Febbraio 1st, 2022 Riccardo Fucile
PD 21,2% (-0,5%), FDI 20,5% (+0,7%), LEGA 17,5% (-0,9%), M5S 13,8% (+0,3%), FORZA ITALIA 7,3% (-0,4%), AZIONE+EUROPA 4,5% (-0,3%), VERDI 2,8%, SINISTRA 2,6%, MDP 2,6%, ITALIA VIVA 2,2%, ITALEXIT 2,1%
Tonfo della Lega nell’ultimo sondaggio politico di Swg, con anche il PD e Forza
Italia in forte calo. In grande crescita invece Fratelli d’Italia e Italexit, mentre sarebbe in ripresa il Movimento 5 Stelle nonostante le tensioni interne.
È una sorta di tsunami l’ultimo sondaggio politico di Swg diramato in data 31 gennaio dal Tg La7. Dopo la riconferma di Sergio Mattarella al Quirinale, arrivata per manifesta incapacità di trovare un accordo su un profilo differente, quasi tutti i partiti che compongono l’attuale maggioranza sarebbero in calo.
Per la Lega si tratterebbe di un autentico tonfo, visto che Matteo Salvini negli ultimi sette giorni avrebbe perso quasi un punto percentuale nelle intenzioni di voto. Male anche il Partito Democratico e Forza Italia, con i dem che comunque sarebbero sempre la prima forza politica del Paese.
Il Pd deve iniziare a guardarsi le spalle, visto che Fratelli d’Italia è indicato in grande ripresa, nel sondaggio. Torna a essere indicato con il segno positivo il Movimento 5 Stelle, mentre sarebbero in calo i moderati Carlo Calenda e Matteo Renzi.
Al contrario degli europeisti, non sembrerebbe fermarsi la crescita di Italexit con il partito di Gianluigi Paragone, da sempre ostile all’Euro e alle misure anti-Covid adottate in Italia, che si starebbe avvicinando alla soglia di sbarramento del 3%.
Guardando questo sondaggio appare evidente lo scopo dell’ultima proposta lanciata da Matteo Salvini, ovvero quella di creare una sorta di Partito Repubblicano che ricalchi la forma di quello americano, unico modo questo per tornare a essere il leader del centrodestra e non lasciare tutta la scena alla rampante Giorgia Meloni.
Sorride solo al Movimento 5 Stelle tra i partiti di governo l’ultimo sondaggio politico di Swg. Nonostante le tensioni interne tra Giuseppe Conte e Luigi Di Maio, tanto che non mancano anche delle voci di scissione, i pentastellati sarebbero in ripresa nelle intenzioni di voto anche se molto lontani dai fasti di un tempo.
Nel sondaggio spicca il crollo della Lega, con il Carroccio che adesso sarebbe lontano tre punti percentuali dai Fratelli d’Italia: se così stessero le cose Giorgia Meloni al momento avrebbe un milione di voti in più di Matteo Salvini.
Tra i partiti in bilico sulla soglia di sbarramento c’è da registrare nel sondaggio il nuovo passo indietro di Matteo Renzi, tanto che Italia Viva sembrerebbe essere proiettata verso una alleanza con i centristi di Coraggio Italia per non correre il rischio di restare sotto l’asticella del 3%.
Appaiono destinati a unire le forze anche Verdi e Sinistra Italiana, mentre Articolo 1-MDP alle prossime elezioni dovrebbe rientrare nei ranghi del Partito Democratico.
Infine c’è la grande sorpresa Italexit: se questo trend di crescita dovesse essere confermato anche nelle prossime settimane, gli euroscettici guidati da Gianluigi Paragone potrebbero trovare spazio nella composizione del prossimo Parlamento.
(da agenzie)
argomento: Politica | Commenta »
Febbraio 1st, 2022 Riccardo Fucile
MA GLI ESPERTI LO SMENTISCONO
Matteo Salvini fa ancora parlare di sé. A tenere banco, stavolta, è una foto postata su Twitter dal leader della Lega con la squadra del Carroccio in Regione Lombardia, compreso il governatore Attilio Fontana.
Sul social network, infatti, è montata la polemica sui dispositivi di protezione indossati dai partecipanti, che sono tutti abbracciati in un luogo chiuso. Secondo molti utenti, infatti, sarebbero finti: qualcuno li avrebbe aggiunti con photoshop dopo che lo scatto era stato realizzato, per evitare problemi con l’opinione pubblica.
