Luglio 22nd, 2021 Riccardo Fucile SU UN MILIONE E TRECENTOMILA PERMESSI LA STRAGRANDE MAGGIORANZA SONO PER USO SPORTIVO E CACCIA, NON POSSONO USARLA SE NON PER GLI SCOPI DEFINITI… E QUELLO PER DIFESA PERSONALE E’ CONCESSO A CHI HA RICEVUTO MINACCE CREDIBILI, NON AL PRIMO CHE PASSA
Di quale porto d’armi dispone l’assessore di Voghera Massimo Adriatici che ha ucciso con un colpo di pistola un cittadino 39enne di origini marocchine? E in quale occasione una licenza di porto d’arma consente al cittadino di girare liberamente avendo con sé la pistola?
E, soprattutto, Matteo Salvini conosce le differenze tra i vari porti d’arma quando dice che in Italia un milione e trecentomila cittadini possono portarla con sé in ogni luogo e per ogni occasione?
Le parole del leader della Lega non solo sono sbagliate, ma anche molto pericolose. Ecco perché.
Ma di quale porto d’arma è in possesso Adriatici? Era legittimato ad avere con sé la pistola lontano dalla sua abitazione?
Sono diversi i quesiti sollevatisi nelle ultime ore, considerato che in Italia vengono rilasciati diversi tipi di porti d’arma e non tutti autorizzano il privato cittadino che lo riceve di girare armato in luoghi pubblici.
Quale porto d’armi ha l’assessore di Voghera
I carabinieri del comando provinciale di Pavia che stanno indagando sull’accaduto hanno verificato che Adriatici, avvocato penalista ed ex poliziotto, è in possesso di un porto d’arma da fuoco per difesa personale.
Ciò significa che l’assessore di Voghera è autorizzato a vestire la pistola in qualsiasi occasione per problemi relativi alla propria incolumità. Questo tipo di porto d’arma, spiegano fonti investigative sono rilasciati a cittadini che dimostrano un effettivo rischio per la propria vita, spesso a causa di minacce credibili.
Tendenzialmente, queste persone sono coloro che vivono sotto protezione, imprenditori finiti nel mirino della mafia, avvocati ed ex poliziotti operativi. Ma anche tabaccai e benzinai.
Che differenza c’è tra i porti d’arma rilasciati in Italia
Esistono poi altri tipi di porto d’arma che non consentono l’utilizzo dell’arma al di fuori di determinate circostanze regolamentate dalla legge.
È il caso del porto d’arma ad uso caccia e di quello ad uso sport. Per quanto riguarda il primo, il cittadino che lo riceve può detenere e usare esclusivamente in determinate zone e periodi dell’anno una o più armi per andare a caccia.
Per il porto d’arma ad uso sport, invece, l’utilizzo dell’arma è consentito solo all’interno della struttura dove ci si allena per una disciplina (ad esempio il tiro al piattello) e ha misure ancora più restringenti in quanto deve essere specificato il percorso che l’arma compie per arrivare all’impianto sportivo.
Cosa totalmente diversa, invece, è la detenzione di arma. Questa limita il cittadino a conservare l’arma all’interno della sua abitazione. In nessun’occasione può portarla all’esterno, non essendo il certificato di detenzione anche un certificato di trasporto.
Perché le parole di Salvini sono sbagliate e pericolose
Nella mattinata di oggi, giovedì 22 luglio, il leader della Lega Matteo Salvini ha dichiarato che “in possesso di un legittimo porto d’arma, la pistola può essere sempre portata con sé”, specificando che in Italia ci sono circa un milione e trecentomila persone a detenere questo tipo di certificato.
Le parole di Salvini, non solo sono sbagliate, in quanto come abbiamo visto i porti d’arma sono numerosi e diversi tra loro, ma anche molto pericolose.
In Italia la stragrande maggioranza dei cittadini che dispongono di un porto d’arma è per uso caccia e/o uso sport. Nessuno di loro può usare la pistola o il fucile in dotazione lontano dagli spazi adibiti.
