Maggio 28th, 2021 Riccardo Fucile
ARRESTATE DUE PERSONE, SEQUESTRATI BENI PER 1,8 MILIONI DI EURO… COME MAI I LEADER SOVRANISTI NON FANNO POST PER DENUNCIARE IL FATTO? HANNO LA MANO BLOCCATA QUANDO I DELINQUENTI SONO ITALIANI
Turni massacranti che andavano dalle 7 alle 12 ore, anche sette giorni su sette, per una retribuzione oraria media che non superava i 4 euro e 50. In questo modo avevano drasticamente abbattuto il costo del lavoro e quello della sicurezza dei lavoratori, aumentando a dismisura i guadagni.
Il paradiso di imprenditori e caporali, a cui corrispondeva l’inferno per i braccianti che erano finiti nel giro di quello che, più che a un lavoro, era associabile alla schiavitù. Tutto ricostruito nelle indagini di carabinieri e Guardia di Finanza, che hanno arrestato un imprenditore e un “caporale”, responsabili di avere sfruttato per anni nei campi centinaia di lavoratori stranieri pescando da un bacino di disperazione
I braccianti scelti per sesso e nazionalità
I caporali, è emerso dalle indagini, avevano anche una sorta di catalogazione, stilata sulla base dell’esperienza di sfruttamento: le più richieste erano le donne ma, a seconda del tipo di lavoro richiesto, che fosse nel campo o in serra, sceglievano se portare con sé uomini o donne e provenienti dall’Africa o dall’Est Europa. Tutti i braccianti venivano scelti tra i più disperati, disposti a lavorare intere giornate per paghe misere, che ogni giorno aspettavano il “padroncino” sperando di venire scelti.
Per osservare i campi, e monitorare quell’esercito di lavoratori sottopagati, sono stati utilizzati anche i droni. Le tre aziende coinvolte, secondo quanto ricostruito dagli investigatori, ogni giorno sfruttavano una ventina di braccianti, e questo modus operandi andava avanti almeno dal 2017: un numero preciso di stranieri impiegato in questo modo non è possibile calcolarlo, ma si stima che si tratti di diverse centinaia di persone, probabilmente oltre un migliaio.
Braccianti sfruttati: 2 arresti e sequestri per 1,8 milioni di euro
L’operazione è scattata questa mattina, 27 maggio, in esecuzione di una ordinanza applicativa di misure cautelari personali e reali emessa dal gip di Santa Maria Capua Vetere, al termine delle indagini svolte in collaborazione tra carabinieri e Guarda di Finanza di Mondragone e coordinate dal procuratore di Santa Maria Capua Vetere Maria Antonietta Troncone. Sotto sequestro due imprese agricole, beni e denaro per complessivi 1,8 milioni di euro.
Agli arresti, con destinazione carcere, il legale rappresentante di una società di capitali, attiva nel settore ortofrutticolo; in manette anche un imprenditore agricolo di Mondragone (Caserta), per il quale sono stati disposti i domiciliari. Per altri due “caporali” è scattata la misura dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
Le accuse sono di associazione per delinquere dedita allo sfruttamento del lavoro e all’intermediazione illecita di manodopera a beneficio di aziende agricole di Mondragone, Falciano del Massico e altre località limitrofe.
(da Fanpage)
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Maggio 27th, 2021 Riccardo Fucile
CROLLA MISERAMENTE L’ALIBI DEL REGIME CRIMINALE DI MINSK CHE HA COMPIUTO UN ATTO DI PIRATERIA AEREA PER IMPRIGIONARE UN GIORNALISTA DISSIDENTE
La mail che avvisava di una presunta bomba a bordo del volo Ryanair – che per il governo
bielorusso sarebbe all’origine del dirottamentto del volo Ryanair del dissdente Roman Protasevich – in realtà è arrivata dopo il dirottamento.
Lo rende noto Proton Technologies, un’azienda tecnologica svizzera che si occupa di sicurezza.
Le autorità bielorusse sostengono di aver dato l’ordine al volo Ryanair, partito da Atene e diretto a Vilnius, di atterrare a Minsk per una minaccia di bomba a bordo. All’arrivo in Bielorussia, il giornalista dissidente Roman Protasevich e la fidanzata russa Sofia Sapega, sono stati arrestati.
I bielorussi sostengono di essere intervenuti d’urgenza dopo aver ricevuto “una mail da Hamas” che minacciava di far “saltare in aria” il velivolo se l’Europa non avesse “cessato il suo appoggio verso Israele” nella guerra contro Gaza.