Salvini, smentisce, spiegando che è colpa del filtro nitidezza e postando la foto in presunta versione originale.
Ma gli utenti replicano che con quel filtraggio è impossibile ottenere i risultati che si vedono nel primo scatto, mentre i più maligni parlano di un’ulteriore modifica fatta per nascondere l’operazione con photoshop.
Allargando la prima immagine, infatti, si notano bocche e nasi che attraversano il tessuto delle mascherine e la mancanza di alcuni elastici laterali.
Inoltre alcune facce sembrerebbero quasi trasfigurate.
Il sospetto degli utenti del social, comunque, è che il social media manager di Salvini abbia ritoccato con photoshop la foto, per far vedere che tutti rispettano le regole Covid ancora in vigore. Nonostante la pandemia sia in fase calante, infatti, nei luoghi al chiuso è ancora obbligatorio indossare la mascherina, tranne mentre si mangia. E a maggior ragione va fatto se si è tutti così vicini.
Gli utenti più cattivi notano la presunta contraddizione, evidenziando anche il fatto che sarebbero state appositamente inserite mascherine di diverso tipo: alcune chirurgiche, altre Ffp2, con un alternarsi frequente dei colori (grigio, bianco, nero e blu).
(da agenzie)
argomento: Politica | Commenta »
Febbraio 1st, 2022 Riccardo Fucile
ODE ALLA PAZIENZA DI ROBERTO
Da quando Gomorra ha acceso i riflettori di tutto il mondo sul clan dei Casalesi,
e sulle pratiche camorristiche della nuova generazione di boss più in generale, la controffensiva mediatica della camorra si è sempre basata su una strategia molto semplice, quasi primordiale.
In sintesi, sputtanare Roberto Saviano al modo mafioso, con insinuazioni, mezze parole e falsità spacciate per dati di fatto.
I messaggi da veicolare sono sempre stati due. Primo: lo scrittore è diventato milionario mitizzando le gesta dei boss e delle loro faide, infangando così il buon nome della Campania (ma anche della Sicilia, della Calabria e in ultima analisi dell’Italia intera). Secondo: lo scrittore proprio in virtù di questa supposta opera di disinformazione è diventato scientemente e con un certo autocompiacimento una sorta di oracolo della sinistra.
Quanto siano falsi entrambi gli assiomi risulta evidente anche a un bambino e qui non staremo a elencare gli effetti positivi – e anzi necessari – di Gomorra sulla gente e sulle istituzioni, in chiave di lotta alla criminalità organizzata. Né staremo a ricordare la condanna che già sta scontando Saviano a una vita infame e senza libertà per il coraggio di aver denunciato il sistema dei clan. Qui invece la cosa bislacca è il fatto che quei due messaggi oggi non siano stati pronunciati da uno dei nemici di saviano, quelli armati per capirci, ma da un deputato della Repubblica italiana, un parlamentare di Fratelli d’Italia, insomma un rappresentante delle istituzioni che la propaganda mafiosa e paramafiosa dovrebbe smontarla invece che fomentarla. La nota vergata da Federico Mollicone, commissario meloniano di vigilanza Rai, in segno di protesta alla partecipazione di Saviano al festival di Sanremo per ricordare i 30 anni delle strage di Capaci, si commenta da sé. La copiamo e incolliamo qui senza aggiungere ne togliere una virgola:
“La presenza di Saviano a Sanremo per parlare dei 30 anni dalla strage di Capaci è un oltraggio al tema stesso. Cosa c’entra la presenza di un autore che ha creato una vera e propria mitopoiesi in prodotti seriali e letterari della criminalità organizzata producendo sfilze di antieroi come in Gomorra e Zero con il ricordo di Falcone? Ha lucrato sulla mitopoiesi della mafia. Sanremo è un festival nazionalpopolare che tutti amiamo, non possiamo permettere che si trasformi nel Festival della telepredica progressista. Presenteremo un quesito all’Ad e al Presidente Rai per chiedere quali iniziative intendano adottare per garantire l’esclusione di Saviano dal Festival di Sanremo e l’invito verso magistrati e rappresentanti delle forze dell’ordine che tutti i giorni fanno vera antimafia sul territorio, senza ingaggi milionari”.
