Febbraio 9th, 2022 Riccardo Fucile TOTI APRE A RENZI CHE TEMPOREGGIA, MENTRE CALENDA SCARICA ENTRAMBI
Se non fosse tutto vero, ci sarebbe da ridere.
A dispetto dei nomi – Cambiamo, Italia viva, Azione – che sembrano invitare a un movimento quasi rivoluzionario o quantomeno riformatore, al centro permane un grande caos tra forze politiche che provano ad allearsi ed altre che invece litigano tra loro.
Non è un mistero, per dire, che Giovanni Toti e Matteo Renzi stanno lavorando per creare una sorta di intesa che possa aprire la strada a un grande centro che riesca, magari, ad attrarre anche Forza Italia.
Che questo sia l’intento l’ha chiarito lo stesso governatore della Liguria ieri al Correre della Sera: “La nostra non sarà una fusione a freddo, ma andremo per aggregazioni progressive. Il pendolo della politica oscilla inequivocabilmente verso il centro ed è tempo di abbandonare le posizioni più estreme”.
Un progetto che lo vede fianco a fianco – come già nei giorni delle elezioni presidenziali – con Renzi, il primo a dichiarare apertamente la volontà di dar vita ad un ampio centro. Un progetto a cui sembrerebbe guardare con interesse anche l’intramontabile Clemente Mastella, come ha dato modo di vedere nei giorni scorsi.
C’È CHI DICE NO
Chi invece pare fuggire da questa ampia coalizione è Carlo Calenda, il quale ha usato parole non proprio lusinghiere nei confronti di Renzi che “è stato uno dei migliori presidenti del consiglio che questo Paese ha avuto. Tuttavia non è accettabile che un leader politico che guadagna 12-14 mila euro al mese faccia attività all’estero”, riferendosi evidentemente ai rapporti dell’ex presidente del Consiglio con i sauditi.
Ma Calenda non si è fermato qui, arrivando a una definitiva stroncatura di ogni eventuale progetto politico che metta tutti assieme: “Una cosa sono le alleanze ma altro è snaturarti perché ti metti insieme a persone con cui non hai niente a che fare. Con Renzi e Mastella non ci andrò mai perché non corrisponde al nostro progetto politico”.
Insomma, nel rispetto dei ruoli, una cosa è Azione, un’altra è Cambiamo, un’altra ancora è Italia viva. Vedremo se le posizioni resteranno così distanti con l’avvicinarsi delle prossime elezioni amministrative, dunque politiche.
Al momento quel che è certo è che il centro resta un incredibile caos in cui a giorni alterni ci si avvicina, si colloquia, infine ci si allontana perché il progetto è diverso – pare – l’uno dall’altro.
(da agenzie)
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Febbraio 9th, 2022 Riccardo Fucile PERCHE’ LO STALLO DEL M5S DURERA’ ALMENO UN MESE
Soldi, equilibri incerti e tempi che si allungano. I Cinque Stelle si interrogano sul da
farsi. Come reagire all’ordinanza di Napoli? Beppe Grillo è rimasto infastidito dall’accelerazione che i vertici hanno cercato di imporre: il garante vuole ponderare ogni passo. Non è escluso che a breve ci possa essere un incontro tra le parti, opzione che fino a lunedì pomeriggio da ambienti vicini allo showman ligure veniva smentita. Grillo però ora sta accarezzando l’idea di un faccia a faccia: vuole fare chiarezza e cogliere l’occasione per dare una scossa al Movimento, sistemando le faide interne ai Cinque Stelle
Conte sarebbe stato sorpreso dalla mossa del garante, anche se ambienti vicini all’ex premier smentiscono e parlano di «sintonia» tra le parti. «C’è chi sta usando questa situazione per indebolire Conte con modifiche ai suoi poteri, dalla gestione dei territori a variazioni statutarie», dicono i contiani. «Siamo al paradosso: veniamo accusati per il frutto delle loro scelte», replicano i dimaiani e i malpancisti.
I protagonisti della vicenda sanno che dietro a ogni singola mossa si celano questioni legali e pecuniarie importanti.