Hamas ha subito smentito. L’agenzia di stampa televisiva bielorussa ha riferito che la notifica dell’allarme bomba è arrivata dalla Svizzera e che proveniva da Hamas.
Alla pronta smentita sul contenuto della minaccia, se ne è aggiunta anche un’altra sulla tempistica: la mail riguardante la presunta allerta sarebbe stata inviata 24 minuti dopo l’ordine al pilota di atterrare in Bielorussia.
L’azienda tecnologica svizzera Proton non ha commentato la notizia. Ha confermato che “non abbiamo riscontrato alcuna prova sul fatto che i bielorussi dicano la verità. Sosterremo le autorità europee nelle indagini”.
I campionati europei di ciclismo su pista, in programma a Minsk il prossimo mese, oggi sono stati annullati: “Alla luce dell’attuale situazione internazionale, il consiglio di amministrazione ha deciso di annullare i Campionati europei di pista d’élite 2021 in programma a Minsk (Bielorussia) dal 23 al 27 giugno 2021”, ha annunciato l’Unione europea del ciclismo.
(da agenzie)
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Maggio 27th, 2021 Riccardo Fucile
IL PARLAMENTARE LI QUERELA, MA IL PROBLEMA E’ UN ALTRO: IN UN PAESE NORMALE NON SI PUO’ CONSENTIRE CHE QUALCUNO DIFFONDI VOLUTAMENTE NOTIZIE FALSE ALLO SCOPO DI TURBARE L’ORDINE PUBBLICO
Ancora fake news sul ddl Zan. Gli oppositori del disegno di legge contro l’omotransfobia,
la misoginia e l’abilismo stanno sfruttando tutte le frecce nella loro faretra per portare avanti la propria propaganda.
E per farlo utilizzano due strumenti che, messi insieme, danno vita a un mix esplosivo che – però – si basa sul nulla: i social network e le bufale.
Protagonisti di questo ennesimo capitolo di questo libro nero sono tre personaggi: Silvia Pini, Umberto Morazzoni e Zain, già grandi protagonisti sui social per “trasmissioni” complottiste, anche sulla pandemia.
I pochi istanti immortalati nel video sono la sintesi di tre tra le più grandi fake news sul ddl Zan:
“Un adulto di 60 anni potrà avere rapporti con un neonato”.
“Questa è gente che violenta anche i neonati”.
“Se a te piace un bambino di 3 mesi non sei perseguibile”.
Ovviamente nulla di questo è vero e basta leggere il testo (i tre personaggi in questione fanno finta di leggerlo, mistificando le interpretazioni) dando vita a queste fake news che si uniscono a tutte le altre bufale messe in giro nel corso degli ultimi mesi.
“Queste sono solo tre frasi agghiaccianti riferite al ddl Zan dette da questi tre signori in una diretta Facebook durata quasi due ore e vista da oltre 75mila persone – ha scritto su Facebook il deputato del Pd, primo firmatario del disegno di legge in attesa di approvazione al Senato dopo il parere positivo della Camera -. È sconcertante il livello di gravità di fake news che stanno circolando sulla legge contro i crimini d’odio, menzogne che stanno degenerando nell’attacco personale verso chi lotta per questo traguardo di civiltà. È ora di porre fine a questo delirio. Cara Silvia Pini, caro Umberto Morazzoni, caro Zainz: sarà un piacere trascinarvi in tribunale”.
(da NextQuotidiano)
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Maggio 26th, 2021 Riccardo Fucile
LA LOGICA SOVRANISTA DEL “LASCIAMOLI LAVORARE, APPALTI LIBERI” PRODUCE MORTI INNOCENTI E MILIONI NELLE TASCHE DEI “PRENDITORI”
La rapidità con cui la procura di Verbania ha disposto i tre fermi fa pensare che in questo caso ci sia la ‘pistola fumante’.
E se le prime ammissioni saranno confermate significa che la tragedia della funivia è stata provocata dalla irresponsabile scelta di tenere aperto un impianto che doveva essere chiuso e messo in sicurezza.
Ma prima della vita veniva la voglia di profitto. Un alibi perfetto che in questo caso come in altri viene giustificato con il bisogno di lavorare e tant’è altri frasi fatte come il non si può morire di fame, i dipendenti che dovrebbero andare a casa…
Da qui – a quanto emerge – la scelta irresponsabile di manomettere l’impianto per impedire che i guasti facessero fermare le cabine. “Andiamo avanti, mica possiamo chiudere adesso che la stagione è appena cominciata…”.
