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FRONDA A TOTI, BIASOTTI SEGUE BERLUSCONI: “SE LA LEGA FA PATTI CON IL M5S, FORZA ITALIA ESCE DALLA MAGGIORANZA IN LIGURIA”

Marzo 19th, 2018 Riccardo Fucile

IL COORDINATORE LIGURE FORZISTA E DEPUTATO PROVOCA LE CONVULSIONI A TUTTI I POLTRONISTI CHE TOTI HA PIAZZATO IN REGIONE… QUESTI COME CAMPANO SE BERLUSCONI DA’ IL SCIOGLIETE LE RIGHE?

«In vent’anni di carriera politica non ho mai visto nulla del genere. Penso che quella di Salvini e Di Maio sia solo pretattica perchè, se facessero sul serio, sarebbero guai per la Regione Liguria e non solo».
Sandro Biasotti, coordinatore ligure di Forza Italia, ex presidente della Regione e deputato rieletto ora per la terza volta a Montecitorio, non fa giri di parole: per lui, l’alleanza tra Lega e Cinquestelle, «sarebbe una iattura», con effetti a catena «disastrosi».
Biasotti, un’intesa tra Salvini e Di Maio per un governo grillino-leghista quali ripercussioni avrebbe sul piano locale.
«Pesantissimi, senza dubbio, sulle Regioni a guida centrodestra, dove salterebbero le alleanze. Meno problemi, invece, credo si avrebbero nei Comuni».
Forza Italia uscirebbe quindi dalla maggioranza che sostiene Giovanni Toti e di cui la Lega è una colonna fondamentale
«Immediatamente. Del resto, sarebbe un’alleanza contro natura. La Lega, oggi, è il partito leader del centrodestra mentre i Cinquestelle sono, di fatto, una forza di sinistra. Basta guardare la lista dei loro possibili ministri: tutti organici al Pd…» .
Eppure il dialogo tra Salvini e Di Maio procede abbastanza spedito, malgrado la netta contrarietà  di Berlusconi.
«Personalmente ritengo sia solo pretattica: alla fine l’accordo non si farà . A meno che non spunti fuori una figura terza, altamente rappresentativa, che possa fare il premier anche con il sostegno di Lega e Cinquestelle. Una figura come Monti al quale pure noi votammo la fiducia».
Torniamo alla Liguria, dove Toti vanta un legame particolarmente forte con il partito di Salvini a dispetto, anche, delle posizioni più moderate di Berlusconi.
«Toti ha giustamente siglato un solido patto con la Lega per poter governare. Ma anche la presenza di Forza Italia, di cui Toti è un esponente importante, è indispensabile. Ma stiamo attenti: l’atteggiamento critico di Toti verso la linea del partito non significa che condivida in toto le posizioni di Salvini. Anzi, su questo punto è stato molto chiaro: sarebbe un grave errore allearsi con i Cinquestelle».
Non vede proprio nessun punto di contatto?
«In Liguria, come in altre Regioni, i Cinque Stelle sparano sul centrodestra un giorno sì e l’altro pure. Ultimi esempi: l’esposto alla Corte dei Conti sull’ospedale Galliera e quello sulle presunte spese pazze che riguarda l’ex consigliere Bagnasco (forzista, eletto in Parlamento, ndr). Un’intesa con loro non è neppure immaginabile».
Ritiene che, se dovesse concretizzarsi lo scenario da lei definito disastroso, la giunta Toti possa davvero cadere?
«Il rischio è altissimo sebbene nei consigli regionali, così come in Parlamento, per molti è difficile rinunciare a un lauto stipendio e andare a casa».