Ora ci sono più soldi in cassa: nel solo mese di dicembre il Movimento ha ricevuto (dagli eletti) oltre 450 bonifici, quasi tutti a 4 cifre ma con picchi anche da 17mila euro. I soldi — circa 600 mila euro — sono una boccata d’ossigeno per le casse pentastellate, ma c’è chi teme che il caos interno porti a nuove titubanze in merito alle restituzioni.
Non solo. I soldi che i Cinque Stelle potrebbero trovarsi a dover impiegare per dirimere la vicenda sono molti.
Si parla di spese legali, di eventuali ricorsi (anche e soprattutto per un possibile uso improprio dei dati degli iscritti, con tanto di sanzioni nel caso da parte del garante della privacy), di spese forse legate all’utilizzo di Rousseau (anche in questo caso una cifra «importante»).
In questo guazzabuglio c’è chi mette le mani avanti. «I contratti in essere rimangono in essere. Rimane tutto invariato per noi», dice all’Adnkronos Giovanni Di Sotto, ad di Multicast, la società che ha creato la piattaforma SkyVote.
I legali di Conte e Grillo secondo quanto filtra da indiscrezioni si sono confrontati ieri. L’orientamento sembrerebbe non più quello di affidarsi a una ratifica in tempi rapidi dei votanti «mancanti», ma di procedere con l’elezione di un nuovo comitato di garanzia, in modo che ci sia un legale rappresentante che possa far partire l’iter per la votazione sullo statuto (o eventualmente stabilire i criteri per l’elezione del comitato direttivo).
I tempi, però, si preannunciano lunghi: almeno un mese. I passaggi sono chiari: in sette-dieci giorni i Cinque Stelle faranno la prima mossa, Grillo indicherà la rosa dei nomi del comitato, ci sarà una votazione poi i tre eletti dovranno riunirsi, scegliere un presidente e deliberare una votazione.
Questa fase potrebbe essere completata per l’inizio dell’ultima settimana di febbraio. Poi per le votazioni che riguardano le modifiche statutarie serviranno 15 giorni di preavviso: ecco allora arrivare a una possibile soluzione — nella migliore delle ipotesi — per la prima decade di marzo. «Io non sarei così ottimista: prima di procedere spediti dovremmo valutare con attenzione ogni aspetto di ogni passaggio, proprio per evitare di ritrovarci in guai peggiori tra pochi mesi», sottolinea un pentastellato. In ogni a metà marzo servirà il via libera per le liste per le Comunali di primavera: un appuntamento che potrebbe essere a rischio per i Cinque Stelle in caso di altri intoppi.
(da Il Corriere della Sera)
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Febbraio 9th, 2022 Riccardo Fucile PROVA A SCUSARSI PER LA FRASE SULLE BARE DI BERGAMO, MA SPUNTA UN ALTRO POST… IL COMUNE DI BERGAMO LO QUERELA
Il giornalista di Libero aveva pubblicato un tweet (ora rimosso) in cui diceva: «Le bare di Bergamo stanno al Covid19 come il lago della Duchessa sta al sequestro Moro»
«Il mio tweet è stato gravemente equivocato».
In un post Facebook visibile solo agli amici, il giornalista di Libero Tommaso Montesano prova a mettere una toppa sulla frase pubblicata ieri che riguardava le bare trasportate a Bergamo dai camion dell’esercito.
Il tweet in questione diceva: «Le bare di Bergamo stanno al Covid19 come il lago della Duchessa sta al sequestro Moro». Il lago della Duchessa si trova nella provincia di Rieti. Il 18 aprile del 1978 un finto comunicato dell Brigate Rosse diceva che Aldo Moro, ai tempi ancora nelle loro mani, era stato ucciso e il suo corpo gettato nelle acque di questo lago.
Dopo questo tweet Montesano è stato travolto dalle critiche, tanto che lo stesso direttore di Libero Alessandro Sallusti ha chiesto il suo licenziamento.
