Febbraio 18th, 2022 Riccardo Fucile
FORZA ITALIA SALE AL 9,2%, AZIONE+EUROPA 5%
Sondaggi, Ixé: il Pd guadagna due punti in tre settimane e sale al 23%. M5S in lieve
ripresa, cala FdI, record negativo della Lega (16,6%)
A dirlo è il sondaggio pubblicato venerdì dall’istituto di ricerca, il primo realizzato interamente dopo la rielezione di Sergio Mattarella alla presidenza della Repubblica. Rispetto alla rilevazione precedente, effettuata tra il 28 e il 31 gennaio, il Pd schizza dal 21,2% al 23,1%, il record da maggio 2019.
Salgono a più di cinque i punti di distacco da Fratelli d’Italia, che nello stesso periodo cala dello 0,6%, dal 18,5% al 17,9%.
Calo identico per la Lega, dal 17,2% al 16,6%
In leggera ripresa anche il Movimento 5 Stelle al 15,6% dal 15,1%
Cresce invece in modo speculare Forza Italia: dall’8,6% al 9,2%, +0,6%.
Anche in questo caso si tratta del valore più alto nella curva tracciata da Ixè, che parte dalle Europee di tre anni fa.
La federazione tra Azione e +Europa, stimata al 5,7% a gennaio, cala al 5%, mentre restano stabili i due partiti a sinistra del Pd, Sinistra Italiana (dal 2,1% al 2,2%, + 0,1%) e Mdp-Articolo 1 (da 1,9% a 2%, +0,1%).
Italia viva cresce dello 0,3% (dal 2,0% al 2,3%), Europa Verde cala dello 0,4% (dal 2,3% all’1,9%).
(da agenzie)
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Febbraio 18th, 2022 Riccardo Fucile
FIGURACCIA PADAGNA: NON RIESCONO NEMMENO A STENDERE UNO STRISCIONE DI DIECI METRI
Il principio dello ius soli ‘onorario’ per i bambini stranieri nati a Bologna, progetto di campagna elettorale del sindaco Matteo Lepore, è fortemente osteggiato dalla Lega che promette “battaglia” in aula.
Ma intanto fallisce il flash mob che era stato annunciato per oggi sotto le finestre del Comune: si radunano appena nove esponenti del Carroccio, ma il maxi-striscione che dovrebbe riempire l’iniziativa non arriva e il tutto si trasforma in una breve conferenza stampa.
A quanto pare, la Lega aveva intenzione di protestare nel cortile di Palazzo D’Accursio esponendo un messaggio di dieci metri con scritto “No Ius soli”.
Dal capannello formato dai leghisti presenti, però, trapela che c’è stato qualche problema con lo stampa. Tant’è che spunta uno striscione artigianale d’emergenza, fatto di carta, che però non passa l’esame e resta ripiegato.
(da agenzie)
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Febbraio 18th, 2022 Riccardo Fucile
BAY E’ ORA ACCUSATO DAGLI EX COMPAGNI DI PARTITO DI “SABOTAGGIO” PER AVER FORNITO A ZEMMOUR INFORMAZIONI STRATEGICHE SULLA CAMPAGNA ELETTORALE DELLA LE PEN
L’estrema destra francese sembra, a due mesi dalle presidenziali, più impegnata a
sgomitare al proprio interno che a sfidare gli altri poli.
Gli ultimi sondaggi, che registrano Emmanuel Macron sempre in testa con il 24 per cento, vedono i due sfidanti dell’area populista divisi da appena un punto, Marine Le Pen del Rassemblement National al 14,5 per cento e il tribuno outsider Éric Zemmour al 13,5 (in mezzo c’è Valérie Précresse della destra «presentabile» dei Républicains con il 14).
E forse proprio questo clima da derby incoraggia i colpi bassi. Negli ultimi giorni Zemmour ha scippato la Le Pen diversi suoi assi. Si parla di quattro eurodeputati, un senatore e soprattutto di Marion Maréchal, che della Le Pen è nipote e che pare a sua volta in procinto di unirsi alle truppe zemmouriane, ciò che addolora particolarmente la leader.