Così dicendo, il capo politico della Lega ha al contrario suggerito che chiunque possieda un qualsiasi porto d’arma possa portarla liberamente con sé in luoghi pubblici. A quel punto, davvero, sarebbe il Far-west.
(da agenzie)
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Luglio 22nd, 2021 Riccardo Fucile NON SOLO, E’ PREVISTA ANCHE NEL REGOLAMENTO PENITENZIARIO E NELLA LEGGE SUI RIFUGIATI: SE NON PIACE A RENZI E AI SOVRANISTI PERCHE’ NON L’HANNO TOLTA QUANDO ERANO AL GOVERNO?”
Se Italia viva si schiera con il centrosinistra, ci saranno i numeri per approvare il Ddl
Zan. Lo dice oggi Alessandro Zan, primo firmatario della legge, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera: «A Renzi voglio dire: lascia stare la Lega che guarda a Orbán e vota con i democratici che guardano a Biden e a Ursula von der Leyen. Ma non solo. Mi piacerebbe ricordare Renzi come l’uomo che ha fatto le Unioni civili e non quello che ha affossato la legge Zan. Se lui c’è, a ottobre l’approviamo».
Secondo Zan, Renzi dovrebbe capire che l’identità di genere è una definizione giuridicamente consolidata: «Prendiamo la legge numero 354 del 1975, ovvero il regolamento penitenziario. All’articolo 1 c’è scritto che il trattamento penitenziario vieta ogni forma di discriminazione per sesso, identità di genere, razza nazionalità. E non è l’unica legge».
Quale altra? «La legge 251 del 2007 sui rifugiati: anche lì c’è la definizione dell’identità di genere. Ma posso andare avanti con le due sentenze della Corte costituzionale».
Quali? «La 221 del 2015 e la 180 del 2017. Basta leggerle. Insomma è paradossale che con questi precedenti giuridici si voglia togliere la definizione di identità di genere proprio a una legge sulle discriminazioni. Se Faraone vuole togliere l’identità di genere al ddl Zan, dovrebbe toglierlo anche alle altre leggi».
Anche il problema degli emendamenti secondo Zan è relativo: «Quegli emendamenti sono la dimostrazione evidente che la Lega non ha nessuna intenzione di trattare. Ma io non ci credo che un Paese civile come il nostro possa rimane ostaggio della Lega. Confido nella terzietà della presidente del Senato Casellati. È una sua prerogativa chiedere il ritiro degli emendamenti e di lasciare solo quelli significativi. Del resto il Paese è dalla parte del ddl Zan, lo dicono i sondaggi. Lo sono soprattutto i giovani, ma anche la maggior parte dell’elettorato di centrodestra».
(da agenzie)
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Luglio 22nd, 2021 Riccardo Fucile IN MOLTE REALTA’ TERRITORIALI NON SI PUO’ RISPETTARE IL TERMINE DI DUE ANNI PER IL PROCESSO DI APPELLO, QUANDO I TEMPI SONO DI 4-5 ANNI PER CARENZA CRONICA DI PERSONALE
Dal Consiglio superiore della magistratura arriva la prima bocciatura sulla riforma della giustizia di Marta Cartabia.
La sesta Commissione di Palazzo dei Marescialli, quella competente per i problemi posti all’amministrazione della giustizia in materia di corruzione e contrasto alle organizzazioni mafiose e terroristiche, ha approvato a larga maggioranza, con 4 voti a favore e 2 astensioni, un parere nettamente contrario alla norma.
“Riteniamo negativo l’impatto della norma perchè comporta l’impossibilità di chiudere un gran numero di processi”, dice il presidente della vommissione Fulvio Gigliotti dei 5 stelle.
Non solo: secondo la Commissione “la disciplina non si coordina con alcuni principi dell’ordinamento come l’obbligatorietà dell’azione penale e la ragionevole durata del processo”.
