Destra di Popolo.net

SCAJOLA SI CANDIDA A SINDACO DI IMPERIA DI FRONTE A UN TEATRO STRAPIENO, UNO SCHIAFFONE ALL’INCIUCISTA TOTI

Marzo 17th, 2018 Riccardo Fucile

LA LISTA CIVICA RISCHIA DI TRAVOLGERE I PIANI DELLA GIUNTA LEGHISTA CON RUOTA DI SCORTA TOTIANA… IN SALA MOLTI EX AMMINISTRATORI DI FORZA ITALIA, LEGA E MODERATI

In un auditorium della Camera di Commercio di Imperia pienissimo, ben oltre i numeri consentiti, la convention di Claudio Scajola è iniziata con il “Nessun Dorma” che scaramanticamente non si è concluso con l’eroico «vincerò».
E poi la lettura, con l’attore Antonio Carli, di alcune frasi di “Voglia di comunità ” di Zygmunt Bauman e ancora un crescendo con le frasi scolpite da Oliver Stone in “Ogni maledetta domenica”: il discorso alla squadra. «O noi risorgiamo adesso come collettivo, o saremo annientati individualmente».
Una standing ovation con tanto di maglietta “Claudio sindaco” – in uno stile che fa tanto elezioni americane – ha salutato l’ingresso sul palco in giacca blu e jeans dell’ex ministro deciso a riprendersi il suo regno, intanto come sindaco, e dimenticare nove anni di «interpretazioni malevole».
«Non so cosa dire o forse ho troppe cose da dire» ha iniziato. «L’emozione è più forte di qualunque momento della mia vita».
Nel pubblico molti sindaci, politici, amici ed ex amici tornati a supportarlo, qualche imprenditore, molti giovani.
In prima fila il nipote Marco Scajola. «Il mondo sta cambiando – ha proseguito facendo un’analisi della politica italiana – assisteremo alla disgregazione di partiti e a nuove aggregazioni».
Non ha parlato solo di Imperia ma della parte a ovest della Liguria «un territorio talmente piccolo che deve fare sistema». Ha ricordato il ruolo e l’importanza dell’Europa dove devono contare di più i paesi del Mediterraneo. «Non si può più continuare a urlare e a cantare, bisogna iniziare a lavorare».
La campagna elettorale è lanciata, Toti mastica amaro: il ritorno di Scajola fa saltare i piani di divisione delle poltrone della giunta leghista con ruota di scorta.

(da agenzie)

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FACCIAMO UNA COLLETTA PER IL POVERO BRUNETTA: CON 262.000 EURO DI REDDITO HA DOVUTO CHIEDERE UN PRESTITO PER PAGARE L’IMU

Dicembre 12th, 2012 Riccardo Fucile

CONTE (FLI): “LE SUE PAROLE SONO UNO SCHIAFFO AGLI ITALIANI IN REALI DIFFICOLTA’ ECONOMICHE”

”Io sto pagando la seconda rata dell’Imu e i soldi non li ho, ho dovuto chiederli in banca. La pagheremo cara, Monti ha sbagliato”.
A dirlo ai microfoni di Tgcom24 non è un cittadino qualunque, ma Renato Brunetta, economista, parlamentare europeo fino al 2008, ministro della Repubblica fino al 2011 e, soprattutto, deputato attualmente in carica.
Il dirigente del Pdl non ha precisato l’importo che lo ha messo in tale difficoltà  da dover ricorrere a un prestito, e dalla dichiarazione depositata alla Camera emerge che nel 2011 il suo reddito imponibile è stato di 262mila euro.
L’uscita ha provocato la reprimenda del capogruppo di Fli alla Camera Giorgio Conte: “Le parole di Renato Brunetta che sostiene di non riuscire a pagare l’Imu sono uno schiaffo a tutte quelle famiglie che hanno reali difficoltà  economiche e che davvero non riescono ad arrivare alla fine del mese”, afferma.
“Non voglio fare i conti in tasca a nessuno, ma avendo una vaga idea di quello che guadagna da parlamentare e di quanto ha percepito da Ministro — sottolinea Conte — sinceramente non credo che Brunetta possa permettersi di lamentarsi dell’Imu. Ancora una volta l’ex Ministro si è contraddistinto per cattivo gusto e — conclude Conte — per totale disprezzo degli italiani”.

