Destra di Popolo.net

M5S, SCISSIONE PIU’ VICINA, CONTE CONTRO GRILLO: “HA CONDIZIONATO I MINISTRI SULLA PRESCRIZIONE”

Luglio 10th, 2021 Riccardo Fucile

I FEDELISSIMI CHIEDONO UN’ASSEMBLEA: “VOGLIAMO SAPERE COSA E’ SUCCESSO”

Il caos giustizia, che si è scatenato all’interno del Movimento 5 Stelle, è legato a doppio filo con la partita che stanno giocando Beppe Grillo e Giuseppe Conte sul controllo del partito.
Prima del Vietnam parlamentare sulla reintroduzione della prescrizione ci sarà infatti la guerriglia tra deputati e senatori M5s. Spaccati tra chi sta con il Garante e chi con l’ex premier, e il primo assaggio lo si avrà domani pomeriggio durante l’assemblea straordinaria dei gruppi.
Per capire il momento bisogna andare alla radice del problema.
La battaglia tra Grillo e Conte, nelle scorse settimane, si è giocata tutta sui ruoli che Garante e capo politico devono avere.
Conte chiedeva nei fatti di avere le mani libere sulle decisioni politiche, il fondatore invece pretendeva di essere non solo consultato ma di continuare a dare la linea. Cosa è successo negli ultimi due giorni? E perché la mediazione dei sette saggi, incaricati di stilare un nuovo Statuto M5s che metta d’accordo entrambi, rischia di saltare?
Beppe Grillo è entrato a gamba tesa nella partita politica sulla reintroduzione della prescrizione.
Giovedì ha chiamato i ministri M5s, che avevano lasciato filtrare la voce che in Consiglio dei ministri si sarebbero astenuti sulla riforma del processo penale così da non spaccare un Movimento con idee al suo interno profondamente diverse.
Ma poi Mario Draghi, insieme al ministro Cartabia, ha incontrato i rappresentati grillini nel governo e ha offerto loro una nuova mediazione. Mediazione che consiste nel garantire tempi più lunghi per i processi che riguardano i reati contro la Pubblica amministrazione.
A questo punto i ministri si consultano telefonicamente con Grillo che insiste affinché venga dato il via libera, con un sì secco e preciso, alla proposta Cartabia così da non creare una frattura nel governo.
Il Garante quindi si schiera a favore dell’esecutivo Draghi, porta sulla sua strada i titolari dei dicasteri e si trascina il Movimento.
Ma il Movimento si frantuma comunque, ancor più di prima. Conte si imbufalisce: “È la riprova che Grillo vuole comandare, vuole dare la linea. Allora a cosa gli serve un capo politico?”.
Sembra di risentire i discorsi di due settimane fa quando la trattativa per riformare il partito, dando la guida all’ex premier, era saltata con tanto di conferenza stampa di Conte contro Grillo.
Non solo. Venerdì mattina, nel day after del Consiglio dei ministri, per dare ancora più forza alla teoria di Conte secondo la quale Grillo vuole il comando del Movimento, gli esponenti contiani lasciano filtrare la voce, pubblicata in esclusiva dal Fattoquotidiano.it, che ci sarebbe stata una telefonata tra Grillo e il premier Mario Draghi e così si sarebbe arrivati all’accordo.
Palazzo Chigi in realtà non conferma e neanche le persone più vicine al Garante riferiscono che ci siano stati contatti diretti tra i due. Confermano invece le telefonate con i ministri pur tenendo a precisare che non ci sarebbe stata alcuna influenza da parte di Grillo sugli esponenti del governo.
Difficile a credersi: anche un contiano doc come Stefano Patuanelli, che è anche capo delegazione, alla fine ha votato a favore della proposta Cartabia.
Ciò che resta è la rabbia di Conte nei riguardi di Grillo. Proprio quando i sette saggi starebbero per chiudere il lavoro sullo Statuto, l’ex premier sarebbe pronto a tirarsi di nuovo indietro perché quanto successo sulla giustizia gli dimostra che non avrebbe margini di manovra.
Allora l’ex premier sta provando ad arruolare le sue truppe, per arrivare a una conta interna. I deputati e i senatori a lui più vicini hanno chiesto un confronto con la squadra di governo per avere chiarimenti sul sì, giunto all’unanimità in Cdm, sulle proposte di modifiche del Guardasigilli, scongiurando il no che avrebbe portato a una pesante spaccatura nell’esecutivo.
Spaccatura che Conte, a differenza di Grillo, avrebbe voluto che si palesasse. Non sarà solo una resa dei conti nel merito del provvedimento ma sarà uno scontro durissimo all’interno del partito, tra chi vuole Conte come capo politico e un Garante fortemente ridimensionato e chi invece è schierato con Grillo. Di certo, l’ex premier non resterà a guardare e il vento scissionista è tornato a soffiare forte.
(da Huffingtonpost)

argomento: Politica | Commenta »

GLI INTERESSI DI SALVINI E RENZI CON VISTA SUL QUIRINALE (E I COLLOQUI CON PAROLIN)