La relazione del Csm, dunque, boccia completamente il nuovo meccanismo studiato da Cartabia, invece, mantiene la prescrizione esistente solo fino al primo grado.
Nel secondo subentra un altro concetto, quello dell’improcedibilità.
Se l’Appello non si conclude entro due anni, il processo non può più andare avanti, cioè muore in via definitiva.
Lo stesso vale per quello in Cassazione, dove la tagliola scatta entro un anno. Termini più lungo – tre anni in Appello e 18 mesi in Cassazione – sono stati inseriti solo per i più gravi reati contro la pubblica amministrazione: concussione, corruzione, istigazione alla corruzione e induzione indebita a dare o promettere utilità.
Tempi più lunghi sono previsti anche per reati gravi come la mafia e il terrorismo, mentre sono completamente esclusi da questo meccanismo quelli puniti con l’ergastolo, come l’omicidio e la strage.
Per la sesta commissione il problema centrale è il termine di due anni entro il quale va celebrato il processo di appello, oltre il quale scatta la tagliola della improcedibilità: “Non è sostenibile in termini fattuali in una serie di realtà territoriali, dove il dato medio è ben superiore ai 2 anni, ed arriva sino a 4-5 anni”, spiega Gigliotti.
Il che significa che con la nuova norma “si impedisce la trattazione di un gran numero di processi”.
Restano poi anche i problemi di sistema, perchè la nuova disciplina mal si concilierebbe anche con un altro principio dell’ordinamento: quello della ragionevolezza.
Il parere dovrebbe essere discusso dal plenum la prossima settimana, probabilmente mercoledì prossimo .
(da agenzie)
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Luglio 22nd, 2021 Riccardo Fucile “NON POSSO CHE SPIEGARGLI CHE ORMAI E’ TROPPO TARDI”… SONO TALMENTE COERENTI CHE NON HANNO NEANCHE LA DIGNITA’ DI AFFRONTARE LA MORTE A TESTA ALTA
Brytney Cobia, dottoressa dell’Alabama, ha raccontato che negli ultimi tempi
stanno aumentando i ricoveri dei giovani, molti dei quali prima di contrarre la Covid erano perfettamente sani e non avevano voluto vaccinarsi.
“Una delle ultime cose che fanno prima di essere intubati è pregarmi di fargli il vaccino. Io tengo loro la mano e gli spiego che ormai è troppo tardi”.
Anche gli Stati Uniti, come sta accadendo in tutta Europa, sono alle prese con una recrudescenza dei contagi. Nelle ultime due settimane infatti i casi di coronavirus sono triplicati a causa della diffusione della variante Delta: lo indicano i dati della Johns Hopkins University.
La media giornaliera è salita dai 13.700 nuovi contagi del 6 luglio agli oltre 37.000 nuovi casi del 20 luglio.
Secondo i dati del New York Times in 14 giorni c’è stato un balzo del 195%, con un aumento del 42% dei decessi che il 20 luglio sono stati 248. Aumentate anche del 49% le ospedalizzazioni mentre i test sono diminuiti del 13% e le vaccinazioni hanno subito una brusca frenata.
È dunque in un quadro di nuovo difficile che stanno operando i medici statunitensi. Una di queste, in particolare, ha raccontato in un post pubblicato su Facebook e diventato virale la sua esperienza con i tanti pazienti non vaccinati che ora – poco prima di essere intubati – la implorano di somministrargli il vaccino.
Brytney Cobia, dottoressa dell’Alabama, ha spiegato che negli ultimi tempi stanno aumentando i ricoveri dei giovani, molti dei quali prima di contrarre la Covid erano perfettamente sani.
“Una delle ultime cose che fanno prima di essere intubati è pregarmi di fargli il vaccino. Io tengo loro la mano e gli spiego che ormai è troppo tardi. Pochi giorni dopo, quando stanno per morire, chiamo i loro familiari e gli spiego che il miglior modo per onorare il loro caro è farsi vaccinare e incoraggiare tutti coloro che conoscono a fare lo stesso”.
