Luglio 19th, 2021 Riccardo Fucile FDI 20,5% (-0,3%), LEGA 20,1% (-0,1%), PD 19,1% (+0,2%), M5S 15,2% (+0,8%), FORZA ITALIA 6,5% (-0,3%) , AZIONE 4,1% (+0,2%), LEU 2,6%, ITALIA VIVA 2,5%, SINISTRA 2,4%, VERDI 1,8%, + EUROPA 1,8%
Il sondaggio settimanale di Swg per La 7 vede una principale novità: il calo del
centrodestra di uno 0,7% e una risalita di Pd e M5s pari allo 0,9% complessivamente.
Nel dettaglio si ferma l’ascesa del partito della Meloni che perde lo 0,3% e si attesta al 20,5%. Non ne beneficia la Lega che perde un altro 0,1% e si ferma al 20,1%.
Anche Forza Italia perde un altro 0,3% e raggiunge il 6,5%.
Il Pd guadagna due decimali e si rafforza come terzo partito al 19,1%. La novità è l’aumento dello 0,8% del M5s che dopo settimane difficili risale almeno al 15,2%.
Tra i partiti minori Azione sfonda quota 4% aumentando dello 0,2%.
Tra i partiti di area progressista Art 1 Mdp è al 2,6%, Sinistra al 2,4%, Verdi all’1,8%.
Italia Viva recupera un paio di decimali e raggiunge quota 2,5%
Riassumendo per blocchi: Centrodestra 47%, Centrosinistra + M5s 40,5%. Centro (Calenda, Renzi e + Europa) 8,5%
(da agenzie)
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Luglio 19th, 2021 Riccardo Fucile STACCATI PARAGONE CON IL 10% E BIANCA TEDONE (POTERE AL POPOLO) CON IL 6%
Manca meno di tre mesi alle votazioni per eleggere il nuovo sindaco di Milano. Dal sondaggio realizzato dall’Istituto Demopolis per Milano Today, emerge che la partita fra i candidati sembra essere ancora aperta.
Il sindaco uscente Beppe Sala (centrosinistra) otterrebbe la fiducia del 45% dei milanesi, mentre per il suo competitor di centrodestra, il medico Luca Bernardo, la percentuale è del 40%.
Più basse, invece, le percentuali per Gianluigi Paragone (ItalExit) e Bianca Tedone (Potere al Popolo), supportati rispettivamente dal 10% e 6% dei milanesi.
Stando al sondaggio, la partita elettorale si giocherà tra il sindaco Sala e Luca Bernardo , che dovrebbero vedersela al ballottaggio per giocarsi la poltrona di primo cittadino.
«Gli umori e la motivazione al voto dei cittadini, così come la campagna elettorale per la conquista degli indecisi – afferma il direttore di Demopolis, Pietro Vento – incideranno sull’esito del voto a ottobre».
Inoltre, il sondaggio del Demopolis riguarda anche la priorità d’azione della prossima amministrazione: il 68% dei cittadini ha indicato l’attenzione alle periferie, oltre ad una maggiore sicurezza urbana e al traffico. A seguire, la qualità dell’aria e i servizi sociali e sanitari.
(da agenzie)
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Luglio 19th, 2021 Riccardo Fucile LEGA ISOLATA DOPO LE ULTIME CAZZATE SPARATE, PREVALE LA CONVIZIONE CHE ESTENDERE IL GREEN PASS SERVE PER APRIRE E SCONGIURARE NUOVE CHIUSURE
Cinque giorni per mettere in campo la strategia contro la variante Delta, ma nella
maggioranza di governo è scontro. Con Salvini che posiziona la Lega di traverso all’estensione del green pass per l’accesso a bar, ristoranti, discoteche, palestre, bus. Isolata però non solo da Pd, Leu e Italia Viva, ma anche dagli alleati di centrodestra Forza Italia e “Coraggio Italia”, che raccolgono gli umori di commercianti ed esercenti: meglio qualche limitazione allo spettro di un nuovo lockdown in autunno, quando il meteo impedirà di usare i dehors.
Proprio mentre Boris Johnson, in pieno Freedom Day, annuncia che per entrare in discoteca a Londra servirà proprio il pass.