(da “il Secolo XIX”)

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IN LIBIA SI MUORE PER LA LIBERTA’, A ROMA PDL E LEGA PENSANO AGLI AFFARI E A PIETIRE QUATTRINI PER IL FLUSSO PROFUGHI

Marzo 24th, 2011 Riccardo Fucile

DOPO AVER PERSO LA FACCIA REGALANDO 5 MILIARDI AL BOIA DI TRIPOLI E PROSTRANDOSI AI SUOI PIEDI, PDL E LEGA PRESENTANO UNA MOZIONE IN PARTE SCONTATA, IN PARTE VILE E AFFARISTICA.. L’UNICA LORO PREOCCUPAZIONE PARE ESSERE IL BUSINESS E AVERE QUATTRINI EUROPEI PER GESTIRE I PROFUGHI

Rigoroso rispetto della risoluzione Onu anche attraverso opportune iniziative politico diplomatiche e intimazione del cessate il fuoco per tornare il prima possibile ad uno stato di non conflittualità ; assegnazione alla Nato del comando e del controllo delle operazioni militari; ma anche embargo sulle armi nei confronti della Libia e un’azione di pattugliamento del Mediterraneo per contrastare le organizzazioni criminali con il rischio di infiltrazioni terroristiche.
E ancora: riattivazione, quando le circostanze lo renderanno possibile, degli accordi bilaterali in particolare quelli in materia energetica, stipulati dall’Italia con la Libia; iniziative per tutelare le imprese europee impossibilitate ad onorare i contratti per le sanzioni.
E infine: impegno dei partner europei e della Commissione a dare mezzi anche finanziari per condividere l’onere della gestione degli sbarchi di immigrati e attivazione affinchè l’Europa si doti al più presto di un ‘sistema unico di asilo’ che fin da subito preveda un sistema di ‘burden sharing’ teso a ridistruibuire la presenza degli immigrati tra i paesi membri e fornisca una maggiore assistenza nelle operazioni di riconoscimento e identificazione di coloro che si dirigono verso le coste italiane.
Sono questi i punti chiave della risoluzione sulla Libia, firmata dai capigruppo di Pdl, Lega e Coesione Nazionale, su cui la maggioranza ha raggiunto l’intesa e con cui si impegna il governo.
Si legge nel documento che “vi sono comunque delle condizioni che occorre siano garantite affinchè il paese possa tener fede ai suoi impegni senza che siano messi in pericolo i suoi interessi nazionali”.
La risoluzione di maggioranza rileva quindi che “l’Italia riceve il 14% del petrolio e il 26% del gas naturale di cui ha bisogno dalla Libia” e che il nostro è il paese “più esposto ad eventuali ritorsioni militari o terroristiche da parte libica e ha quindi un interesse primario nel non valicare i confini dettati dalla risoluzione Onu che giustificano l’intervento con il solo criterio della protezione delle popolazioni civili. Ogni altra azione che possa essere intesa come ostile dalla popolazione della Libia – viene sottolineato nel documento – e dalle opinioni pubbliche dei paesi arabi, metterebbe a serio repentaglio la nostra sicurezza nazionale”.
In pratica emergono alcuni dati di fatto:
1) Dopo aver regalato a Gheddafi 5 miliardi di dollari, essersi prostrati ai suoi piedi, aver permesso per settimane che il boia di Tripoli trucidasse il suo popolo senza “disturbarlo” con una telefonata, aver atteso l’intervento di altri Paesi europei e non, di fronte alla possibilità  di rimanere gli unici schierati con Gheddafi, obtorto collo, ci siamo alfine schierati con Usa, Francia e Gran Bretagna.
Atteggiamento tipico dell’Italietta che si pone a seconda di chi pare uscire vincitore.
Gli altri applicano la risoluzione Onu, noi precisiamo che i nostri non sganciano   bombe, fanno solo un giro turistico.
Per impedire il massacro di Bengasi i francesi giustamente bombardano, noi ci raccomandiano che non esagerino troppo.
Magari bastavano due fialette puzzolenti e le truppe libiche sarebbero arretrate.
Nella mozione si dice ok all’Onu, ma sarebbe meglio il cessate il fuoco: perchè non lo dite a Gheddafi che continua a sparare sui civili?
2) L’interventismo di Sarkozy ci aveva messo nell’angolo che peraltro meritavamo: piagnucolando ci hanno dato il controllo marittimo dell’embargo di armi alla Libia: il nulla fatto passare per grande successo.
La preoccupazione maggiore è che la Francia un domani ci estrometta dagli affari in caso di vittoria degli insorti.
Sarebbe anche giusto: se non ci fossero stati gli aerei francesi oggi Bengasi sarebbe rasa al suolo.
Se aspettavano gli italiani…
In ogni caso che senso ha chiedere il rispetto degli accordi economici sottoscritti in questa fase?
A chi lo chiedete?
A Gheddafi che dovrebbe essere un nemico?
O agli insorti di cui per viltà  non avete neanche riconosciuto lo status di governo provvisorio a differenza della Francia?
Siamo nel ridicolo a parlare di business mentre la gente spara.
3) La solita fissa dei profughi: peccato che siano arrivati finora non più di 10 libici, gli altri sono tutti tunisini e non c’entrano una mazza.
E in ogni caso sono appena 15.000, la metà  di quelli arrivati a Lampedusa nel 2008 e per i quali non è stato fatto tutto questo casino.
Erano stati accolti, identificati e poi in buona parte rimpatriati, senza tenerli a dormire sul molo di Lampedusa.
La ripartizione dei profughi tra i vari Paesi europei?
Concetto teorico giusto, ma se la Germania ci chiedesse di prenderci 20.000 dei 90.000 profughi accolti qualche tempo fa interamente da loro?
Che facciamo? Uno scambio?
Ha senso fare una mozione “egoista” in questo momento o non sarebbe meglio lavorare per una prospettiva futura senza Gheddafi?
E se per garantire l’incolumità  delle forze di opposizione libiche occorresse scaricare 10 bombe sul bunker di Gheddafi, noi saremmo per farlo o no?
O ci dispiacerebbe, pover’uomo?
In fondo all’estero ha solo 120 miliardi di dollari.
Rubati al popolo libico.