(da “il Fatto Quotidiano“)

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FINI SABATO A GENOVA PER PARLARE DEI GIOVANI: NEL PDL SCOPPIA LA CRISI DI PANICO

Dicembre 10th, 2010 Riccardo Fucile

INVITATO DA UN’ASSOCIAZIONE NELLA SUA VESTE ISTITUZIONALE PER PRESENTARE LA “CARTA DI PRINCIPI EDUCATIVI”, IL PDL LOCALE NON TROVA DI MEGLIO CHE CRIMINALIZZARE IL PRESIDENTE DI “JANUA” CHE E’ ANCHE NEL DIRETTIVO LOCALE DEL PARTITO DELL’AMORE… ORA E’ UN “TRADITORE” ANCHE LUI E VOGLIONO DEFENESTRARLO… LA REPLICA: “INVITO CHI MI PARE”

Qualcuno ricorderà  il detto “la madre degli imbecilli è sempre incinta”: a Genova, il partito dell’amore deve averlo sempre ben presente e non ha perso occasione di darne plastica dimostrazione.
Accade che   domani, sabato 11 dicembre, alle ore 15.30, a palazzo Ducale, nella Sala del Maggior Consiglio, il presidente della Camera, Gianfranco Fini, sia l’ospite d’onore del convegno “Il futuro e i giovani: la sfida delle associazioni, dei cittadini e delle famiglie”.
La finalità  è etica, la predisposizione della “Carta dei principi educativi fondamentali”.
Presidente dell’associazione giovanile Janua, organizzatrice dell’evento, insieme a Gianni Testino, primario del servizio di alcologia del San Martino, è Luca Marchesi, già  segretario dei giovani del Pdl e attualmente nel direttivo cittadino.
E questo è stato sufficiente perchè nel partito dell’amore si scatenasse l’inferno: telefonate infuocate tra l’establishment genovese e il giovane “traditore”, fino alle minacce di espulsione.
“Sono un privato cittadino che fa parte del direttivo di un partito politico e sono anche presidente di un’associazione culturale. Vista la natura dell’evento pensavo a una reazione diversa” si è difeso Marchesi.
“Loro possono pensare quello che gli pare, io penso ai contenuti della mia manifestazione” ha chiosato.
Neanche a farlo apposta, nella stessa location, vi sarà  pure una staffetta: il mattino infatti ci sarà  la riunione dei sopravvissuti del Pdl ligure, mobilitati con 15 pullman, a “sostegno del governo Berlusconi”contro il “traditore Fini”.
Finita la manifestazione dei vecchietti in gita, toccherà  alla conferenza che “non ha nulla di politico, semmai ha finalità  sociali”, come precisa il “neo-traditore” Marchesi.
Ma al coordinatore locale del Pdl non va giù: “Non posso impedire a nessuno di invitare la terza carica dello Stato (ma va, davvero?…), ma Fini, come sempre, si toglierà  il cappello istituzionale per essere uomo di parte”.
Detto da uno che a Fini deve politicamente varie legislature tra Camera e Senato, devoto esecutore degli imput di Gianfri, uomo di parte da una vita, la frase fa sorridere chi lo conosce bene.
In fondo è anche giusto che il partito dell’amore abbia come mezzo espressivo quello di raccontare divertenti barzellette.
Il problema spesso è che l’umorismo è involontario.

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FINCANTIERI, IL PIANO INDUSTRIALE PREVEDE TAGLI DI STABILIMENTI E DI 2.500 OPERAI: COSA SI NASCONDE DIETRO L’OPERAZIONE

Settembre 21st, 2010 Riccardo Fucile

PENALIZZATE LIGURIA, CAMPANIA E SICILIA, STRANAMENTE NESSUN TAGLIO IN VENETO: L’ASSE BOSSI-TREMONTI PER PREMIARE SOLO MARGHERA…. IL RUOLO DEL SOTTOSEGRETARIO LEGHISTA BELSITO NEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DI FINCANTIERI… SCAJOLA   TEME UN COMPLOTTO