Da un punto di vista del peso politico il cambio di casacca più significativo è stato però quello freschissimo dell’eurodeputato e segretario del RN Nicolas Bay, che ha annunciato un «pieno impegno» per Zemmour in un’intervista su Le Figaro.
«Credo profondamente nella sua candidatura, nel suo progetto e nella sua strategia, mentre la candidatura di Marine Le Pen suscita una certa indifferenza», ha detto Bay, che prima di lasciare RN è stato accusa to dagli ex compagni di partito di «sabotaggio» perché avrebbe forni to a Zemmour informazioni strategiche sulla campagna elettorale della Le Pen, ma nega ogni addebito.
Ieri invece Jérome Rivière, un altro eurodeputato lepenista che si è unito a Zemmour, ha spiegato a Euronews che l’opinionista di origine ebraico-berbero algerina secondo lui ha maggiori possibilità di vincere anche a causa della «cattiva reputazione» che grava su RN.
Da parte sua la Le Pen parla di comportamento disgustoso da parte dei suoi «traditori», e ostenta disinteresse per i «piccoli giochi politici». Del resto Bay, Rivière e gli altri «sono persone che fin dall’inizio della campagna mi hanno rimproverato di difendere il potere d’acquisto dei francesi come priorità».
Resta però l’impressione che il magma dell’estrema destra creda sempre meno in Marine Le Pen, che corre per la terza volta per l’Eliseo: nel 2012 fu terza dietro a François Hollande (che poi avrebbe vinto il ballottaggio) e Nicolas Sarkozy, mentre nel 2017 si presentò con serie speranze di vittoria contro Emmanuel Macron, ma fu da questi spazzata via al ballottaggio.
Insomma, la Le Pen si porta al guinzaglio lo stigma dell’eterna «quasi vincente» che poi non vince mai. E forse questa e la carta più importante da giocare per uno Zemmour che sogna il ballottaggio.
(da il Giornale)
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Febbraio 18th, 2022 Riccardo Fucile
UNA FAKE NEWS CHE AVEVA FATTO CIRCOLARE SUI SOCIAL OLTRE 50 MILA MESSAGGI E POST… UN’ALTRA PANZANA PER DESTABILIZZARE IL PRESIDENTE MACRON ERA STATA QUELLA SULLA SUA PRESUNTA RELAZIONE OMOSESSUALE
Hanno scritto sul web che Brigitte Macron, moglie del presidente Emmanuel Macron e dunque première dame di Francia, sarebbe una transgender e adesso dovranno andare a processo.
Al tribunale giudiziario di Parigi compariranno due donne. Una prima udienza è stata fissata per il 15 giugno
La fake news venne fatta circolare sui social dall’autunno del 2021, con il probabile intento di destabilizzare il presidente Emmanuel Macron e la moglie Brigitte, anche in vista delle elezioni presidenziali di aprile.
Secondo le voci inserite ad arte sul web, la première dame sarebbe in realtà una transgender nata uomo, il cui nome di nascita sarebbe Jean-Michel Trogneux, da cui l’hashtag #JeanMichelTrogneux registrato su Twitter ed altri social dal 7 novembre.
Secondo Liberation sono oltre 57.000 i messaggi diffusi sui social con l’hashtag #JeanMichelTrogneux.
La bufala è stata condivisa, in particolare, “da profili ostili a Macron, di ambienti vicini all’estrema destra, antivax o covid-scettici”, precisa il giornale.
Non è la prima volta che Brigitte Macron è oggetto di attacchi legati al fisico o all’età.
Del resto durante la campagna presidenziale del 2017 lo stesso Emmanuel Macron fu oggetto di voci su una sua presunta relazione omosessuale con l’allora presidente di Radio France, Mathieu Gallet
Voci che il diretto interessato liquidò con una battuta fulminante durante un incontro elettorale a Parigi, nel febbraio 2017, a pochi mesi dal suo trionfo all’Eliseo: “Non ero io, era il mio ologramma”.
Secondo radio RMC, l’attuale presidente dato in testa nelle intenzioni di voto per un secondo mandato all’Eliseo potrebbe candidarsi ufficialmente la settimana prossima.