Luglio 10th, 2021 Riccardo Fucile

ORMAI SONO UNA COPPIA DI FATTO CON LA BENEDIZIONE DEL CARDINALE

Il segretario di Stato del Papa ha chiamato Salvini e Renzi per esortarli a «dare un’occhiata» alla legge Zan, perché contribuiscano cioè a «migliorare» un provvedimento che sta dividendo il Parlamento più della riforma sulla giustizia.
E se persino il Vaticano li accredita come aghi della bilancia politica italiana, vuol dire che davvero c’è del tenero tra il capo della Lega e il leader di Iv, additati come dioscuri di un patto che dovrebbe manifestarsi quando si voterà per il capo dello Stato.
Anzi, proprio il passaggio sulla legge Zan viene considerato una sorta di prova generale in vista della corsa al Colle. In realtà l’accordo sul nome del capo dello Stato i due non l’hanno (ancora) trovato, e men che meno c’è intesa sulla futura legge elettorale.
La verità è che tra i due Matteo oggi vige solo una convergenza di interessi: Salvini grazie alla sponda di Renzi può dire che «su temi come le tasse c’è una nuova maggioranza in Parlamento»; e Renzi grazie alla sponda di Salvini può picconare ciò che resta dell’alleanza tra il Pd e M5S.
Il primo si prepara a ricevere il sostegno del secondo per i referendum sulla giustizia. Il secondo attende l’appoggio del primo sul prossimo referendum per l’abolizione del reddito di cittadinanza.
Ma immaginarli parte di una stessa coalizione è puro esercizio di fantasia, anche perché non si fideranno mai completamente l’uno dell’altro, malgrado i buoni uffici di Verdini.
Il loro sodalizio si era rotto quando Renzi votò al Senato l’autorizzazione a procedere contro Salvini che non voleva più «nemmeno sentirlo nominare»: d’altronde era stato già fregato quando puntava alle elezioni con la crisi del Conte 1 e l’altro aveva agevolato la nascita del Conte 2. Poi però si compattarono per evitare il Conte 3.
Per una volta il lombardo credette al toscano che gli raccontò delle sue gite a Città della Pieve, dove andava a trovare Draghi con l’auto della moglie, dopo aver congedato la scorta che lo lasciava a Firenze.
Più che un’operazione politica a Salvini sembrava una spy story. «Arriva lui, dammi retta», gli diceva Renzi. E siccome glielo ripeteva anche Giorgetti, il capo della Lega diede una mano all’altro Matteo, avvisandolo delle manovre di Conte per strappargli i senatori di Iv.
Nei giorni delle consultazioni per il nuovo governo, si consultarono tra loro. Quando Salvini andò da Draghi, Renzi gli consigliò di fare all’uscita un’energica dichiarazione europeista. «Allora, come ti è sembrata?», gli chiese poi il segretario leghista. «Deboluccia. Avresti dovuto dire…». E ciò che Renzi disse, Salvini lo tramutò in una nota d’agenzia.
Viceversa, l’altro ieri Salvini ha consigliato Renzi di accettare la soluzione sulla giustizia avanzata dal premier ai grillini: «Tanto poi si spaccano lo stesso».
Non che servisse il mago Otelma per prevederlo. Funzionali ai reciproci obiettivi vanno avanti di conserva, sempre attenti a verificare che l’uno non freghi l’altro.
E sul ddl Zan Salvini chiede la prova d’amore. «L’ho spiegato — replica Renzi — che il Pd deve mediare sennò va a sbattere a scrutinio segreto». Insomma è tutto pubblico. Non fa più notizia quando (quasi) ogni mattina la Boschi avverte il capogruppo leghista Molinari che «i due Matteo si sono sentiti».
E nemmeno che per il Quirinale «la sinistra dovrà trattare con la destra perché loro hanno i numeri», come ha detto all’Huffington Renzi.
È da vedere però se Salvini accetterà di appoggiare Casini per il Colle, come gli propone il leader di Iv. E se la Lega accederà al proporzionale, che è l’altro sogno dell’altro Matteo, secondo cui «con una lista del 5% governeremmo l’Italia».
Resta infine da capire se Salvini ha fatto un tuffo nella nuova piscina di casa Renzi a Firenze. In quel caso avrà notato che sul fondo della vasca c’è una scritta: «Costruita con il contributo di Marco Travaglio e altri». Sono i soldi delle querele vinte.
(da Il Corriere della Sera)

argomento: Politica | Commenta »

RAI, MARINELLA SOLDI, UNA MANAGER DELLA TV LONTANA DALLE SIRENE DELLA POLITICA

Luglio 10th, 2021 Riccardo Fucile

LA DONNA CHE HA PORTATO DISCOVERY DALLO 0,4% AL 7% DI SHARE

La manager che ha strappato Maurizio Crozza a La 7 per farne la bandiera della Nove e che ha portato in otto anni Discovery dallo 0,4% al 7% di share (trasformandola nel terzo polo tv nazionale) sbarca – al terzo tentativo – alla Rai. –
Marinella Soldi era stata corteggiata da Matteo Renzi nel 2015, quando in ballo c’era la presidenza di viale Mazzini. E il suo nome era circolato all’epoca della caccia all’ad del 2018, nell’era del governo gialloverde Lega-5Stelle.
A sceglierla – e a ottenere il suo “sì” per la carica di presidente – è stato però alla fine il “tecnico” Mario Draghi, che ha deciso di puntare su una persona che conosce benissimo il piccolo schermo e lontana dalle sirene della politica per provare a riposizionare la Rai in un momento di grande trasformazione nel mondo dei media.
Come funzioni l’etere tricolore la 54enne di Figline Valdarno -«sono nata nel giorno dell’alluvione, il 4 ottobre 1966», recita orgoglioso il curriculum – lo sa benissimo.
La sua carriera – dopo gli studi in due templi del management come la London School of economics e l’Insead di Fointanebleau – è iniziata alla McKinsey.
Dopo tre anni di consulenza ha deciso però di cambiare vita per star dietro i due figli e di mettersi in proprio lanciando una società di leadership coaching, una sorta di scuola per manager.
Discovery l’ha chiamata nel 2009. Il gruppo Usa all’epoca gestiva nel nostro paese solo una piccola pay-tv e voleva provare a crescere non solo nel nostro paese ma anche in tutta Europa.
Soldi ha trasportato le trasmissioni sul digitale terrestre, ha investito per comprare canali, per creare una concessionaria interna, per lanciare le produzioni interne.
Ha diversificato l’offerta segmentandola sui diversi target di mercato pubblicitario.
E alla fine è riuscita a portare Discovery sul podio dei network tricolori dietro Rai e Mediaset, grazie a sette canali free e sei a pagamento.
Un successo che ha convinto la casa madre Usa ad affidarle le strategie per tutta l’Europa del sud, trasferendo la sede a Milano.
Nel 2018 la manager, che parla quattro lingue ed è appassionata di yoga, corsa e trekking, ha lasciato il gruppo «per fare nuove esperienze».
Oggi è presidente della Fondazione Vodafone, consigliera indipendente di Italmobiliare, Nexi e Ariston Thermo, snocciola il suo profilo Linkedin, dove campeggia una frase di Charles Darwin: «Non sono i più forti che sopravvivono, ma quelli che sanno adattarsi meglio al cambiamento».
E visti i chiari di luna in Rai e nel settore dei media, di spirito di adattamento ne servirà molto per capire che ruolo può giocare una realtà come il nostro servizio pubblico in un mondo rivoluzionato dall’arrivo di Netflix, Amazon prime Video, Disney + e dallo tsunami del video on demand.
(da La Repubblica)

argomento: Politica | Commenta »

