Febbraio 22nd, 2022 Riccardo Fucile LA LEGA NON L’HA PRESA BENE: “SIAMO IL PRIMO PARTITO DEL CENTRODESTRA IN LOMBARDIA, TOCCA A SALVINI FARE LA SINTESI” – PRESTO SI VOTERÀ IN 975 SU 7.904 COMUNI (12,3%) E DI CANDIDATI CONDIVISI NON C’È NEMMENO L’OMBRA
Le tossine e i veleni accumulati nei giorni del voto sul Quirinale non sono stati assorbiti:
Lega e Fratelli d’Italia sono allo scontro, anche in vista delle prossime amministrative.
A tenere banco nella rivalità è il caso esploso oggi attorno al futuro candidato in Regione Lombardia. §
Ad accendere le polveri la coordinatrice regionale di Fratelli d’Italia, Daniela Santanché: «Non so quali siano le intenzioni del presidente Fontana, non sappiamo ancora se lui vorrà candidarsi, nel caso faremo una riflessione, ma Fdi ha un suo candidato».
Dura la replica della Lega: «Siamo ampiamente il primo partito del centrodestra in Lombardia, per cui tocca a Matteo Salvini fare la sintesi e avere l’ultima parola sul candidato in Lombardia», affermano Fabrizio Cecchetti ed Eugenio Zoffili, coordinatore e vice coordinatore della Lega Lombarda.
Qui si voterà addirittura nel 2023, quindi è evidente che si tratta di un “casus belli” scatenato ad arte solo per tenere alta la tensione su altri fronti. Com’è ovvio, dai territori arriva una richiesta di unità che difficilmente potrà essere ignorata.
Lo scontro è aperto, le prossime votazioni sono ormai vicine: tra il 15 aprile e il 15 giugno si voterà in 975 su 7.904 comuni (12,3%), di cui 26 capoluoghi, 4 di regione. E di candidati comuni non c’è nemmeno l’ombra, anzi.
(da La Stampa)
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Febbraio 22nd, 2022 Riccardo Fucile LA PAZIENZA STA FINENDO. AVVISO AI LEADER IN VISTA DEI VOTI SU MES E TAV: AL PROSSIMO INCIDENTE PARLAMENTARE, CHI CONOSCE IL PREMIER NON ESCLUDE PIÙ NULLA
La pazienza sta per finire, anzi è finita da un pezzo. Per Mario Draghi l’ennesima giornata parlamentare vissuta con un pezzo della sua maggioranza che vota insieme all’opposizione è la conferma di un timore che aveva espresso giovedì scorso al Capo dello Stato: i partiti sono entrati in campagna elettorale e governare, in queste condizioni, sta diventando impossibile.
Il principale indiziato naturalmente è Matteo Salvini, ma le stesse considerazioni si allargano agli altri componenti della maggioranza.
Il fatto nuovo è questo: Draghi pensava davvero che il chiarimento politico della scorsa settimana fosse stato sufficiente a far comprendere a tutti le sue intenzioni. Ma questo non è avvenuto. «Il governo è qui per fare le cose e la maggioranza deve garantirgli i voti in Parlamento. Altrimenti non si va avanti». Ecco, quel «non si va avanti» sembra che non sia stato sentito bene da parte di chi doveva sentirlo.
Dunque siamo arrivati alle battute finali del governo? È ancora prematuro tirare una riga, tuttavia il clima è tale che, al prossimo incidente parlamentare, chi conosce bene il premier non esclude più nulla.
Nemmeno che l’interessato, senza più consultarsi con qualcuno, salga al Quirinale e riconsegni a Mattarella, il primo motore immobile del governo, il mandato ricevuto un anno fa.
I terreni di un possibile strappo del resto si stanno moltiplicando. Draghi considera essenziali gli impegni su concorrenza, appalti e riforma fiscale
E già su questi tre dossier la maggioranza si mostra divisa, con la riforma del catasto bloccata dal veto della Lega e da Forza Italia. Ma in arrivo ci sono due vecchie conoscenze che già accelerarono la crisi del primo governo Conte: il Mes e la Tav.
Gli uomini del premier hanno già studiato il caso da manuale del Portogallo di Antònio Costa: crisi, elezioni lampo e nuovo governo. La Commissione ha riconosciuto al piccolo paese iberico una pausa di sospensione elettorale per il Pnrr. E non è successo nulla.
