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SCANDALO COOP ROSSE: SI PAGA PER LAVORARE

Settembre 1st, 2014 Riccardo Fucile

DIPENDENTI COSTRETTI A VERSARE 4.000 EURO PER ESSERE ASSUNTI DA UNA COOPERATIVA

Quanto sareste disposti a pagare per avere un lavoro da seicento euro al mese?
Non serve arrovellarsi troppo, una cooperativa sociale di Padova ha stabilito la cifra congrua: 4000 euro. Questa è la somma che la Codess, membro della Legacoop sociali, chiede ai propri dipendenti neoassunti.
Che, almeno sulla carta, sono molto più che semplici dipendenti.
In molti casi, la Codess preferisce infatti che i propri lavoratori divengano automaticamente soci della cooperativa.
Anzi, «è la condicio sine qua non per essere assunti», spiega Chiara, che per poco più di 600 euro al mese, fino a poche settimane fa, lavorava come educatrice in un asilo nido pubblico di Modena gestito dalla coop padovana.
Ed è diventando soci che il posto di lavoro diventa particolarmente “caro”.
A prescindere dall’ammontare dello stipendio, che mediamente si aggira tra i 600 e i 1200 euro al mese, un socio lavoratore deve sborsare innanzitutto 3000 euro per comprare la propria quota sociale (molto salata rispetto a quanto chiedono le altre cooperative), soldi che vengono restituiti solo nel caso in cui il contratto di lavoro venga rescisso e il socio chieda di riavere indietro il proprio denaro.
Altri 1000 euro devono invece essere versati alla Codess a fondo perduto (quindi senza possibilità  di poterli mai rivedere), a titolo di tassa di ammissione soci.
Niente paura, però, i 4000 mila euro non bisogna consegnarli subito e in contanti. La cooperativa li scala in piccole e comode rate mensili dalla busta paga.
Non parliamo di piccole cifre. La Codess ha infatti circa 3000 dipendenti di cui oltre l’80 per cento è anche socio.
In questi anni la cooperativa è cresciuta molto, diventando una tra le più grandi nel settore sociale, capace di aggiudicarsi appalti pubblici in tutta l’Italia centro settentrionale, dal Veneto al Piemonte, passando per l’Emilia Romagna e la Toscana.
Lo scorso anno è riuscita a raggiungere un fatturato che supera gli 85 milioni di euro con un utile di 250 mila euro.
Ma non è tutto oro quello luccica, ci tengono a sottolineare i vertici di Codess, che in passato hanno fatto parte del direttivo regionale di Legacoop in Veneto: le amministrazioni locali pagano con molto ritardo e per questo la società  è “costretta” a chiedere i soldi ai propri dipendenti, è la spiegazione che ci hanno fornito nella nota scritta che ci hanno inviato.
Ai soci lavoratori di Modena il “prelievo” dalla busta paga non è andato giù.
Tramite la Cgil modenese, hanno contestato i mille euro della tassa di ammissione soci e, dopo una lunga trattativa, la Codess ha preferito restituire i soldi ai dipendenti, evitando un processo davanti a un giudice.
Quello emiliano è tuttavia l’unico caso di restituzione della tassa in Italia.
Il prelievo sulla busta paga degli altri lavoratori della Codess, per ora, continua.

Giorgio Mottola
(da “il Corriere della Sera”)

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SCURE SULLE AGEVOLAZIONI ALLE COOP: SI TRATTA DI 80.000 AZIENDE CHE VALGONO IL 7,6% DEL PIL