ELOGI PUBBLICI E LITI PRIVATE

Luglio 10th, 2021 Riccardo Fucile

IL MATCH DI CONTE E DI MAIO, PRETENDENTI ALLO STESSO TRONO

«Vai! Vai! Vai!», diceva sottovoce Luigi di Maio. «Me li trovi?», rispondeva Giuseppe Conte, una maschera di ansia. «Te li cerco io i fogli, tu comincia a parlare Giuseppe! C’è il microfono acceso!».
Se fosse stato tutto come «la nostra prima scena» — formula individuata da Claudio Baglioni per celebrare in una sua canzone le tappe di una storia d’amore scivolata oltre i titoli di coda — Conte e Di Maio sarebbero stati gli eterni protagonisti di un perenne libro Cuore.
L’uno per l’altro, l’altro per l’uno. Così erano sembrati il 6 giugno 2018 a Montecitorio, nel giorno della fiducia al governo gialloverde, quando all’improvviso — prima di cominciare le repliche — il presidente del Consiglio fresco di nomina perdeva i fogli col discorso giù scritto ed entrava in una cinquantina di secondi fatti di puro panico, con Di Maio lesto nel soccorrere il neo-capoclasse come il generoso Garrone faceva con i compagni di scuola più indifesi.
Ora che tre anni e un mese dopo l’incantesimo rotto è sotto gli occhi di tutti, con la riforma della giustizia di Marta Cartabia a fare da detonatore a uno scontro tra un Di Maio ipergovernista e un Conte barricadero, è fin troppo semplice elencare le volte in cui tutto era sembrato già scritto, in cui gli scricchiolii di un rapporto fondamentalmente mai nato hanno fatto più rumore degli abbracci in pubblico e delle dichiarazioni di affetto.
La celebre sera dell’«abbiamo abolito la povertà», ottobre 2018, Di Maio è il barricadero che esce sul balcone di Palazzo Chigi e Conte il premier che simula terzietà tra Lega e M5S rimanendo chiuso dentro; un anno dopo, quando al governo c’è il Pd e Salvini è finito all’opposizione, la scena si ripete sulla riforma del Mes, anche se nessuno dei due ride più.
«Non ci parliamo, ecco», spiegò il ministro degli Esteri in privato, raccontando di essersi sentito tradito da un Conte allora troppo europeista, con una linea troppo sovrapposta a quella del Pd.
Tra «isso» ed «essa», come nello scheletro narrativo della sceneggiata napoletana, a volte la storia ha infilato un terzo incomodo, che nella rappresentazione popolare era raffigurato come «o’ malamente».
Così Alessandro di Battista — all’epoca al fianco di Di Maio, poi contro tutti e due, oggi spalleggia Conte contro «gli incapaci e pavidi» ministri M5S del governo Draghi — ha tentato di dimostrare con la sua sola presenza sulla scena chi dei due fosse al momento il più grillino, il più vaffa, il più «della prima ora», come una silenziosa certificazione di conformità al grillismo delle origini.
Peccato che adesso Grillo — che era al fianco di Di Maio nei tentativi di limitare Conte (2018), che ha sostenuto quel governo Conte II che forse Di Maio non voleva (2019), che ha elevato Conte a dispetto dell’allora capo politico Di Maio (2020) e che ha finito per stare dalla parte di Di Maio per limitare i poteri di Conte (2021) — adesso difenda a spada tratta questa riforma della prescrizione che mescola tutte le carte e che fa sembrare preistoria l’inizio di tutto, quel «Giuseppe!» appena sussurrato, quella scialuppa di salvataggio per un canotto in tempesta. «Te li cerco io, i fogli, tu comincia a parlare…».
C’eravamo tanto amati ma, in fondo, neanche troppo.
Simili nel portamento, sovrapponibili in quello stile che a occhio poco attento è sempre parso neo-democristiano, in fondo, Conte e Di Maio hanno sempre saputo prima degli altri che due pretendenti sono comunque sempre troppi quando il trono è uno solo. Adesso si guarderanno da lontano, come fecero per tantissimo tempo colossi della Dc come Giulio Andreotti e Ciriaco De Mita.
Sapendo che una tregua, prima o poi, potrebbe pure arrivare. Ma sarebbe solo l’ennesimo armistizio di una guerra infinita, armi deposte in attesa di essere dissotterrate, silenzi nascosti, abbracci tattici e qualche volta una pacca sulla spalla. Sempre che non arrivi prima una scissione, a far calare il sipario su quello che c’è stato e che non tornerà. Forse.
(da Il Corriere della Sera)

argomento: Politica | Commenta »

CONTE, DDL ZAN, REDDITO DI CITTADINANZA: PER CONTARE QUALCOSA RENZI HA DECISO DI DISTRUGGERE GLI ALTRI

Luglio 10th, 2021 Riccardo Fucile

QUANDO IL CONSENSO SCENDE DAL 40% AL 2% IL DECORO E LA DIGNITA’ DOVREBBE INDURRE AL RITIRO A VITA PRIVATA

In un Paese normale Matteo Renzi che parla di referendum farebbe già accapponare la pelle se la coerenza non fosse un inutile suppellettile. Ma Matteo Renzi è questo: un uomo di destra economica ammantato di credibilità che ha scippato in saldo al centrosinistra con un manipolo di guastatori sempre pronti ad avvelenare i pozzi.
C’è un primo punto politico che salta all’occhio: dopo i suoi pochi fugaci mesi di popolarità le energie di Renzi sono tutte concentrate nella pars destruens, come nella migliore tradizione dei populisti.
Renzi contro il ddl Zan, Renzi contro Conte, Renzi contro il M5S, Renzi contro il reddito di cittadinanza: incapace di costruire e di progettare l’egoriferito più veloce del West ha scelto di essere il granello di sabbia che incaglia gli ingranaggi degli altri. Del resto le proporzioni elettorali sono più o meno quelle.
Normale quindi che il reddito di cittadinanza sia un nemico giurato: la sua attenzione morbosa al reddito di cittadinanza (misura analoga a quelle in uso in tutta Europa) non è nient’altro che l’identico atteggiamento di quella destra sovranista che vede dappertutto disoccupati che fingono di disoccuparsi, poveri che in realtà sono stati solo scialacquatori e fragili che vengono bollati semplicemente come sconfitti e quindi inetti.
Per Renzi i poveri del nostro Paese non si stanno vergognando abbastanza, si permettono addirittura di voler controbattere ai moralisti censori e sono talmente tutelati che si possono permettere perfino il lusso di non diventare schiavi e di non trasformarsi in agnelli sacrificali sull’altare del fatturato di pochi.
Dice Renzi che il reddito di cittadinanza sarebbe diseducativo e su questo ha perfettamente ragione: i poveri non sono quasi mai educati, non riescono a governare la rabbia per la perdita della dignità, sono troppo cenciosi e sporcano la narrazione fasulla di questo Paese (a quando una legge che multi i poveri per il reato di povertà?) e soprattutto i poveri sono lo specchio di una politica inetta, tutta intenta a essere esercizio di potere e cinismo.
E invece le masse servono affamate per essere pronte a cedere un voto in cambio di un contratto di poche settimane e per diventare mandrie per una “ripresa bellissima” che ha l’odore di un’orgia di soldi per i soliti noti.
Non riuscendo ad abolire la povertà alla fine hanno deciso di abolire i poveri. Come la destra economica di cui Renzi è agente infiltrato (malissimo).
(da TPI)

argomento: Politica | Commenta »

VIAGGIO NEI PALAZZI DI GIUSTIZIA

Luglio 10th, 2021 Riccardo Fucile

IN MEDIA PER UNA SENTENZA SERVONO 1.038 GIORNI… “CI STANNO ARRIVANDO PROCESSI CONCLUSI IN PRIMO GRADO 6 ANNI FA”