Prima Montesano aveva eliminato il suo tweet, poi l’intero account. Ora su Facebook scrive:
“Il mio pensiero era un semplice parallelismo tra la forza simbolica dei camion militari di Bergamo, che hanno avuto il merito di far aprire gli occhi anche ai più scettici che negavano la gravità della pandemia, e le immagini della ricerca del corpo dell’onorevole Moro nel lago della Duchessa che, secondo le ricostruzioni storiche, convinsero l’opinione pubblica ad accettare l’ineluttabilità del destino di Moro».
E ancora: «Volevo, in sostanza, sottolineare la forza evocativa di due immagini simbolo che hanno segnato in modo indelebile la storia del nostro Paese. Non ho mai inteso offendere il ricordo delle Vittime né i parenti che ancora oggi ne piangono la scomparsa. Se ciò è avvenuto, me ne scuso e a loro esprimo la mia più sincera vicinanza.
Il primo commento sulle bare: «Una parata»
Già nel luglio del 2020 il giornalista aveva pubblicato un commento sui camion dell’esercito avvistati a Bergamo mentre attraversavano la città per trasportare le bare:
“A posteriori, la parata dei camion dell’Esercito con le bare di Bergamo insospettisce. Mai più ripetuta, effettuata di notte, con tutti quei mezzi che si sarebbero potuti muovere alla spicciolata. Si è VOLUTO fare così, con evidenza teatrale, per terrorizzare.”
(da agenzie)
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Febbraio 9th, 2022 Riccardo Fucile A PROCESSO PER FINANZIAMENTO ILLECITO
Condannare Giulio Centemero, capogruppo della Lega in commissione Finanze, a
“otto mesi”. E la richiesta del pm di Milano Stefano Civardi nel processo che vede il tesoriere del Carroccio imputato per finanziamento illecito.
Il presunto finanziamento illecito riguarda 40mila euro concordati secondo l’accusa, tra il 2015 e il 2016, con il patron di Esselunga Bernardo Caprotti.
Soldi destinati all’associazione ‘Più voci’, di cui Centemero era legale rappresentante, per ‘mascherare’ un finanziamento al Carroccio.
Centemero è anche indagato nell’inchiesta romana su un presunto finanziamento illecito da 250mila euro, sempre all’associazione ‘Più voci’, da parte dell’imprenditore romano Luca Parnasi.
(da agenzie)
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Febbraio 9th, 2022 Riccardo Fucile PAESE CHE VAI, INFAME SOVRANISTA CHE TROVI
Evidentemente agli iscritti al movimento di estrema destra tedesca, Alternative für Deutschland, sono piaciuti sia gli insulti che l’esultanza di Nicolaus Fest dopo la morte del Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli.
Altrimenti non si spiega la scelta di nominare l’europarlamentare come capo-delegazione del partito proprio all’interno dell’Europarlamento.
Una decisione che ha già provocato molte reazioni da parte della politica, nel silenzio della Lega che condivide proprio con AdF il gruppo Democrazia e Identità a Bruxelles e Strasburgo.
Di Nicolaus Fest avevamo parlato meno di un mese fa, quando il quotidiano tedesco “Der Spiegel” aveva pubblicato in esclusiva alcuni messaggi scritti dall’europarlamentare del movimento di estrema destra nella chat comune con i suoi colleghi. E proprio lì, tra i pensieri più “colti”, il rappresentante di AfD aveva scritto: “Finalmente se n’è andato quello sporco maiale”.
Il riferimento era alla notizia della morte del compianto (da tanti, quasi tutti, tranne
che dall’europarlamentare tedesco) David Sassoli.
E se quei messaggi non erano sufficienti, lo stesso Fest aveva rincarato la dose contro il quotidiano tedesco che aveva pubblicato quegli screenshot dalla chat e, ancora, contro il ricordo di David Sassoli.
Fin dal primo momento era arrivata una condanna quasi unanime contro di lui. Prima di ieri, quando AfD ha deciso di puntare tutto su di lui nominandolo come successore di Jörg Meuthen nel ruolo di capodelegazione al Parlamento Europeo. Insomma, è diventata la voce più autorevole all’interno dell’Europarlamento per il movimento di estrema destra.
La Lega, che guida il Gruppo Identità e Democrazia all’Europarlamento, aveva promesso che avrebbe preso provvedimenti contro Nicolaus Fest. Ma l’effetto è stato diametralmente opposto.