Non è la prima volta che affrontiamo il problema della crisi della cantieristica e possiamo dire che ci avevamo visto bene.
Cerchiamo di essere chiari, in modo che anche i non addetti ai lavori possano farsi un’idea.
Fincantieri è un’azienda controllata dallo Stato attraverso Fintecna che a sua volta fa capo al ministro dell’Economia, Giulio Tremonti.
Di fronte alla crisi mondiale del settore, Fincantieri ha retto discretamente, grazie ad ottimi manager, acquisendo soprattutto commesse nel campo delle navi da crociera Carnival.
Due giorni fa, come fulmine a ciel sereno, si scopre un piano industriale “segretato” che prevede lacrime e sangue ed elaborato da uomini Fincantieri provenienti dalla McKinsey, una delle più note società  di consulenza manageriale, piano presentato all’azionista Fintecna.
Il progetto prevede una riduzione del personale di 2.500 unità  (oltre 7.500 considerando l’indotto), un dimezzamento del cantiere di Sestri Ponente, la chiusura di quello di Riva Trigoso, la riconversione di quello di Castellamare. Sullo sfondo si stagliano le scelte strategiche sul posizionamento territoriale del gruppo navalmeccanico: tutelato dall’asse Tremonti-Bossi, il Nord Est non viene sfiorato (per   Marghera e Monfalcone non si prevedono tagli).
Ieri l’ex ministro Scajola, dichiarandosi all’oscuro del piano industriale, accennava sia al fatto che il Pdl in Liguria non può permettersi elettoralmente   un colpo negativo del genere, sia a misteriosi complotti anti-premier che riveste ancora ad interim la carica di di Ministro dello Sviluppo Economico.
Ma come avevamo rivelato in precedenti articoli è noto anche il legame tra Bossi e l’amministratore delegato di Fincantieri, Giuseppe Bono.
Non a caso in consiglio di amministrazione di Fincantieri siede il sottosegretario leghista genovese Francesco Belsito.
Ma badate bene, non messo   a quel posto su indicazione della Lega ligure per rappresentare le famose “istanze del territorio” e del popolo ligure, ma dal vertice di via Bellerio per favorire i cantieri di Monfalcone e Marghera.
Sembra paradossale ma la Liguria viene penalizzata dal piano industriale proprio quando ha due sottosegretari leghisti locali (l’altro è Sonia Viale, sottosegretaria allo sviluppo Economico) al governo.
Entrambi rispondono solo agli imput che arrivano dal Senatur, senza che nessuno altro esponente del Centrodestra sia mai insorto.
In pratica si è deciso a tavolino che il “core business”   delle crociere continuerà  a poggiare sui cantieri di Monfalcone e Marghera, mentre Sestri Ponente , in quanto cantiere di medie dimensioni (perchè nessuno ha mai pensato stranamente a trasferirlo sul mare) appare insufficiente a rispondere alle regole del mercato.
Nel 2014, alla fine del piano, gli addetti italiani si ridurranno da 6.047 unità  a 3.910, mentre, guarda un po’, aumenteranno di 900 quelli della controlata americana Fincantieri Marine Group, impegnata nella commessa per la Marina militare statunuitense.
Mentre il Veneto rimarrà  immune dalla tempesta.
Da rimarcare che il progetto di ampliamento del cantiere di Sestri paga il mancato ribaltamento a mare: dopo l’accordo firmato un anno fa con le istituzioni e l’azienda, infatti il governo non ha mai risposto alle richieste di convocazione.
Perfida strategia per favorire Marghera?
C’è chi parla ora di una crisi occupazionale che il Pdl non può permettersi, nè in Liguria è in Canpania, ma soprattutto di un dramma sociale senza precedenti che colpirà  almeno 7.500 lavoratori.
Vittime di scelte geopolitche interessate, oltre che del mercato.
Colpita in modo particolare la Liguria che pur annovera un ex ministro di peso come Scajola e due sottosegretari leghisti che però fanno l’interesse dei veneti e non dei liguri.
Un bel quadretto di famiglia.