“Ci stanno arrivando ora processi conclusi in primo grado nel 2015-16”. Parola di Giuseppe De Carolis, presidente della Corte d’Appello di Napoli.
Con la riforma della giustizia varata giovedì dal Cdm questi procedimenti potrebbero non iniziare mai.
Il testo, infatti, stabilisce per il processo di secondo grado una durata massima di due anni, periodo che decorre dall’ultimo giorno in cui è possibile impugnare la sentenza di primo grado. Se solo per calendarizzare la prima udienza ne servono 5, il processo nasce già morto. È solo uno degli effetti della riforma firmata dalla ministra Marta Cartabia, che va a impattare su una macchina della giustizia che nei procedimenti di 2° grado in Italia dà il peggio di sé.
I dati nazionali dicono che prevedere 2 anni per l’Appello, pena l’improcedibilità, è un’impresa nella gran parte dei casi impossibile per la montagna di arretrati e per la durata media di un procedimneto in Italia: quasi 3 anni. I dati che arrivano dalla Campania confermano quelli nazionali: “Una sola sezione su 6 di Corte d’Appello a Napoli ha più processi dell’intera Corte d’Appello di Milano – prosegue il presidente De Carolis –. Riuscire a fare un processo di 2° grado in due anni, con le attuali risorse umane, è praticamente impossibile”.
I numeri partenopei sono spaventosi: 57mila processi pendenti, affrontati da 15 collegi coperti solo grazie alle applicazioni di magistrati del Tribunale”.
C’è, poi, una specificità tutta napoletana: quella dei processi e maxi-processi di camorra che arrivano direttamente dall’ufficio Gip con il rito abbreviato e finiscono per travolgere una Corte d’Appello costretta a dare priorità a un numero enorme di dibattimenti con detenuti, da accelerare per evitare il rischio di scarcerazione dei boss per decorrenza dei termini. E così i processi senza detenuti, compresi quelli per concussione e corruzione, marciano a passo d’uomo. Molti di questi, con la nuova riforma sarebbero improcedibili da tempo.
In italia processi di 2° grado sono in aumento da 6 anni
Che il procedimento di secondo grado sia il tallone d’Achille del sistema emerge anche dall’osservazione che le estinzioni sono in continuo aumento da 6 anni. Il dato negativo della durata viene indicato persino dalla relazione della commissione tecnica voluta dalla ministra Cartabia e presieduta da Giorgio Lattanzi, ex presidente della Corte costituzionale.
Ma cosa fa il governo? Invece di prevedere misure per disincentivare le impugnazioni pretestuose e proporre per alcuni tipi di processo il giudice monocratico, liberando risorse preziose, applica la ghigliottina, stabilendo tempi impossibili perché non scatti l’improcedibilità che garantirà l’impunità.
Scrive la commissione Lattanzi, rifacendosi a dati 2018 del rapporto europeo sull’attività giudiziaria nei diversi Paesi: “Il giudizio di Appello si connota per una durata media ben al di sopra delle statistiche europee (secondo l’ultimo Rapporto CEPEJ, la durata stimata è pari a 851 giorni, a fronte della media europea di 155 giorni) e per il progressivo accumulo di un arretrato assai preoccupante, pari a 260.946 fascicoli, ndr nel 2019”.
Secondo i dati della relazione presentata dal presidente della Cassazione Pietro Curzio all’inaugurazione dell’anno giudiziario 2021, in Corte d’Appello le cose vanno sempre peggio: nel 2019-2020, la durata media nazionale è di 1.038 giorni, ben più dei 2 anni previsti dalla riforma. E il trend è peggiorato: nel 2018-2019 ne servivano 840 e nel 2017-2018 ce ne volevano 861.
I 265mila arretrati bloccano il sistema
A ciò va aggiunto il dato sull’arretrato, fondamentale per capire come con la cancellazione della legge Bonafede che blocca la prescrizione dopo il 1° grado si rischia una sorta di amnistia mascherata.
Nel periodo 2019-2020 i processi iscritti in Appello erano 97.481, quelli definiti erano 93.299 e i pendenti, al 30 giugno 2020, erano 265.293 cioè un po’ più di quelli pendenti al 30 giugno 2019: 263.914.Secondo dati del ministero del 2019, sono Napoli e Roma i distretti dove gli appelli durano più a lungo: 730 giorni, ben oltre i 2 anni. Nella Capitale un processo dura 1.128 giorni, nel capoluogo partenopeo si arriva a 1.495.A Reggio Calabria ne servono 1.013. Gli uffici giudiziari della Regione devono fare i conti con i maxi-processi alla ‘ndrangheta e quelli sul traffico di droga che spesso hanno imputati detenuti.
Questo, a causa del rischio scarcerazioni, hanno la priorità rispetto agli altri processi d’appello e i tempi si allungano ben oltre i due anni. A ciò deve aggiungersi la carenza di magistrati che comporta difficoltà nella composizione dei collegi. Non solo: le due sezioni penali “registrano un incremento delle pendenze: la prima passa da 2.948 al 1 luglio 2019 a 2.980 al 30 giugno 2020, avendo definito 687 processi rispetto ai 719 sopravvenuti; e la seconda sezione aumenta il carico da 3.610 a 3.774 procedimenti, avendone definiti 556 rispetto ai 720 di nuova iscrizione”, scrive il presidente della Corte d’Appello di Reggio Calabria Luciano Gerardis nella relazione dell’ultimo anno giudiziario.
Se a Firenze ne servono 878, la Corte d’Appello di Genova ne impiega 780, ovvero 2 anni e 2 mesi abbondanti. Il dato va ponderato: alcuni fascicoli sono definiti in meno di un anno, altri finiscono prescritti (specie omicidi colposi e infortuni sul lavoro). I casi pendenti nel 2020 erano 7.784: in un anno sono aumentati del 10%; i fascicoli iscritti sono cresciuti del 5% e quelli definiti sono calati del 22%.
All’orizzonte, inoltre, ci sono processi imponenti, come quello del Ponte Morandi. “Molti procedimenti, anche grossi, vanno a rilento perché manca il personale di cancelleria”, spiega Alvaro Vigotti, presidente facente funzione.
Torino, con i suoi 665 giorni di media, così come Milano, 345, sono distretti dove anche con la norma dell’improcedibilità potrebbero essere celebrati i processi d’Appello senza sforare i 2 anni.
“Noi siamo del tutto in linea con i tempi voluti dalla Riforma”, spiega Carla Romana Raineri, presidente della prima sezione civile della Corte D’Appello di Milano. Ma “non posso essere favorevole ad una accelerazione che sacrifichi la qualità e la coerenza del prodotto giudiziario”.
(da Il Fatto Quotidiano)

argomento: Politica | Commenta »

AMNISTIA DI FATTO

Luglio 10th, 2021 Riccardo Fucile

DAVIGO: “PROCESSI LENTI FAVORISCONO LA PRESCRIZIONE, LA PROSPETTIVA DELLA PRESCRIZIONE GENERA PROCESSI LENTI”… MA L’EUROPA CI AVEVA CHIESTO DI ASSUMERE PERSONALE

