NAPOLITANO: “NON METTO NESSUN LIMITE AL MIO MANDATO-BISâ€
A CAPALBIO: “SU UN MIO MANDATO A TEMPO SOLO CONGETTURE”
Presidente, davvero un paio di anni, al massimo tre e poi le dimissioni anticipate dal Colle? Giorgio Napolitano nella sera tiepida di Capalbio, dove trascorre qualche giornata di riposo, scende adagio la scaletta in pietra del ristorante sotto braccio al suo vecchio amico Claudio Petruccioli, l’ex presidente della Rai.
Rilassato, dopo i suoi cinquanta giorni più duri.
Sorride, e ci scherza su. «Tre anni? Ottimisti però, grazie tante».
Solo che le ipotesi sull’addio già programmato, come ha “svelato” il suo ex portavoce Pasquale Cascella, rischiano di rimettere in moto l’altalena dell’incertezza e riaprire una lunghissima gara per il Quirinale, non è così presidente?
A questo punto il capo dello Stato si fa serio: «No, non posso certo mettere una scadenza al mio mandato, fissarne un limite. Ho legato la mia rielezione, come ho spiegato nel discorso di insediamento alle Camere, al raggiungimento dell’obiettivo delle riforme e anche alla capacità delle mie stesse forze. Ma nessuno certo è in grado di prevederne la durata, sia per l’uno che per l’altro aspetto».
La scorta attende, la piccola Croma grigia che lo porta in giro invece che la presidenziale Thesis è a motore acceso, sportello aperto e signora Clio già a bordo.
Però in fondo stasera non c’è la solita fretta, la concitazione dei viaggi ufficiali.
Questa è una visita strettamente privata, il capo dello Stato per una volta non va veloce.
Nel silenzio discreto della “sua” Capalbio, c’è tempo per una battuta ancora.
Quindi, presidente?
«Quindi quelle sul mio mandato a tempo sono solo congetture, mere ipotesi, più o meno ottimistiche. E ora buonanotte, sapete che io sarei in vacanza… «.
Sì, appunto, sarebbe. Se non fosse per questa faticosa marcia di avviamento del governo, e le quotidiane notizie che Enrico Letta gli fornisce sull’avanzamento lavori del governissimo: Imu, le polemiche sui sottosegretari (prima la Idem, poi la Biancofiore), e soprattutto l’alt del Pd a Berlusconi “padre costituente” della convenzione per le riforme.
Uno scontro che a Napolitano non piace, assiste con preoccupazione alla temperatura che sale in tanti settori del Pd, non solo della sinistra.
E più forte è il fuoco di sbarramento, più drastica scatta la reazione dei falchi del centrodestra che spingono il Cavaliere a non indietreggiare e a non rinunciare alla presidenza.
Allarma insomma «l’escalation dei veti incrociati ».
L’impressione del Colle è che il disarmo non sia scattato, che le armi vengano tenute reciprocamente col grilletto pronto per l’ora x delle elezioni anticipate, che possono essere innescate al minimo incidente.
Quel doppio binario (riforme-governo) concepito al Colle come salva-vita per Palazzo Chigi per come si sta mettendo ora rischia paradossalmente di complicare la vita dell’esecutivo.
Un guaio, perchè le prime mosse del neopresidente del Consiglio al Quirinale piacciono, o più precisamente «sembrano in linea con quanto enunciato nelle sue dichiarazioni».
Bene il viaggio di presentazione nelle cancellerie europee di Letta. Bene anche sulla difficile partita dell’Imu, con la gestione in due tempi: l’annuncio del congelamento e quindi la ricerca delle risorse per spingere fino all’abrogazione.
«Sarei in vacanza», saluta il presidente, ma proprio staccare la spina dunque non si può. Ricaricare le batterie, sì.
Giornate relax, amarcord Capalbio, la Piccola Atene patria dell’intellighentzia di sinistra al mare fra anni Ottanta e Novanta.
Da tanti anni Napolitano non tornava più, pure se è cittadino onorario, pure se ha preso casa in un complesso residenziale alle porte del borgo, pure se ci veniva ancora da prima e si sistemava con la famiglia alla Valle del Buttero dove ancora ricordano le sue epiche partite a bigliardino con i nipotini.
Un tuffo nel passato.
All’Ultima spiaggia, lo stabilimento cult, a chiedere notizie a Adalberto Sabbatini, uno dei soci dell’arenile “rosso” che a sorpresa se lo trova di fronte in giacca e cravatta sotto la canicola: «Si fa vedere Asor Rosa? E viene ancora Marramao? E che mi dite di Tortorella? ».
Chi più chi meno, stessa spiaggia stesso mare per i “comunisti” di un tempo.
Occhetto invece no, ha lasciato la casa di Vallerana e si è spostato, e comunque Napolitano di lui non ha chiesto.
«Ci tenevo tanto a tornare qui, guarda oggi che giornata, anzi vediamo com’è nei prossimi giorni il tempo», lanciandosi a scaricare le previsioni meteo dell’iphone («aggeggio infernale») come un villeggiante (quasi) qualunque.
Capalbio, lo ha confessato al sindaco Luigi Bellumori, gli porta bene: venne qui il sabato prima della elezione a capo dello Stato nel 2006, ha voluto tornarci qualche settimana dopo la rielezione del 2013.
«E ora che è finito il pressing, che si è scaricata tutta la tensione montata attorno al mandato bis – confida Petruccioli – beh, in questi giorni a Capalbio Giorgio mi sembra quasi rinato».
Umberto Rosso
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