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IN LIGURIA NON AVREMO UN VICEPRESIDENTE LEGHISTA: HA SBATTUTO CONTRO LA MOSCHEA

Marzo 30th, 2010 Riccardo Fucile

IL CENTRODESTRA HA PERSO CONTRO UNA SINISTRA CHE HA SAPUTO FARE GIOCO DI SQUADRA…LA LEGA RESTA CON LA MOSCHEA AL NASO, IL PDL COMPOSTO DA SOLI SOLISTI PERDE TUTTI I CANDIDATI DI AREA AN: “OCCORRE UN PARTITO CHE FACCIA POLITICA TRA LA GENTE, NON NEI SALOTTI”

Il candidato governatore del centrodestra Sandro Biasotti tornerà  a Roma a fare il deputato: anche questa volta Claudio Burlando lo ha battuto con un 52,14% contro il 47,85% da lui raccolto.
Nonostante i sondaggi li dessero sul filo di lana fino a qualche settimana fa, la capacità  di “fare gruppo” del centrosinistra ha avuto la meglio sulle troppe individualità  che albergano nella coalizione di centrodestra.
Rispetto alle elezioni europee di un anno fa, il Pdl è sceso dal 34,40% al 29,33%, un 5% però recuperato dalla lista Biasotti (6%) .
Ma la Lega in Liguria non ha sfondato, anzi ha sbattuto il naso contro le mura della moschea tanto contestata e che alla fine non ha reso elettoralmente un bel nulla: la Lega passa dal 9,9% al 10,2%, percentuali inferiori persino all’Emilia Romagna, con un misero 8,5 in Genova città .
Persino nel quartiere dove hanno contestato la costruzione di una moschea i leghisti hanno preso solo un 3% in più di consensi, mentre il centrosinistra raggiunngeva il 60% di voti.
Biasotti ha fatto l’errore di rincorrere la Lega su un terreno che di consensi non ne porta, ma al contrario contribuisce a consolidare l’immagine di una destra becera e reazionaria, priva di modernità  e di sguardo al futuro.
Il sedicente “vicepresidente” Bruzzone, capolista leghista, rappresentante della lobbie dei cacciatori, a questo punto si ritroverà  a sparare ai passeri, senza potersi fregiare dell’ambito titolo che incautamente aveva usato già  in campagna elettorale.
Si consolerà  con la considerevole diaria regionale e la solita oscura opposizione, mentre Biasotti che dieci anni fa vinse presentandosi come   “l’uomo del rinnovamento”, tornerà  alla Camera a fare il peones. Continua »

