Luglio 17th, 2021 Riccardo Fucile
IL DEPUTATO DI FORZA ITALIA IN CONTRASTO CON I VERTICI DEL SUO PARTITO: “CON IL VOTO SEGRETO IL DDL ZAN PASSA, DIVERSI SENATORI DI FORZA ITALIA, LEGA E CAMBIAMO VOTERANNO A FAVORE NEL SEGRETO DELL’URNA”
Elio Vito è in Forza Italia dal 1994. Napoletano, deputato dal ’92, quando entra in parlamento con i Radicali, dal 2008 al 2011 è stato anche ministro per i rapporti con il Parlamento nel quarto governo Berlusconi.
Con gli azzurri condivideva gli ideali europeisti e liberali messi in crisi recentemente dalle ultime scelte, sempre più appiattite sul modello leghista. In questi giorni, nei quali si discute sull’approvazione del ddl Zan, lui che ne ha votato la versione arrivata al Senato è più che mai in contrasto con i vertici del suo partito e con svariati suoi colleghi.
A chi è capitato di seguire la discussione a Palazzo Madama, è sembrato che quanto viene detto lì dentro abbia come presupposto l’idea che le persone siano facilmente manipolabili. Ma in realtà il testo parla, e parla chiaro. Ci sono concetti tirati fuori dai suoi colleghi che sono del tutto decontestualizzati…
Io sono convinto che gli argomenti che i sovranisti stanno utilizzando siano “grotteschi” per non dire altro, e finiscono per essere controproducenti per chi li promuove. Si coprono di ridicolo con cose che non hanno nulla a che vedere con la legge, come l’utero in affitto, lo smalto per gli uomini. Questo testimonia la grande difficoltà che hanno ad entrare nel merito. Perché nel merito è difficile opporsi a quei contenuti, che sono già presenti in risoluzioni del Parlamento europeo e che la destra ha anche votato. Ma se sui contenuti c’è poco da dire, allora votiamolo.
Secondo lei perché c’è questa difficoltà a prendere di petto il testo?
Perché purtroppo la politica in questi ultimi anni è diventata questo, una cosa che prescinde dal merito e dai contenuti e serve solo ad aizzare le tifoserie. Segue gli orientamenti dei like e dei follower, a me piace confrontarmi con chi la pensa diversamente da me.
Non a caso lei è diventato una vera star di Twitter, dove risponde praticamente a chiunque fornendo spiegazioni precise sulla legge
Quello che mi piace è poter interloquire con persone che non conosco. Con gli sconosciuti di cui ci insegnano a diffidare. Ogni tanto ci metto un po’ di ironia, ma quello è il mio carattere. Penso sia meglio parlare con chi non si conosce, piuttosto che con i colleghi. Cerco di uscire dalla mia bolla, mi seguono persone di sinistra, grillini. Credo che metaforicamente è quello che dovrebbe fare la politica, non parlare solo con i propri seguaci, seguire l’orientamento del proprio elettorato. Una logica che potrebbe essere utile a Forza Italia, allargare invece di chiudersi.
Queste idee la fanno sentire solo all’interno del suo partito? Che rapporti ha con i colleghi?
Io con i colleghi ho buoni rapporti, non credo di essere solo nell’elettorato di Forza Italia. Diversi sondaggi testimoniano che almeno la metà degli elettori è favorevole al Ddl Zan, questa metà deve pur avere una rappresentanza in Parlamento. Con i dirigenti sono in aperto dissenso, hanno schierato il partito in questi anni su posizioni che non appartengono alla nostra tradizione liberale ed europeista. Inutile fare richiami all’Europa se poi sei con Orban e non con la Von Der Leyen. Ed è un problema in cui ci hanno portato i vertici.
Ha detto più volte di non voler lasciare Forza Italia. Neanche se entrasse nella cosiddetta “federazione” con Lega e Fratelli d’Italia?
No, perché credo in un’altra proposta che ho fatto per il centrodestra: dovremmo dar vita a un “polo riformatore” che tenga dentro le forze riformatrici, liberali, che sostengono il governo Draghi, come Toti, Calenda, Renzi. Così non saremmo subalterni alla Lega, ma avremmo un ruolo più centrale. Ci saremmo risparmiati di dover rinunciare alla nostra identità. Come facciamo a federarci con chi sottoscrive una “carta dei valori” con Orban e Le Pen? I vertici del partito hanno fatto la scelta più comoda.
