TAV VAL SUSA: TUTTE LE DOMANDE, LE RISPOSTE E LE QUESTIONI APERTE DELLA TAV
LE QUESTIONI RELATIVE AL PROGETTO, AI PREVENTIVI, AL TRAFFICO MERCI E PASSEGGERI, ALL’IMPATTO AMBIENTALE, AI POSTI DI LAVORO, AL CORRIDOIO 5, AI NO TAV
1)- Che cosa prevede il progetto di linea ferroviaria Alta velocità Torino-Lione?
Il progetto è diviso in due tronconi, la tratta italiana (per la quale non esiste ancora un tracciato definitivo) e la tratta transnazionale italo-francese. Quest’ultima, in base al progetto presentato nell’agosto 2010 prevede un tunnel di base a doppia canna lungo 57 chilometri sotto il massiccio dell’Ambin (con scavi fino a duemila metri di profondità ) con imbocco nella zona di Susa fino a Saint Jean de Maurienne in Francia.
2)- Quali sono i preventivi e le previsioni di spesa? Quanto costerà realizzare il progetto?
Per il tunnel di base il documento di riferimento è un dossier presentato dall’Unione europea nel 2007, che preventiva — a gennaio 2006 — un costo di 14 miliardi di euro, il 63% (8,8 miliardi) a carico dell’Italia. A questi vanno aggiunti almeno 5 miliardi per la tratta italiana. Mai, tuttavia, i preventivi delle linee Av già realizzate sono stati rispettati: la Roma-Firenze è lievitata di 6 volte, la Torino-Milano 5, la Firenze-Bologna 4.
3)- Quale sarà il traffico merci reale sulla direttrice Italia-Francia?
Le ragioni principali dell’opposizione alla Torino-Lione riguardano i dati del traffico merci. Ltf (la società mista italo-francese incaricata della costruzione) calcola un volume di 20 milioni di tonnellate annue nel 2010. In realtà il traffico sulla linea già esistente è stato di 2,4 milioni nel 2009 (in calo costante dal 2004). Anche il traffico su gomma è in costante diminuzione da oltre dieci anni: nel 2009 il trasporto sotto il Frejus è stato pari a 10 milioni di tonnellate.
4)- Quanto è il traffico passeggeri tra Torino e Modane? Sono in crescita o in calo?
Il traffico passeggeri è il secondo punto su cui il movimento No-Tav punta per rilevare l’inutilità dell’opera. In base ai dati elaborati dal Dipartimento federale dei Trasporti svizzero, sulla linea storica Torino-Modane, su cui da anni viaggiano anche i Tgv francesi, sono transitate nel 2009 750 mila persone. Erano un milione e mezzo nel 1993, anno in cui i promotori dell’opera prevedevano un incremento fino a 8,5 milioni di passeggeri entro il 2002.
5)- Quanto è utilizzata la linea “storica” ferroviaria internazionale del Frejus?
Il trattato italo-francese firmato a Torino nel gennaio 2001 prevede l’entrata in servizio della nuova linea Av “alla data di saturazione delle opere esistenti”. La Valle di Susa ospita già una linea ferroviaria internazionale del Frejus (il cui binario in salita è stato completato soltanto nel 1984) ristrutturata tra il 2002 e il 2010. Negli ultimi tre anni la tratta alpina della linea “storica” è stata utilizzata per meno di un quarto della sua capacità .
6)- Com’è andato l’esperimento dell’autostrada ferroviaria per trasferire le merci su rotaia?
Secondo i sostenitori dell’opera la Tav Torino-Lione permetterà di trasferire su rotaia buona parte del traffico oggi su gomma. Per ora l’unico esperimento è stato quello dell’Autostrada ferroviaria alpina avviato nel 2003 sulla linea attuale. Nonostante l’impegno e i finanziamenti europei (12 milioni all’anno, ora sospesi) l’esperimento si è rivelato un fallimento, avendo assorbito in media circa il 2 per cento del traffico su strada.
7)- Quanto e di quale tipo sarà l’impatto ambientale della costruzione della Tav?
Secondo le stime, i cantieri della Tav Torino-Lione durerebbero non meno di due decenni. Il tunnel di base comporterebbe lo smaltimento di circa 15-18 milioni di metri cubi di materiale di scavo, pari a circa un milione di viaggi in tir. Le montagne della Valle di Susa, poi, sono notoriamente ricche di rocce amiantifere e di uranio, senza contare le ricadute dello scavo sul sistema idrogeologico, come già accaduto al Mugello.
8)- È vero che con la costruzione della Tav aumenteranno i posti di lavoro?
Secondo il fronte “Sì Tav” la creazione di posti di lavoro in Valle giustificherebbe l’avvio della grande opera. Il progetto della tratta italiana della parte comune italo-francese presentato ad agosto 2010, prevede un’occupazione media di 1.020 unità lavorative su una durata media di sette anni. Secondo gli oppositori non esiste alcuna garanzia di assunzione di manodopera locale, in quanto si tratterebbe di appalti europei.
9)- Qual è il progresso dei lavori in Francia dove il movimento No Tav è meno attivo?
In Francia, dove il movimento No Tav è molto meno diffuso, sono state realizzate tre gallerie di servizio per il tunnel di base, il cui tracciato scorre per oltre il 60 per cento in territorio francese: la discenderia di Modane lunga 4.000 metri, la discenderia di La Praz di 2,4 chilometri e quella di St. Martin La Porte di 2.400 metri. I lavori sono durati da un massimo di 7 anni a un minimo di 5.
10)- Che cos’è, a cosa serve, quanto costa il l tunnel esplorativo di Chiomonte?
Il tunnel geognostico in località La Maddalena a Chiomonte, servirà a sondare le caratteristiche della montagna. Il progetto prevede un tracciato di sette chilometri, la metà dei quali in corrispondenza del futuro tunnel di base. Il resto dovrebbe servire da galleria di servizio. L’opera costerà 165 milioni ed è finanziata dall’Ue, che ha stanziato una prima trance (640 milioni) del 30% di costo dell’opera a suo carico.
11)- Il Corridoio 5 Lisbona-Kiev via Pianura Padana: chimera o realtà ?
Secondo i sostenitori dell’opera, la Tav Torino-Lione sarebbe un segmento indispensabile del “Corridoio 5” che da Kiev porta a Lisbona. Il fronte No-Tav ribatte argomentando che il concetto di “corridoio” identifica una direttrice di traffico “percorsa in modo uniforme per gran parte del suo sviluppo”, caratteristica che non apparterrebbe a una via di scarso traffico come la Torino-Lione.
12)- Quanti sono i componenti del movimento No Tav in Valle di Susa?
Quantificare gli aderenti al movimento No Tav è impossibile. Di sicuro la maggior parte dei circa 90 mila abitanti della Valle condivide in linea di massima le ragioni dell’opposizione (nel corso degli anni si sono viste manifestazioni di 20-30 mila persone). La Comunità Montana della Bassa Valle, che riunisce i sindaci di una cinquantina di comuni, è a maggioranza No Tav
Stefano Caselli
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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