Il post della dottoressa è stato condiviso migliaia di volte e continua: “I parenti delle vittime piangono, mi dicono che non lo sapevano e che credevano che fosse tutta una bufala, una trovata politica. Credevano di il loro gruppo sanguigno o il colore della loro pelle non li avrebbe fatti ammalare, erano convinti che fosse solo un’influenza. Si sbagliavano. Ora vorrebbero tornare indietro, ma capiscono che non possono e spesso corrono a farsi vaccinare”.
(da agenzie)
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Luglio 22nd, 2021 Riccardo Fucile OVVIAMENTE SI BECCA GLI INSULTI DELLA FOGNA NO VAX SULLA PAGINA SOCIAL DELLA PARROCCHIA
Una Santa messa in sicurezza, per evitare che la Chiesa diventi un luogo di contagio – come accaduto in altre realtà nel corso di questo lungo anno e mezzo di pandemia – e tutelare la salute di tutti.
È bastato un post di don Pasquale Giordano, parroco della della Mater Ecclesiae di Bernalda, comune in provincia di Matera, per scatenare la classica offensiva social dei no vax contro il prelato. Una serie di commenti e insulti per aver chiesto comportamenti e atteggiamenti sanitari consoni al delicato momento che stiamo videndo.
“Dato il diffondersi del contagio da Covid-19 esorto caldamente, soprattutto i ragazzi e i giovani, a effettuare il tampone di verifica e ad aderire alla campagna vaccinale che si terrà nei prossimi giorni – ha scritto don Pasquale Giordano sul proprio profilo Facebook -. Per l’accesso in chiesa e negli spazi della parrocchia è gradito un riscontro di un tampone recente o del vaccino. Per garantire sicurezza alle persone più fragili che frequentano la Chiesa chiedo gentilmente a chi non ha intenzione né di fare il tampone né di vaccinarsi di astenersi dal venire in parrocchia. È carità cristiana tutelare la propria e l’altrui salute. È carità cristiana tutelare la propria e l’altrui salute”.
Il parrocco della Mater Ecclesiae di Bernalda, dunque, si è limitato a dare delle indicazioni per accedere alle funzioni nella sua Chiesa. E, contattato da AdnKronos, ha spiegato che le sue parole e i suoi inviti sono volti a tutelare proprio chi non si è vaccinato perché questi soggetti, vista la virulenza della pandemia, sono i più fragili.
Ma tanto è bastato per ricevere commenti – tra quelli meno volgari raccolti da Fanpage -, tipo: “Un pastore che caccia persone dalla chiesa segue la dittatura sanitaria”
(da agenzie)
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Luglio 22nd, 2021 Riccardo Fucile ERA VENUTO PER AIUTARCI NELLA FASE CRITICA DEL COVID, UN ESEMPIO DI SOLIDARIETA’ CHE L’ITALIA NON DIMENTICA
Graciliano Diaz Bartolo, uno dei medici cubani che aveva risposto alla richiesta
d’aiuto della Regione Lombardia in piena pandemia, è morto proprio a causa del Covid-19.
Ad annunciarlo in un messaggio su Facebook è la sindaca di Crema Stefania Bonaldi: “La vita talvolta può essere beffarda – scrive Bonaldi – Graciliano Diaz Bartolo, uno dei 53 sanitari cubani accorsi a combattere il Covid nella nostra città nella primavera del 2020, e che altre battaglie sanitarie aveva combattuto nella brigata Henry Reeve, è mancato a causa del virus. Ci stringiamo ai suoi familiari, ai suoi amici ed ai suoi compagni della Brigata Henry Reeve, mandando a tutti loro un abbraccio forte ed un pensiero di vicinanza”.