Ovviamente il Carroccio non ha poteri sulle nomine interne ai vari partiti che compongono il loro gruppo europarlamentare, ma quel che era stato detto si è dissolto come una bolla di sapone sotto il caldo sole estivo.
(da agenzie)
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Febbraio 9th, 2022 Riccardo Fucile L’INCREDIBILE CONTROSENSO DEL SENATORE
Un pensiero profondo. Talmente profondo da colpirsi da solo.
E così il senatore in papillon, Simone Pillon, si rende protagonista di una grossolana e paradossale gaffe sui social.
In un tweet pubblicato durante l’ora di pranzo, il parlamentare della Lega ha voluto condividere sui suoi profili social un messaggio contro l’alienazione provocata dal continuo utilizzo degli smartphone, realizzando uno straordinario (si fa per dire) paragone con la preghiera.
Peccato che la pubblicazione di quel post (così come molti altri presenti sui suoi canali nelle molte piattaforme social), il senatore del Carroccio abbia utilizzato un iPhone.
“Buongiorno amici! Lungi da me demonizzare il telefonino, ma se l’abuso dei social porta all’alienazione, l’abuso della preghiera porta l’anima a livelli sublimi. Del resto, in Cielo non avremo telefoni. Vuoi vedere che avevano ragione le nostre nonne?”, ha scritto Simone Pillon su Twitter. Al netto della correlazione paradossale tra le due cose citate dal senatore della Lega, appare palese una contraddizione dialettica di altissimo livello.
In basso, infatti, notiamo l’orario di pubblicazione di quel tweet (9 febbraio 2022 all’1.44 PM) e il mezzo utilizzato per la condivisione: Twitter per iPhone.
Insomma, Simone Pillon ha pubblicato un tweet contro l’alienazione da smartphone utilizzando uno smartphone.
Dice di non voler demonizzare questi strumenti digitali, ma lo fa – mettendoli in contrapposizione, senza senso, con la preghiera -, utilizzandoli.
E lo stesso discorso potrebbe essere allargato a tutto. Perché il senatore leghista è noto per un utilizzo ampio e continuativo proprio dei social. Ogni giorno uno o più post per portare avanti la sua propaganda (tra cui anche gli “interessantissimi” suoi pensieri sul prima, durante e dopo Sanremo, come l’attacco alla Rai per la scelta di Drusilla Foer alla co-conduzione della terza serata del Festival). Ma in quel caso il suo utilizzo di smartphone e piattaforme social va bene. Amen.
(da agenzie)
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Febbraio 9th, 2022 Riccardo Fucile I TRUFFATORI CI HANNO SGUAZZATO, CON I CITTADINI ADESCATI DA SOCIETÀ AMMINISTRATE DA NULLATENENTI CHE DICHIARANO DI FARE IL 30% DEI LAVORI IN UN SOLO GIORNO
Lag Power, My One, Skyfall. I nomi delle società sono anglofoni, riecheggiano film di 007, ma la truffa è arcitaliana. In un mese e mezzo la Guardia di finanza ha scoperchiato oltre 4 miliardi di falsi crediti fiscali generati da superbonus maturati da imprese fantasma per lavori inesistenti.
La catena di sant’Antonio delle cessioni dei crediti tocca 15 regioni a velocità vorticosa. Grazie alle segnalazioni dell’Agenzia delle entrate, gli investigatori hanno monitorato nullatenenti beneficiari di crediti moltiplicatisi del 500% in un mese.
Per questo le Procure di Roma, Napoli, Rimini e Perugia sono intervenute con sequestri urgenti, considerando i crediti «corpi di reato» e impedendone l’ulteriore trasferimento ad altri soggetti in buona fede, comprese banche (Fineco, Mps, Bnl, Illimity, Ifis), assicurazioni (Groupama) e società pubbliche (Poste e Cassa depositi e prestiti).
Ciò non ha impedito la monetizzazione di 2 miliardi di euro, su cui proseguono indagini che portano lontano dal luogo di partenza. Tra Napoli e Caserta, a truffatori seriali e professionisti del riciclaggio di denaro sporco, pregiudicati vicini alla camorra.