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IN LIGURIA NON SI VOTA PER BIASOTTI, MA PER IL VICE LEGHISTA: BASTA SAPERLO, COSI’ SI STA A CASA

Marzo 26th, 2010 Riccardo Fucile

PERCHE’ IL PDL DEI “CACASOTTO” PERDERA’ IN LIGURIA: SI RISCOPRE L’OPPOSIZIONE SOTTO ELEZIONI, OGNUNO PENSA PER SE’, MANCANO LE IDEE, APPIATTITI SULLA LEGA….UN LEGHISTA CHE SI PRESENTA GIA’ COME VICEPRESIDENTE, UN ALTRO CHE PIANGE PERCHE’ HA TROVATO I SUOI SANTINI NEL CASSONETTO, SALVO BECCARSI UNA DENUNCIA PER ISTIGAZIONE ALL’ODIO RAZZIALE…E LA SINISTRA RINGRAZIA

Quando sono iniziate le “grandi manovre” in vista delle regionali, i cittadini più informati avevano chiara l’alternativa: o votavano per Claudio Burlando, governatore Pd uscente, un passato da ministro, bersaniano di ferro, o optavano per Sandro Biasotti, deputato del Pdl, già  presidente della Regione.
I due erano dati dai sondaggi sostanzialmente alla pari, con ottime possibilità  per il centrodestra di ritornare a governare la Liguria, nonostante le iniziali incertezze del partito su chi candidare e un’attività  politica di opposizione reale prossima quasi allo zero.
Ricordiamo a tal fine l’epiteto che Scajola rivolse qualche mese fa ai consiglieri pidiellini degli enti locali, definiti “cacasotto” proprio per la loro invisibilità .
Salvo qualche piccola eccezione “movimentista”, la più nota e qualificante attività  dei consiglieri del Pdl è infatti quella di scaldare la sedia.
Ciò non ha impedito loro di ringalluzzirsi in vista della nuova candidatura, foriera di altri 5 anni di prebende, soprattutto in caso di vittoria di Biasotti.
Il quale ha inanellato una serie di errori: in primo luogo ha permesso che nelle liste ricomparisse qualche nome sotto inchiesta da parte della magistratura, rinunciando così a usare tale arma contro gli avversari (che hanno personaggi discussi anche loro).
Poi ha spostato la sua linea su posizioni prone alla Lega che in Liguria prende solo il 9,9%, arrivando a vendersi pure la vicepresidenza al capolista padano, Francesco Bruzzone.
Se avesse resa nota anche la lista degli assessori, Biasotti avrebbe al limite compiuto un atto politico giustificabile, in nome della trasparenza.
Ma limitarsi a indicare un leghista come vice è stato solo un atto di debolezza.
In passato la vicepresidenza era stata assegnata al consigliere che aveva ottenuto più preferenze, un criterio senz’altro più rispettoso della volontà  popolare.
Siamo arrivati al punto che il leghista Bruzzone, caso unico nella padagna del magna magna, pur essendo stato di fatto commissariato nella segreteria della Lega ligure con la Rosy Mauro, per questioni relative a bilanci, pur essendo finito penosamente sui giornali per essere stato beccato a inviare lettere di raccomandazione usando la carta intestata della Regione, nel suo santino elettorale si proclama “Francesco Bruzzone, Vice Presidente” (oddio, intanto il vice andava minuscolo e presidente “di cosa” andava precisato, ma lui le aule scolastiche le frequentava quando ormai i professori le lasciavano libere per le pulizie, non si può pretendere troppo).
Poi Biasotti ha accettato che fossero inseriti in lista soggetti più facili a fare politica nei corridoi degli enti locali che nelle aule, più a chiedere favori alla stampa amica che a gestire il malcontento diffuso tra i cittadini. Continua »