Che però per Forza Italia si è rivelata controproducente
Abbiamo perso il nostro elettorato, perché la brutta copia nessuno la vota se c’è l’originale.
E allora cosa la lega ancora a Forza Italia?
I valori. Io sono rimasto coerente con i valori di Forza Italia, sono i vertici che li hanno traditi.
Una domanda secca. Secondo lei i diritti sono una cosa di sinistra?
No.
E perché sembra sia così?
È la destra in Italia che si è caratterizzata così. Il matrimonio egualitario in Inghilterra è stato introdotto dai conservatori. Una legge simile al ddl Zan, in Francia, è stato votato dai conservatori.
Ma come è possibile che Berlusconi sia il primo a parlare di maternità surrogata e famiglia tradizionale in un discorso che non c’entra nulla?
Sono argomenti ridicoli. Li usano perché credono di racimolare più consenso in questo modo, ma non è così.
Lei stamattina rilanciava la proposta di Barbara Masini, senatrice di Forza Italia pro ddl Zan: abolire gli articoli 1 e 4 della legge, e rimuovere dall’articolo 7 il riferimento alle scuole elementari facendo partire la sensibilizzazione dalle medie.
Io ho votato il testo alla Camera, e Barbara dice che il testo lo voterebbe al Senato. Ma se proprio c’è da modificarlo, noi abbiamo fatto le nostre proposte, per non essere succubi di quelle della Lega e Italia Viva che eliminerebbero l’identità di genere, escludendo un sacco di persone dalle tutele della legge. Noi vorremmo togliere l’articolo 1, perché contiene tutte definizioni già acquisite nel nostro ordinamento. Togliamo un alibi ai detrattori della legge e li mettiamo alla prova del voto. Per quanto riguarda l’articolo 4, Mariastella Gelmini disse a Zan che se non ci fosse stato Forza Italia avrebbe votato la legge. Preciso che si tratta solo di una giornata di sensibilizzazione, non c’è nessun “indottrinamento gender”. La giornata contro l’omotransfobia c’è in tutto il mondo, se ritengono che sia prematuramente affrontato la togliamo dalle elementari la mettiamo alle medie. È una mediazione accettabile e ragionevole, anche Zan la pensa così.
Però siamo d’accordo che entrare nelle scuole con certi temi sia una cosa importante?
Per me è più importante delle pene. La fase di cultura e prevenzione tra i giovanissimi, dove iniziano le discriminazioni, ha più rilievo della punizione.
Non rischiate di offrire la testa a Lega e Italia Viva con queste concessioni?
Sì, ma noi facciamo politica, non possiamo nemmeno rischiare di seguire Letta e far saltare la legge. Per evitare che passassero modifiche peggiori, dovevamo fare una proposta anche noi.
Secondo lei il testo così com’è passa a scrutinio segreto?
Sì, col voto segreto passa. Dentro Forza Italia, dentro la Lega, nel partito di Toti, ci sono persone che lo voterebbero. Ci metterei la mano sul fuoco.
(da agenzie)
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Luglio 17th, 2021 Riccardo Fucile
NON PUO’ ESISTERE (E RESISTERE) UN’ALLENZA INNATURALE TRA SOVRANISTI E LIBERALI: E’ UNA TRUFFA
11 novembre 2011. Governo Monti. Sono esattamente dieci anni che il centrodestra
non esiste più. Sono esattamente dieci anni che i partiti del centrodestra truffano i propri elettori spacciando un semplice cartello elettorale senza capo né coda per una solida alleanza politica. Sono dieci anni che Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia fanno di tutto tranne che governare insieme…
Tutti fanno finta di non saperlo, di non vedere, di non capire in un vortice propagandistico fatto di ipocrisia e menzogna. Un buco nero di nulla assoluto.
Questa è la realtà dell’attuale centrodestra. Mette insieme ciò che in qualsiasi paese minimamente normale insieme non può proprio stare: estremismo con moderatismo; sovranismo con europeismo; oscurantismo con liberalismo.
Tutto questo per un gioco di puro potere e di bassissimo cabotaggio.
