PER IL GOVERNO, MEGLIO I LADRONI DELLA QUOTE LATTE CHE I MALATI DI CANCRO
PER RECUPERARE I 5 MILIONI DA DESTINARE AI MANDRIANI PADANI CHE, DOPO AVER TRUFFATO LO STATO PRODUCENDO PIU’ LATTE DEL DOVUTO, ORA SI RIFIUTANO DI PAGARE LE MULTE, IL GOVERNO LI SOTTRAE DAL FONDO DEGLI STANZIAMENTI PER LA RICERCA ONCOLOGICA… MA NON ERA STATO IL PALLISTA BERLUSCONI A PROMETTERE CHE AVREBBE SCONFITTO IL CANCRO?
Meglio gli allevatori del Veneto che i malati di cancro.
Questa la filosofia della norma, stavolta interamente sulle spalle del governo di Silvio Berlusconi, che vede gli stanziamenti per la ricerca oncologica ridursi a favore delle quote latte, o meglio, delle multe che l’Italia deve all’Europa perchè i mandriani del Nord si sono rifiutati di stare nelle regole.
Hanno “splafonato”, come si dice, ovvero sono andati fuori standard e Bruxelles pretende sostanziose sanzioni a carico dello Stato.
Si ricordano trattori in mezzo alle strade a bloccare il traffico per protesta e siamo arrivati di nuovo a questa scandalosa proroga: fra i tanti capitoli di spesa che si potevano aggredire per coprire quest’uscita, si vanno a toccare proprio i più delicati, come gli stanziamenti per la ricerca oncologica.
L’ultima vergogna del decreto milleproroghe: la proroga delle quote latte pagata togliendo fondi alla cura dei malati oncologici.
Il problema è che questo è un vero e proprio caso di recidiva.
Stefania Bullo, presidente dell’Avapo, l’associazione che riunisce i volontari che assistono i malati oncologici, è indignata: «Questo è un problema di scarsa sensibilità nei confronti di chi si trova a vivere nelle condizioni di malato».
Cos’è che ha fatto tanto arrabbiare la dottoressa Bullo e con lei le tante famiglie di malati oncologici sparsi nel Veneto?
Una perla contenuta nel Milleproroghe approvato al Senato che concede un’altra proroga sulle quote latte agli allevatori accusati di aver “splafonato” (cioè prodotto più del dovuto) e che dovranno pagare le multe alla Comunità europea.
Per accantonare i soldi e permettere al provvedimento di non essere incostituzionale, le risorse – 5 milioni di euro – si sono prese dai fondi per la ricerca oncologica.
Al Veneto la questione interessa perchè gli allevatori fanno parte da sempre dell’album delinquenziale di famiglia della Lega e l’anno scorso non pochi scontri tra l’ex ministro all’Agricoltura Zaia ora governatore e l’ex governatore Galan ora ministro all’Agricoltura, girarono proprio intorno alle multe degli “splafonatori”.
«Certo, poteva essere valutato l’aspetto estetico – dice il senatore Paolo Scarpa Bonazza Buora del Pdl, presidente della Commissione Agricoltura – ma dal punto di vista della ricerca oncologica non cambia niente. Troveremo altri fondi per ripristinare la dotazione della ricerca. Quanto agli allevatori, sappiano che stavolta è veramente l’ultima proroga, solo fino al 30 giugno».
Peccato, non è andata così.
Dopo i rilievi di Giorgio Napolitano, che ha sottolineato come il decreto Milleproroghe — oggi approvato con voto di fiducia alla Camera, e quindi definitivamente entrato in vigore — se fosse stato presentato al Colle nella sua versione parlamentare, difficilmente sarebbe stato firmato, il governo ha dovuto prendere il controllo della situazione, ripristinando l’ordine con il consueto maxi-emendamento, che sostanzialmente riscrive il decreto. Ripristinando e confermando, guarda caso, proprio la norma problematica che si era promesso di affrontare.
Meglio le mucche dei malati, meglio la Lega che la ricerca sul cancro: l’importante è avere le idee chiare.
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