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“I VOTI DEI MAFIOSI? LI CERCAVA ANCHE VIALE PER SOSTENERE LA FIGLIA SOTTOSEGRETARIA LEGHISTA”

Agosto 6th, 2010 Riccardo Fucile

IL SINDACO DI BORDIGHERA, GIOVANNI BOSIO, ACCUSA GIULIO VIALE, EX ASSESSORE DELLA CITTA’ E PADRE DI SONIA, NOMINATA DA POCO SOTTOSEGRETARIO ALL’ECONOMIA, DI AVER CHIESTO PER LA FIGLIA I VOTI CHE ORA DEFINISCE “MAFIOSI”… IMBARAZZO NELLE FILE DEL CARROCCIO

La Riviera dei fiori è sempre nell’occhio del ciclone politico-giudiziario per via delle infiltrazioni dell ‘ngrangheta nella vita amministrativa della città , da Sanremo a Bordighera.
In quest’ultima località  il sindaco Bosio, in una intervista al quotidiano indipendente ligure “Secolo XIX”, oggi replica a una precedente intervista in cui l’ex assessore leghista Giulio Viale aveva detto di essersi reso conto che “almeno quattro in giunta avevano rapporti di collaborazione elettorale con la famiglia Pellegrino”.
Mentre gli arresti connessi all’indagine in corso sono arrivati a otto, il sindaco Giovanni Bosio oggi lancia un preciso atto di accusa al padre di Sonia Viale, sottosegretario all’Economia per la Lega.
“Viale? Un ipocrita, che quando è venuto il momento di sponsorizzare sua figlia, candidata alle Europee, ha chiesto i voti che ora definisce mafiosi a tutti gli assessori e i consiglieri del Pdl”.
Giulio Viale in precedenza aveva accusato Bosio e alcuni assessori di essersi dedicati a “una caccia esasperata di preferenze, accettando pacchetti di 50 voti alla volta da persone poi finite sotto custodia cautelare”.
Il riferimento è a quello che la Procura di Sanremo chiama il clan Pellegrino, facente capo agli omonimi fratelli imprenditori del movimento terra.
Tre di loro sono finiti in carcere a giugno, insieme ad altre cinque persone. Bosio nell’intervista attacca Viale definendolo “un opportunista ipocrita, più interessato al suo tornaconto personale che al bene della città “.
E poi l’attacco preciso sulla figlia sottosegretario leghista: “le divergenze con Viale sono iniziate proprio in occasione della candidatura della figlia alle elezioni europee. In quella circostanza, i voti del Pdl che ora definisce mafiosi gli andavano più che bene, dal momento che li ha richiesti a tutti i consiglieri ed assessori dai quali ora si sente in dovere di prendere le distanze”. Continua »

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DOPPIO INCARICO VIETATO, MA IN 11 CONTINUANO A RINVIARE LA SCELTA TRA PARLAMENTO E REGIONE

Maggio 31st, 2010 Riccardo Fucile

TRA LORO COTA, RIXI E BUONANNO (LEGA), CARFAGNA, MUSSOLINI E BIASOTTI (PDL)…E’ INCOMPATIBILE UNA CARICA REGIONALE CON UNA PARLAMENTARE: UNA VOLTA ELETTI IN REGIONE INVECE CHE SCEGLIERE SUBITO, RESISTONO 3 MESI PER INCASSARE IL DOPPIO STIPENDIO…I CONTINUI RINVII DELLA GIUNTA DELLE ELEZIONI PER FAVORIRLI

Un’altra vergognosa pagina della storia parlamentare del nostro Paese si sta consumando in queste settimane: certamente non è la più grave anomalia tra tanti scandali, ma è emblematico dell’arroganza della Casta di fronte a scelte che dovrebbero essere automatiche e che invece divengono motivo per incamerare altri quattrini.
L’art. 122 della Costituzione è chiaro: non si può essere consigliere regionale e deputato o sindaco di una grande città .
Alle scorse elezioni regionali si sono presentati 22 candidati che erano incompatibili, hanno chiesto voti per essere eletti, sapendo che non sarebbero poi andati   a rappresentare i cittadini che li avevano indicati.
In 11 sono stati eletti e ancor oggi, a distanza di tempo, non hanno mandato alcuna lettera, rinunciando o alla carica di parlamentare o a quella di consigliere o presidente di regione (ci sono infatti pure Cota e Caldoro).
Hanno tre mesi di tempo e intendono sfruttarli fino all’ultimo evidentemente, anche perchè mantengono così il doppio incarico e relativi quattrini.
Questo drappello di parlamentari sa benissimo da tempo di dover scegliere e avrebbe potuto farlo subito, senza attendere la riunione della Giunta delle elezioni della Camera che deve decidere sulla loro incompatibilità .
Soprattutto se poi i partiti fanno di tutto per non farla mai convocare e ogni volta viene rinviata con le scuse più assurde:   la Lega diserta sistematicamente e il Pdl ha sempre riunioni concomitanti.
La scorsa settimana Stacquadanio (Pdl) ha chiesto il rinvio per una “riunione con Berlusconi”: peccato che tale riunione fosse la sera e la Giunta si dovesse invece riuniore alle 14.30.
Non è certo una bella scena, sostengono gli addetti ai lavori. Continua »