In un precedente articolo citavo la relazione della Commissione ministeriale di studio per elaborare proposte di riforma in materia di processo e sistema sanzionatorio penale che affermava: “La Commissione muove dalla premessa che lentezza del processo e prescrizione del reato sono due problemi diversi, che si alimentano reciprocamente. Processi lenti favoriscono la prescrizione; la prospettiva della prescrizione favorisce processi lenti”.
La stessa Commissione rilevava che, a oggi, l’arretrato delle Corti d’appello è pari al doppio dei processi definiti ogni anno, sicché tali Corti impiegherebbero due anni solo a smaltire l’arretrato se non arrivasse loro più nessun processo.
Questa, essendo la situazione (non secondo me, ma secondo la Commissione ministeriale) prevedere, come sembra voler fare il disegno di legge di iniziativa governativa, un termine di due anni (salve eccezioni) per la fase di appello, dopo i quali scatta l’improcedibilità, significa far prescrivere (o meglio dichiarare improcedibili, ma l’effetto è lo stesso) quasi tutti i processi in cui sia proposto appello.
Infatti, poiché i nuovi processi che arriveranno in appello andranno in coda a quelli pendenti (salvo quelli con imputati detenuti), per quasi tutti scatterà l’improcedibilità. Sostanzialmente si avranno gli effetti di un’amnistia senza neppure i benefici che le amnistie avevano di eliminare i processi, perché comunque dovranno essere celebrati tutti i giudizi di primo grado.
In un precedente articolo ricordavo che la stessa Commissione aveva scritto: “È noto da sempre che la chiave del successo di un impianto accusatorio è rappresentata da un efficace compendio di riti alternativi, in grado di assorbire un’elevata percentuale di procedimenti, per riservare il dibattimento, articolato e ricco di garanzie, a un numero circoscritto di casi. È altrettanto noto che questa previsione – espressamente formulata dal legislatore del 1988 – è quella risultata maggiormente inattuata negli oltre trent’anni di applicazione del nuovo codice di procedura penale, nonostante i numerosi interventi che hanno tentato di potenziare l’appetibilità dei procedimenti speciali”. Proprio per incentivare i riti alternativi era stato cambiato l’art. 79 della Costituzione (con legge costituzionale 6 marzo 1992, n. 1) prevedendo per le leggi di amnistia e indulto la maggioranza dei due terzi. Era ed è evidente che un imputato sceglierà di “patteggiare” solo se gli conviene, altrimenti no.
Se, aspettando, arrivava l’amnistia o l’indulto (in media nei 50 anni precedenti l’entrata in vigore del codice di procedura penale del 1988 i provvedimenti di quel tipo si erano susseguiti al ritmo di uno ogni anno e mezzo) nessuno patteggia, perché nessuna pena è sempre preferibile a una pena ridotta.
Ma una improcedibilità generalizzata in Appello otterrà gli stessi effetti di disincentivare i riti alternativi con la conseguente impossibilità di far funzionare il processo accusatorio. Se approvata, questa riforma ci esporrà a rilievi dell’Unione europea, già desumibili da pronunzie della Corte di Giustizia.
Perché una scelta in plateale contrasto con i presupposti stessi da cui la Commissione muove? Forse si pensa a una normativa transitoria che renda applicabili le nuove disposizioni solo dopo la drastica riduzione delle pendenze in Appello (come del resto già suggerito dal presidente dell’Associazione nazionale magistrati). Può anche darsi che, essendovi una larga maggioranza, si pensi a un’amnistia per azzerare la pendenza delle Corti d’appello. Così però si radicherà ancora di più l’idea che chi non cerca di guadagnare tempo è uno sciocco e quindi si affosserà definitivamente le possibilità di funzionamento del processo penale.
In ogni caso, un’eventuale amnistia e il rinvio dell’entrata in vigore di queste disposizioni presuppongono l’idea che nel frattempo vi sia un forte calo delle impugnazioni, in modo da ridurre la pendenza delle Corti d’appello. Allo stato, però, questa rimane un’illusione, dal momento che le proposte di modifica dell’Appello non sembrano tali da ridurre in modo considerevole il numero degli atti di Appello.
Forse la reale spiegazione può essere ricercata nella convinzione (ovviamente non dichiarabile) della classe dirigente che l’Italia non possa reggere una giustizia seria, cioè – in altri termini – che non possa essere un Paese serio. Credo invece che questo nostro Paese sia anche pieno di persone perbene, che rispettano la legge e che prima o poi potrebbero pure seccarsi di vedere che chi invece le leggi le viola se la cava quasi sempre.
Piercamillo Davigo
(da Il Fatto Quotidiano)

argomento: Politica | Commenta »

SPAGNA E VARIANTE DELTA, BOOM DI CASI TRA I GIOVANI NON VACCINATI

Luglio 10th, 2021 Riccardo Fucile

TURISMO, CALCIO E MOVIDA LE CAUSE

Tutta l’Europa è in verde nella mappa settimanale dell’Ecdc sull’incidenza del Covid. Fanno eccezione la Spagna, con la gran parte delle regioni in rosso, e Cipro, in rosso scuro, i colori che indicano un incremento dei contagi.
L’Irlanda e ampie aree del territorio dei Paesi Bassi e della Svezia sono colorate in giallo. per questo Il ministero della Salute ha lanciato un’allerta a tutti gli assessori regionali alla Sanità per chiedere maggiore attenzione e ulteriori sforzi di contenimento per evitare la crescita dei casi di Covid dovuti a turisti e tifosi.
Nella circolare firmata da Giovanni Rezza (e pubblicata dal Corriere della Sera) c’è una “allerta internazionale variante Delta” e chiede ulteriori sforzi di contenimento.
La situazione in Spagna.
La trasmissione di Covid-19 tra i giovani in Spagna è raddoppiata in una settimana, e oggi ha raggiunto una incidenza di 1.047 casi nel gruppo dai 20 ai 29 anni e 891 nel gruppo dai 12 ai 19 anni ogni 100 mila abitanti. Lo riporta l’agenzia Efe. Con queste cifre, la Spagna resta a rischio estremo di trasmissione del coronavirus (più di 250 casi ogni 100.000 abitanti in 14 giorni) e sono già otto le comunità in questa situazione, dopo l’aumento dell’indicatore della circolazione del virus in Aragona, Isole Baleari e Cantabria, che si aggiungono alle Asturie, Castilla y León, Catalogna, Comunità Valenciana e Navarra.
L’occupazione delle terapie intensive per pazienti Covid continua a non seguire l’aumento dei contagi in questa nuova ondata. Le comunità hanno riportato oggi una pressione del 6,8% nelle unità di terapia intensiva (6,3% venerdì scorso) e del 2,6% in reparto. Nelle ultime 24 ore sono stati segnalati 6 decessi, un dato simile a quello di un anno fa, portando i morti a 81.003 e i contagi a 3.937.192 dall’inizio della pandemia.
Turismo, calcio e movida.
I casi di infezione sono trainati dalla ripresa della vita sociale, dai viaggi (anche quelli studio, è il caso di Malta), dalle serate nei locali soprattutto in Spagna e Portogallo. Infatti i primi a contagiarsi sono i ragazzi. Inevitabilmente poi il virus raggiunge le altre fasce d’età, contatti cosiddetti secondari. Ma anche i viaggi per assistere alle partite dei campionati europei di calcio hanno un effetto, rilevato in Finlandia.
Si legge nella circolare del Ministero:
Le autorità sanitarie spagnole hanno notificato un ampio focolaio di COVID-19 tra gli studenti spagnoli di ritorno dalle Isole Baleari. All’8 luglio sono stati registrati 3.073 casi positivi e 8.656 contatti con un collegamento a Maiorca e 1.965 casi con 5.824 contatti con collegamento ad altre destinazioni (tra cui principalmente Minorca, Tenerife, Salou, Lloret de mar e Malaga).
Tutti i casi primari hanno riferito la partecipazione ad attività di svago, come eventi organizzati su larga scala (concerti, feste), frequentazione di hotel, pub, club e altri luoghi con interazioni sociali strette e prolungate senza seguire misure di prevenzione. La maggior parte dei nuovi casi identificati si stanno verificando nella popolazione giovane non vaccinata, in molti casi legati ad eventi di svago superdiffusivi in ambienti chiusi, dove grandi gruppi di persone provenienti da luoghi diversi (sia spagnoli che stranieri) trascorrono insieme molto tempo senza seguire le previste misure di prevenzione.
Altre fasce d’età iniziano ad essere interessate da questo aumento, soprattutto quelle in cui la vaccinazione non è ancora completa
Rezza più controlli per chi arriva dalla Spagna.
“I controlli dai paesi che contagi in aumento? Si pensa che siano facili ma non è così. Ci sono vettori aerei che non applicano misure rigide – dice Giovanni Rezza, direttore generale della prevenzione del ministero della salute, commentando i dati della cabina di regia sull’epidemia da covid-19, in corso al ministero – e per questo è bene che l’Enac faccia controlli specifici. Si stanno valutando alcune misure più rigide dai passeggeri in arrivo da Spagna e Portogallo. Vale però sempre l’appello alla responsabilità individuale. L’usmaf fa controlli nei porti e negli aeroporti – aggiunge rezza – ma c’è bisogno della collaborazione di tutti. Credo che serva applicazione di quarantena e controlli ma in questo caso potranno rallentare di poco la diffusione di nuove varianti. È importante rallentare l’introduzione della variante”.
Gli altri Paesi dell’UE.
A preoccupare, invece, ”è la situazione internazionale, quella europea. Abbiamo un Centro Europa con un’incidenza relativamente bassa – ha sottolineato Rezza – Parlo dei grandi Paesi come la Germania, che ha politiche piuttosto caute, e la Francia. Abbiamo invece la Penisola Iberica, Spagna e Portogallo, che hanno un’incidenza che tende ad aumentare in maniera abbastanza importante”.
E “al di fuori dell’Unione europea il Regno Unito che sta sui 30mila casi giornalieri, nonostante abbia una elevata proporzione della popolazione vaccinata sia con una che con due dosi”. Fortunatamente “senza un aumento di ospedalizzazioni e casi letali”. Se questo “sia dovuto o al fatto che si infettano persone vaccinate e quindi non vanno verso la malattia grave, o sia dovuto al fatto che vengano colpiti soprattutto i giovani, questo è ancora da definire. Stiamo aspettando dati clinici più accurati da parte dei colleghi inglesi”, ha concluso Rezza, sottolineando che “in questa situazione europea noi non possiamo completamente rilassarci”.
(da agenzie)