(da agenzie)
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Febbraio 18th, 2022 Riccardo Fucile
PER DIFENDERE L’INCASSO DEL DISTRIBUTORE DI BENZINA DOVE LAVORA E’ RIMASTO FERITO… EVANS ORA SPERA NEL PERMESSO DI SOGGIORNO
Il gesto di Evans Oyibode, 23enne nigeriano richiedente asilo, è stato lodato dalla
questura di Potenza che ne evidenzia “il senso civico e l’attaccamento al proprio lavoro in Italia”. La speranza del ragazzo è che ora la procedura di concessione del permesso di soggiorno possa concludersi positivamente.
Aveva appena terminato il proprio turno quando un malvivente si è introdotto nell’ufficio antistante il distributore di benzina dove lavorava: “Dammi tutti i soldi o ti uccido” ha detto il ladro con tanto di pistola (poi rivelatasi un giocattolo) e coltello alla mano.
Ma Evans non si è fatto prendere dal panico: lo ha bloccato e lo ha messo in fuga, nonostante nella colluttazione abbia subìto una ferita alla mano.
Grazie alla sua stessa segnalazione, i carabinieri hanno poi fermato e arrestato l’uomo. Protagonista dell’episodio, avvenuto a Venosa (provincia di Potenza) è Evans Oyibode, un 23enne nigeriano richiedente asilo.
Sono da poco passate le 21. Evans va a chiudere il cancello sul retro della pompa di benzina, quando torna nell’ufficio interno trova un uomo armato col volto coperto da un passamontagna. Gli punta la pistola: ‘Dammi tutti i soldi che hai o sparo’.
Soldi però lì non ce ne sono. “Ho cercato ovunque, ma non ho trovato nulla. L’ho anche pregato di seguirmi per cercare insieme. Abbiamo controllato in tutte le stanze, ma non abbiamo trovato denaro” ricorda il ragazzo.
A quel punto il ladro “si è arrabbiato e ha tirato fuori un coltello: ‘Pensi che stia scherzando, tira fuori i soldi’, mi ha detto”. L’aggressore, dopo avere cercato di accoltellare lo straniero, è riuscito a divincolarsi e a far perdere le proprie tracce prima dell’arrivo dei carabinieri di Lavello.
A dare l’allarme è stato lo stesso Evans.
Per aver sventato quella rapina ha ricevuto una lode direttamente dalla questura di Potenza che ne evidenzia “il senso civico e l’attaccamento al proprio lavoro in Italia”. Evans è arrivato in Italia dopo essere stato costretto a fuggire dalla Nigeria per avere salva la vita: a seguito di un incidente stradale nel quale era deceduto un anziano, i parenti di quest’ultimo lo avevano minacciato di morte.
Nel nostro Paese ha finalmente trovato la stabilità che cercava: Evans ha un’occupazione ed è ben integrato. “Ad aprile sarà in audizione dinanzi alla Commissione per il riconoscimento della protezione internazionale di Caserta”, spiegano a Fanpage.it gli avvocati Luigino Di Giacomo e Gianluca De Vincentis che stanno seguendo Evans nella procedura di asilo. “La speranza è che il suo lodevole gesto possa far concludere positivamente l’iter per la concessione del permesso di soggiorno per protezione internazionale o quanto meno un permesso di soggiorno per protezione speciale alla luce della perfetta integrazione e dell’attaccamento alla patria”, aggiungono i legali.
(da Fanpage)
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Febbraio 18th, 2022 Riccardo Fucile
INTERVISTA A FRANCESCO BERTI (M5S): “AVETE MAI VISTO UN APPALTO A VITA?“
Dopo la riforma proposta dal governo in Consiglio dei ministri, la Camera ha approvato la mozione di maggioranza sull’applicazione della direttiva Bolkestein in merito alle concessioni balneari. Un tema che continua a dividere le forze politiche in Parlamento e su cui anche ieri in Aula non sono mancate le polemiche. Fanpage.it ha fatto il punto della situazione con Francesco Berti, deputato del Movimento Cinque Stelle e capogruppo in commissione Politiche Ue.
In Cdm è arrivato il via libera alla riforma delle concessioni: siete soddisfatti del compromesso raggiunto?
