scaricandole sullo Stato (e quindi su chi le tasse le paga).
Conte abbia il coraggio di chiudere quello che va chiuso, secondo i consigli degli scienziati, non ci prenda in giro con ridicoli cambi di orari di esercizi commerciali che non servono a una mazza.
L’economia, lo insegna la Storia dell’umanità , si riprende sempre, anche cambiando il tenore di vita dei cittadini, la vita umana no.
E quando si è morti, sai cosa ce ne frega del conto in banca.

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NEL M5S E’ GUERRA SUI SOLDI

Ottobre 18th, 2020 Riccardo Fucile

ROUSSEAU: “GARANTIAMO SERVIZI”… I BIG: “CASALEGGIO PER LA PIATTAFORMA VOLEVA 1,2 MILIONI”

Si infiamma lo scontro nei 5 Stelle. O meglio fra il figlio del cofondatore, Davide Casaleggio e i big che siedono in Parlamento e al governo, Luigi Di Maio in primis. Ed è una contesa che ha come oggetto i soldi. Ieri sera il ministro degli Esteri, ex capo politico dei 5S, ha chiesto apertamente che “la cassa, attualmente gestita da Rousseau (ovvero l’associazione guidata da Casaleggio), passi al movimento”. E ha chiesto ancora che parte di quei fondi venga indirizzzata “ai territori, agli attivisti”.
Quale sia la cifra in discussione lo chiarisce la stessa associazione, che indica la somma di circa 1,3 milioni derivanti dai contributi dei parlamentari (330 euro al mese) ma anche da donazioni private. Risorse che, è scritto in una nota dell’associazione Rousseau, vengono utilizzate per garantire oltre 22 servizi essenziali a 170 mila iscritti e a duemila eletti tra i quali la tutela legale per Garante e Capo politico (attuale e precedente), la scuola di formazione, l’organizzazione di grandi eventi e la possibilità  di votare, emendare leggi, seguire corsi online, condividete atti, presentare liste nei comuni, potersi candidare e diventare un portavoce nelle istituzioni. Grazie a tutte queste attività  gli attivisti hanno la possibilità  di partecipare alla vita politica del Paese”.
Fra le righe, Casaleggio&C. fanno capire che i soldi di Rousseau servono anche per affrontare le spese legali di Crimi e Di Maio. L’associazione sottolinea che l’ammontare da lei gestito è ben inferiore a quello dei trasferimenti da parte del Parlamento ai gruppi (15 milioni l’anno), che i gruppi amministrano in autonomia. E Rousseau nega pure che non vengano dirottate risorse agli attivisti: “Sono circa 3 milioni di euro all’anno sono destinati alla comunità  del MoVimento (attivisti e portavoce) attraverso i mille euro che i parlamentari ogni mese possono investire per iniziative sui territori e che sono rendicontate in maniera trasparente su tirendiconto.it”. Ma sono fondi, si fa notare fra i parlamentari, che ogni deputato e senatore trattiene dal proprio stipendio.
La replica dell’associazione Rousseau fa innervosire ancor di più Di Maio e gli altri.   E i tam tam interni rilanciano la notizia che nei giorni scorsi Casaleggio avrebbe proposto al capo politico reggente, Vito Crimi, la bozza di un contratto di servizio per la gestione della piattaforma: l’entità  della cifra richiesta, secondo quanto apprende l’Adnkronos da fonti M5S, si attesterebbe su 1 milione e 200mila euro l’anno.
Secondo le stesse fonti, il numero uno di Rousseau avrebbe posto anche dei paletti, chiedendo la possibilità  di vagliare preventivamente i contenuti postati sul Blog delle Stelle. Crimi avrebbe presentato la proposta di Casaleggio al garante Beppe Grillo e ai big del Movimento: da Paola Taverna a Luigi Di Maio, da Roberto Fico e Roberta Lombardi. La proposta sarebbe stata bollata come irricevibile. “Se Rousseau è l’ecosistema del M5S e non uno strumento, come ribadito da Casaleggio, non puoi ‘venderla’ al Movimento”, dice una fonte qualificata.

(da agenzie)

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