Certo, ogni tanto, si sa, i nodi vengono al pettine. Ovviamente non per motivazioni di merito (no, per quelle non succede mai nulla di serio) ma per piccole scaramucce infantili.
Basta aver visto la lite milanese tra Ignazio La Russa e Licia Ronzulli. Oggetto del contendere? Una poltrona in prima fila. Una poltrona, appunto.
Come quella nel Cda della Rai, dalla quale i due partiti governativi (Lega e Forza Italia) hanno cacciato l’uomo dell’opposizione dura e pura (Fratelli d’Italia).
Come quella della presidenza del Comitato per la sicurezza che Lega e Fratelli d’Italia si sono contesi come due cani con un osso da spolpare.
Il vizio di tenere insieme ciò che insieme non può stare lo si ritrova anche dentro i partiti. Quotidianamente.
Tutti sanno che la Lega di Giorgetti e quella di Salvini sono in realtà incompatibili, ma tutti fanno finta di niente. E così può succedere che, all’apice della truffa politica, lo stesso partito possa firmare un manifesto illiberale e anti-europeo e poi stare contemporaneamente nel governo più liberale ed europeo della storia d’Italia. Se non è truffa questa…
E la frode si fa ancora più evidente anche quando si tratta di provare a governare le grandi città italiane. Non c’è, infatti, altra spiegazione all’endemica carenza di classe dirigente e all’incapacità politica di prendersi vere responsabilità.
E allora la verità è sempre la stessa: il centrodestra per come cercano di raccontarcelo non esiste. Anzi, di più: semplicemente, non può esistere. Perché non può esistere (e resistere) un’alleanza innaturale e impolitica tra sovranisti e liberali.
È per questo che, se davvero vogliamo in Italia una destra liberale ed europea, se davvero vogliamo che una politica autenticamente patriottica, capace di disegnare e costruire un futuro per
l’Italia investendo e innovando possa dire la propria, allora dobbiamo dire basta. Dobbiamo combattere ogni tentativo di tenere insieme i pezzi di un’alleanza senza alcun senso politico, senza nessun legame se non quello di difendere burocrazie partitiche familistiche e autoreferenziali.
Sì, è vero e bisogna dirlo con molta chiarezza: questo centrodestra non esiste. Ma, se esistesse, bisognerebbe comunque fare in modo che non esista più. Perché con un centrodestra a trazione estremista, con questo centrodestra della truffa, l’Italia ha solo da perdere.
Filippo Rossi
(da Huffingtonpost)
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Luglio 17th, 2021 Riccardo Fucile
SEGNALI BELLICOSI A DRAGHI SU PRESCRIZIONE E REDDITO DI CITTADINANZA
“Il M5s riparte con nuovo slancio. Sono stati mesi difficili, abbiamo superato momenti di stanchezza. Possiamo ripartire con il vento delle battaglie che verranno. A partire da oggi potete leggere lo statuto, dopo 15 giorni ci sarà la votazione. Un nuovo corso Giuseppe Conte appare sui canali social per annunciare l’arrivo del nuovo statuto del Movimento 5 stelle. In maniche di camicia, l’ex premier spiega che la compagine deve “ritrovare nuova linfa ”.
“Anche il Movimento è cambiato nel tempo ma mantenendo il suo tratto distintivo cioè mettere al centro sempre e soltanto gli interesse di voi cittadini”, ha continuato. Un riferimento poi alle riforme, quella della giustizia in primis, sulle quali manda segnali bellicosi al governo: “Ci sono degli “impegni che abbiamo mantenuto con le riforme realizzate, che oggi non possiamo accettare che vengano cancellate”. Sulla prescrizione dice: “Vogliamo processi veloci, ma non impunità”. E ancora: “Siamo quelli della legge spazzacorrotti”, del “superbonus” e del “reddito di cittadinanza, che qualcuno vorrebbe smantellare per interessi di bottega. Piuttosto rinnoviamolo nella parte delle politiche attive”.
Lo statuto e la carta dei valori saranno disponibili sul sito da oggi, tra 15 giorni saranno messi ai voti.
L’ex premier vedrà Mario Draghi domani alle 11. La riunione, secondo quanto si apprende da fonti di Governo, rientra nel ciclo di incontri che il Presidente del Consiglio ha avviato la settimana scorsa con i leader dei partiti politici della maggioranza, tra cui Letta, Tajani e Salvini.