(da La Repubblica)
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Febbraio 22nd, 2022 Riccardo Fucile LEGA AL 16,9%, M5S 13,7%, FORZA ITALIA 8,5%, AZIONE 4,8%, VERDI 3,2%… CALA IL CONSENSO PER IL GOVERNO DRAGHI
Ad alcuni potrà sembrare curioso che un presidente del Consiglio – molto celebrato –
perda il 4,3% nell’indice di fiducia nell’arco di 20 giorni passando dal 52,1% al 47,8%.
Del resto, interrogando i cittadini sulle priorità su cui vorrebbero il governo impegnato in prima linea compaiono il lavoro e l’occupazione in tutte le sue declinazioni al primo posto (20,0%), seguito dal “caro bollette” al 15,2% assoluto new entry nel ranking. Se a questo si sommano l’indicazione dell’inflazione generale (7,6%) – altro new entry – e la necessità di sanare il gap del carovita per i cittadini maggiormente in difficoltà (4,7%), la classifica subisce una modifica che porta in vetta l’importante reclamo dei cittadini nei confronti dell’aumento del costo della vita.
Come si sa il nuovo Parlamento sarà ridimensionato a 400 deputati e 200 senatori e, senza addentrarci nei puri conteggi, abbiamo previsto due simulazioni.
Nella prima i computi sono stati realizzati sulla base dell’attuale legge elettorale che prevede uno sbarramento al 3,0%, mentre nella seconda su un proporzionale puro con sbarramento al 4,0%.
In entrambe le situazioni, non avendo a disposizione le distribuzioni dei candidati sul territorio, si è proceduto con una ripartizione equa di tutti i partiti sulle diverse aree a seconda della percentuale raggiunta nelle intenzioni di voto. I risultati ottenuti offrono delle indicazioni importanti.
Infatti, a fronte di un prezzo superiore che paga il centrosinistra nelle sue tante scomposizioni, anche per il centrodestra la vittoria non è così immediata nonostante ci siano ben 9,2 punti di vantaggio a suo favore. Con l’attuale sistema elettorale, infatti, avendo garantito l’accesso per le minoranze linguistiche e una soglia di sbarramento del 3,0%, ben 8 formazioni politiche riuscirebbero a garantirsi dei seggi.
Inoltre, all’interno della coalizione di centrodestra molte sono le formazioni al di sotto dell’1% attualmente presenti con il loro simbolo che non potrebbero contribuire alla somma della percentuale su cui si effettua la distribuzione dei seggi.
E così lo schema presenterebbe una sfida alla maggioranza con 199 seggi per il centrodestra alla Camera e 99 al Senato, rispetto al Pd in alleanza con il Movimento 5 Stelle, Mdp-Articolo 1 e Sinistra Italiana, che ne realizzerebbe 164 alla Camera e 82 al Senato.
Al di fuori dei due poli troviamo Azione di Calenda con più Europa e la Federazione dei Verdi che assommano ben 35 seggi alla Camera e 17 al Senato.
Nel secondo esercizio con il proporzionale puro e una soglia di sbarramento al 4,0%, senza calcolare alcuna deroga, solo 6 partiti avrebbero accesso al Parlamento e i seggi dei 3 partiti del centrodestra sommati porterebbero ad una maggioranza netta: 216 alla Camera e 108 al Senato.
( da La Stampa)
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Febbraio 22nd, 2022 Riccardo Fucile LA SENATRICE AUSPICA LA COSTRUZIONE DI UN AEROPORTO PER ELIMINARE IL SUO DISAGIO
All’Hotel Cristallo di Cortina d’Ampezzo Daniela Santanchè partecipa a un evento organizzato dalla marca di gioielli Pomellato.
Tra un buffet e un’occhiata alle Alpi, insieme al suo compagno Dimitri Kunz D’Asburgo, la senatrice di Fratelli d’Italia ha avuto modo di farsi portavoce di un profondo disagio che accompagna quelli che – come lei – sono frequentatori abituali della zona.