Ora, a parte il fatto che il direttore di Raiuno Stefano Coletta ha fatto subito sapere che lo scrittore sarà a Sanremo a titolo gratuito, le parole di Mollicone lasciano esterrefatti. E fanno venire voglia di mandare una carezza virtuale a Saviano.
O meglio: comporre un’ode alla sua infinita pazienza.
Roberto, non ti curar di Mollicone ma guarda e passa.
(da Huffingtonpost)
argomento: Politica | Commenta »
Febbraio 1st, 2022 Riccardo Fucile
QUALCUNO NON HA CHIARO CHE CIASCUNO METTE AL COLLO IL CIONDOLO CHE GLI PARE… OGNUNO PENSI AI CIONDOLI PROPRI
Il Festival di Sanremo non è ancora iniziato ma già infiammano le polemiche: ad aprire il valzer delle sollevazioni popolari inutili è Ornella Muti, che affiancherà Amadeus questa sera, finita nel mirino di bigotti e iperconservatori per una fotografia postata ieri su Instagram insieme a sua figlia Naike Rivelli.
Entrambe, nello scatto, indossano un ciondolo che raffigura foglie di marijuana.
Da mesi l’associazione Ornella Muti Hemp Club ha sposato la causa della cannabis terapeutica: “Ci sono 6 milioni di consumatori di cannabis che sono costretti a rivolgersi alle mafie. Noi vogliamo dare voce alle persone che i politici proibizionisti vorrebbero sbattere in galera”.
Due deputati di Fratelli d’Italia, Federico Mollicone, commissario di Vigilanza Rai, e Maria Teresa Bellucci, capogruppo in commissione Affari Sociali, hanno emesso – indignati – un comunicato ufficiale: “Riconosciamo in Ornella Muti una grande icona del cinema italiano, ma riteniamo improprio il sostegno alla liberalizzazione della cannabis espresso in un post da parte della co-conduttrice di Sanremo. Non vorremmo che il Festival possa diventare il megafono delle posizioni del fronte della cannabis libera e del referendum. La riteniamo un’esternazione impropria”.
L’ex senatore del PdL Carlo Giovanardi ha aggiunto: “È una cosa tristissima, vedere che si dà spazio a chi promuove questa cultura della morte”.
“Spingo l’aspetti terapeutico della cannabis – ha precisato Muti in conferenza stampa – non spingo assolutamente l’aspetto ludico della canna: mi spiace della polemica, addirittura pensano che io giri per il backstage donando canne, è triste, mi rendo conto che il cambiamento è difficile”.
“Ci sono testi e persone più giuste di me – ha aggiunto – per parlare di questi temi, dell’uso della cannabis per i bambini epilettici, le persone malate: non è che un bambino debba fumare una canna, la cannabis è una pianta che dà oli, estratti, è una scelta del paziente se usarla o no. Mia mamma ha avuto anni difficili prima di morire e non sono riuscita a dargliela, ho dovuto rimpinzarla di psicofarmaci che annebbiano la coscienza, l’ho persa senza poterle dire ciao perché non mi riconosceva più”.
(da agenzie)
argomento: Politica | Commenta »
Febbraio 1st, 2022 Riccardo Fucile
IL GIORNALE STRONCA I PARTITI ITALIANI
“Una classe politica italiana egoista ha evitato il disastro all’ultimo momento”.
Così il Financial Times intitola il suo editoriale sulla rielezione di Sergio Mattarella al Quirinale, avvenuta il 29 gennaio all’ottava votazione.
Un commento duro che, senza mezze misure, condanna in blocco la classe politica italiana, una classe politica carente ed egoista, colpevole di anteporre gli interessi personali alla stabilità del Paese che oggi si trova “in un momento così critico del suo sviluppo”.
“Deplorevoli – le ha definite Tony Barber, columnist del Ft e autore di questo commento – le carenze dei partiti politici della Seconda Repubblica” emerse in questa vicenda.
Secondo il quotidiano della City, i partiti italiani “si sono accordati su un secondo mandato per il presidente ottantenne solo perché temevano che qualsiasi altro passo avrebbe potuto innescare la caduta del governo di Draghi e le elezioni anticipate. Per molti di loro, ciò comportava il rischio di ridurre i seggi parlamentari e la perdita di potere, privilegi e pensioni”.