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IL COORDINATORE DEL PDL RIVENDICA DI AVER OTTENUTO UNA SEDE IN UNA CASA POPOLARE A PREZZO STRACCIATO

Maggio 8th, 2010 Riccardo Fucile

IN UNA LETTERA A “IL GIORNALE”, IL RESPONSABILE GENOVESE DEL PDL PRIMA POLEMIZZA CON IL VICEPRESIDENTE DEL IV MUNICIPIO, POI SOSTIENE DI AVER FATTO PRESSIONI CON LA DIREZIONE DELLE CASE POPOLARI PER AVERE UNA SEDE “A PREZZO DI FAVORE”…UN BELL’ESEMPIO DI EQUITA’ PER TANTI GENOVESI IN LISTA DI ATTESA

L’argomento lo avevamo trattato nell’articolo che trovate in fondo alla nostra home page. Ieri “il Giornale” ha pubblicato la replica del coordinatore metropolitano del Pdl, Gianfranco Gadolla, in cui si legge la frase “incriminata”. Pubblichiamo a questo proposito il commento della redazione locale di “Valbisagnonews”, operante sul territorio del IV municipio genovese, non certo orientata a sinistra, lasciando a voi ogni valutazione.

Crediamo che Gianfranco Gadolla sia entrato in un tunnel dal quale difficilmente ne uscirà  illeso. Le dichiarazioni rilasciate a “il Giornale” avranno sicuramente un seguito e dovrà  giustificare i suoi comportamenti al limite della coerenza ma, soprattutto, della legalità .
Doveva essere un botta e risposta se non di poco conto quasi, ma comunque destinato a finire brevemente, invece è scoppiata la bugna!
Stiamo parlando della lettera scritta e inviata ai giornali da Domenico Morabito (vice presidente del consiglio del IV Municipio) in merito alle dichiarazioni di Gianfranco Gadolla sul fatto che Morabito qualche giorno fa abbia votato a favore del centro sinistra, un documento che lo stesso, “per il bene della vallata” — ha dichiarato – reputava giusto, ma che per i suoi colleghi d’opposizione, in quanto appunto d’opposizione e quindi “bastian contrari”, da votare contro e quindi da bocciare.
Ebbene, alla risposta di Morabito, che non sta certo a noi commentare, puntuale è arrivata la contro replica del coordinatore metropolitano del Pdl che, oltre ad avere lasciato sgomento e senza parole lo scrivente e tutta la redazione, ha toccato nel profondo del cuore e della dignità  tutti coloro che non hanno una casa o uno straccio di lavoro.
Ecco la frase incriminata: “I locali della sede di An di via Sertoli, sono stati concessi al «Circolo la mia terra» solo ed unicamente per l’interessamento e la caparbietà , con le quali ho insistito presso Arte (Azienda regionale territoriale per l’Edilizia) affinchè venisse concesso, a prezzo di tutto favore”. Continua »

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SCAJOLA SI ERA FATTO ANCHE RISTRUTTURARE LA CASA DA ANEMONE: MENO MALE CHE LO CONOSCEVA APPENA

Maggio 5th, 2010 Riccardo Fucile

NON SOLO 900.000 EURO IN ASSEGNI: IL 16 SETTEMBRE 2004 VIENE DEPOSITATA UNA DENUNCIA INIZIO ATTIVITA’ IN COMUNE PER LA RISTRUTTURAZIONE DELL’APPARTAMENTO… DIRETTORE DEI LAVORI E’ ZAMPOLINI, LA DITTA E’ LA A.M.P. DEL FRATELLO DI ANEMONE: PACCHETTO COMPLETO