“Serve un aeroporto a Cortina – ha dichiarato, come riporta Il Messaggero – come esiste nelle più importanti località sciistiche estere dell’arco alpino, qui ci sono le montagne più belle cui sono molto legata e dove mi sento a casa, auspico che i lavori di sistemazione della statale che porta a Cortina possano subire un’accelerazione e che non si perda questa occasione per completarli, non manca poi tanto alle Olimpiadi 2026. Certo che oggi è ancora un calvario la strada per Cortina”.
Insieme a Milano, infatti, la città ospiterà i Giochi invernali tra quattro anni. Santanchè si è anche lasciata andare ad altre riflessioni: “Per un politico tanto più se ambisce a ruoli di premier è fondamentale conoscere il territorio e ogni mezzo va bene e potrei farlo in futuro”.
E su come si può ripopolare la zona montuosa: “Penso allo spreco del reddito di cittadinanza dato anche a persone che non lo meritavano e che non incentiva per nulla il lavoro, sono risorse che andrebbero destinate in questo momento di rincaro bollette invece a aziende e famiglie nei territori più svantaggiarti per contrastare lo spopolamento”.
(da agenzie)
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Febbraio 22nd, 2022 Riccardo Fucile LA COERENZA DEL LEADER DI AZIONE
Dal palco del primo congresso di Azione come partito politico, del quale era stato
appena eletto segretario, lo scorso 19 febbraio Carlo Calenda aveva indicato la strada maestra per orientarsi nelle alleanze: “Non dialoghiamo e non accettiamo il confronto con M5s e Fdi: è una scelta netta e definita perché il dialogo parte da valori comuni”. Niente “populisti” e “sovranisti”, quindi.
Una chiusura totale accolta con freddezza dal segretario del Pd Enrico Letta, che con il Movimento 5 Stelle ha consolidato l’unità di intenti su alcuni temi.
Ma a quanto pare non c’è da preoccuparsi, almeno non così tanto: ieri a Mezz’Ora in Più ospite di Lucia Annunziata, Calenda ha annunciato che Azione sosterrà la candidatura del sindaco uscente Marco Bucci per le amministrative di Genova.
“Ci sono Comuni – ha detto l’ex candidato al Campidoglio – dove sosterremo sindaci di centrosinistra come a Verona o Padova e lo faremo con grande convinzione, ma ci sono Comuni dove ci sono bravi amministratori di destra, non di partito, come per esempio a Genova, con Marco Bucci, e lì una riflessione la stiamo facendo”
Bucci è esplicitamente sostenuto – però – proprio da Fratelli d’Italia. Al punto che il capogruppo alla Camera Francesco Lollobrigida ha scritto in una nota: “Siamo contenti che Calenda inviti a votare l’ottimo sindaco di Genova Marco Bucci“. E lo stesso sindaco uscente ha ringraziato: “Mi fa piacere che la gente faccia riflessioni sui fatti concreti e non sulle parole e mi fa piacere che ci sia questo sentimento non solo a Genova ma anche a livello nazionale”.
A “smorzare” eventuali imbarazzi ci aveva pensato lo stesso Calenda parlando con Annunziata: “La linea di condotta è quella della trasparenza, il nostro simbolo vicino a quello dei 5 stelle o di Fdi non ci sta, però siccome la politica è pragmatismo, ci sono casi in cui c’è un buon sindaco e allora questo prevale rispetto ad altre considerazioni”.
Questioni che sanno più di politichese che di politica reale: nei fatti, Calenda si è rimangiato in pochi giorni quello che aveva fatto passare per un diktat inviolabile.
(da NetQuotidiano)
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Febbraio 22nd, 2022 Riccardo Fucile “PUTIN HA AFFERMATO CHE LA DEMOCRAZIA NON SI ADATTA AI POPOLI SLAVI E QUINDI, SE PROSPERASSE A KIEV, DIMOSTREREBBE CHE PUÒ FARLO ANCHE IN RUSSIA, SENZA DI LUI”
L’autore di La fine della storia e l’ultimo uomo riconosce che la storia non è finita, e spiega così l’obiettivo di Putin: «Vuole riassorbire l’Ucraina nella Russia, e rimettere insieme quanto può dell’Urss. La Bielorussia è già stata ripresa da Mosca. Poi vuole estendere la zona di influenza sull’Europa orientale, tornando a controllare i Paesi entrati nella Nato dopo il 1991».
Putin ha ragione a dire che l’Alleanza non ha rispettato gli accordi con l’espansione?