Un commento duro quello del Ft che, infatti, considera “Il fallito tentativo dei partiti politici italiani di nominare un nuovo presidente una benedizione sotto mentite spoglie”.
La decisione del Presidente uscente di accettare un secondo mandato è stata “il miglior risultato per un Paese che ha un disperato bisogno di stabilità politica”.
Positiva invece la conferma di Draghi a Palazzo Chigi. Tuttavia – scrive Barber – SuperMario non può fare miracoli e “le prospettive a lungo termine sono cupe”.
“I problemi dell’Italia sono troppo radicati. È difficile vedere come i partiti di destra o quelli teoricamente di sinistra possano formare un blocco di governo, tale è l’animosità all’interno delle famiglie politiche”.
Secondo il columnist del Ft, quello italiano è un sistema partitico fortemente frammentato e insicuro. Conte ha agito alle spalle del centrosinistra per concludere un accordo con la Lega nazionalista. Salvini alla fine ha tradito Fratelli d’Italia appoggiando in extremis la rielezione di Mattarella, senza nemmeno consultare la Meloni. Tutti hanno avuto un atteggiamento che ha danneggiato la propria credibilità. Tutti, a parte Fratelli d’Italia, l’unico a dimostrare – “in mezzo a questi calcoli egoistici” – coerenza fino alla fine, opponendosi al governo di unità nazionale e deciso alle elezioni anticipate.
“Purtroppo – chiosa Barber – potrebbe uscirne rafforzato. Ma per prendere il potere servirebbe comunque l’appoggio del centrodestra”.
Infatti, in chiusura, Barber rilancia l’idea che a guidare il prossimo governo italiano possa essere un esponente dell’estrema destra: “L’Italia potrebbe non essere lontana dal decidere, fra un anno, di eleggere il suo primo presidente del Consiglio di destra radicale del dopoguerra”.
Infatti – prosegue il Ft – i partiti di governo italiani sono così poco funzionanti che è difficile immaginare come possano osservare il contratto quinquennale che hanno firmato con l’Ue per approvare le riforme in cambio di 191 miliardi di euro di investimenti. Non sono in grado probabilmente di dimostrare maggior senso di responsabilità. Per cui “potrebbe essere necessario un altro governo di unità nazionale. Ma affidare la leadership politica a tecnocrati non eletti – conclude Barber – non è una buona soluzione a lungo termine per una democrazia moderna”.
(da agenzie)
argomento: Politica | Commenta »
Febbraio 1st, 2022 Riccardo Fucile
PER VOLERE ESSERE TROPPO NON E’ PIU’ NIENTE
“La parabola politica più interessante da mettere a fuoco all’interno dell’esecutivo riguarda senza dubbio il profilo di Matteo Salvini ed in particolare il tentativo spericolato dell’ex Truce di provare ad essere coerente sia con il presente della Lega (il sovranismo europeista incarnato da Draghi), sia con il suo passato recente (il populismo nazionalista incarnato da Salvini). Il tentativo di rendere le due traiettorie compatibili tra loro è un tentativo simile a quello fatto da chiunque tenti di mescolare in un bicchiere un po’ di acqua con un po’ di olio”: questa lunga citazione del direttore del Foglio Claudio Cerasa risale all’aprile 2021, ad appena un mese e mezzo dalla nascita del governo Draghi.
Era tutto scritto. Già ad aprile Cerasa poteva paragonare Salvini all’asino di Buridano nel suo tentativo di tenere in piedi (e insieme) sia il draghismo, sia il populismo, sia la razionalità europeista sia l’urlo antieuropeo.
Non volendo scegliere, Matteo Salvini si è trovato in mezzo a un guado, dal quale non è mai più uscito. E nel quale rischia di affogare.
Anche adesso che con questa proposta alquanto affrettata di un partito repubblicano in salsa italica con la quale, ormai come tradizione, cerca di mettere insieme tutto e il suo contrario.
La totale incapacità di scelta: ecco la vera malattia.
Andrea Cangini glielo ha spiegato a chiare lettere in queste ore: “Che senso ha proporre una federazione, quando non sono affatto chiari l’identità politica e gli orizzonti europei del proponente? Di sicuro una iniziativa del genere non può che muoversi nel solco del Partito popolare europeo”.