A sostegno di Conte, poche ore prima della presentazione del “nuovo corso” M5s, era intervenuto Luigi Di Maio: “Credo di avere dimostrato in questi ultimi 10 giorni che credo nella mediazione e nel trovare sempre un’intesa, e su questo Giuseppe Conte ha tutto il mio sostegno perché è sempre stato un uomo di mediazione che ha lavorato per un’intesa non al ribasso ma sempre al rialzo che potesse aiutare i cittadini a migliorare la loro qualità della vita. Sono stato con lui in due governi e adesso sono contento e sto sostenendo questo nuovo corso”.
(da agenzie)
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Luglio 17th, 2021 Riccardo Fucile
“SAPEVA DI NON AVERE I VOTI PER ROSSI CHE IN TRE ANNI HA LOTTIZZATO VOTANDO SEMPRE CON LA MAGGIORANZA”
Onorevole Anzaldi, la leader Fdi Giorgia Meloni continua a tirare in ballo il
presidente Mattarella dopo che il candidato Fdi per il Cda Rai è rimasto fuori. È tollerabile?
“Sulla Rai Giorgia Meloni ha subito la sua prima pesante sconfitta politica, per propria responsabilità: ha sbagliato tutto e come le ha spiegato un uomo di destra come Storace non ha capito che il profilo dei consiglieri Rai deve essere innanzitutto professionalmente ineccepibile, come prevede la legge. Meloni sapeva che non avrebbe avuto i voti per Rossi, che in questi tre anni ha lottizzato insieme ai vertici gialloverdi votando sempre con la maggioranza portando la Rai al livello più basso della sua storia, ma invece di cercare accordi con gli altri partiti ha avuto la pretesa che gli altri votassero a scatola chiusa il suo candidato. Invece di fare politica, ha preferito la propaganda. E ora prova a nascondere il suo fallimento tirando indebitamente in causa il presidente Mattarella”.
Crede che senza un rappresentante Fdi questo Cda parta male?
“La nuova Rai parte bene perché il presidente Draghi ha indicato come Ad e Presidente due tecnici di comprovata professionalità e indipendenza. Vedremo alla prova dei fatti, a partire dalle nomine dei direttori. Ora la Rai ha bisogno di direttori di garanzia, inattaccabili, davvero indipendenti e deontologicamente seri. Sarebbe impensabile se la nuova Rai desse incarichi o mantenesse nei ruoli di direzione chi ha causato alla Rai la multa milionaria e senza precedenti dell’Agcom per violazione del pluralismo, o chi è stato nominato e premiato dalla pessima Rai gialloverde. Ho sempre detto che la Rai dovesse privilegiare soluzioni interne, ma a questo punto, dopo le macerie di credibilità lasciate dagli attuali direttori, credo sia il caso di guardare anche fuori dall’azienda cercando i migliori, come è stato fatto in passato”.
Con direttori esterni non si rischia di aumentare i costi?
“Per ridurre le spese e gli sprechi la Rai ha una via maestra, che Fuortes a questo punto ha il dovere di percorrere: dare finalmente attuazione al Piano Newsroom di Gubitosi che a regime farebbe risparmiare 70 milioni di euro all’anno con la newsroom unica. Stop spartizione, stop moltiplicazione di poltrone e microfoni, la Rai proiettata verso gli standard della Bbc. Dai 6-7 direttori e dalle dozzine di vicedirettori di oggi si passerebbe in un primo momento a 2 direttori, poi a un solo direttore e pochi vicedirettori. Così si eliminerebbe la lottizzazione politica, eliminando il proliferare di poltrone. Mi auguro che su questo i nuovi vertici indicati da Draghi accelerino”.
(da agenzie)
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Luglio 17th, 2021 Riccardo Fucile
DUE GALLI CODANNATI A CANTARE NELLO STESSO POLLAIO
Nel Centrodestra manca solo che vengano alle mani, come ieri s’è sfiorato alla presentazione del candidato sindaco di Milano Luca Bernardo, parente acquisito dell’altro sconosciuto Enrico Michetti lanciato a Roma.