Nel messaggio della sindaca, oltre ad alcune foto del medico cubano anche i messaggi di cordoglio dei suoi colleghi medici che lasciano ai social l’ingrato compito di ricordare l’amico: “Ti ricorderemo mentre lottavi contro l’ebola e contro tanti mali in giro per il mondo e a Cuba. Ti ricorderemo sempre”, scrivono in alcuni messaggi.
La comunità cubana e latino americana, come si legge nei post dei colleghi, rimane “senza parole” stringendosi attorno ai familiari del medico. “Abbiamo perso un altro guerriero” aggiungono altri.
I medici cubani arrivati a Crema a marzo 2020
Erano arrivati a marzo 2020, quando la Lombardia era flagellata dalla prima terribile ondata della pandemia da Covid-19. I medici cubani erano atterrati in Italia per dare una mano in un ospedale da campo allestito in tempi record nel parcheggio dell’ospedale di Crema.
Il loro aiuto è stato fondamentale per evitare che la situazione nel Cremonese degenerasse ulteriormente. La sindaca Stefania Bonaldi aveva dichiarato che le era”difficile esprimere a parole la gioia, la commozione, l’orgoglio e lo straordinario affetto che proviamo per i nostri hermanos de Cuba”, e aveva aggiunto: “Abbiamo fatto nostro il loro motto: La nostra patria è l’umanità”.
(da agenzie)
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Luglio 22nd, 2021 Riccardo Fucile L’OMELIA DI PADRE LINO ALLEGRI NON PIACE AI CETI ALTI DELLA BORGHESIA BRASILIANA PERCHE’ HA PARLATO DI “AMORE PER I FRATELLI”
“Sono sorpreso di quanto accaduto, ma sono sereno. Anche se in questo periodo – dice padre Lino, secondo quanto riporta il Sir – a causa della pandemia, che a Fortaleza e in tutto il Brasile è ancora molto attiva, si esce poco, la mia vita è comunque scombussolata. Non penso di correre veri e propri pericoli rispetto alla mia incolumità, ma la cosa è seria e mi dispiace che nella vicenda sia stato coinvolto anche il bravo parroco a cui sto dando una mano, ora l’obiettivo sta diventando lui”.
Vicenda comunque seria, dunque, tanto che “le autorità giudiziarie mi hanno convocato, sono state molto cortesi e mi hanno offerto di garantirmi sicurezza negli spostamenti”. Oggi padre Lino sarà ricevuto dall’arcivescovo, José Antônio de Aparecido Tosi.
“Quella domenica – racconta – ho celebrato la Messa nella chiesa principale della parrocchia, composta mediamente da persone di classe medio-alta. Nell’omelia ho tentato di mettere insieme il Vangelo e la vita: sulla scia dell’apostolo Pietro, ho detto che la fede professata va di pari passo con l’amore per i fratelli. In questo contesto, ho fatto riferimento al presidente Bolsonaro, che parla sempre di Dio, ma mette in atto politiche che vanno in senso contrario, anche nella vicenda del Covid-19 – in Brasile abbiamo superato le 510mila vittime – e dei vaccini. Alla fine della Messa otto persone sono venute in sacrestia. Non posso dire che mi abbiano aggredito fisicamente, ma hanno tenuto un atteggiamento verbale violento e minaccioso, mi hanno detto di tornare in Italia, mi hanno dato del comunista. Altri fedeli si sono frapposti e hanno detto a queste persone di uscire dalla sacrestia. Il fatto ha subito avuto forte risonanza”.
Domenica scorsa, anche se padre Lino per prudenza non ha celebrato nella chiesa parrocchiale, “c’è stata una presenza in chiesa di un gruppo di sostenitori del presidente, in gran parte ex ufficiali e imprenditori, – spiega ci il sacerdote- tutti con la maglietta gialla della nazionale e il numero 17, in pratica la ‘divisa’ usata da Bolsonaro durante la campagna elettorale del 2018. Una dimostrazione di forza, alla fine della messa si sono fatti fotografare, naturalmente senza mascherina, il cui uso qui è ancora prescritto, anche all’esterno”.