Entro venerdì – forse già dopodomani – il consiglio dei ministri varerà il nuovo decreto anti-covid (anche perché da lunedì con gli attuali parametri più di una regione rischia il passaggio in zona gialla).
Ma nei partiti non c’è accordo sulle nuove regole. Il ministero della Salute Speranza considera il green pass uno strumento “intelligente” da usare in modo “esteso”. Dopo il parere tecnico del Cts, mercoledì ci sarà la cabina di regia con il premier e in serata, forse, il cdm.
Martedì la conferenza delle Regioni e nel primo pomeriggio di mercoledì quella Stato-Regioni in cui il presidente Fedriga riferirà l’orientamento dei governatori.
Una road map serrata. Quasi certo – lo ha anticipato il sottosegretario alla Salute Costa – l’allineamento alla normativa europea del pass per grandi eventi, cerimonie e viaggi: entrerebbe in vigore 14 giorni dopo la seconda dose di vaccino e non dopo la prima come adesso.
Probabile anche una rimodulazione in senso più morbido dei parametri per cambiare colore tra le regioni, dato che la nuova variante pur avendo rapidità di contagio e periodo di incubazione ridotto, comporta sintomi più lievi.
Diverse le ipotesi allo studio: un abbassamento della percentuale combinata di ricoveri ospedalieri e occupazione delle terapie intensive che potrebbe scendere rispettivamente al 10% e 5%; aumento del numero minimo di tamponi quotidiani; revisione del numero di contagi per passare di colore (oggi, dopo i 50 si passa dalla zona bianca a quella gialla).
Fin qui si tratta di provvedimenti a larga convergenza. Oltre, c’è l’ostacolo Lega. “Sì al green pass per lo stadio, no per la pizza”. E’ la linea che Lega esprimerà in cdm
La Lega però, si scopre sola in questa battaglia. Renzi va giù duro: “Sono favorevole al green pass, è l’unico strumento per evitare l’obbligatorietà del vaccino. Mettiamo in zona rossa i non vaccinati”.
Posizione che sgretola la sinergia tra i due “Mattei” emersa su altri temi, e che tiene il polso delle paure di tanti ristoratori ed esercenti di fronte all’ipotesi di una quarta ondata.
Letta gli dà dell’”irresponsabile”. Ma anche nel centrodestra, Salvini e Meloni (che parla di “provvedimento economicida”) restano gli unici a flirtare con i dubbiosi sul vaccino.
Il totiano Quagliariello: “Basta ideologie, serve equilibrio, l’economia italiana non può permettersi nuove chiusure”. E si smarca soprattutto Forza Italia, convinta che ristoratori e centri sportivi preferiscano qualche vincolo in più alla prospettiva di chiudere bottega.
Alcuni, da Confindustria Genova alle palestre lombarde – zoccolo duro dell’elettorato leghista nel Nord – lo hanno già detto. Così come diversi chef stellati intervistati da AdnKronos.
“Il green pass è al momento la soluzione più accettabile – ragiona la capogruppo azzurra al Senato Anna Maria Bernini – Abbiamo di fronte tre strade: nuovi lockdown, l’obbligo vaccinale o il pass perché non ci sono ancora le condizioni per un ″liberi tutti″. Dobbiamo dare ai commercianti la garanzia che non ci sarà un nuovo lockdown”.
In sostanza, si è capovolto il punto di vista: vaccinarsi significa essere più liberi, non farlo espone a nuove chiusure. E opporsi gridando alla tirannia anti-democratica stavolta non sarà facile. Anche perché il “popolo delle Partite Iva” è il primo a rifletterci su.
(da Huffingtonpost)
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Luglio 19th, 2021 Riccardo Fucile PERCHE’ NON CONDANNA IL SUO COMPAGNO DI MERENDE PER AVER FATTO METTERE SOTTO CONTROLLO OPPOSITORI E STAMPA LIBERA? E’ QUESTO IL MODELLO SOVRANISTA CHE VUOLE IMPORTARE IN ITALIA?
Il livello di citazioni a caso raggiunto in questi giorni dalla politica italiana non ha precedenti. Soprattutto per quanto riguarda un autore che è diventato, in maniera totalmente inaspettata, una sorta di riferimento culturale dei sovranisti italiani.