argomento: Politica | Commenta »

LAVORO, IL NORDEST NON TROVA OPERAI

Luglio 10th, 2021 Riccardo Fucile

E LA PRODUZIONE SEGNA UN CALO A SORPRESA

Paolo Mameli, senior economist di Intesa Sanpaolo, l’ha catalogata come «una sorpresa». La produzione industriale di maggio dopo cinque mesi è stata segnalata in territorio negativo (-1,5% nel confronto con aprile) annullando così il balzo, della stessa misura, registrato il mese precedente.
La rilevazione Istat mette così nero su bianco una sensazione presente tra gli analisti e secondo la quale non sarebbe stato automatico tradurre il clima di fiducia di imprese e consumatori, ai massimi, in incremento delle attività.
Pesano sullo stop di maggio le performance negative del comparto energia (-5,2%) ma anche la riduzione della produzione di autovetture (-4,2%) e le persistenti difficoltà del settore tessile (-2,8%). Se poi osserviamo come l’unico settore manifatturiero in territorio positivo è il farmaceutico (+2,4%) verrebbe da pensare che siamo ancora dentro l’economia del lockdown.
Le previsioni restano positive
Fortunatamente non è così: molto conta la stagionalità così come la difficoltà dei consumatori di capire il timing delle infrastrutture per le vetture elettriche ma soprattutto non è immediata la staffetta dei consumi tra manifattura e servizi perché la mobilità ancora a singhiozzo condiziona questi ultimi. In definitiva mentre ci si poteva illudere di avere davanti un percorso lineare la via della ripresa appare oggi con diversi saliscendi. Tutte queste considerazioni non portano però Intesa a cambiare le previsioni sul Pil 2021, sempre considerate al rialzo rispetto al 4,7%. Del resto i risultati della produzione sono stati negativi in quasi tutti i Paesi Ue con la sola eccezione della Spagna ma su Germania e Francia può aver contato, molto più che in Italia, la difficoltà di approvvigionarsi di materie prime e componenti strategiche.
Dov’è la manodopera?
Uscendo dai tabulati Istat è interessante però analizzare due input che arrivano dal Nordest e ci raccontano qualcosa di differente.
Intanto Veneto Lavoro, sempre in anticipo sulle rilevazioni nazionali, segnala come nei primi tre giorni di luglio i licenziamenti siano rimasti in linea con gli anni del pre-pandemia. E sempre restando in zona va segnalata la drastica presa di posizione della neo-presidente di Confindustria Vicenza, Laura Dalla Vecchia. «Lo tsunami di licenziamenti che qualcuno strumentalmente preannunciava non c’è stato – ha dichiarato -. A Vicenza le crisi aziendali si contano sulle dita di una mano e il vero problema, grave e urgente, è esattamente all’opposto: non troviamo più manodopera». Abbiamo, insiste Dalla Vecchia, un portafoglio ordini e una pianificazione della produzione che potrebbe portarci oltre il 5% del Pil, alcuni settori crescono a doppia cifra e alcune aziende attorno al 20%.
E di fronte a questo picco, «non abbiamo non solo le figure specializzate che mancavano prima della pandemia ma anche quelle non specializzate».
Le stesse agenzie interinali sostengono che non hanno mai visto così poche persone proporsi per un lavoro. Sarebbe bello, chiude Dalla Vecchia, che «il ministro del Lavoro e quello dello Sviluppo economico venissero qui a toccare con mano la situazione».
(da agenzie)

argomento: Politica | Commenta »

« Previous Entries
  • Destra di Popolo.net
    Circolo Genovese di Cultura e Politica
    Diretto da Riccardo Fucile
    Scrivici: destradipopolo@gmail.com