Giorgia e Matteo, che ci hanno fatto credere per anni di essersi tanto amati, hanno gettato la maschera.
Il primo è convinto di poter fare il premier al prossimo giro, e per arrivarci s’è dovuto ripulire l’immagine sostenendo Draghi e accreditandosi con i poteri forti e l’Europa.
La seconda, invece, dall’opposizione acchiappa simpatie a strafottere, che però fino al giorno delle urne non contano niente.
Un tempo che senza potere può essere fatale, soprattutto se la legislatura arriverà al 2023. Di qui la trincea di Fratelli d’Italia su ogni poltrona, con gli ultimi casi assai rumorosi al Copasir e alla Rai.
Ma questo Centrodestra può rompersi davvero? La risposta è no, anche se la tensione aumenterà ancora, con vette inesplorate al momento di stringere sulla presidenza della Repubblica, per non parlare di quando il cuscinetto assicurato finora da Berlusconi sparirà.
Dopo essersele date come alla guerra dei Roses, se pure il Carroccio cambiasse cavallo, passando la segreteria allo Zaia o al Giorgetti di turno, il sovranismo all’italiana resterà comunque a due punte: quella regionalista e populista del Nord da una parte e quella statalista e storica dall’altra.
E con due galli a cantare nello stesso pollaio
(da La Notizia)
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Luglio 17th, 2021 Riccardo Fucile
“INSIEME CI PRENDIAMO CURA DI TREVIGLIO” DIVENTA “INSIEME CI PRENDIAMO CURA DI MILANO”
Fa discutere lo slogan scelto Luca Bernardo per la sua campagna elettorale come
candidato sindaco di Milano del centrodestra.
Sotto il logo con l’immagine stilizzata del Duomo multicolore campeggia la scritta “Insieme ci prendiamo cura di Milano”. Stesso slogan di quello già presentato a Treviglio da Matilde Tura, che recita: “Prendiamoci cura di Treviglio”.
Scelto a giugno dalla candidata sindaco del centrosinistra, che è scesa in campo nel comune della Bergamasca, che è stato finora il primo e unico laboratorio dell’alleanza tra Pd e Movimento Cinque stelle in Lombardia.
“Gli echi della campagna elettorale trevigliese risuonano fino in quel di Milano con il candidato sindaco del centrodestra che ci ha bellamente scopiazzato lo slogan – ha scritto sul suo profilo social Matilde Tura, che, tra l’altro, è la compagna di Alessandro Sorte, ex assessore regionale di Forza Italia, eletto parlamentare e poi passato nelle file di Cambiamo di Giovanni Toti.
Un post con un commento caustico messo tra parentesi che suona come uno sfottò al direttore del Dipartimento di Pediatria dell’ospedale Fatebenefratelli di Milano.
Quando Tura scrive: “Già meglio di chi scopiazza pezzi del programma…..” seguito da due hastag: #prendiamocicuradiMilano e #prendiamocicuradiTreviglio.
Con le fotografie della candidata sindaca del centrosinistra con Beppe Sala e quelle della presentazione della sua candidatura a giugno. Nelle quali si vede bene il suo slogan.
E ora qualcuno ironizza maliziosamente: che a Bernardo lo abbia suggerito il compagno di Tura?
(da agenzie)
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Luglio 17th, 2021 Riccardo Fucile
FACESSERO TUTTI COSI (A COMINCIARE DAI NOSTRI CALCIATORI)
Non bastasse il timore per il Covid, c’è anche un caso di razzismo a gettare benzina sul fuoco in vista delle imminente Olimpiadi di Tokyo 2020, in programma dal prossimo 23 luglio.
Durante un’amichevole tra Germania e Honduras, infatti, la formazione tedesca ha abbandonato il campo dopo ripetuti insulti discriminatori verso il calciatore Jordan Torunarigha.
L’episodio è avvenuto all’85’: “La partita è terminata 5 minuti prima della fine, sul punteggio di 1-1. I giocatori tedeschi hanno lasciato il campo dopo che Jordan Torunarigha è stato vittima di commenti razzisti”, ha twittato la Federazione tedesca. “Quando uno dei nostri giocatori è vittima di razzismo, non giocare è la nostra scelta”, ha aggiunto l’allenatore della squadra tedesca Stefan Kuntz.