Giorgia Meloni e Matteo Salvini hanno citato spesso Orwell in questo anno e mezzo di pandemia, soprattutto per criticare le misure di distanziamento sociale e di controllo degli spostamenti causati dalla incontrollata diffusione del coronavirus tra la popolazione.
Eppure, sembrano tacere quando – davanti a un’accusa ben precisa rivolta allo storico alleato in Europa Viktor Orban – si avrebbe ben ragione di citare il controllo sociale che in un romanzo come 1984 era stato in qualche modo previsto dallo scrittore britannico.
Secondo alcuni documenti analizzati attentamente dall’organizzazione giornalistica no-profit francese Forbidden Stories, il governo ungherese utilizzerebbe il potentissimo spyware Pegasus per controllare le conversazioni di numerosi giornalisti non allineati con ideologie e modi di agire di Viktor Orban.
Lo spyware Pegasus è uno strumento potentissimo, realizzato dall’azienda israeliana NSO Group, che permette – una volta installato in un dispositivo mobile – di avere accesso al microfono e alla telecamera di quello stesso dispositivo, di leggere e di ascoltare tutte le conversazioni, anche quelle che avvengono attraverso servizi di messaggistica che possono beneficiare della crittografia end-to-end.
Insomma, non si scappa se questo spyware finisce nel proprio telefono cellulare.
Lo strumento è talmente tanto potente da essere utilizzato soltanto nel corso di indagini internazionali per gravi casi di terrorismo.
Eppure la non profit francese ha esaminato documenti che sembrano confermare un impiego dello spyware in Ungheria anche con giornalisti non allineati al governo Orban.
Le indagini sui telefoni cellulari delle persone coinvolte sono state confermate anche da Amnesty International che da anni sta valutando anche lo stato della libertà di informazione nel mondo, stilando una classifica sui Paesi maggiormente interessati da eventuali ingerenze statali.
I bersagli individuati per l’utilizzo dello spyware
Uno dei bersagli principali di questa operazione di controllo sarebbe il network di media Direkt36, uno dei pochi gruppi indipendenti – a livello giornalistico – rimasti in Ungheria.
Nella fattispecie, il bersaglio maggiormente selezionato sarebbe stato Szabolcs Panyi un giornalista che si occupa di temi sensibili e che più volte ha contattato funzionari del governo per avere delle dichiarazioni ufficiali su storie che stava seguendo. Curiosamente, negli ultimi mesi, ogni volta che richiedeva dichiarazioni ufficiali a funzionari del governo, si attivava lo spyware nel suo telefono cellulare.
Secondo Amnesty, ci sono state 11 occasioni in cui un’infezione da Pegasus è stata confermata entro pochi giorni da una richiesta di commento del giornalista Panyi al governo.
Ma nella rete sarebbero finiti anche 10 legali e altri quattro giornalisti.
Un metodo, insomma, piuttosto consolidato.
La società israeliana che produce lo spyware si trincera in un silenzio assordante, sostenendo di non essere autorizzata a diffondere dati sul comportamento dei clienti che utilizzano i suoi prodotti.
Tuttavia, un ex dipendente della NSO ha dichiarato che il governo ungherese era effettivamente tra i clienti della società israeliana.
(da agenzie)
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Luglio 19th, 2021 Riccardo Fucile CONGEDO DI PATERNITA’, VIOLENZA DOMESTICA E DEFINIZIONE GIURIDICA DELL’IDENTITA’ DI GENERE, FINO A UNA MINISTRA “PER L’UGUAGLIANZA TRA UOMINI E DONNE, LE DIVERSITA’ E LE PARI OPPORTUNITA'”
Dalla parità di genere alla lotta alle disuguaglianze l’impegno e l’urgenza sono la
chiave di volta per far avanzare il nostro Paese, che sembra però opporre qualche resistenza culturale e politica nella piena attuazione di una piattaforma di azioni concrete, che trovano sempre scuse plausibili, spostando l’attenzione sulla transizione digitale e “green”, altrettanto importanti ma che chiaramente formano un tutt’uno di un pacchetto salvifico verso una piena realizzazione dell’Agenda 2030. Insomma la differenza tra stare nel G20 o uscirne!