Un tragico parallelo con la cultura del profitto e della faciloneria che ha provocato la strage del ponte Morandi.
Controlli pochi e fatti male, investimenti minimi, la consapevolezza del rischio e la decisione di chiudere non uno ma due occhi facendo finta di ignorare che prima o poi sarebbe accaduto l’inevitabile crollo.
Il tutto mentre in questo paese ogni anno ci sono centinaia tra morti e feriti sul lavoro, molti dei quali causati dal fatti che operai o addetti lavoravano o erano costretti a lavorare senza rispettare le norme di sicurezza o svolgendo mansioni che non avrebbero dovuto svolgere.
La cultura dell’irresponsabilità e del profitto non è così minoritaria nella nostra classe imprenditoriale. I furbi sono tanti, i controlli pochi.
E di fronte a questo scenario le ipotesi che vorrebbero una ulteriore ‘deregulation’, minori controlli nel nome della produttività e della fretta rischiano di diventare di fatto criminali.
Il partito del no ai controlli, del ‘fidiamoci’ e lasciamo lavorare, della flessibilità dietro la quale si nasconde lo sfruttamento deve essere sconfitto.
Altrimenti l’altro ieri ponte Morandi, ieri i morti sul lavoro che vengono raccontati in poche righe sui giornali, oggi la funivia.
E domani?
(da Globalist)
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Maggio 26th, 2021 Riccardo Fucile
“LA VITA UMANA NON HA PREZZO: IL FRENO BLOCCATO PER NON PERDERE TURISTI? SONO SENZA PAROLE, DOVRANNO PAGARE”
“Il freno bloccato per non perdere turisti, se mio figlio è morto per questo
dovranno pagare”. A parlare sulle pagine di Repubblica è la madre di Alessandro Merlo, 29enne tra le vittime della tragedia della funivia del Mottarone insieme alla sua fidanzata Silvia, di 26 anni.
Lo sfogo della donna prosegue:
“La vita delle persone non ha prezzo, quella di mio figlio e di Silvia, ma anche la nostra che ora dobbiamo fare i conti con questa mancanza”
La madre di Alessandro continua parlando della dinamica che ha portato all’incidente:
“Hanno detto qualcosa del freno e della forchetta, io non capisco niente di queste cose tecniche, ma da quello che leggo sembra che i gestori della funivia abbiano fatto una consapevole, dettata da ragioni economiche. Bloccare i freni per non perdere la giornata di turisti, io sono senza parole, è assurdo che si sia fatta comunque andare la funivia pur sapendo che c’erano dei problemi, e questo sulla pelle della gente”.
(da agenzie)
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Maggio 26th, 2021 Riccardo Fucile
PER NON PERDERE TURISTI E SOLDI NON HANNO FERMATO L’IMPIANTO: PERFETTA LOGICA ULTRA-LIBERISTA, QUELLA CHE PIACE TANTO AI SOVRANISTI
La morsa che teneva aperti i freni, il cosiddetto “forchettone” non era stato
dimenticato inserito ma aveva una precisa funzione, quella di aggirare un’anomalia ai freni che durava da un mese e mezzo.
Una scelta criminale, fatta anche al prezzo della vita di 14 persone, poiché quel pezzo di ferro rosso, che serve per tenere aperte le morse del freno d’emergenza, è con tutta probabilità la principale causa dello schianto della cabina della funivia che collega Stresa al Mottarone.
Le tre persone arrestate nella notte per il disastro alla funivia del Mottarone hanno ammesso le responsabilità loro contestate, come ha spiegato il comandante provinciale dei Carabinieri di Verbania, tenente colonnello Alberto Cicognani.
“Il freno non e’ stato attivato volontariamente? Si’, si’, lo hanno ammesso”. “C’erano malfunzionamenti nella funivia, – ha spiegato l’ufficiale – è stata chiamata la manutenzione, che non ha risolto il problema, o lo ha risolto solo in parte. Per evitare ulteriori interruzioni del servizio, hanno scelto di lasciare la ‘forchetta’, che impedisce al freno d’emergenza di entrare in funzione”.
Gli interrogatori ai dipendenti della società Ferrovie del Mottarone si sono conclusi verso le quattro di notte con tre persone fermate: Luigi Nerini, titolare dell’impresa che gestisce la funivia, difeso dall’avvocato Pasquale Pantano, il direttore dell’esercizio Enrico Perocchio e il capo servizio Gabriele Tadini.