La federazione honduregna ha invece minimizzato sull’accaduto: “Si è trattato di un malinteso sul campo”. Il caso intanto è esploso.
Dal canto suo Torunarigha aveva già denunciato, nel febbraio 2020, le grida di scimmia emesse sugli spalti dai tifosi dello Schalke 04 durante una partita di Coppa di Germania con il suo club, l’Hertha Berlino.
(da agenzie)
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Luglio 17th, 2021 Riccardo Fucile
IL 56% DEGLI INDIGENTI NON HA ALCUN AIUTO E I PRECARI SONO IN CRESCITA
Da una parte la proliferazione di contratti precari dall’altra l’allargamento della
fascia di povertà contrastata a fatica persino dal Reddito di cittadinanza.
Che in Italia la flessibilità abbia prodotto una precarietà eccessiva e il trend continui anche in questa fase di ripresa ce lo spiega l’Inapp.
L’Istituto per l’analisi sulle politiche pubbliche, che ieri ha presentato il suo rapporto annuale, ha rilevato che tra il 2008 e il 2019 i contratti a termine sono cresciuti del 36,3% ma l’occupazione è aumentata solo dell’1,4%.
L’incidenza del lavoro a termine sull’occupazione dipendente – ha spiegato il presidente, Sebastiano Fadda, è passata dal 13,2% del 2008 al 16,9% del 2019. Il Rapporto punta il dito contro le imprese che continuano a scommettere sul lavoro precario. E rileva che il blocco dei licenziamenti nel pieno della pandemia ha tutelato i lavoratori più vulnerabili. La flessibilità nel nostro Paese si traduce così in una sempre maggiore precarietà laddove sono sempre i contratti a termine, part time e di somministrazione a essere scelti dalle aziende.
Nel trimestre marzo-maggio 2021 gli occupati precari sono saliti di 188mila unità mentre gli stabili sono diminuiti di 70mila unità. Le imprese – afferma il Rapporto – “sembrano non scommettere con convinzione sulla ripartenza dopo la crisi imposta dalla pandemia, dove solo il blocco dei licenziamenti ha tutelato di fatto i lavoratori più fragili”. Lo stanziamento dedicato – nel 2020 oltre 8 miliardi di euro – alla misura del Reddito di cittadinanza è notevole, dice invece un rapporto della Caritas, sia se paragonato a quello degli altri Stati europei che rispetto alla precedente prestazione, il Reddito d’Inclusione.
La misura ha protetto una rilevante fascia della popolazione dalle conseguenze economiche della pandemia e permette al 57% dei nuclei che lo ricevono, soprattutto famiglie composte da una o due persone, di superare la soglia di povertà.
Nonostante questo lo strumento andrebbe perfezionato. Dal Rapporto emerge che solo il 44% dei nuclei poveri fruisce della misura e il 56% – ovviamente – no.
Inoltre, i dati disponibili ci dicono che oltre un terzo dei beneficiari del RdC non è povero (i cosiddetti falsi positivi).
Questo deve spingere a riformare e rafforzare la misura non certo a cancellarla
A confermarlo è il ministro del Lavoro. “Il reddito di cittadinanza è oggetto di critiche, osservazioni, in molti casi strumentali – ha spiegato Andrea Orlando – E’ stato uno strumento utile per gestire la pandemia garantendo al meglio la coesione sociale. Certo è uno strumento migliorabile, vi sono delle storture che devono essere aggiustate, ma con il fine di rafforzare la misura, per farle centrare meglio l’obiettivo che le è assegnato”. Se noi decidessimo domattina di abolirlo – ha concluso il ministro -“torneremmo a essere tra i pochi paesi che non dispongono di uno strumento di contrasto alla povertà”.
(da La Notizia)
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Luglio 17th, 2021 Riccardo Fucile
L’AVV. PAGANO, ESPERTA DI SOVRAINDEBITAMENTO: “LE ASTE DELLE CASE PIGNORATE SONO RIPARTITE ALLA GRANDE”
“All’epoca degli influencer e di Instagram molti italiani vivono al di sopra delle
proprie possibilità e pur di andare in vacanza contraggono debiti”.