Se quando era Ministro il femminismo del Presidente francese Emmanuel Macron non si era concretizzato in misure effettive, aldilà dell’appoggio a iniziative come la riforma del codice penale nel novembre 2016, che nella novellazione dell’art 225-1 supera di gran lunga l’attuale dibattito italiano sul DDL Zan, la sua Presidenza lo ha visto invece impegnato su più fronti.
Dal completamento della stessa riforma del codice penale sulla parità di genere con l’art 132-76-77 sino alla circolare ministeriale che “sulla scorta della giurisprudenza costituzionale, chiarisce che con la nozione di identità di genere, il legislatore si riferisce al genere col quale si identifica una persona, che può corrispondere o meno al sesso indicato nei registri dello stato civile oppure a diverse espressioni dell’appartenenza al sesso maschile o femminile, per includere la transfobia, travestismo compreso” come ha spiegato il giurista Emanuele Calò.
E con la stessa destrezza ha rafforzato il congedo di paternità, che in Francia c’è da 20 anni, che è stato raddoppiato da 14 a 28 giorni l’anno scorso.
Diventa importante l’immagine di chiusura del Generation Equality Forum con il Presidente Macron al centro con la Ministra Moreno, il cui incarico recita così: Ministra per l’uguaglianza tra donne e uomini, per la Diversità e le Pari opportunità. Un ministero con portafoglio che poco più di un mese fa ha portato una legge in Senato per migliorare la legge sulla violenza domestica inserendo finalmente importanti cambiamenti inerenti la violenza economica.
Ed è in questo contesto del Forum che è stata tracciata una nuova Agenda che parte da un tesoretto di 40 miliardi di dollari di investimenti da parte delle oltre 500 organizzazioni della società civile, 94 organizzazioni giovanili e 1000 committenti della filantropia e dell’imprenditoria internazionale.
Piani concreti sotto l’egida delle Nazioni Unite, che con questa iniziativa un po’ si riscatta da altri fallimenti passati, e che si fa garante per donne e ragazze e non solo di una ricostruzione che le vuole al centro e non emarginate, isolate e tagliate fuori solo perché discriminate in troppi Paesi che ne calpestano sistematicamente i diritti, che son diritti universali e non di genere!
E’ sotto gli occhi di tutti che su questi temi c’è un cambiamento storico in atto e che si siano creati i presupposti per un nuovo ecosistema che riparte non da promesse o sussidi ma da investimenti sull’uguaglianza di genere che porteranno a progressi più rapidi dell’atteso o di quanto raffigurato impietosamente dalle statistiche del Global Gender Gap Report secondo cui ci vorranno in media 135,6 anni per raggiungere la parità su una serie di indicatori in tutto il mondo, invece dei 99,5 anni delineati nel rapporto del 2020.
L’attenta supervisione degli impegni presi sia finanziari che politici, dal privato al pubblico, darà un impulso laddove i progressi son stati troppo lenti perché i dettami della Conferenza di pechino del 1995 non restino lettera morta.
Possiamo nasconderci dietro il fatto che la Francia è una repubblica presidenziale, quindi più snella nell’attuazione delle normative, e che si riconosce pienamente, con pregi e difetti, come un Paese multiculturale oppure farci carico di tutta la forza che ha dimostrato il nostro Paese nelle avversità come sui campi di calcio e trasformare quell’energia nel riconoscimento di un Paese dove la voce delle donne e delle ragazze e dei figli dei migranti di seconda generazione si unisce mandando un messaggio generazionale forte, si cambia insieme con senso civico dei diritti costituzionali e di una vera uguaglianza di genere perché non c’è altra strada che riconoscere la forza di un mondo migliore e più forte anche per combattere le sfide pandemiche con una vera coesione sociale.
(da agenzie)
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Luglio 19th, 2021 Riccardo Fucile A BORDO I PATRIOTI DI SETTE STATI EUROPEI… 3.000 DONATORI HANNO RACCOLTO 400.000 EURO NECESSARI
A un anno dal lancio del progetto la Onlus italiana “ResQ People Saving People” si appresta a salpare per la prima missione di monitoraggio e soccorso nel Mediterraneo centrale.
