IL CAVALIERE CONDONA TUTTO E TUTTI: “L’ITALIANO E’ COME UN BAMBINO DI 11 ANNI, NEMMENO TROPPO INTELLIGENTE”
VUOL PORTARE L’ITALIA NELLA TOMBA: DEL CONDONO FISCALE ED EDILIZIO
Silvio Berlusconi è favorevole all’amnistia. Ed è pronto a condonare tutto a tutti.
«Se gli italiani daranno la maggioranza solo a me, introdurremo un condono tombale, quindi anche edilizio», annuncia intervistato da Lucia Annunziata.
Poi rilancia, con più di un’incertezza, Gianni Alemanno come candidato sindaco di Roma.
Infine ammette che eleggere Nicole Minetti alla regione Lombardia è stato un errore.
Tre cose, quattro cose, colte nella marea di parole, promesse, frizzi, lazzi, insulti, che quotidianamente il Cavaliere riversa sugli elettori per convincerli a votarlo.
Sicuro che l’italiano medio vive di tv ed è «come un bambino di 11 anni nemmeno troppo intelligente».
Però concede magnanimo il Cavaliere dagli anni 60, «ha fatto qualche progresso: negli ultimi tempi il telespettatore è arrivato alla terza media».
Il poveretto, dunque, va bombardato ad ogni ora del giorno e della notte.
Le prime bordate sono arrivate da Coffee Break, programma de La7.
Dove il Cavaliere si è confrontato con il vicedirettore di Repubblica Massimo Giannini.
Ed è andato più volte in confusione.
Una discussione vera dalla quale è venuta fuori questa novità : «Ho sentito che Napolitano avrebbe firmato per l’amnistia, il Papa ha detto la stessa cosa, io personalmente sono convinto che sarebbe una cosa buona», dice il Cavaliere.
Certo, smorza subito. Ricorda che per l’amnistia ci vogliono i due terzi del Parlamento è non è prevista nel suo programma. Ma assicura che «se gli italiani mi daranno la maggioranza assoluta proporrò l’amnistia entro i primi 100 giorni di governo».
L’altra novità è l’ammissione di avere sbagliato valutazione sulla Minetti.
Dice che si è trattato di «una scelta infelice». Ma il suo comportamento, aggiunge, è anche frutto dell’aggressione a cui è stata sottoposta.
E qui il Cavaliere rispolvera una delle sue gaffe più riuscite: l’offesa alla Bindi. Dice che «in Italia è difficilissimo per una bella donna fare politica, perchè gli italiani preferiscono Rosy Bindi».
E visto che lo prevede il suo di copione, tira fuori anche il paragone fra il cancro e certa magistratura. Nonostante ieri il Tribunale di Milano che lo sta giudicando in appello per il processo Mediaset abbia accolto la sua richiesta di legittimo impedimento, rinviando tutto al primo marzo.
Come da copione arriva anche l’attacco ai giornali.
In particolare nel mirino finisce Repubblica. «Siete un organo di disinformazione, siete abituati a raccontare balle», dice il Cavaliere che invita Giannini a lasciare il giornale.
«Altrimenti – dice non perderà più questa sua abitudine a mentire».
Secca la replica di Giannini: «No presidente, questa cosa vale per lei, non per noi».
Nel pomeriggio il Cavaliere si occupa anche di Alemanno.
Per dire: «Non sono a conoscenza della volontà del sindaco di ricandidarsi o meno: se Gianni decidesse di farlo siamo pronti a sostenerlo».
Parole che vengono interpretate come una mezza bocciatura e nel centrodestra romano cala il gelo. Tanto che serve la rituale smentita: «Il nostro candidato a sindaco per Roma Capitale sarà Gianni Alemanno ».
Parole che il sindaco incassa soddisfatto: «Berlusconi conferma il sostegno del Pdl alla mia candidatura in maniera netta e inequivocabile».
Silvio Buzzanca
(da “La Repubblica”)
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