A spiegarlo ad HuffPost è l’avvocato Monica Pagano, che ha tracciato il quadro della situazione dell’indebitamento delle famiglie nella seconda estate dopo l’avvento del Covid. “Il debito medio di un italiano si aggira attorno ai 100.000 euro e arriva fino ai 210.000 se a contrarlo è un’impresa”. I dati Cerved suggeriscono una ulteriore riflessione: “In questa fase di ripresa grazie alla campagna vaccinale, i consumi sì riprenderanno, ma non saranno poche le persone che pur di fare shopping chiederanno aiuto alle società finanziarie”. Il problema di fondo? “Una profonda lacuna di cultura finanziaria”, che porta a non saper gestire entrate e uscite, arrivando a farsi pignorare la casa.
Avvocato, le casse delle famiglie italiane languono, lei sostiene che i numeri siano ‘tremendi’. Può aiutarci a capire meglio la situazione?
Uso un dato: le case pignorate, cioè quelle che poi vengono vendute all’asta per sanare i debiti. Con il Covid sono scese a circa 110.000 i lotti di aste, ma solo perché in fase di pandemia sono stati sospesi i pignoramenti delle prime case, sennò sarebbero il doppio. Dal primo di luglio 2021, però, sono riprese, quindi sono circa 250.000 i lotti in asta.
Quali tipi di famiglie sono maggiormente in difficoltà, lavoratori dipendenti, partite Iva, imprenditori? Chi è a perdere la casa?
Il dipendente medio in proporzione si indebita leggermente di meno, o meglio, si indebita per importi minori, perché esso, a meno che non intervengano problematiche come il licenziamento, non si trova in situazioni di sovraindebitamento perché se è vero che contrae qualche indebitamento chirografario, magari per comprare la tv, è altrettanto vero che non arriva a debiti importanti, come invece accade alle partite Iva. Basti pensare che tra i clienti che difendo ci sono anche agenti di commercio e liberi professionisti, nonché avvocati e commercialisti.
Intende dire che spesso anche avvocati e commercialisti non sanno fare di conto? In teoria dovrebbero sapere come non indebitarsi e invece a volte non è così. Cosa spinge le persone a indebitarsi?
Nella nostra società molte persone tendono a vivere al di sopra delle proprie possibilità. Secondo me in realtà le motivazioni sono tante e molte sono ataviche. Viviamo in una società consumistica che ci bombarda quotidianamente con pubblicità, con l’idea che io possa ottenere quel bene, che basti un piccolo finanziamento e che possa persino restituirlo.
Il passo più lungo della gamba…
Io incontro ogni giorno persone di tutti i tipi: c’è chi ha studiato, chi no, rientrano nel calderone anche persone di buona famiglia. Secondo me la causa è da ricercare nell’inesistenza di una cultura nel nostro Paese, nonostante la sua utilità è tale da dover essere spiegata fin dalle elementari. Il valore del denaro, il flusso, le entrate, le uscite che devono essere proporzionate. A volte trovo imprenditori che hanno aziende con fatturati milionari che però non hanno alcuna conoscenza di come gestire il proprio patrimonio, ed è assurdo.
Magari si fidano di professionisti, come consulenti finanziari, commercialisti, ecc…
Va benissimo, ma fare impresa non vuol dire delegare tutto e non avere sotto controllo ciò che accade. Proprio nei giorni scorsi ho incontrato un imprenditore che si è ritrovato con un monte debitorio di un milione di euro perché nell’ultimo anno e mezzo il commercialista insieme a un altro socio hanno prelevato dal conto questi soldi. Lui mi dice ’Sì, ero io l’amministratore, ma mi occupavo della parte produttiva, non ho mai guardato i conti”, questo ovviamente è sbagliato.
Si può fare un altro esempio che dimostri quanto il livello di istruzione finanziaria sia basso?
Noi siamo in un momento storico in cui i social vanno fortissimo, li guardano tutti, ecc., ed io sono la prima che apprezza personaggi come Chiara Ferragni. A me lei non dispiace assolutamente, ma il problema è che se io adolescente, io ventenne, io trentenne guardo la Ferragni e dico ‘Guarda che bella casa, che bella macchina, che bella vita’, ma non ho una base solida di educazione, di principi, di educazione finanziaria, mi monterà un’invidia verso la persona, vorrò ottenere le cose che quella persona ha e magari andrò a chiedere un finanziamento per comprarmi una macchinetta del caffè da 500 euro brandizzata. Diciamo che la maggior parte delle persone in Italia ha comunque smartphone, accessori costosi e altro al di sopra delle proprie possibilità perché apparire e possedere sono le uniche priorità.