Di fronte alle contestazioni giornalistiche, ai documenti e alle testimonianze emerse, il ministro dimissionario Claudio Scajola aveva sempre sostenuto di conoscere vagamente l’imprenditore Anemone, giusto in quanto in passato “aveva effettuato dei lavori per la messa in sicurezza dell’alloggio di servizio” quando era ministro degli Interni, poi l’avrebbe perso di vista.
Quanto all’architetto Zampolini, braccio destro di Anemone e riciclatore dei 900.000 euro, Scajola sostiene di “ricordare poco di lui: era la persona cui si era rivolto Balducci   per aiutarmi a cercare casa a Roma”.
Oggi emerge un nuovo documento che smentisce il ministro: è datato 16 settembre 2004 e si chiama Dia, ovvero “Denuncia di inizio attività “, depositato in Comune a Roma, in cui si informa l’amministrazione che è stata avviata la ristrutturazione dei 9 vani e mezzo catastali appena acquistati da Scajola.
Tale Dia certifica che “progettista e direttore dei lavori” è l’arch. Angelo Zampolini e che l’impresa esecutrice è la A.M.P. srl di Roma, di cui è proprietario Daniele Anemome, fratello di Diego, il costruttore che ha messo a disposizione la somma di 900.000 euro per lacquisto dell’appartamento di Scajola.
In pratica un pacchetto completo, comprensivo di ricerca, acquisto e ristrutturazione dell’alloggio.
L’arch. Zampolini ricorda di aver messo il nome come progettista per “pro-forma”, senza aver percepito un soldo da nessuno.
In cosa consistevano i lavori di ristrutturazione?   Continua »

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“IL GIORNALE” SI INVENTA UN FINIANO DA COLPIRE, MA FERISCE IL COORDINATORE GENOVESE

Maggio 5th, 2010 Riccardo Fucile

LA REDAZIONE DI GENOVA CERCAVA LA MEDAGLIA AL MERITO FELTRIANO, MA IL CECCHINO SBAGLIA OBIETTIVO: DEFINISCE FINIANO IL VICEPRESIDENTE DEL IV MUNICIPIO CHE NON E’ NEANCHE ISCRITTO AL PDL…FORSE SONO PIU’ AVVEZZI AI MEDAGLIONI ALL’ACETO BALSAMICO

La vicenda che andiamo a raccontare è degna di una paginetta di Guareschi sui “compagni trinariciuti” di un tempo, ma invece che essere ambientata nella bassa padana e avere come protagonisti i nostalgici del regime sovietico, si svolge a Genova ed è curata dalla redazione locale de “il Giornale”, guidata dal “moderato” Massimiliano Lussana.
Poco incline alla guerriglia, abile tessitore di amicizie trasversali per quieto vivere, Lussana ha dovuto adeguarsi a malincuore al nuovo corso di Feltri, cercando di limitare i danni.
Ora, da qualche tempo, l’imput da Milano è il killeraggio politico sui “finiani”, ma che colpa ne ha la redazione locale se prima a Genova tutti i provenienti da An era prostrati ai piedi del Gianfri come gli arabi alla Mecca e ora non se ne trova più uno disposto a rischiare la poltroncina e la candidatura?
Di fronte alla carenza di finiani su piazza cui rivolgere il fuoco amico, ecco allora che una vicenda periferica viene trasformata in un vile attacco alla linea unitaria del Pdl e viene iscritto d’autorità  alla lobbie finiana un vice presidente di municipio che non ha neanche la tessera del Pdl.
Il soggetto in questione, Domenico Morabito, eletto per An, è uomo noto in Valbisagno per aver aperto anni fa, per la prima volta, una sezione in una “zona rossa” e per essere sempre stato in prima linea nel rappresentare le istanze di un quartiere popolare.
Rispettato da amici e avversari per il grande lavoro politico svolto sul territorio che ha portato tra l’altro il Pdl a sfondare il 40% dei consensi, almeno dieci in più di quello che era abituato a raccogliere.
Premesso che Morabito non aveva aderito al Pdl, restando come indipendente nel consiglio di zona, arriviamo al fatto.
Qualche giorno fa si deve approvare il piano di manutenzione straordinaria (scuole , strade, verde): trattandosi di interventi necessari, il Pdl aveva sempre votato a favore in passato.
Morabito lo fa anche   questa volta, ma il Pdl si astiene, tanto per dare un po’ di fumo negli occhi.
Ed eccoci al titolo de “il Giornale” il giorno dopo: “Il finiano Morabito vota con la sinistra”.
Finalmente qualcuno aveva trovato un “mostro da sbattere in prima pagina”. Clac clac, slurp slurp, il gioco è fatto. Continua »

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