Agosto 31st, 2011 Riccardo Fucile

NEL MIRINO GLI SCONTI IRES DEL 70% E DEL 30% SUGLI UTILI DELLE AZIENDE DEL SETTORE MUTUALISTICO

Nel balletto dei tagli per recuperare risorse tornano in pista le cooperative.
Al vertice di Arcore si è riaffacciata la proposta di introdurre nella manovra bis la riduzione delle agevolazioni fiscali alle cooperative.
Non è ancora ben chiara nè definita l`entità  della riduzione, nè ne sa ancora nulla Luigi Marino, il presidente dell`Alleanza delle cooperative italiane, l`associazione che da gennaio di quest`anno coordina a livello nazionale Legacoop, Agci (Associazione nazionale cooperative italiane) e Confcooperative, che conta 43mila imprese associate e oltreunmilione di occupati, per un fatturato globale di 127 miliardi di euro.
In Italia le cooperative sono circa 80mila e danno lavoro a oltre un milione e mezzo di persone, con un tasso di occupazione del 5,5%   negli ultimi due anni, in controtendenza rispetto all`andamento generale del mercato del lavoro.
Incidono sul Pil per il 7,6%.
Queste 80mila cooperative vanno divise in due tipologie.
Quella a mutualità  prevalente (la maggior parte dell`attività  è rivolta ai soci) che godono dell`esenzione dall`imposta sul reddito d`impresa (Ires) sul 70% degli utili.
Quella a mutualità  non prevalente (l`attività  è prevalentemente rivolta ai non soci), per cui lo sgravio si applica sul 30% degli utili.
Fino al 2001 gli utili non erano soggetti a imposte.
Gli utili delle coop vengono accantonati” a riserva indivisibile”, sono in pratica intoccabili, se non per essere utilizzati in attività  della coop.
Sono indispensabili per la sua patrimonializzazione.
Se la società  si dovesse sciogliere gli utili finirebbero nel fondo mutualistico del ministero dello Sviluppo economico.
Se le agevolazioni fiscali venissero completamente cancellate, non solo ridotte, il vantaggio per l`Erario sarebbe nell`ordine degli 80 milioni di euro (secondo le stime di Legacoop) ma “la cooperativa è tale proprio perchè dispone di questo strumento delle agevolazioni» fanno sapere dall`Alleanza delle cooperative italiane, «se si toglie loro il “favor” le cooperative muoiono.
“Più che di agevolazione sarebbe più giusto parlare di norma compensatoria, a fronte di vincoli stringenti che vengono imposti all`organizzazione. E un modello che funziona. È spesso criticato e invidiato ma quando abbiamo proposto di estenderlo ad altri modelli di impresa nessun associato di Confindustria ha voluto farlo. Se venissero cancellate le agevolazioni il risparmio sarebbe di poche decine di milioni di euro. Che senso avrebbe?».

Agnese Ananasso
(da “La Repubblica“)

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AL MEETING DI RIMINI CL BENEDICE CON NAPOLITANO LA SVOLTA TRASVERSALE PER IL DOPO BERLUSCONI

Agosto 21st, 2011 Riccardo Fucile

INIZIA OGGI A RIMINI   IL TRADIZIONALE MEETING DI COMUNIONE E LIBERAZIONE…. ACCOPPIATA LUPI E LETTA PER PRESENTARE NAPOLITANO… LIQUIDATA LA LEGA IN LOMBARDIA, ORA FORMIGONI STUDIA DA FUTURO PREMIER… GLI INTRECCI TRA COMPAGNIA DELLE OPERE E COOP ROSSE