  • Categorie

    • 100 giorni (5)
    • Aborto (20)
    • Acca Larentia (2)
    • Alcool (3)
    • Alemanno (150)
    • Alfano (315)
    • Alitalia (123)
    • Ambiente (341)
    • AN (210)
    • Animali (74)
    • Arancioni (2)
    • arte (175)
    • Attentato (329)
    • Auguri (13)
    • Batini (3)
    • Berlusconi (4.297)
    • Bersani (235)
    • Biasotti (12)
    • Boldrini (4)
    • Bossi (1.223)
    • Brambilla (38)
    • Brunetta (83)
    • Burlando (26)
    • Camogli (2)
    • canile (4)
    • Cappello (8)
    • Caprotti (2)
    • Caritas (6)
    • carovita (170)
    • casa (247)
    • Casini (120)
    • Centrodestra in Liguria (35)
    • Chiesa (276)
    • Cina (10)
    • Comune (343)
    • Coop (7)
    • Cossiga (7)
    • Costume (5.592)
    • criminalità (1.404)
    • democratici e progressisti (19)
    • denuncia (14.536)
    • destra (573)
    • destradipopolo (99)
    • Di Pietro (101)
    • Diritti civili (276)
    • don Gallo (9)
    • economia (2.332)
    • elezioni (3.303)
    • emergenza (3.080)
    • Energia (45)
    • Esselunga (2)
    • Esteri (784)
    • Eugenetica (3)
    • Europa (1.314)
    • Fassino (13)
    • federalismo (167)
    • Ferrara (21)
    • Ferretti (6)
    • ferrovie (133)
    • finanziaria (325)
    • Fini (823)
    • fioriere (5)
    • Fitto (27)
    • Fontana di Trevi (1)
    • Formigoni (90)
    • Forza Italia (596)
    • frana (9)
    • Fratelli d'Italia (291)
    • Futuro e Libertà (511)
    • g8 (25)
    • Gelmini (68)
    • Genova (543)
    • Giannino (10)
    • Giustizia (5.796)
    • governo (5.805)
    • Grasso (22)
    • Green Italia (1)
    • Grillo (2.941)
    • Idv (4)
    • Immigrazione (734)
    • indulto (14)
    • inflazione (26)
    • Ingroia (15)
    • Interviste (16)
    • la casta (1.396)
    • La Destra (45)
    • La Sapienza (5)
    • Lavoro (1.316)
    • LegaNord (2.415)
    • Letta Enrico (154)
    • Liberi e Uguali (10)
    • Libia (68)
    • Libri (33)
    • Liguria Futurista (25)
    • mafia (544)
    • manifesto (7)
    • Margherita (16)
    • Maroni (171)
    • Mastella (16)
    • Mattarella (60)
    • Meloni (14)
    • Milano (300)
    • Montezemolo (7)
    • Monti (357)
    • moschea (11)
    • Musso (10)
    • Muti (10)
    • Napoli (319)
    • Napolitano (220)
    • no global (5)
    • notte bianca (3)
    • Nuovo Centrodestra (2)
    • Obama (11)
    • olimpiadi (40)
    • Oliveri (4)
    • Pannella (29)
    • Papa (33)
    • Parlamento (1.428)
    • partito del popolo della libertà (30)
    • Partito Democratico (1.034)
    • PD (1.192)
    • PdL (2.781)
    • pedofilia (25)
    • Pensioni (129)
    • Politica (32.702)
    • polizia (253)
    • Porto (12)
    • povertà (502)
    • Presepe (14)
    • Primarie (149)
    • Prodi (52)
    • Provincia (139)
    • radici e valori (3.690)
    • RAI (359)
    • rapine (37)
    • Razzismo (1.410)
    • Referendum (200)
    • Regione (344)
    • Renzi (1.521)
    • Repetto (46)
    • Rifiuti (84)
    • rom (13)
    • Roma (1.125)
    • Rutelli (9)
    • san gottardo (4)
    • San Martino (3)
    • San Miniato (2)
    • sanità (306)
    • Sarkozy (43)
    • scuola (354)
    • Sestri Levante (2)
    • Sicurezza (454)
    • sindacati (162)
    • Sinistra arcobaleno (11)
    • Soru (4)
    • sprechi (319)
    • Stampa (373)
    • Storace (47)
    • subappalti (31)
    • televisione (244)
    • terremoto (402)
    • thyssenkrupp (3)
    • Tibet (2)
    • tredicesima (3)
    • Turismo (62)
    • Udc (64)
    • Università (128)
    • V-Day (2)
    • Veltroni (30)
    • Vendola (41)
    • Verdi (16)
    • Vincenzi (30)
    • violenza sulle donne (342)
    • Web (1)
    • Zingaretti (10)
    • zingari (14)
  • Archivi

    • Giugno 2025 (573)
    • Maggio 2025 (591)
    • Aprile 2025 (622)
    • Marzo 2025 (561)
    • Febbraio 2025 (352)
    • Gennaio 2025 (640)
    • Dicembre 2024 (607)
    • Novembre 2024 (609)
    • Ottobre 2024 (668)
    • Settembre 2024 (458)
    • Agosto 2024 (618)
    • Luglio 2024 (429)
    • Giugno 2024 (481)
    • Maggio 2024 (633)
    • Aprile 2024 (618)
    • Marzo 2024 (473)
    • Febbraio 2024 (588)
    • Gennaio 2024 (627)
    • Dicembre 2023 (504)
    • Novembre 2023 (435)
    • Ottobre 2023 (604)
    • Settembre 2023 (462)
    • Agosto 2023 (642)
    • Luglio 2023 (605)
    • Giugno 2023 (560)
    • Maggio 2023 (412)
    • Aprile 2023 (567)
    • Marzo 2023 (506)
    • Febbraio 2023 (505)
    • Gennaio 2023 (541)
    • Dicembre 2022 (525)
    • Novembre 2022 (526)
    • Ottobre 2022 (552)
    • Settembre 2022 (584)
    • Agosto 2022 (585)
    • Luglio 2022 (562)
    • Giugno 2022 (521)
    • Maggio 2022 (470)
    • Aprile 2022 (502)
    • Marzo 2022 (542)
    • Febbraio 2022 (494)
    • Gennaio 2022 (510)
    • Dicembre 2021 (488)
    • Novembre 2021 (599)
    • Ottobre 2021 (506)
    • Settembre 2021 (539)
    • Agosto 2021 (423)
    • Luglio 2021 (577)
    • Giugno 2021 (559)
    • Maggio 2021 (556)
    • Aprile 2021 (506)
    • Marzo 2021 (647)
    • Febbraio 2021 (570)
    • Gennaio 2021 (605)
    • Dicembre 2020 (619)
    • Novembre 2020 (575)
    • Ottobre 2020 (639)
    • Settembre 2020 (465)
    • Agosto 2020 (588)
    • Luglio 2020 (597)
    • Giugno 2020 (580)
    • Maggio 2020 (618)
    • Aprile 2020 (643)
    • Marzo 2020 (437)
    • Febbraio 2020 (593)
    • Gennaio 2020 (596)
    • Dicembre 2019 (542)
    • Novembre 2019 (316)
    • Ottobre 2019 (631)
    • Settembre 2019 (617)
    • Agosto 2019 (639)
    • Luglio 2019 (654)
    • Giugno 2019 (598)
    • Maggio 2019 (527)
    • Aprile 2019 (383)
    • Marzo 2019 (562)
    • Febbraio 2019 (598)
    • Gennaio 2019 (641)
    • Dicembre 2018 (623)
    • Novembre 2018 (603)
    • Ottobre 2018 (631)
    • Settembre 2018 (586)
    • Agosto 2018 (362)
    • Luglio 2018 (562)
    • Giugno 2018 (563)
    • Maggio 2018 (634)
    • Aprile 2018 (547)
    • Marzo 2018 (599)
    • Febbraio 2018 (571)
    • Gennaio 2018 (607)
    • Dicembre 2017 (579)
    • Novembre 2017 (634)
    • Ottobre 2017 (579)
    • Settembre 2017 (456)
    • Agosto 2017 (368)
    • Luglio 2017 (450)
    • Giugno 2017 (468)
    • Maggio 2017 (460)
    • Aprile 2017 (439)
    • Marzo 2017 (480)
    • Febbraio 2017 (420)
    • Gennaio 2017 (453)
    • Dicembre 2016 (438)
    • Novembre 2016 (438)
    • Ottobre 2016 (424)
    • Settembre 2016 (367)
    • Agosto 2016 (332)
    • Luglio 2016 (336)
    • Giugno 2016 (358)
    • Maggio 2016 (373)
    • Aprile 2016 (308)
    • Marzo 2016 (369)
    • Febbraio 2016 (335)
    • Gennaio 2016 (404)
    • Dicembre 2015 (412)
    • Novembre 2015 (401)
    • Ottobre 2015 (422)
    • Settembre 2015 (419)
    • Agosto 2015 (416)
    • Luglio 2015 (387)
    • Giugno 2015 (397)
    • Maggio 2015 (402)
    • Aprile 2015 (407)
    • Marzo 2015 (428)
    • Febbraio 2015 (417)
    • Gennaio 2015 (434)
    • Dicembre 2014 (454)
    • Novembre 2014 (437)
    • Ottobre 2014 (440)
    • Settembre 2014 (450)
    • Agosto 2014 (433)
    • Luglio 2014 (437)
    • Giugno 2014 (392)
    • Maggio 2014 (392)
    • Aprile 2014 (389)
    • Marzo 2014 (436)
    • Febbraio 2014 (386)
    • Gennaio 2014 (419)
    • Dicembre 2013 (367)
    • Novembre 2013 (395)
    • Ottobre 2013 (447)
    • Settembre 2013 (433)
    • Agosto 2013 (389)
    • Luglio 2013 (390)
    • Giugno 2013 (425)
    • Maggio 2013 (413)
    • Aprile 2013 (345)
    • Marzo 2013 (372)
    • Febbraio 2013 (293)
    • Gennaio 2013 (361)
    • Dicembre 2012 (364)
    • Novembre 2012 (336)
    • Ottobre 2012 (363)
    • Settembre 2012 (341)
    • Agosto 2012 (238)
    • Luglio 2012 (328)
    • Giugno 2012 (288)
    • Maggio 2012 (258)
    • Aprile 2012 (218)
    • Marzo 2012 (255)
    • Febbraio 2012 (247)
    • Gennaio 2012 (259)
    • Dicembre 2011 (223)
    • Novembre 2011 (267)
    • Ottobre 2011 (283)
    • Settembre 2011 (268)
    • Agosto 2011 (155)
    • Luglio 2011 (210)
    • Giugno 2011 (264)
    • Maggio 2011 (273)
    • Aprile 2011 (248)
    • Marzo 2011 (255)
    • Febbraio 2011 (234)
    • Gennaio 2011 (253)
    • Dicembre 2010 (237)
    • Novembre 2010 (187)
    • Ottobre 2010 (159)
    • Settembre 2010 (148)
    • Agosto 2010 (75)
    • Luglio 2010 (86)
    • Giugno 2010 (76)
    • Maggio 2010 (75)
    • Aprile 2010 (66)
    • Marzo 2010 (79)
    • Febbraio 2010 (73)
    • Gennaio 2010 (74)
    • Dicembre 2009 (74)
    • Novembre 2009 (83)
    • Ottobre 2009 (90)
    • Settembre 2009 (83)
    • Agosto 2009 (56)
    • Luglio 2009 (83)
    • Giugno 2009 (76)
    • Maggio 2009 (72)
    • Aprile 2009 (74)
    • Marzo 2009 (50)
    • Febbraio 2009 (69)
    • Gennaio 2009 (70)
    • Dicembre 2008 (75)
    • Novembre 2008 (77)
    • Ottobre 2008 (67)
    • Settembre 2008 (56)
    • Agosto 2008 (39)
    • Luglio 2008 (50)
    • Giugno 2008 (55)
    • Maggio 2008 (63)
    • Aprile 2008 (50)
    • Marzo 2008 (39)
    • Febbraio 2008 (35)
    • Gennaio 2008 (36)
    • Dicembre 2007 (25)
    • Novembre 2007 (22)
    • Ottobre 2007 (27)
    • Settembre 2007 (23)
  • Luglio 2021
    L M M G V S D
     1234
    567891011
    12131415161718
    19202122232425
    262728293031  
    « Giu   Ago »
  • Leggi gli ultimi articoli inseriti