A Napoli l’indagine è partita da un consorzio gestito da un commercialista «che, mediante una fitta rete di promotori, adescava ignari cittadini interessati a usufruire del superbonus».
Come le due coppie di San Vito al Tagliamento, 15mila abitanti in provincia di Pordenone, desiderose di dare una rinfrescata alla villetta bifamiliare. I clienti compilavano le schede e firmavano i contratti.
Dopo illusori sopralluoghi il consorzio spariva senza piantare un chiodo. In compenso uno stuolo di tecnici stakanovisti fabbricava quasi 1400 asseverazioni farlocche in fotocopia (computo metrico sballato, fogli bianchi, nessun protocollo), per emettere fatture false certificando di aver completato (in un giorno!) il 30% dei lavori.
Grazie all’opzione «sconto in fattura», il consorzio diventava titolare dei crediti. Dieci mesi dopo i coniugi friulani, convocati dalla Finanza, scoprivano nel cassetto fiscale dell’Agenzia delle entrate «crediti per 127mila euro senza che nessun lavoro fosse stato svolto», prima venduti e poi monetizzati o compensati dallo stesso consorzio, a chiusura dello «schema fraudolento».
Valso, solo nei primi nove mesi dell’anno scorso, 89 milioni di euro di fatture a 1300 «presunti clienti» e 83 milioni di crediti già veicolati nella catena di sant’Antonio delle cessioni.
Niente male per una società con un solo dipendente, che nel 2020 vantava un fatturato 15 volte inferiore e un parco clienti 13 volte inferiore. Notevole anche la performance della società Skyfall, si cui indaga la Procura di Roma: «Non presenta dichiarazioni fiscali, non effettua versamenti, non ha immobili di proprietà né in locazione, nel 2021 non ha ricevuto fatture, non ha depositato bilanci, è amministrata da un nullatenente» il cui ultimo reddito è quello ricevuti dal carcere di Civitavecchia nel 2009, quando era detenuto per narcotraffico.
Capitale sociale 100 euro, nel 2020 non ha emesso nemmeno una fattura e ne ha ricevuta una per 13 euro. Eppure nel 2021 acquista «crediti fiscali palesemente fittizi» per 235 milioni di euro da «società evanescenti sconosciute al fisco e amministrate da meri prestanome».
Ricostruita dalla Finanza, la mappa dei soggetti coinvolti – prestanome, società cartiere (per sfornare fatture false) e società fungo (che spuntano da Saint-Cristophe in Valle d’Aosta a San Severo in Puglia, per gestire i crediti) – fa venire il mal di testa.
La Procura si focalizza su due società «che appaiono il vero centro di creazione dei crediti fittizi»: stessi soci, stessa sede, stesso commercialista, un paio di dipendenti. Si scambiano fatture di centinaia di milioni per ristrutturare stalle e garage (nemmeno gli emiri), mentre l’anno prima «dichiaravano un volume d’affari irrisorio».
«Società al lacero e anziani fidati come amministratori» anche a Rimini. «Madonna Santa. Lo Stato italiano è pazzesco! Vogliono essere inculati, praticamente», si compiace al telefono Nicola Bonfrate, per il gip «promotore e capo di una stabile associazione a delinquere ramificata in tutto il territorio nazionale e tutt’altro che rudimentale», che in cinque mesi ha generato «frodi seriali» per 278 milioni di euro.
Poi monetizzati («So’ soldi eh, possiamo divertirci») e dirottati in paradisi fiscali: «Quelli di Milano non hai idea di quanti cazzo di soldi hanno fatto, non sanno più dove aprire i conti correnti in giro per il mondo. Ma noi ci stiamo dietro, a ruota stiamo andando!».
(da La Stampa)
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Febbraio 9th, 2022 Riccardo Fucile “PERCHE’ VOI DI FDI AVETE VOTATO CONTRO? CHE LOBBY DOVETE FAVORIRE?”… E LEI NON RISPONDE
Pierluigi Bersani smonta con calma olimpica gli attacchi che a Dimartedì gli arrivano
da Elisabetta Gardini, esponente di Fratelli d’Italia ex deputata e parlamentare europea.