L’anno scorso il copione fu il solito: parata di politici, imprenditori e manager a caccia di un titolo di giornale con qualche frase storica e soprattutto del caldo applauso dei giovani di Comunione e Liberazione.
Il presidente delle Assicurazioni Generali Cesare Geronzi si lasciò trasportare dall’ottimismo: “L’impegno del governo è valso a evitare impatti straordinari della crisi finanziaria globale”. Parole al vento.
L’impegno del governo Berlusconi non è riuscito neppure a salvarlo dalla
defenestrazione dalle Generali.
Il numero uno della Fiat, Sergio Marchionne, si mostrò ancora più fiducioso, dichiarando chiusa la fase “della lotta fra capitale e lavoro e fra padroni e operai”.
In dodici mesi è cambiato tutto.
Oggi pomeriggio il Meeting di Rimini sarà  inaugurato con una certa solennità  dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il cui discorso sui giovani e l’Europa è preannunciato come importante e “denso”.
Accanto a lui prenderanno la parola un esponente del Pdl di provenienza ciellina, Maurizio Lupi, e uno del Pd, Enrico Letta.
Una perfetta trinità : i vertici di Cl chiedono la benedizione del loro appuntamento annuale al presidente ex comunista che Silvio Berlusconi ha da tempo individuato come il più insidioso contraltare al suo potere declinante; e gli affiancano due politici, sì cattolicissimi, ma simmetricamente provenienti da maggioranza e opposizione.
La simbologia inaugurale si riverbera su tutto il programma fino a sabato 27 agosto.
La parola d’ordine è trasversalità . Si dialoga con tutti.
Non ci sarà  Berlusconi, in passato protagonista di toccanti incontri con i giovani di Cl, ma anche lo storico leader del movimento, il presidente della regione Lombardia Roberto Formigoni, che scalda i motori per il dopo B., si farà  vedere solo come moderatore di un dibattito marginale.
I ciellini si sentono sempre più forti.
Puntano al milione di presenze tra gli stand di Rimini, dove mettono in campo un esercito di quattromila volontari.
Se fossero un partito sarebbero il più forte “partito di massa” italiano.
Una ragione di più per muoversi in modo assai felpato. Guai a dare l’idea di essere il comitatone elettorale del Formigoni che verrà , dunque.
E per carità , nessun nemico.
Con l’arcivescovo “amico” Angelo Scola hanno appena espugnato la diocesi di Milano dopo decenni di ininterrotto potere del cattolicesimo democratico “montiniano” (da Giovanni Battista Montini, poi Paolo VI, agli ultimi epigoni Carlo Maria Martini e Dionigi Tettamanzi).
E, a sorpresa, quest’anno hanno invitato proprio Tettamanzi.
Perchè Comunione e Liberazione è anche una ramificata rete di potere che si muove nel sistema delle aziende.
La Compagnia delle Opere celebra quest’anno il suo venticinquesimo anniversario con 34 mila imprese associate.
La crisi economica fa male a tutti, e a queste imprese qualcuno deve pur pensare.
Regolati i conti con la Lega Nord, a cui i ciellini proprio in Lombardia da tempo non fanno più vedere la palla, c’è la novità  di Giuliano Pisapia al comune di Milano, dove si è dolorosamente (per Cl) chiuso un ventennio di giunte di centro-destra influenzate dagli allievi di don Giussani.
Nessun nemico, dunque.
Trasversalismo prima di tutto, passando per la sordina alla politica e per l’esaltazione della “società  civile”, che è poi il campo di gioco preferito di Cl.
à‰ su quel terreno che la Compagnia delle Opere coltiva da tempo la trasversalità  con le coop rosse.
A Rimini il numero uno della Lega Coop Giuliano Poletti e il presidente Pd della provincia di Roma Nicola Zingaretti intratterranno i giovani ciellini sull’imperdibile tema “Il lavoro come bene comune”.
Il convegno è organizzato con la collaborazione di Obiettivo Lavoro, società  di lavoro interinale molto nota, anche se non tutti sanno che è nata dall’alleanza tra Compagnia delle Opere e Coop rosse.
Una parentela incarnata dalla figura di Massimo Ferlini, esponente del Pci coinvolto e assolto nell’inchiesta Mani pulite, oggi vice presidente della stessa Compagnia delle Opere.
Del resto non è un caso che l’incontro inaugurale con Napolitano sia organizzato con la collaborazione dell’Intergruppo parlamentare per la Sussidiarietà , parola totem per il pensiero sociale cattolico attorno alla quale Cl raduna un plotone di politici di ogni schieramento.
La trasversalità  non guarda solo a sinistra.
In un programma meno generoso del solito con i politici non mancherà  la ribalta del sabato mattina per il ministro dell’Economia Giulio Tremonti, beniamino dei giovani ciellini, nè quella per il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi.
Il mondo di Cl guarda con moderata fiducia, ma acuta curiosità , al vagheggiare dei due attorno a un nuovo soggetto cattolico-moderato per il dopo Berlusconi.
In fin dei conti l’idea di Cl resta quella di sempre: la religione e la sussidiarietà  stanno meglio se a difenderle c’è la spada della politica.

Giorgio Meletti
(da” Il Fatto Quotidiano“)