(da agenzie)
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Luglio 22nd, 2021 Riccardo Fucile BENE, ALLORA DI’ A SALVINI DI CHIUDERE LA BOCCA, ALTRIMENTI E’ SOLO UN GIOCO DELLE PARTI … PER IL RESTO DELLA CONFERENZA STAMPA SA SOLO PARLARE DI “ESIGENZE ECONOMICHE” E NESSUNO GLI RICORDA CHE LA UE CI HA CHIESTO DI ASSUMERE PERSONALE NEI TRIBUNALI PER ARRIVARE A SENTENZA, NON DI PRESCRIVERE I REATI
“Il green pass non è un arbitrio, ma una condizione per tenere aperte le attività
economiche. Invito tutti gli italiani a vaccinarsi e a farlo subito”.
Così il presidente del consiglio Mario Draghi nella conferenza stampa dopo il cdm che ha varato il decreto legge sul green pass.
Il premier, rispondendo poi a una domanda di Repubblica sugli appelli no-vax di alcuni politici della maggioranza, come Matteo Salvini, taglia corto: “Gli appelli a non vaccinarsi sono inviti a morire, oppure a far morire: non ti vaccini, contagi, muori, o fai contagiare e fai morire. Senza vaccinazione si deve chiudere tutto, di nuovo”.
Peccato che stia al governo con chi dice l’opposto.
Draghi spiega inoltre che durante la riunione con i ministri c’è stato un passaggio “rapido” sulla riforma della giustizia. Il governo, su richiesta della Guardasigilli Marta Cartabia, ha infatti autorizzato il ricorso alla fiducia sulla riforma del processo penale, che andrà in aula al 30 luglio. E specifica che dal nuovo decreto legge Covid “sono rimaste fuori tre aree: scuola, trasporti, lavoro. Verranno affrontati molto rapidamente, credo”.
Per Draghi, nonostante la ripresa dei contagi, la situazione del Covid in Italia “è in forte miglioramento”, grazie alla campagna vaccinale, che “ha permesso all’economia di riprendersi”.
Poi aggiunge: “Ieri si sono registrati purtroppo 21 decessi contro quasi 400 di 4 mesi fa. Le previsioni che si facevano erano sulla base di una realtà molto peggiore di quella che stiamo vivendo. Ora i dati sono in miglioramento ma c’è questa nuova variante”, la Delta, con cui bisogna fare i conti. Pertanto il green pass è una misura che “dà serenità”, che permetterà cioè agli italiani di vivere un’estate con meno ansie, di “divertirsi, andare a ristorante, partecipare spettacoli all’aperto e al chiuso con la garanzia di ritrovarsi con persone che non sono contagiose”.
Peccato che al bancone del bar ti ritrovi anche un no vax che fai entrare senza green pass.
La riforma della giustizia: aperti a miglioramenti tecnici
Tornando alla riforma della giustizia, rispondendo a una domanda dei giornalisti, Draghi specifica che “nessuno vuole sacche di impunità, bene processi rapidi e tutti i colpevoli puniti, è bene mettere in chiaro da che parte stiamo. Il testo della riforma della giustizia è stato approvato dal cdm poi faremo di tutto per arrivare ad un testo condiviso. La richiesta di autorizzazione di fiducia è dovuta al fatto di voler porre un punto fermo. C’è tutta la buona volontà ad accogliere emendamenti che siano di carattere tecnico e non stravolgano l’impianto della riforma e siano condivisi”.