Entro agosto si aggiungerà alla flotta civile, decimata dai fermi amministrativi delle autorità italiane, la “ResQ People”, un’imbarcazione di 39 metri che ha già solcato il Mediterraneo centrale per soccorrere oltre 900 naufraghi, con l’organizzazione tedesca Sea-Eye e il nome di Alan Kurdi.
Il costo della nave ammonta a 400mila euro, raccolti grazie a oltre 3mila donatori. “ResQ People” ha una bandiera tedesca.
L’equipaggio della prima missione è composto oltre che dal capomissione e dai marittimi professionali necessari a governare il vascello (comandante, primo e secondo ufficiale, direttore di macchina e macchinisti), anche una logista per coordinare l’assistenza dei naufraghi a bordo della nave, un cuoco, operatori addestrati al soccorso e team sanitario.
L’equipaggio proviene da sette nazioni diverse e comprende sia figure di marittimi professionisti assunti per le missioni, sia volontari specializzati.
“Siamo enormemente felici di aver raggiunto questo obiettivo: una nuova nave di soccorso che si unisce alla flotta civile per salvare uomini, donne e bambini che, ogni giorno, rischiano la vita” – dichiara il Presidente di ResQ – People Saving People, il giornalista Luciano Scalettari. “Quest’anno ci sono già state almeno 800 vittime nel Mediterraneo centrale. Una sola sarebbe già troppa. Ecco perché abbiamo fretta di salpare, per dare una speranza in più a chiunque si trovi in pericolo nel nostro mare”.
(da Avvenire)
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Luglio 19th, 2021 Riccardo Fucile SPOSTATA LA SERATA DA UN LOCALE ALL’APERTO A UNO AL CHIUSO: NESSUN CONTROLLO ALL’ENTRATA E NESSUNA MISURA ALL’INTERNO… PERSONAGGI DA GALERA
Week-end di maltempo in Emilia-Romagna, ma in Riviera si balla comunque, al
chiuso. Nella notte di venerdì 16 luglio 2021 centinaia di giovanissimi si sono radunati in una pizzeria/discoteca a Misano Adriatico (Rimini), ballando al coperto e contravvenendo a tutte le norme di contrasto al Covid-19.
La serata pop-commerciale avrebbe dovuto svolgersi presso il locale “Living Club”, ma le piogge imminenti hanno spinto gli organizzatori a dirottare l’evento presso una “secret location” (luogo segreto) isolata a qualche chilometro di distanza.
In questo caso si è trattato della pizzeria/discoteca “Il Grillo Bianco 2”.
I ragazzi (di cui moltissimi erano minorenni) hanno conosciuto l’indirizzo solo poco prima di arrivarci grazie al servizio-navetta. All’ingresso non è stato effettuato alcun controllo tramite termoscanner e non è stato richiesto di esporre né il Green Pass vaccinale né l’esito negativo di un tampone.
All’interno del locale, nessuno dei ragazzi presenti ha indossato la mascherina e le norme del distanziamento non sono state rispettate.
La serata si è protratta fino alle due del mattino inoltrate, quando le navette sono tornate sul posto per recuperare i giovanissimi e riportarli alla stazione di Riccione. Tutto questo è avvenuto in un momento in cui, in Italia, le discoteche ed i locali da ballo sono ancora ufficialmente chiusi.
Intanto cinque regioni rischiano di tornare zona gialla a partire dal 26 luglio per via dell’aumento dei contagi dovuto alla variante Delta. L’Emilia-Romagna non è però – almeno per il momento – tra queste. Al momento le “sorvegliate speciali” sono: Sardegna, Sicilia, Lazio, Veneto e Campania. L’aumento di contagi interessa soprattutto i giovani.
(da agenzie)
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Luglio 19th, 2021 Riccardo Fucile IL GOVERNO DECISO A USARE LA MASSIMA FERMEZZA
Due centri vaccinali sono stati vandalizzati in Francia durante le proteste del weekend contro le nuove misure anti Covid-19 e il Green Pass obbligatorio per bar e ristoranti. Il primo, nella notte tra venerdì e sabato, a Grénoble nel sud-est della Francia, è stato ricoperto di graffiti e allagato con dei tubi da giardino.