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INCHIESTA SU PENATI: LA PISTA DELLA PROCURA PORTA ALLE COOP ROSSE

Luglio 28th, 2011 Riccardo Fucile

VERSATI 2,4 MILIONI DI EURO PER CONSULENZE FITTIZIE…PER I PM ERA UNA FORMA DI FINANZIAMENTO AI DS

Il “sisitema Sesto” è un po’ come il vaso di Pandora: ovunque ti giri, spuntano tangenti.
Non tutte chiare, non tutte destinate all’ex sindaco di Sesto San Giovanni Filippo Penati e soprattutto non tutte servite per finanziare le attività  politiche dei Ds tra la provincia e Milano.
L’ultima traccia scoperta dagli inquirenti porta infatti ben oltre i confini della Lombardia anche se si dissolve tra i Lidi di Ravenna e le campagne di Modena.
E’ qui infatti che, inspiegabilmente, finiscono 2 milioni e 400 mila euro versati dall’imprenditore edile ed esponente del centrodestra Giuseppe Pasini a due società  indicate dalle cooperative rosse di Bologna: la Fingest di Modena e la Aesse di Ravenna.
Secondo il materiale raccolto dagli inquirenti monzesi, i pm Walter Mapelli e Franca Macchia, il passaggio di denaro, avvenuto nel 2002 in almeno 4 tranches da 619 mila euro ciascuna, non ha infatti una spiegazione plausibile, visto che le fatture emesse a fronte dei pagamenti di Pasini parlano di contratti per lavori inesistenti.
Generiche consulenze per l’estero che poco sarebbero servite in quel periodo a Pasini, in lotta per ottenere dal comune di Sesto San Giovanni una deroga al Prg che gli consentisse di avere un aumento volumetrico sulle costruzioni da realizzare nell’area ex Falk.
Secondo le accuse, ad indicare a Pasini le due società , i cui titolari, Francesco Aniello (avvocato siciliano) e Giampaolo Salami (professionista ravennate) erano legati al Consorzio Cooperative Costruzioni, sarebbe stato Omer Degli Espositi, il 63enne vicepresidente della Ccc ora indagato (insieme ai due consulenti) per concorso in concussione, corruzione e finanziamento illecito ai partiti.
Pasini ai pm avrebbe spiegato che dopo aver acquistato l’area Falk per 380 miliardi di lire arrivò a un accordo con Penati per non subire intralci burocratici che prevedeva il versamento di una tangente complessiva di 20 miliardi di lire, in pratica il 5 per cento sul valore dell’area.
Una cifra che l’imprenditore, ora consigliere comunale del centrodestra, si sarebbe impegnato a versare in diverse modalità : 4 miliardi di lire subito (si parla del 2002) aprendo un conto in Lussemburgo che servì in gran parte per rifondere una parte dei finanziamenti a Penati ricevuti dall’imprenditore dei trasporti e Grande Accusatore, Piero Di Caterina.
In pratica con quei soldi, Pasini consentì all’allora sindaco di Sesto di iniziare a far fronte ai suoi debiti con Di Caterina, tenendo per sè, o meglio per le spese della sua struttura politica, “solo” 500 milioni di lire, che vennero prelevati in Svizzera dal suo braccio destro Giordano Vimercati.
Esistono le contabili bancarie e i numeri di conto corrente forniti dagli stessi imprenditori che non lasciano spazio a molti dubbi.
Un’altra parte dell’accordo tra Pasini e Penati, almeno secondo l’imprenditore, avrebbe previsto invece l’intervento della Ccc di Bologna per l’appalto di alcuni lavori nell’area.
Infine, il versamento di quei famosi 2 milioni e 400 mila euro alle due piccole società  di consulenza di Modena e Ravenna.
Che fine hanno fatto quei soldi? A chi erano destinati veramente?
Il sospetto degli investigatori, anche in questo caso, è che si sia trattato di un pagamento per i vertici nazionali del partito di Penati dell’epoca, ovvero i Ds.
Ieri intanto i magistrati di Monza hanno interrogato un altro indagato, Antonio Princiotta, segretario generale prima del comune di Sesto e poi della Provincia sempre con Penati.
Accompagnato dal suo legale, l’avvocato Luca Giuliante (lo stesso di Lele Mora, nonchè tesoriere del Pdl lombardo), Princiotta è stato ascoltato per un paio d’ore. Secondo Di Caterina, il burocrate vicino a Penati avrebbe ricevuto la promessa e il versamento di 100 mila euro (in tranche da 2000 euro ciascuna, l’ultima nel 2008) per stendere la delibera della Provincia, firmata da Penati il 9 gennaio del 2009, che risolvesse il contenzioso dell’imprenditore con l’Atm di Elio Catania, obbligando l’azienda dei trasporti milanesi a versare alla Caronte 12 milioni di euro dovuti dagli introiti dei biglietti.
Crediti tutt’ora vantati da Di Caterina, visto che l’esecutività  della delibera è stata poi bloccata dalla nuova giunta di Podestà .
Princiotta ha negato le accuse, sostenendo in pratica che Di Caterina sarebbe impazzito.
Ma come si sa, talvolta la verità  è patrimonio dei folli.
E qui il manicomio è appena cominciato.

Paolo Colonnello
(da “La Stampa“)

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CRONACHE GENOVESI

Giugno 14th, 2008 Riccardo Fucile

STAGLIENO: RIDATECI IL MERCATO RIONALE E RISTRUTTURATE QUELLO COMUNALE…MA IL COMUNE PENSA A FAVORIRE LA COOP

No al mercato multietnico in piazzale Parenzo. Sì alla ristrutturazione del mercato comunale. Anche se la comunicazione, avvenuta a mezzo di un manifestino attaccato fuori dalla fatiscente struttura, sembra più uno scherzo del primo aprile che un documento ufficiale.
Dopo le dichiarazioni del Comune di dare il martedì la piazza di Staglieno agli ambulanti sorteggiati, ultimi in graduatoria, i cittadini del quartiere della Valbisagno temono che lo spazio diventi una mix tra un suk, una fiera andina e un mercato di Pechino.
“Dopo lo scippo dei banchetti — racconta Domenico Morabito (An), vicepresidente del IV Municipio — spostati da piazzale Parenzo a piazza Romagnosi, sia i commercianti dei negozi che quelli dei banchi all’interno dell’edificio comunale, hanno risentito di un enorme abbassamento nei guadagni giornalieri”.
”Proprio grazie alle condizioni poco igieniche del nostro mercato comunale — raccontano nell’unico banco di frutta e verdura rimasto aperto — molti cittadini non vengono più a comprare e tanti banchi hanno dovuto chiudere. Continua »