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FIRME FALSE IN LIGURIA: I RADICALI SOLLEVANO DUBBI SUGLI ELENCHI DI UDC E LISTA PER BURLANDO

Marzo 16th, 2010 Riccardo Fucile

PD, UDC E IDV DISPOSTI A RENDERE PUBBLICHE LE FIRME RACCOLTE, IL PDL PRENDE TEMPO….LA PROCURA VERSO IL SEQUESTRO DEGLI ELENCHI…MA TUTTI PARTECIPERANNO ALLE ELEZIONI REGIONALI: LE INCONGRUENZE DELLA LEGGE

Continua la vicende delle “firme false” nella presentazione delle liste da parte dei partiti, per le elezioni regionali in Liguria.
Dopo l’esclusione del Nuovo Psi, la testimonianza di Andrea Pescino auto-accusatosi di aver venduto per 20.000 euro circa 7.000 firme taroccate ad entrambi gli schieramenti e la clonazione delle firme di chi aveva firmato per il Pdl per vedere poi la propria firma tra i sottoscrittori di partiti alleati, è arrivata l’ncursione dei radicali.
Costoro, esclusi dalla competizione per non avere raccolto il numero sufficiente di adesioni, hanno deciso di approfondire la validità  delle sottoscrizioni raccolte dagli altri partiti ammessi.
Al terzo tentativo, il presidente della commissione elettorale ha consentito ai radicali di controllare le firme.
Hanno dovuto “motivare la richiesta” e alla fine ci sono riusciti: è stato concesso loro di visionarli, ma solo per quattro ore e senza poter riprodurre i documenti.
Elenchi di 1750 firme a partito: un “accesso informale, gli atti si possono consultare ma non essere fotocopiati”.
Ma questi elenchi sono atti pubblici oppure no?
Secondo la giurisprudenza sono solo “atti amministrativi finalizzati alla presentazione delle liste”.
In pratica la legge sulla   trasparenza (m. 241 del 1990. art 22) produce l’effetto opposto: un privato cittadino non può controllare un bel nulla, un giornalista deve essere autorizzato e il giudice può decidere in un senso o nell’altro.
Sono queste ambiguità  legislative che alla fine favoriscono i taroccatori di firme: se esse fossero pubbliche e tutti potessero quindi avervi accesso e diritto di controllo, nessuno avrebbe buon gioco a presentare elenchi “clonati”. Ma torniamo ai radicali: dalla loro verifica, limitata a sole quattrro ore, emergerebbero dei problemi per due liste, l’Udc e la lista “Noi con Burlando”, di appoggio al candidato del centrosinistra. Continua »

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SCANDALO FIRME FALSE: RACCOLTE DAL PDL E POI CLONATE PER GLI ALLEATI

Marzo 13th, 2010 Riccardo Fucile

SI ALLARGA A GENOVA LA VICENDA FIRME TAROCCATE: CITTADINI CHE AVEVANO FIRMATO LA LISTA DEL PDL   SE LA SONO VISTA IN CALCE A QUELLA DEL NUOVO PSI… LA CLONAZIONE AVVENIVA PER FAVORIRE LISTE COLLEGATE   IN DIFFICOLTA’ NELLA RACCOLTA FIRME… POSIZIONE DELICATA PER POLITICI DEL PDL CHE LE HANNO AUTENTICATE