«Assolutamente no. Non c’era mai stata questa promessa».
Fu un errore nel 2008 promettere all’Ucraina l’ingresso nella Nato?
«All’epoca ero contrario, non perché Kiev non avesse il diritto di entrare, ma perché è un’alleanza militare basata sull’articolo 5. Non c’era modo per noi di difendere Georgia e Ucraina, quindi non era saggio farlo. Ma nessuno ha mai pensato che Kiev sarebbe entrata. Dire che poteva unirsi era un modo di compensarla e allontanarla».
Putin chiede di cambiare l’architettura della sicurezza europea.
«Ci sono temi che possono essere affrontati, come i missili di raggio medio e altro. Poi ci sono molte cose che Mosca fa dall’altra parte del confine, minacciando i membri della Nato, e sarebbe buono discuterle. Ma le richieste russe sono ridicole. Vogliono smantellare i guadagni fatti dalla democrazia dopo il collasso dell’Urss, e questo non è negoziabile».
Vuole ricostruire l’Urss?
«Certo, lo ha dichiarato. Ha ragione a sostenere che l’Ucraina è una minaccia per lui, ma non nel senso militare che intende. Putin ha affermato che la democrazia non si adatta ai popoli slavi e quindi, se riuscisse a prosperare a Kiev, dimostrerebbe che può farlo in Russia, senza di lui».
La strategia è sfidare la democrazia insieme alla Cina?
«Ovviamente. Ho passato molto tempo in Ucraina negli ultimi sette anni, perché abbiamo programmi per addestrare i giovani. Ogni volta ripeto che lo faccio perché Kiev è il fronte della lotta globale per la democrazia».
Perché le democrazie sono in difficoltà?
«Servirebbe più solidarietà fra loro. Presentare un fronte unito davanti a queste sfide è importante, ma finora non è avvenuto. I tedeschi hanno molti interessi economici in Russia, e spesso sembra che diano loro la priorità. Poi c’è il fenomeno dei partiti di destra, Usa inclusi, favorevoli a Mosca. La destra estrema americana dice che la Russia ha diritto ad una sfera di influenza e ammira Putin, perché è un leader autoritario. Ci sono forze estremiste anche in Europa che credono a questa versione, come Le Pen e Zemmour in Francia, o Salvini in Italia. Come Trump, che non ha fatto dichiarazioni di sostegno aperto per Putin, ma simpatizza con lui».
Le autocrazie possono prevalere?
«Uno dei Paesi più vulnerabili sono proprio gli Usa, perché il Partito repubblicano è stato catturato da Trump, e approva leggi a livello statale per rovesciare le presidenziali del 2024, se non andranno come vogliono. Se ciò succedesse sarebbe un grande disastro. Se la democrazia fosse rovesciata negli Usa, come Trump ha cercato di fare nel 2020, rappresenterebbe un pericolo esistenziale per la sua sopravvivenza. L’Europa occidentale sta meglio. Ci sono movimenti populisti in ogni Paese, ma negli Usa sono più radicati e la polarizzazione è paralizzante».
I sostenitori di Putin dicono che ha già vinto, perché detta l’agenda.
«È un’interpretazione sbagliata. La Nato è stata unita e rienergizzata da questa crisi. Finlandia e Svezia discutono se entrare. Non dichiarerei la vittoria politica di Putin».
Come giudica la strategia di Biden?
«Era quello che doveva fare. Nessuno vuole mandare truppe a combattere per l’Ucraina, ma rafforzare la sua capacità di combattere e difendersi è importante. Le sanzioni economiche dure, inclusa la cancellazione del gasdotto Nord Stream 2, hanno grande peso».
Basterà a fermare Putin in Ucraina?
«Non sembra possibile ora».
E dopo cosa andrebbe fatto?
«Non c’è ragione per credere che l’Ucraina sarà abbastanza per lui. Vuole la completa cessazione delle attività Nato in tutto l’ex Patto di Varsavia».
Se minaccerà i membri della Nato bisognerà applicare l’articolo 5?
«Assolutamente sì. È una cosa molto buona che stiamo rafforzando le forze Usa e occidentali nei Paesi più esposti».