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IL PRIMO MAGGIO ORA SI FATICA E SI PRODUCE

Aprile 30th, 2008 Riccardo Fucile

LA COOP SEI TU…CHI PUO’ FARTI LAVORARE DI PIU’?

L’anno scorso era toccato ai dipendenti dei supermercati di Susa e Chiasso. Quest’anno tocca all’Ipercoop di Cuorgnè, in provincia di Torino, stare aperta anche il primo maggio, festa dei lavoratori. L’ira dei sindacati non è stata sufficiente a cambiare la decisione dei vertici “capitalisti” dell’azienda “solidale”, neanche i richiami alla storia di una conquista sindacale storica, la riduzione dell’orario di lavoro a otto ore.
“Per fronteggiare la concorrenza”, l’ipermercato resterà  aperto, anche approfittando del fatto che il 70% del personale ha un contratto part-time ( ma non era la destra a sfruttare il precariato? ). Nel febbraio del 2007 vi fu il primo sciopero dei dipendenti delle Coop di consumo, 300 lavoratori contro il colosso Unicoop di Firenze che ignorava le richieste della base: l’inizio di una serie di avvenimenti “sindacali” che dimostrano la perdita di una funzione sociale fondata sulla mutualità  e sulla partecipazione, affidata alle cooperative dall’art. 45 della Costituzione.
Ora le Coop rosse “si preoccupano” non dei diritti dei lavoratori, ma “della concorrenza”, proprio loro che beneficiano di un trattamento fiscale tanto agevolato che li porta a pagare solo il 9% delle imposte, oltre che di altri privilegi, come la non applicazione dell’art. 18 dello Statuto dei lavoratori. Continua »

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Attualità

Settembre 25th, 2007 Riccardo Fucile

BERNARDO CAPROTTI (ESSELUNGA) …LE COOP TRA FALCE E CARRELLO

IL POTERE ROSSO

vignetta da: www.ilgiulivo.com
E’ uscito da pochi giorni il saggio “Falce e carrello” di Bernardo Caprotti, editore Marsilio, prefazione dell’economista da www.ilgiulivo.com Geminello Alvi e già  si è scatenata la guerra per procuraselo. Una presentazione a MIlano in una sala di un grande albergo, dove i giornalisti trabordano all’esterno, una esclusiva di Panorama in prima pagina, articoli in tutte le testate nazionali. Il patron di Esselunga, 81 anni splendidamente portati, una grinta eccezionale, scatena l’inferno contro le COOP rivelando fatti documentati, verità  scomode, intrallazzi locali per dimostrare quanto il mercato sia ormai condizionato pesantemente dalle COOP rosse e gli ostacoli che vengono a subire i concorrenti che non si vogliono piegare. Definito da molti “l’ultimo imprenditore ancora operoso che ha fatto il miracolo economico in Italia”, Caprotti in effetti per molti è un mito: sempre presente nei suoi uffici, generoso, uno che lavora 13 ore al giorno, eloquio fluviale, grinta da combattente, anticomunista convinto, di fronte alla prospettiva di vendere la sua azienza (per l’età  e per i diversi interessi dei figli) e di fronte a una offerta delle COOP (appoggiata da Prodi) dirà  : “Non venderò mai alle COOP, ripeto mai” . E snocciola verità  scomode… nel 2000 Giovanna Melandri, ministro dei beni culturali, blocca la costruzione di un supermercato Esselunga a Bologna perchè scavando erano stati trovati resti etruschi che non potevano essere toccati. Dopo inutili tentavi di riprendere i lavori, per non perdere un investimento da 20 milioni, Caprotti getta la spugna. Il terreno viene acquistato da Coop Adriatica di Stefanini (oggi anche presidente Unipol) che in pochissimi giorni ottiene tutti i permessi. E…i resti archeologici? Rimossi e abbandonati in periferia… A Livorno ci è stato detto chiaro che non potevamo entrare… Continua »

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