È un buon compromesso dove siamo riusciti a dare certezze al settore balneare andando, però, a rispettare i principi costituzionali. Deve essere chiaro che non accetteremo furbizie e vigileremo perché le gare pubbliche siano concluse e le nuove concessioni assegnate entro il 31 dicembre 2023. È stato detto, invece, che le gare partiranno dal 2024, in tempo per il cambio di governo. In questa sfumatura di pochi mesi, coincidente con la fine della legislatura, alcuni cercano spazio per sfuggire dalla direttiva Bolkestein, anche a costo di far decadere decine di migliaia di concessioni e creare un caos giuridico inimmaginabile. Non lo permetteremo.
Anche l’Ue ha parlato di segnali incoraggianti sulla riforma: si è scongiurata una procedura d’infrazione?
Abbiamo evitato che migliaia di imprenditori andassero incontro a infrazioni e, quindi, al massacro economico. Del resto l’Unione Europea guarda all’applicazione concreta, cioè ai regolamenti attuativi e all’effettivo svolgimento delle procedure trasparenti, pubbliche e basate sul merito. Se qualche lobby e qualche funzionario che non ha a cuore l’interesse pubblico pensano di sviare queste procedure, su cui si è faticosamente trovato un accordo politico, rischia di far cadere l’Italia in procedura di infrazione.
Il ministro Garavaglia dice che ci dovranno essere delle correzioni nel passaggio in Parlamento: temete un passo indietro rispetto alla formula accordata dal governo?
Questo modo di fare non è serio. L’Italia deve mettere mano al settore da 16 anni. Se si vota all’unanimità in Consiglio dei ministri, annunciare di ribaltare la decisione è folle, oltre che irresponsabile. In questo modo le persone rischiano di non capire più niente. Lo spazio di modifica in Parlamento è strettissimo, se non nullo.
La maggioranza rischia di spaccarsi su questo tema?
Per non inciampare al primo voto segreto c’è bisogno di capire quali sono gli interessi in gioco e comprendere che è impossibile andare avanti con proroghe illegittime secondo il diritto italiano ed europeo. Il punto è che ci sono alcuni parlamentari che sono essi stessi concessionari. Se i partiti, che dovrebbero rappresentare l’interesse generale, seguono la via tracciata da chi è in palese conflitto di interesse rischiano di perdere il focus sull’interesse pubblico.
Qual è secondo lei il problema più grave del sistema di concessioni in vigore attualmente?
È profondamente ingiusto che alcuni privati detengano le concessioni perpetuamente, è indegno per un Paese moderno. L’attuale sistema, innanzitutto, non permette allo Stato centrale di monitorare il settore nella sua interezza. Le informazioni sono sparse in due database (Demanio e Ministero dei Trasporti), è impossibile capire chi paga o chi no. Come si fa a rinnovare automaticamente la concessione a chi non ha pagato il canone, spesso di poche centinaia di euro l’anno? Dobbiamo garantire gli investimenti degli attuali concessionari, ma garantire anche opportunità di impresa a chi non è “figlio/a di..” e, soprattutto, garantire un servizio accessibile. Non è possibile che in alcune zone, non di prima fascia, una cabina, un ombrellone e una sdraio costino 2000€ a stagione. Quindi avanti con le riforme.
Alcune forze politiche, ma anche i sindacati, parlano di svendita delle spiagge e di penalizzazioni per imprese che hanno già sofferto duramente durante la pandemia: lei cosa risponde?
Con l’emendamento approvato in CdM non ci sarà nessuna svendita, ma una procedura ad evidenza pubblica basata nel merito. Chi ha valorizzato il bene pubblico, creato posti di lavoro, tutelato le nostre coste dal dissesto idrogeologico e dall’erosione non ha niente da temere. Tutte le imprese hanno sofferto in pandemia, mica solo quelle balneari. Il punto è un altro. A chi non piacerebbe operare in un oligopolio, con pochissima concorrenza? Chi lavora con la Pubblica Amministrazione sa bene che un appalto dura al massimo un paio d’anni, non a vita. E invece ci sono alcune persone che pensano di poter avere l’esclusiva sulle coste. Questo non è serio per un Paese moderno.