Ma, c’è da scommetterci, gli appunti sacrosanti di Cangini andranno a schiantarsi contro il muro di irrazionalità che sembra difendere l’attuale status quo in nome di un immobilismo conservatore, all’insegna del “far finta di niente”, raccontando una realtà virtuale che, ciclicamente e inesorabilmente, si scontra con la realtà delle cose.
L’effetto che fa Matteo Salvini è quello di un Asino di Buridano, che vuole la botte piena e la moglie ubriaca.
Cercando di incassare sia i dividendi del populismo, sia quelli dell’europeismo, Salvini vuole infatti ogni volta dimostrare a se stesso e agli altri di essere un grande giocatore di carte, quando alla fin dei conti è solamente un baro che tira fuori dalle maniche le carte che servono in quel momento. Un baro, va detto a parziale giustificazione, che gioca a un tavolo di bari.
Perché se è vero Salvini è stato il campione evidente di chi vuole tutto e il suo contrario, senza porsi il problema della scelta, a ben vedere anche gli altri protagonisti di questa fine della seconda repubblica non sono da meno.
Cosa fa Giorgia Meloni, se non voler essere sia la signora e padrona della destra dura e pura, sia l’eterna candidata premier di un centrodestra europeista?
E cosa fa Enrico Letta, se non voler essere al tempo stesso principe del campo largo e signore di un’alleanza Ursula che arriva almeno a Forza Italia?
Sì, la triste verità è che Salvini è solo l’esempio concretissimo di politica bulimica che per voler essere troppo, non è più niente.
(da Huffingtonpost)
argomento: Politica | Commenta »
Febbraio 1st, 2022 Riccardo Fucile
LE MOTIVAZIONI DELLA CONDANNA A 5 ANNI PER PECULATO: DENARO AI COMMERCIALISTI DELLA LEGA
Il “flusso anomalo di denaro” tra le società dell’imprenditore Francesco
Barachetti e quelle “del duo Di Rubba-Manzoni”, revisori contabili per la Lega in Parlamento, è ingiustificato e “trova una spiegazione ben più credibile nella remunerazione dei due professionisti per la loro attività di intermediazione tra Barachetti e il ‘mondo Lega’, per conto del quale gestivano le spese”.
Lo scrive la Settima sezione penale del tribunale di Milano nelle motivazioni della sentenza con cui il 23 dicembre ha condannato per peculato e false fatture a 5 anni l’imprenditore per il caso Lombardia Film Commission, con al centro la vendita di un capannone di Cormano (Milano) alla fondazione, partecipata da Regione Lombardia, con cui sarebbero stati drenati 800mila euro di fondi pubblici.
Nelle 94 pagine in cui i giudici Malatesta-Fiorentini-Clemente ricostruiscono la vicenda accertata dall’indagine del Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf, coordinata dall’aggiunto Eugenio Fusco e dal pm Stefano Civardi, si legge anche che Barachetti, elettricista di Casnigo (Bergamo) e titolare di società di ristrutturazioni, “ben conosceva” Alberto Di Rubba, anche ex presidente di Lfc, “figura di riferimento per le commesse pubbliche”.
Tanto che Barachetti “era stato introdotto” da Di Rubba “nel giro degli appalti concessi dai partiti Lega Nord, prima, e Lega per Salvini Premier, poi, oltre che da realtà giuridiche” collegate, come Pontidafin, Radio Padania e “da Lfc stessa (già nel 2016)”.
L’imprenditore è stato condannato a versare 294mila euro alla Lombardia Film Commission, parte civile con l’avvocato Andrea Puccio, “entro 90 giorni” dal “passaggio in giudicato” del verdetto. E provvisionali di risarcimento da 20mila euro e 50mila euro rispettivamente al Comune di Milano, socio di Lfc e parte civile con l’avvocato Marco Dal Toso, e alla stessa fondazione.
L’indagine milanese si è intrecciata anche, dati i suoi protagonisti, con quella dei pm di Genova sugli ormai famosi 49 milioni di euro della Lega di cui si sono perse le tracce. Dopo una serie di patteggiamenti, tra cui quelli del presunto prestanome Luca Sostegni e del commercialista di fiducia del Carroccio Michele Scillieri, erano stati condannati in abbreviato, rispettivamente a 5 anni e a 4 anni e 4 mesi, Di Rubba e Andrea Manzoni.