    • DALLA SICILIA ARRIVA UN GROSSO GUAIO PER GIORGIA MELONI IN UNO DEI FILONI DELL’INCHIESTA CHE HA COINVOLTO IL PRESIDENTE DELL’ARS GAETANO GALVAGNO, PUPILLO DI LA RUSSA, E’ INDAGATA PER CORRUZIONE ANCHE L’ASSESSORA MELONIANA AL TURISMO ELVIRA AMATA
    • AL PONTE SULLO STRETTO DI MESSINA CI CREDE SOLTANTO SALVINI: “POLITICO.EU”, LA TESTATA PIÙ LETTA TRA I PALAZZI BRUSSELLESI, DEDICA UN PERFIDO COMMENTO AL TENTATIVO DEL GOVERNO ITALIANO DI INCLUDERE L’INFRASTRUTTURA “FARAONICA” TRA LE SPESE MILITARI
    • TRUMP VUOLE AGGIUNGERE IL SUO FACCIONE SUL MONTE RUSHMORE, ACCANTO A QUELLI DI GEORGE WASHINGTON, THOMAS JEFFERSON, THEODORE ROOSEVELT E ABRAHAM LINCOLN
    • LE INTERCETTAZIONI AI DETENUTI DEL CARCERE DI PRATO RIVELA IL GIOCO SPORCO DI ALCUNI AGENTI DELLA POLIZIA PENITENZIARIA E IL LORO “LISTINO PREZZI” PER FARE ENTRARE GLI SMARTPHONE IN CARCERE
    • TILMAN FERTITTA, IL MILIARDARIO TEXANO CHE TRUMP HA NOMINATO AMBASCIATORE IN ITALIA, PER L’ESTATE HA SCELTO DI VIVERE…NEL SUO YACHT, AL LARGO DEL PORTO DI CIVITAVECCHIA
    • SERBIA, PROTESTE E SCONTRI: MOSCA TEME DI PERDERE L’ALLEATO VUCIC
  • Commenti recenti

    • Log In

      • Accedi
      • Feed dei contenuti
      • Feed dei commenti
      • WordPress.org
    • Credits: G.I





    Usiamo i cookie anche di terze parti autorizzate. Continuando a navigare su questo sito, acconsenti al loro impiego in conformità alla nostra Cookie Policy.
    PreferenzeCONTINUA
    Manage consent

    Privacy Overview

    This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may affect your browsing experience.
    Necessary
    Sempre abilitato
    Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. These cookies ensure basic functionalities and security features of the website, anonymously.
    CookieDurataDescrizione
    cookielawinfo-checbox-analytics11 monthsThis cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookie is used to store the user consent for the cookies in the category "Analytics".
    cookielawinfo-checbox-functional11 monthsThe cookie is set by GDPR cookie consent to record the user consent for the cookies in the category "Functional".
    cookielawinfo-checbox-others11 monthsThis cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookie is used to store the user consent for the cookies in the category "Other.
    cookielawinfo-checkbox-necessary11 monthsThis cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookies is used to store the user consent for the cookies in the category "Necessary".
    cookielawinfo-checkbox-performance11 monthsThis cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookie is used to store the user consent for the cookies in the category "Performance".
    viewed_cookie_policy11 monthsThe cookie is set by the GDPR Cookie Consent plugin and is used to store whether or not user has consented to the use of cookies. It does not store any personal data.
    Functional
    Functional cookies help to perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collect feedbacks, and other third-party features.
    Performance
    Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.
    Analytics
    Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.
    Advertisement
    Advertisement cookies are used to provide visitors with relevant ads and marketing campaigns. These cookies track visitors across websites and collect information to provide customized ads.
    Others
    Other uncategorized cookies are those that are being analyzed and have not been classified into a category as yet.
    ACCETTA E SALVA