(da Fanpage)
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Febbraio 18th, 2022 Riccardo Fucile
VERRA’ DISCUSSO TRA UNA DECINA DI GIORNI
Movimento 5 Stelle col fiato sospeso in attesa della decisione del Tribunale di Napoli sulla
leadership di Giuseppe Conte, ‘congelata’ a seguito del ricorso presentato da un gruppo di attivisti grillini contro il nuovo statuto pentastellato. Una situazione di incertezza che investe anche i territori: a breve infatti si terranno le elezioni provinciali e il M5S rischia di non presentare la propria lista alla luce delle incognite giudiziarie. Nei giorni scorsi, dopo l’incontro a Roma tra Beppe Grillo e l’ex premier, i legali del M5S (Francesco Astone, Francesco Cardarelli e Claudio Consolo) hanno depositato l’istanza per ottenere la revoca dell’ordinanza cautelare con cui il Tribunale partenopeo ha sospeso lo statuto e la successiva elezione di Conte come leader del Movimento.
La tesi esposta nel documento dagli avvocati M5S, secondo quanto apprende l’Adnkronos, verterebbe su un assunto: Conte non era a conoscenza dell’esistenza del regolamento (approvato nel 2018 dall’allora Comitato di garanzia su richiesta dell’ex capo politico Luigi Di Maio) che prevedeva l’esclusione dal voto di coloro che si fossero iscritti all’Associazione Movimento 5 Stelle da meno di sei mesi: se i nuovi vertici pentastellati ne fossero stati messi al corrente – questo il ragionamento dei legali di Conte – avrebbero certamente fatto presente questa circostanza, considerata “decisiva” per ottenere il respingimento del ricorso di Napoli.
Basterà a convincere i giudici partenopei?
Nel frattempo il Movimento corre ai ripari e in vista delle elezioni provinciali si prepara a presentare simboli ‘civici’ proprio per dribblare eventuali, nuove grane di natura giuridica. Questo si verifica, per esempio, proprio a Napoli, dove alla tornata locale del 13 marzo debutterà il logo “Territori in Movimento”. Ma potrebbe non essere un caso isolato. “Per ora non c’è questa volontà, anche se diversi gruppi, in quasi tutte le Regioni, iniziano a chiedere un simbolo diverso da quello del M5S, un po’ ‘logoro’ a livello di immagine dopo quest’ultimo anno…”, spiegano all’Adnkronos fonti grilline beninformate.
E proprio l’imminente test elettorale contribuisce a far salire la tensione all’interno del Movimento. Lo dimostrano alcune chat, che l’Adnkronos ha potuto visionare: conversazioni dalle quali emerge il malumore di diversi eletti del territorio per la gestione della partita relativa alla formazione delle liste. E’ addirittura il presidente della Camera Roberto Fico – fondatore del primo meetup grillino e voce storica del Movimento partenopeo – a intervenire il 14 febbraio per stoppare ogni tentativo di ‘rimaneggiare’ la composizione della lista che il M5S si appresta a presentare alle provinciali: no a “cambi affrettati e con poco senso fatti all’ultimo momento”, rimarca la terza carica dello Stato nella chat.
Ne nasce una bagarre. C’è chi parla di “figli e figliastri”, chi di “tarantelle”: “Perché io non posso decidere di candidarmi? C’è ancora tempo”, scrive il consigliere di Castellammare di Stabia Francesco Nappi replicando alla consigliera di Casoria Elena Vignati che lo aveva invitato ad attendere “il prossimo giro di boa, tra cinque anni”. I toni si surriscaldano. Per il consigliere regionale Luigi Cirillo “è inaccettabile” dire a un collega “mi dispiace, sei arrivato tardi”.
A replicare a Fico è il deputato Luigi Iovino, uno degli uomini più vicini a Luigi Di Maio in Campania: “Caro Roberto Fico, il lavoro fatto in queste settimane è sempre stato condiviso durante le riunioni. La lista ancora non era chiusa e abbiamo dato come termine perentorio la giornata di oggi (lunedì, ndr) per far pervenire ulteriori candidature”. Il deputato poi aggiunge: “Credo che non sia corretto escludere dalla lista nessuno, come principio. Per quanto riguarda le sottoscrizioni, da oggi con la lista chiusa procederemo alla raccolta”.