Riguardo al “flusso anomalo” di soldi tra Barachetti e i contabili, i giudici richiamano anche quanto messo a verbale da Scillieri, il quale aveva “confidato che una percentuale del denaro che lui stesso riceveva da fondazione Lfc, dal partito Lega Nord e dalla società Pontidafin per prestazioni professionali”, alcune “fittizie”, venisse “‘restituità al duo Di Rubba-Manzoni” quale “prezzo per aver ottenuto gli incarichi”. Tra il 2015 e il 2019, si legge ancora nella sentenza, due società di Barachetti hanno incassato oltre 2,6 milioni di euro “dalle realtà gravitanti nell’orbita ‘Lega Nord'”.
I giudici ricordano pure che Scillieri, sentito nel processo, non aveva voluto “rilevare dettagli sull’effettivo oggetto delle prestazioni da lui fatturate nei confronti della Lega per Salvini premier e Pontidafin”, “intimorito dalle possibili conseguenze” se avesse “chiarito l’origine dei flussi di denaro”, tanto che aveva presentato “denunce per atti ritenuti intimidatori”.
A Barachetti, per il peculato ai danni di Lfc, i giudici hanno, però, riconosciuto le attenuanti generiche perché, pur avendo prestato “un contributo determinante” nell’operazione, non ha tratto “alcun guadagno personale” fungendo “unicamente da veicolo per consentire” agli altri di “incamerarne i profitti”.
argomento: Politica | Commenta »
Febbraio 1st, 2022 Riccardo Fucile
IL LEGHISTA FARNETICA SU UN “PARTITO REPUBBLICANO”… FREDDEZZA DA FORZA ITALIA…BRUNETTA:”PER IL SOVRANISMO NON C’E’ PIU’ SPAZIO”
Il Divorzio Tra Salvini E Meloni. La Lega Lancia Il Partito Repubblicano
Se non è divorzio, è almeno una separazione di fatto. I destini di Giorgia Meloni e Matteo Salvini si allontanano in un lunedì che fa registrare un altro colpo – probabilmente definitivo – alla formula del centrodestra.
L’onda lunga dell’elezione di Mattarella non si ferma più. “Meglio soli che male accompagnati”, sibila la leader di Fratelli d’Italia in serata. Dicendo chiaramente di vedere con “oggettiva difficoltà”, oggi, un’intesa con il resto della coalizione alle prossime elezioni.
“Il problema – dice Meloni – è che se gli altri partiti devono scegliere tra il centrodestra e l’alleanza di governo, scelgono quest’ultima. E e tra Fdi e il Pd, scelgono il Pd”.
E giù duro contro il segretario della Lega: “Quello che ha fatto in occasione dell’elezione del capo dello Stato è folle. Per lui, non per me”.
Questo lunedì di scorie pesantissime lascia sul campo due Destre. Quella che la presidente di Fdi vuole rifondare e quella che Salvini, con nuova fuga in avanti, tenta di federare assieme a Forza Italia.
Il senatore milanese rilancia un progetto che nell’estate scorsa aveva tentato di portare avanti senza grande successo. Ma lo fa in un momento completamente diverso, prendendo le distanze proprio da Meloni e tentando di arginare la fuga dei centristi. “Solo un nuovo contenitore politico delle forze di centrodestra, a cominciare da quelle che appoggiano il governo Draghi, può agire in modo incisivo. Il nostro modello può essere quello del Partito Repubblicano americano”.
Non è, quest’ultima, un’ispirazione esattamente originale e i forzisti, a cominciare dal sottosegretario Giorgio Mulé lo sottolineano: “Berlusconi ne parlava già nel 2015”. E infatti la reazione degli azzurri è freddina. Il partito prende tempo: “Valuteremo la proposta di Salvini al momento opportuno”, dice il capogruppo alla Camera Paolo Barelli.
Nel partito in pochi sono disposti a riconoscere ancora la leadership di Salvini e quando, a sera, il capo del Carroccio va a trovare ad Arcore un Silvio Berlusconi appena uscito dalla clinica, l’accoglienza è cordiale ma non particolarmente calorosa. Il colloquio, spiegano fonti di Lega e Forza Italia, serve a riaffermare “vicinanza umana e politica” ma pesano, eccome, alcune proposte dell’ex ministro dell’Interno nelle trattative per il Colle, non gradite al Cavaliere: Belloni, Severino, Cassese.