Molte firme registrate regolarmente in calce alla lista del Pdl a Genova sono state clonate e riprodotte per favorire la presentazione di altre liste alleate della coalizione.
Non solo quindi firme sospette, come era già  emerso nei primi giorni di indagine della Procura, ma veri e propri “furti di identità “, con elettori che avevano posto la firma di adesione alla lista del Pdl e ora se la sono trovata nell’elenco di altri partiti, a loro insaputa.
Il quotidiano ligure “il Secolo XIX” ha interpellato alcune di queste persone che sono cascate dalle nuvole, mentre la segreteria locale del partito sostiene di non saperne nulla.
Ma esistono alcuni dati certi: in primo luogo interi fogli, con 20 certificazioni ciascuno, riportano firme diverse, ma tracciate dalla stessa grafia.
In secondo luogo i fogli sono intestati al Nuovo Psi, alleato del centrodestra e autenticati da un consigliere provinciale del Pdl, Antonio Vaccarezza.
Tra le persone contattate dal quotidiano per una verifica, alcuni sostengono di non aver firmato nulla, altri di aver dato la propria adesione al Pdl e non al Nuovo Psi.
Procede contestualmente l’indagine circa le dichiarazioni di Andrea Pescino che ha affermato di aver venduto per 20.000 euro circa 7.000 firme a entrambi gli schieramenti. Continua »

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ULTIMO SONDAGGIO REGIONALI: IN LIGURIA BURLANDO (PD) STACCA BIASOTTI (PDL) DI 3,6 PUNTI

Marzo 12th, 2010 Riccardo Fucile

RISPETTO ALLE EUROPEE, IL PDL PERDE   IL 3,3%, FERMA LA LEGA, 4,5% ALLA LISTA BIASOTTI….LEGGERO AUMENTO DEL PD AL 30,5% (+0,7%), CALANO L’IDV AL 7,1% (-1,6%)   E L’UDC AL 3,6% (-1,4%), LA LISTA BURLANDO AL 4,7%….LEGGERA RIPRESA DELL’ESTREMA SINISTRA,   “LA DESTRA” SOLO ALLO 0,4%

Fresco di stampa arriva l’ultimo sondaggio, commissionato dal quotidiano “il Secolo XIX” all’Osservatorio Emg Ricerche su tutto il territorio ligure, considerato piuttosto attendibile   anche alla luce della percentuale degli indecisi, circa il 35,7%, inferiore alla percentuale degli astenuti in Liguria sia alle Europee 2009 (37,6%), sia alle Regionali 2005 (42,2%).
Se fino a poche settimane fa i due candidati governatori erano dati quasi alla pari, con un leggerissimo vantaggio per Burlando, negli ultimi giorni la forbice si è ampliata a favore del candidato del centrosinistra, arrivando a toccare ora il 51,8% contro il 48,2% di Biasotti e portando il divario tra i due contendenti al 3,6% .
Vediamo nello specifico le percentuali attribuite ai singoli partiti dei due schieramenti.
In primo luogo va rimarcato il calo del Pdl accreditato del 31,2%, rispetto al 34,5% delle scorse Europee e al 36,8% delle Politiche 2008.
In due anni una perdita secca del 5,6%, in dodici mesi del 3,3%.
Non compensato dalla ventilata crescita della Lega che resta invece sui suoi livelli: 10,1%, rispetto al 9,9% delle scorse Europee.
La lista personale del candidato governatore Biasotti ottiene un discreto 4,5%, mentre è un disastro tra i   piccoli partiti di appoggio (La Destra a un misero 0,4%, Nuovo Psi allo 0,2%).
Passiamo al fronte opposto. Continua »

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LA PROCURA DI GENOVA SULLE FIRME SOSPETTE: TRASMESSE AI PM MIGLIAIA DI FIRME, DECINE HANNO LA STESSA MANO

Marzo 11th, 2010 Riccardo Fucile

PER ORA NEL MIRINO UNA LISTA DI APPOGGIO AL CANDIDATO DEL CENTRODESTRA IN LIGURIA CHE NON E’ RIUSCITA A PRESENTARSI: MOLTE LE FIRME CONTRAFFATTE…GLI AUTENTICATORI SONO DUE POLITICI DEL PDL… MA PER LA COMMISSIONE ELETTORALE QUELLE CHE MERITANO VERIFICHE SONO MIGLIAIA, SOTTO ACCUSA ANCHE IL NUOVO PSI