Il secondo, una clinica a Urrugne vicino a Biarritz, nel sud-ovest, è stato dato alle fiamme e in parte distrutto.
Sabato 17 luglio più di 100 mila persone sono scese in piazza in tutta la Francia per protestare contro le regole decise dal presidente Emmanuel Macron per contrastare l’aumento dei contagi di Coronavirus. Tra queste ci sono le vaccinazioni obbligatorie per gli operatori sanitari e Green Pass per accedere alla maggior parte dei luoghi pubblici.
Intanto il ministro dell’Interno francese Gérald Darmanin ha scritto ai prefetti raccomandando la massima fermezza nell’applicazione delle nuove misure anti Covid-19, chiedendo loro di applicare anche le chiusure amministrative per i locali notturni che non attuino rigorosi controlli del green pass.
«Presterete particolare attenzione al rispetto del controllo del pass sanitario da parte dei locali in cui è richiesto, e in particolare dei locali notturni», ha scritto il ministro in una circolare di cui l’Afp è venuta in possesso.
«A breve verrà dichiarata la chiusura amministrativa dei locali che non lo richiedano ai propri avventori, o che controllino in modo approssimativo», ha aggiunto.
E a Bordeaux 35 persone sono risultate positive al Covid-19 dopo aver partecipato a feste organizzate il 9, 10 e 13 luglio in una discoteca della città, secondo quanto ha riferito l’Agenzia regionale della sanità (ARS) della Nuova Aquitania.
I primi due casi sono stati segnalati all’ARS giovedì, altri 19 sono stati segnalati ieri e 14 oggi. A queste persone e a quelle che hanno avuto contatti con loro è stato chiesto di osservare un rigoroso isolamento rispettivamente di 10 e 7 giorni mentre continua il tracciamento per identificare le catene di trasmissione.
L’Ars sostiene di aver “chiesto alle autorità di diffondere un appello per invitare le persone che hanno partecipato a queste serate a sottoporsi al test e a farsi vaccinare, se non lo avessero ancora fatto”. Erano stati gli stessi partecipanti alle serate a denunciare sui social network e in particolare sulla pagina Facebook del locale una certa leggerezza sul controllo della tessera sanitaria. I gestori avevano replicato che a controllare i pass era stata la polizia.
(da agenzie)
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Luglio 19th, 2021 Riccardo Fucile NOTA SUI SOCIAL PER LE SUE FRASI RAZZISTE HA PUBBLICATO DA SIDNEY UN VIDEO IN CUI DICEVA DI VOLER “METTERE IN PERICOLO” GLI OPERATORI SANITARI AUSTRALIANI APRENDO LA PORTA SENZA MASCHERINA
Alcuni contagi hanno costretto le grandi città australiane a chiudere le proprie
porte: una misura cautelare severa e prudente che però fino adesso ha dato i suoi frutti.
Sfortunatamente c’è però sempre qualcuno che ci fa ricredere ed è giusto che le autorità abbiano reagito così di fronte a una tale mancanza di rispetto.
La controversa commentatrice britannica Katie Hopkins è stata espulsa dall’Australia per aver preso in giro la quarantena in hotel e deriso il lockdown anti-Covid attualmente in vigore nelle due principali città australiane, Melbourne e Sidney.
Hopkins, nota sui social per le sue frasi razziste e discriminatorie, era arrivata nel Paese per partecipare al reality televisivo Grande Fratello Australia
Venerdì ha pubblicato un video dalla sua camera d’albergo a Sydney in cui diceva di voler “mettere in pericolo” gli operatori sanitari aprendo a sorpresa la porta “senza mascherina” quando le avrebbero portato il cibo.
Nel filmato Hopkins ha anche bollato i lockdown come la “più grande bufala della storia umana”.
Immediata la reazione delle autorità australiane che hanno deciso di annullarle il visto e rispedirla nel Regno Unito in giornata.
Il ministro degli Interni Karen Andrews ha definito i commenti della britannica “orribili” e un “pugno in faccia” per gli australiani in isolamento
(da agenzie)
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