La donna ha cominciato il dibattito rilanciando un cavallo di battaglia del partito di Giorgia Meloni, la richiesta di andare a elezioni: “Io credo che sia il momento di rendere l’Italia un Paese normale, come tutte le altre democrazie occidentali
Sul tema del lavoro, e sulla necessità di FdI di apparire “dalla parte del popolo” senza che questo si traduca in atti concreti, Bersani replica: “Io volevo farle una domanda, adesso si sta tornando in classe, c’è la coda davanti alle farmacie per fare i tamponi, come negli ultimi mesi. Mi spiega perché Fratelli d’Italia, insieme alla Lega e a Renzi, ha bocciato un emendamento che diceva di far fare i tamponi anche ai parafarmacisti? Voi ce l’avete col governo, ma non con le lobby. Stiam parlando di lavoro, della dignità di un farmacista che lo è come gli altri, ha la stessa laurea, e non gli fate fare i tamponi. Quando si arriva al dunque, non vi sottraete neanche voi a questi aspetti da Italietta. Mi risponda su questo”.
Gardini, ovviamente, non risponde sul punto: “Lei sta al governo, non ne state imbroccando una, tant’è che gli italiani sono esasperati. Lei mi spiega invece perché siamo l’unico Paese che ha il Green Pass collegato al lavoro e allo stipendio“
Bersani sbuffa: “Non volevate neanche le mascherine, poi non volevate il Green Pass. Lei è stata in Europa, si sarà accorta che nell’ultimo mese del picco di Omicron Germania, Austria e Olanda hanno fatto il lockdown. Noi no”.
(da agenzie)
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Febbraio 9th, 2022 Riccardo Fucile NESSUNA CONFERMA UFFICIALE … IL PREMIO NOBEL 2008 ERA NO VAX
Un tweet pubblicato dalla testata France Soir con l’annuncio: Luc Montagnier è morto nella giornata di ieri, martedì 8 febbraio. Una notizia che al momento non trova conferme ufficiali dalla famiglia del premio Nobel per la Medicina, onorificenza ottenuta nel 2008. Sta di fatto che le condizioni di salute dello scienziato – che di recente è diventato l’idolo dell’universo no vax – stanno provocando un intenso dibattito sui social.
“Il professor Luc Montagnier, Premio Nobel per la Medicina 2008, è morto pacificamente l’8 febbraio 2022 alla presenza dei suoi figli. 18 agosto 1932 – 8 febbraio 2022 . Pace all’anima di questo grande uomo”.
Poi nessun’altra comunicazione. Sul sito ufficiale della testata francese, all’inizio, non risultava nessun articolo in merito, ma nella barra laterale si trova proprio quel tweet condiviso sul profilo ufficiale. Insomma, nessun pezzo di conferma, ma quel post social rimane visibile anche direttamente dalla homepage del sito del quotidiano transalpino.
Poi, alle 15.45, la pubblicazione dell’articolo in cui si conferma il decesso del biologo attraverso le parole del dottor Il dottor Gérard Guillaume che collaborava con lui.
Da una parte, però, sono arrivate delle smentite.
MediaMass sottolinea come quell’informazione sia priva di fondamento etichettandola come falsa. A sostegno di questa tesi, secondo il sito, ci sarebbero le dichiarazione dell’entourage del Premio Nobel francese che hanno “formalmente negato” la veridicità della notizia di Montagnier morto. Insomma, sembrerebbe essere una bufala. Poi, però, ecco comparire sui social un altra voce.
“Lutto Nazionale. Si è semplicemente sacrificato al compito di salvare ciò che poteva ancora essere salvato. Un uomo di rara intelligenza, curioso di tutto Il significato di servire fino alla fine Fedele alla scienza fino alla fine Dolore intenso e immensa gratitudine. Grazie professore”.
A scriverlo è Alexandra Henrion-Caude, scienziata francese che oltre ad aver fondato Institut de Recherche SimplissimA è anche grande amica di Montagnier.
(da agenzie)
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