Peccato che l’Europa non ci abbia chiesto una amnistia sui reati, ma di rendere più veloci i processi, assumendo il personale necessario
(da agenzie)
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Luglio 22nd, 2021 Riccardo Fucile CON LA PRIMA DOSE PUOI ANDARE DOVE TI PARE, DOPO CHE CI HANNO MARTELLATO CHE E’ NECESSARIA LA SECONDA… SUI TRENI, METRO E BUS ANCHE SE NON CE L’HAI PROPRIO…. AL BANCONE DEL BAR PUOI FARE COLAZIONE CON UN NO VAX CHE TI ALITA ADDOSSO
Dal 6 agosto in Italia sarà necessario il green pass – ottenibile con una sola dose di vaccino o tampone negativo effettuato nelle ultime 48 ore – per accedere a bar e ristoranti (ma solo se si mangia e beve al chiuso seduti al tavolo), palestre, piscine, centri termali, cinema, teatri, musei, stadi, palazzetti per eventi sportivi o concerti.
La certificazione verde – richiesta a tutti i cittadini dai 12 anni in su – sarà necessaria anche per accedere a spettacoli all’aperto, fiere, congressi. Le discoteche, invece, resteranno chiuse. Lo prevede il nuovo decreto legge anti-Covid varato oggi dal Consiglio del ministri.
Il green pass sarà valido per chi abbia avuto almeno una dose di vaccino, abbia fatto un tampone negativo nelle 48 ore precedenti o sia guarito dal Covid-19 nei sei mesi precedenti. Lo stato d’emergenza sarà prorogato fino al 31 dicembre 2021.
La quarantena di 14 giorni, in caso di contatto diretto con una persona affetta da Covid-19, sarà ridotta a 7 giorni per chi è in possesso di green pass.
Il green pass sarà necessario anche per guardare un film al cinema, assistere a uno spettacolo a teatro o visitare una mostra o un museo.
Bar e ristoranti
Serve il green pass anche con la sola prima dose se vuoi sederti all’interno. Se invece ti accalchi al bancone del bar non è necessario
Palestre, piscine e centri termali
Stesso discorso per palestre, piscine e centri termali: per accedere, bisognerà essere in possesso della certificazione verde, ovvero aver ricevuto la prima dose di vaccino o esibire un tampone negativo effettuato nelle ultime 48 ore
Eventi sportivi, concerti, fiere, congressi, concorsi
Negli stadi e ai concerti si accederà solo con green pass. La certificazione sarà richiesta anche per partecipare a fiere, congressi, concorsi.
La presenza del pubblico alle manifestazioni sportive all’aperto sarà consentita al 50% della capienza, e non al 30%. Per quanto riguarda gli eventi sportivi e culturali al chiuso, la soglia consentita resta al 25% della capienza totale
Discoteche chiuse
Le discoteche, invece, resteranno chiuse. Nessun accesso, dunque, neanche per i possessori di green pass. La Lega in cabina di regia avrebbe insistito per l’apertura, con nuove regole.
La zona gialla
Il limite tra la zona bianca e la zona gialla sarà stabilito dalla percentuale di occupazione dei posti letto disponibili. L’indicazione della cabina di regia è fissare il limite al 10% per le terapie intensive e al 15% per i reparti ordinari. Le Regioni avevano chiesto il 20% di terapie intensive, il Cts aveva dato orientamento per una soglia del 5%.
La zona arancione
Per passare in zona arancione le soglie sono state fissate al 20% di occupazione dei posti disponibili per le terapie intensive e al 30% per le aree mediche.
La zona rossa
Si entrerà in zona rossa quando le terapie intensive saranno piene più del 30% e i reparti ordinari più del 40%.
La mini-quarantena
Con il green pass si abbrevia a 7 giorni la quarantena breve: se un vaccinato entra in contatto con un positivo e ha il certificato verde, dovrà stare in isolamento un tempo minore.
Trasporto pubblico e obbligo vaccinale fuori dal dl
Il decreto legge anti-Covid non contiene norme sull’uso del green pass per accedere ai mezzi di trasporto pubblico locale come gli autobus, i tram e le metropolitane. Un tema che però – spiegano dalla cabina di regia – “dovrà essere affrontato a stretto giro”. Resta fuori anche l’ipotesi di obbligo vaccinale per i docenti e i dipendenti della scuola.
(da agenzie)
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