In ogni caso, è una svolta moderata, quella di Salvini, che i vertici di Fi auspicano sia accompagnata dall’adesione al Ppe. E comunque poco apprezzata – almeno nella tempistica – dagli stessi esponenti dell’ala governista di Fi che la bocciarono qualche mese fa: “Iniziativa tardiva”, fa sapere il ministro Renato Brunetta che rammenta l’intervista a Repubblica in cui vedeva, “tre forze espressioni di altrettante culture politiche: i liberali, i popolari e i socialdemocratici. Per il sovranismo non c’è più spazio”.
E poi c’è un mondo centrista verso il quale Salvini spara ad alzo zero quando addita i “traditori” nel voto su Casellati ma che è poco disposto a dargli credito: tatticamente Coraggio Italia, Udc, Noi Con l’Italia, non chiudono all’iniziativa, ma con molti distiguo: Giovanni Toti, che la Lega minaccia di sfiduciare in Liguria, chiede ad esempio primarie per la guida di un nuovo centrodestra. In questo clima il capo della Lega va comunque avanti a testa bassa, e oggi illustrerà la sua iniziativa in consiglio federale, a Milano.
Il dato che rimane è una Destra spaccata a metà. Ignazio La Russa, uno dei volti più noti di Fratelli d’Italia, usa il sarcasmo: “Evocare la figura dell’asino, simbolo del partito repubblicano americano, non mi sembra simbolicamente una gran trovata. Prima di parlarne, eventualmente, Salvini ci spieghi dov’è finito. Le ultime sue tracce, sabato, sono un messaggino con scritto “Ci vediamo su”: poi ha annunciato la scelta di Mattarella e non l’abbiamo più sentito”. La scelta del sistema elettorale potrà accelerare il processo di ricomposizione del centrodestra: Meloni è ferma sul maggioritario come Salvini ma nella Lega si fa strada una corrente proporzionalista, che è forte in Forza Italia e totalitaria fra i piccoli partiti del Centro. Una riforma potrebbe allontanare del tutto gli ex partner sovranisti.
(da agenzie)
argomento: Politica | Commenta »
Febbraio 1st, 2022 Riccardo Fucile
E ANCHE OGGI LA QUOTIDIANA FIGURA DI MERDA
“Con la grande squadra della Lega in Regione Lombardia che con il massimo
impegno non perde di vista gli obiettivi su cui lavorare: Lavoro, Sanità e opere pubbliche. Avanti!”, twittava lunedì Matteo Salvini postando una foto in cui compare anche il presidente Attilio Fontana e tutta la squadra, appunto, del Carroccio che governa la regione.
Sembrerebbe uno scatto normale, uno dei tanti che l’ex ministro dell’Interno condivide quotidianamente sui social.
E invece con il passare delle ore, ingrandisci qui e allarga la foto di là, il post è diventato virale.
Il motivo? A tanti non è sfuggito che le mascherine presenti sul volto dei leghisti sembrano essere finte, posticce, aggiunte – neanche con grande abilità – dopo che lo scatto era stato realizzato.
Insomma, quando si sono messi in posa, buona parte dei leghisti erano al chiuso, abbracciati, senza indossare la mascherina.
In tempi di Sars-Cov-2 ancora galoppante seppur in fase discendente, con le regole decise dal governo di cui la Lega fa parte e con il presidente Fontana che predica prudenza ai cittadini lombardi, non sarebbe stato il massimo diffondere una foto in cui veniva fatta carta straccia della misura minima richiesta dall’esecutivo per contenere la pandemia.
E così il social media manager, ipotizzano in tanti, si è messo all’opera. In maniera un po’ grossolana, evidentemente, se in Rete non sono sfuggiti diversi dettagli: bocche e nasi attraversano il tessuto delle Ffp2 e sono ben visibili, a diversi altri uomini del Carroccio mancano gli elastici laterali in grado di sorreggere le mascherine, in altri casi i volti vengono quasi trasfigurati.
Eppure chi è intervenuto sembrava aver pensato a tutti: alcune mascherine Ffp2, altre chirurgiche, un frequente alternarsi di colori dal bianco al nero passando per grigio e blu.
(da agenzie)
argomento: Politica | Commenta »