Il discorso cade anche sulla questione del simbolo. “Purtroppo – scrive una consigliera di Acerra – a seguito dell’ordinanza del Tribunale di Napoli che ha sospeso l’uso del simbolo, gli avvocati da Roma hanno suggerito di presentare in Città metropolitana una lista civica per evitare eventuali ricorsi che bloccherebbero la lista”. Da qui la scelta del logo “Territori in Movimento”, a cura del consigliere di Pozzuoli Antonio Caso.
Interpellata dall’Adnkronos Roberta Lombardi, assessora alla Transizione ecologica in Regione Lazio e coordinatrice degli Enti locali per il M5S, conferma le necessità giuridiche che hanno determinato questa decisione: “Per le elezioni di Città metropolitana di Napoli, che prevedono il deposito delle liste tra domenica e lunedì prossimo, si è ritenuto più cautelativo presentare una lista del M5S con un simbolo civico nell’attesa della definizione del ricorso di Napoli. E’ un’elezione di secondo livello tra consiglieri comunali che si conoscono perfettamente tra loro, quindi non era indispensabile andare con il simbolo M5S per essere identificabili dagli elettori”, spiega l’ex deputata romana.
(da Adnkronos)
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Febbraio 18th, 2022 Riccardo Fucile
QUANTO RESISTERA’ DRAGHI PRIMA DI MANDARE TUTTI A QUEL PAESE?
Come volevasi dimostrare, dopo aver spezzato le catene che li vincolavano a Draghi, realizzando di potergli negare persino il Quirinale, ora i partiti gli fanno marameo pure sulle pinzillacchere.
Bonus di qua, soglie del contante di là: le indicazioni del Governo valgono quanto il due di coppe quando la briscola è a mazze. E già disposti in modalità “campagna elettorale”, i singoli parlamentari non si fanno scrupoli di trasformare la maggioranza in un Vietnam.
Affrontare l’uscita dalla pandemia, per non parlare delle riforme e delle misure impopolari che ci aspettano, è perciò una missione impossibile, anche con la “moral suasion” di Mattarella.
Infatti, per quanto il Colle faccia filtrare che scioglierà le Camere seduta stante se il premier dovesse stufarsi e dimettersi, i peones ormai hanno ben chiaro che su di loro può abbattersi un asteroide, ma la legislatura sopravviverà lo stesso.
Dunque per il prossimo anno non c’è alternativa a questa instabilità, che non può essere affrontata con il classico chiarimento tra i partiti, perché dentro questi stessi dovrebbero chiarirsi prima.
Che armi restano allora a Palazzo Chigi e Quirinale?
Pur piazzata all’ultimo posto delle attuali priorità, la riforma della legge elettorale, anche in chiave più proporzionale come ora fa comodo ai partiti, può essere l’ultima cartuccia per riportare un minimo d’ordine, oppure per poter andare a votare. Che in democrazia è sempre la cosa migliore, ma in un caos come quello che si profila è anche saggio e necessario.
(da La Notizia)
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Febbraio 18th, 2022 Riccardo Fucile
AD AGGREDIRLO SOTTO CASA CINQUE DELINQUENTI, FAMILIARI DEGLI ALLIEVI
Calci pugni e minacce esplicite: “Non farlo mai più”. Si sono presentati in cinque sotto
casa di Enrico Morabito, docente 33enne e supplente in una scuola di Casalnuovo, in provincia di Napoli, per aggredirlo.
Per fargliela pagare dopo che il giovane professore ha richiamato i suoi alunni durante una lezione. “Stavano facendo chiasso”, racconta su Facebook Morabito, che ha deciso di denunciare con un lungo post pubblicato sul suo profilo, il pestaggio a cui l’hanno sottoposto i familiari degli alunni richiamati.
L’aggressione risale a giovedì 17 febbraio, e al momento le indagini dei carabinieri – che hanno ascoltato il docente in mattinata – sono ancora in corso. “Negli ultimi 4 giorni ho svolto una supplenza breve, con scadenza oggi, nella scuola media in zona mia”, ha scritto Enrico Morabito su Facebook. “Pensavo di essere stato fortunato. Non è stato così. Stamane ho richiamato un’intera classe, una prima media, all’ordine, dal momento che facevano chiasso disturbando di continuo la lezione”.
(da agenzie)
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