L’esplodere dell’ennesimo scandalo sulle firme taroccate dei sottoscrittori veri o presunti delle liste elettorali per le Regionali, di cui avevamo trattato due giorni fa in seguito all’autodenuncia di un “professionista” della vendita delle firme ai partiti al quotidiano Secolo XIX, rischia di estendersi a breve.
La commissione elettorale, presieduta da un magistrato, ha infatti trasmesso ai pm migliaia di firme sospette.
Alcune decine poi spiccano in modo particolare.
Il procuratore della Repubblica di Genova, Francesco Lalla ha anticipato: “c’è un caso in cui 50 firme sono state chiaramente apposte dalla stessa mano, chi le ha siglate non si è nemmeno preoccupato di cambiare penna e di alterare un minimo la scrittura”.
E’ stato quindi apetto un fascicolo per falso, in cui finirà  anche la dichiarazione di Andrea Pescini: “in Liguria ho venduto 7.000 firme per 20.000 euro a partiti che avevano difficoltà  a raccoglierle”.
Il caso più clamoroso cui si riferiva il procuratore capo Lalla è quello   di una lista che non è stata ammessa alla tornata elettorale: il gruppo “Democrazia Cristiana-Partito LIberale”, vicino al centrodestra.
Aveva allegato 1.931 firme, ne sono state dichiarate ammissibili solo 1.666, ma su tutte grava l’ombra del sospetto.
Il partito aveva già  impugnato l’esclusione davanti al Tar per poter accedere, grazie al decreto interpretativo, a una regolarizzazione della lista attraverso una successiva integrazione dei sottoscrittori. Continua »

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IL MERCATO DELLE FIRME FALSE AI PARTITI: “NE HO VENDUTE 7.000 AI DUE POLI” RIVELA UN PENTITO

Marzo 9th, 2010 Riccardo Fucile

AVREBBE INCASSATO VENTIMILA EURO DAI PARTITI IN LIGURIA CEDENDO SETTEMILA SOTTOSCRIZIONI… GLI ELENCHI SONO RICAVATI DA BANCHE DATE DI GESTORI TELEFONICI E UFFICI PUBBLICI…MOLTI NOMINATIVI PROVENGONO DALLE PIU’ SVARIATE RACCOLTA FIRME DI QUARTIERE   E POI RIUTILIZZATE

La rivelazione è stata raccolta dal “Secolo XIX”, il maggiore quotidiano ligure: un “professionista” denuncia di aver venduto, in occasione di questa tornata elettorale, ben 7.000 firme per la presentazione delle liste a partiti in difficoltà  nel raccoglierle.
Andrea Pescino, esperto in materia e già  rinviato a giudizio nel 2005 per uno scandalo analogo a Imperia, in relazione a firme raccolte e smistate, personaggio controverso che ha però anche fatto decollare inchieste come quella sulla spartizione dei fondi comunitari in Regione o sequestrare discariche pericolose in riviera, ha rilasciato stamane una pesante intervista al Secolo XIX , rivelando fatti che, se fossero confermati, metterebbero in pericolo la validità  delle prossime elezioni regionali in Liguria.
Non a caso sarà  ascoltato oggi dalla Digos.
In pratica Pescino ha rivelato di aver venduto e consegnato dati anagrafici per produrre firme false, definendo tale operazione “una regola ormai invalsa da tutte le parti, quasi una professione”.
Dove si ha a che fare   pure con altri concorrenti, ciascuno con le proprie firme taroccate e i propri prezzi di vendita.
Il Pescino ne avrebbe vendute 7.000, 4.000 al centrosinistra e 3.000 al centrodestra, ricavando un cifra di circa 20/25.000 euro: “c’è una legge di mercato che governa queste cose, ci sono persone che fanno la “professione” di candidati e compiono investimenti per poi ricavarne benefici”. L’esperto sottolinea al “Secolo XIX” che “l’esborso aumenta man mano che ci si avvicina al momento della presentazione delle liste” e poi spiega come ci si procuri i dati degli elettori: “Non è difficile, vi sono banche dati che conservano gli elementi fondamentali per una firma, come i gestori di compagnie telefoniche o gli impiegati di uffici pubblici”.   Continua »

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