(da La Repubblica)
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Febbraio 22nd, 2022 Riccardo Fucile RANUCCI: ”DOPO DIECI GIORNI DI BUFALE ARRIVA LA RETTIFICA”
Il conduttore era stato accusato di aver tentato di acquistare illecitamente un video per
incastrare l’ex sindaco di Verona, Flavio Tosi. Ma i fatti risalgono al 2014, e il caso era già stato archiviato dal Tribunale di Padova
Dopo settimane di scambi e di accuse lanciate dal quotidiano Il Riformista contro il cosiddetto “Metodo Report” e Sigfrido Ranucci, quest’oggi sul quotidiano diretto da Piero Sansonetti è stata pubblicata una lettera di rettifica inviata dall’avvocato del conduttore Alessio La Pegna. E Ranucci, su Twitter, scrive: «Quello su Ranucci era uno scoop, anzi no. Il Riformista, dopo 10 giorni di bufale, rettifica».
Nella lettera del legale del giornalista di Report pubblicata oggi sul quotidiano diretto da Sansonetti si legge:
Le notizie pubblicate da Il Riformista e il video ad esse collegato, invero diffuso sulla rete da diversi anni, si riferiscono a fatti del 2014, già sottoposti al vaglio dell’autorità giudiziaria, la quale ha ritenuto la condotta del dot. Sigfrido Ranucci del tutto legittitima. Il Tribunale di Verona, infatti, con sentenza n.2086 / 2019, ha affermato che “il Ranucci, al solo fine di ottenere materiale utile per l’inchiesta, si fingeva disponibile a pagare detta cifra con denaro della Rai ricorrendo a documentazione fiscale di comodo. La vicenda è stata anche analizzata dalla Commissione Parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi il 1 aprile 2015. Il video diffuso sul sito web de Il Riformista in data 11 / 2 /2022 costituisce un estratto di un più ampio colloquio, il cui contenuto può essere correttamente interpretato solo nel contesto nel video mandato in onda nel servizio di inchiesta “L’Arena” della puntata di Report del 7/4/2014. Dalle registrazioni diffuse non emerge alcuna condotta illecita da parte del dott. Ranucci, il quale stava regolarmente svolgendo la propria attività giornalistica di inchiesta. E dunque non si può in nessun modo parlare di un “metodo Report” o “metodo Ranucci” o di alcun altro metodo illegale ricollegabile al dott. Ranucci e/o alla trasmissione e/o alla Rai.
Nelle scorse settimane, Il Riformista aveva pubblicato un primo articolo dal titolo Così lavora Ranucci: fatture false, latitanti, dossier di fango e 007 amici, in cui venivano paventate alcune presunte condotte da parte del conduttore di Report, Sigfrido Ranucci, in cui il giornalista si sarebbe detto pronto a usare fondi della Rai per ottenere dei filmati volti a danneggiare la reputazione dell’ex sindaco di Verona, Flavio Tosi. Ranucci, dopo la pubblicazione dell’articolo, aveva risposto sostenendo che tutto si basava su «un audio manipolato, rimanipolato per farlo sembrare nuovo». Il filmato pubblicato dal quotidiano diretto da Sansonetti, era infatti già finito agli atti di un’inchiesta del 2014, conclusasi con l’archiviazione nei confronti di Ranucci perché, così come giudicato dal Tribunale di Padova che ha seguito il caso, «nei fatti non risulta ravvisabile alcun illecito penale».
(da agenzie)
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Febbraio 22nd, 2022 Riccardo Fucile ARBITRO SOSPENDE LA PARTITA, ORA PARTONO LE DENUNCE
“Scimmia, tornatene nella giungla”: sono questi gli insulti razzisti che Abdoulaye Fofana, calciatore di 21 anni originario della Guinea, si è sentito rivolgere mentre giocava per la sua squadra di Foggia, Heraclea dei Monti Dauni, che milita nel girone C del campionato dilettanti di prima categoria.
Il match contro l’Altavilla Irpina era in corso domenica scorsa ma è stato sospeso dopo il vergognoso incidente.
“Gli insulti – ha raccontato il giovane atleta all’Ansa – erano già partiti dall’incontro di andata. Sono stato insultato e fischiato da calciatori e da spettatori per 90 minuti. Mi hanno detto di tutto”.
Il presidente della squadra avversaria si era scusato personalmente con Abdoulaye il giorno seguente all’incontro di andata. “Sono un ragazzo come te – gli ha scritto – che prova vergogna per le persone stupide ed ignoranti che credono che il colore della pelle possa essere importante nella vita”.