Quindi valori e principi di una famiglia sono legati alla propensione al debito?
Guardi, io tra un po’ scriverò un libro su ciò che accade ogni giorno davanti ai miei occhi. Pensi che qualche giorno fa è venuto da me in studio un ragazzo di Firenze con il padre. In appuntamento ha parlato solo il ragazzo, il papà, ex militare, è rimasto in silenzio. Il giovane mi ha raccontato di avere 300.000 euro di debiti. Tutto era nato da una cifra, 150.000 euro, che il padre gli aveva dato per aprire l’officina meccanica. Lui li ha sperperati in altro e il genitore ha contratto un finanziamento di altri 150.000 per aprire davvero l’attività. Mi domando come sia possibile che un padre, peraltro ex maresciallo dell’Arma, possa aver dato quella cifra così consistente a un figlio senza sapere come fosse il figlio. Se arriva a 25 anni che è uno scapestrato, non dovrei dargli i soldi che mi chiede, ma aiutarlo in altro modo. Valori e principi e propensione al debito sono temi strettamente connessi.
In questa fase di ripartenza, incrociando le dita su varianti e vaccino, queste persone tanto indebitate vanno in vacanza?
Ma certo e fanno finanziamenti per le vacanze. Ovviamente non è così comune come comportamento, ma ci sono. Quando arrivano da me clienti ai quali chiedo ‘Scusi, se aveva questa esposizione, perché va in vacanza?’ Loro mi rispondono ‘E come faccio, mica posso rinunciare ad andare al mare?’.
Però i dati di Bankitalia parlano di un risparmio delle famiglie italiane molto aumentato con lo stop ai consumi dato dalla pandemia. Come se lo spiega, c’è una sperequazione?
C’è un grosso divario. C’è l’italiano impiegato pubblico, come mia mamma, che per ragioni di salute una settimana al mese sta a casa. Lei, ovviamente, percepisce comunque lo stipendio anche se non va a lavorare. Lo stesso vale nel periodo di lockdown e chiusure per il Covid: niente ristoranti, niente vacanze, il risparmio è aumentato. Per un imprenditore o un libero professionista è diverso il discorso, chiaramente: se non lavora, non guadagna e il debito aumenta. L’imprenditore nel nostro Paese mediamente deve lavorare venti ore al giorno per pagare tutte le spese e gli stipendi e si porta a casa attorno a 2.500 euro al mese.
A proposito delle società finanziarie che erogano i prestiti, cosa possiamo dire? Li erogano ai soggetti giusti, oppure c’è dell’azzardo?
C’è un vero e proprio abuso del credito chirografario (garantito solo dalla firma del richiedente, ndr). Nella procedura di sovraindebitamento, che è quella che serve per cancellare il debito, ci sono una serie di requisiti per accedervi, tra cui la meritevolezza del debitore.
Cosa vuol dire?
Se io mi sono indebitato per andare in vacanza, non posso chiedere al tribunale di esdebitarmi. Viceversa, se è un indebitamento incolpevole, ci posso provare. Il più delle volte quando si va a fare il controllo per preparare l’azione legale, si vede che magari con uno stipendio di 1.500 euro ci sono stati erogati con le finanziarie cifre molto più alte e questa è una anomalia. Tuttavia, con l’ultima legge sul sovraindebitamento è stata inserita la regola dell’abuso del credito, ovvero che quando è la finanziaria che ha abusato erogando troppo credito, non fa venir meno la meritevolezza del cliente.
Ma che interesse ha la finanziaria a erogare un finanziamento che poi non riavrà?
Non so dare una risposta precisa. Me lo chiedo spesso anche io. Resta comunque una norma non chiara e non trasparente.
C’è un consiglio che vuole dare ai lettori per evitare di indebitarsi?
Essere preventivi. Il cliente medio viene da me già con i debiti, con la casa pignorata. Perché non venire prima? Le leggi non sono retroattive, quindi è bene far valutare la propria posizione con anticipo.
(da Huffingtinpost)
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