Nella partita di domenica scorsa il calciatore – giunto all’esasperazione – ha reagito ai soliti insulti rispondendo a chi lo attaccava e generando una breve rissa in campo, che ha indotto l’arbitro a sospendere la partita.
Giuseppe Danza, presidente dell’Heraclea Calcio, ha dichiarato: “All’andata abbiamo chiuso un occhio ma stavolta andremo per vie legali, vogliamo tutelare il nostro ragazzo che al termine della partita è anche scoppiato in lacrime”.
“Io sono orgoglioso del colore della mia pelle – dice il 21enne – e questo non mi impedisce di andare a lavorare, di giocare a calcio e di condurre una vita normale”.
(da agenzie)
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Febbraio 22nd, 2022 Riccardo Fucile GAETANO, 36 ANNI DI MESSINA, HA MESSO IN SALVO I PASSEGGERI, ULTIMO A LASCIARE LA NAVE INSIEME AL CAPITANO DOPO AVER RISCHIATO LA VITA PER GLI ALTRI
Il primo ad accorgersi che qualcosa non andava. Il primo a lanciare l’allarme per quelle
fiamme che, nel giro di pochi minuti, hanno circondato quel traghetto partito dalla Grecia per arrivare a Brindisi.
L’ultimo, insieme al Capitano, a lasciare la nave dopo aver fatto tutto il possibile per salvare centinaia di persone da quel rogo.
Il 36enne Gaetano Giorgianni è il vero eroe della nave Euroferry Olympia, il traghetto della Grimaldi Lines a bordo del quale è scoppiato un vasto incendio nella notte tra il 17 e il 18 febbraio. Grazie alla sua prontezza e alla sua professionalità, tantissimi passeggeri sono riusciti a mettersi in salvo.
Ora è ancora in Grecia, rimasto a disposizione delle autorità di Corfù. Ed è rimasto lì anche per cercare i dispersi che ancora non sono stati trovati.
Poi, terminato il suo lavoro, tornerà in Italia. In quella Borgo Sabotino, in provincia di Latina, dove vive con la famiglia dopo essersi trasferito dalla sua Messina. In attesa di riabbracciare i suoi parenti e i suoi amici, Gaetano Giorgianni non può che essere considerato un vero e proprio eroe. Perché il suo ruolo è stato giudicato fondamentale da parte del capitano dell’Euroferry Olympia.
“Sono stato chiamato alle 3.01 dal primo ufficiale Gaetano Giorgianni era stato colpito dal fatto che più rilevatori di fumo contemporaneamente si erano attivati. Alle 3.04 ero sul ponte e abbiamo subito attivato i controlli. Le segnalazioni erano tutte molto preoccupanti, il fuoco era già divampato forte e il fumo aveva invaso molti locali”.
Prima la comunicazione al comandante della nave, poi la corsa nei corridoi per bussare alle porte delle varie stanze e avvisare tutti i passeggeri della situazione di pericolo, indirizzandoli verso le scialuppe di salvataggio. Il tutto mentre il traghetto era avvolto dalle fiamme, il pavimento si faceva sempre più ustionante sotto ai suoi piedi e il fumo stordente invadeva i suoi polmoni.
In un’intervista a Latina Today, la moglie del primo ufficiale Giorgianni ha parlato di quei momenti con viva commozione e grande ammirazione per quell’uomo che ha indossato le vesti da eroe:
“Mio marito ha aiutato tante persone a salire sulle scialuppe. Ha raccontato che l’incendio dovrebbe essere partito da un camion, mi ha detto che non pensava di uscirne vivo. Camminava a carponi, vomitava a ripetizione, aveva le scarpe incollate sul pavimento e passava da una cabina ad un’altra dove erano bloccati i passeggeri. Una volta in salvo, in tanti lo hanno abbracciato per ringraziarlo. Lui ha la coscienza a posto perché ha fatto tutto quello che si poteva fare, è il mio eroe”.
Perché la sua prontezza, la sua professionalità e quel suo mettersi a disposizione di chi era in difficoltà ha salvato la vita a centinaia di persone. Il primo a lanciare l’allarme e l’ultimo a lasciare la nave in fiamme.
(da agenzie)
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