“Uno sviluppo consequenziale, molto grave e inquietante, agli accertamenti che abbiamo svolto. Nella convinzione che mai si sarebbe potuto verificare una rottura del cavo si è corso il rischio che ha purtroppo poi determinato l’esito fatale”, ha spiegato la procuratrice Olimpia Bossi, lasciando la caserma.
A loro carico ci sono “gravi indizi di colpevolezza” che hanno portato la procuratrice capo di Verbania Olimpia Bossi e la sostituta Laura Carrera a disporre il fermo: “Si è trattato di una scelta consapevole dettata da ragioni economiche. L’impianto avrebbe dovuto restare fermo”, ha detto Bossi, che ha coordinato le indagini dei carabinieri che, guidati dal comandante provinciale di Verbania Alberto Cicognani, hanno raccolto il materiare per arrivare a muovere queste contestazioni.
Cambiata anche l’ipotesi di reato: all’omicidio colposo si è aggiunto l’articolo 437 del codice penale che punisce con una condanna fino a 10 anni la rimozione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro, aggravate se da quel fatto deriva un disastro. I tre arrestati sono stati portati in carcere a Verbania. E nelle prossime ore sarà chiesta la convalida del fermo e l’applicazione di una misura cautelare.
Secondo quanto ricostruito, da circa un mese, ossia da quando la funivia era stata riaperta dopo il lockdown, la centralina rilevava delle anomalie sull’impianto frenante di una delle due cabine.
La segnalazione era stata presa in considerazione, tanto che erano stati chiesti anche degli interventi di manutenzione. Tuttavia non erano stati risolutivi e sarebbe stato necessario un lavoro più incisivo che avrebbe probabilmente tenuto fermo l’impianto proprio ora che la bella stagione era appena iniziata e il Covid stava mollando la presa. D’altra parte però era complicato continuare con quella cabina che di tanto in tanto si fermava e toccava andarla a recuperare trainandola con fatica fino alla stazione. Ecco allora che una soluzione è stata trovata non per risolvere il problema ma per aggirarlo e da alcuni giorni era stato sistemato il forchettone che escludeva i freni di emergenza.
Uno dei punti ancora da chiarire è se il divaricatore sia stato sistemato solo su uno dei due freni della cabina o su entrambi. Dalle foto scattate e dai video girati dopo il disastro sembra che sul relitto ci sia un solo forchettone sistemato, ma stamattina è in programma un sopralluogo approfondito per controllare se per caso il secondo sia saltato durante l’urto con il terreno. In ogni caso questo non spiega la rottura del cavo, che era un fattore imprevedibile.
Le indagini per lo schianto della funivia del Mottarone hanno subito un’improvvisa accelerazione durante la notte quando è entrato in caserma Luigi Nerini, il titolare della società Ferrovie del Mottarone che gestisce l’impianto, la cui proprietà pubblica viene rimpallata tra Regione Piemonte e Comune di Stresa.
Nel pomeriggio erano iniziate le convocazioni come testimoni dei dipendenti della società che gestisce l’impianto di risalita. Dopo una serie di domande incrociate tra i vari lavoratori, verso le sette e mezza di sera l’arrivo di un avvocato ha rivelato che la posizione di uno dei lavoratori si era complicata portando all’iscrizione nel registro degli indagati di un primo nome.
A notte fonda alcuni dei testimoni hanno lasciato la caserma, ma i carabinieri hanno continuato a interrogare ad oltranza fino a quando non è stata chiarita la situazione. In giornata erano stati acquisiti documenti anche in Regione ed era stata sequestrata anche la registrazione della telefonata al 118 di chi per primo ha dato l’allarme
(da agenzie)
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Maggio 24th, 2021 Riccardo Fucile
GLI STATI UNITI CHIEDONO UN’INDAGINE INTERNAZIONALE CONTRO UN ATTO DI PIRATERIA AEREA… L’EUROPA: “LIBERATE IL GIORNALISTA PROTASEVICH”
L’Unione europea blocca il pacchetto d’investimenti da 3 miliardi di euro che
dovevano finire in Bielorussia dopo il dirottamento di un volo Ryanair e l’arresto del dissidente Roman Protasevich che viaggiava a bordo.
La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, entrando al Consiglio Ue che, tra le altre cose, dovrà decidere quali provvedimenti prendere nei confronti del governo di Minsk, ha dichiarato che “serve una risposta molto forte contro questo dirottamento completamente inaccettabile. Lukashenko deve capire che questo atto non può essere senza conseguenze. Il pacchetto economico da 3 miliardi di investimenti pronto ad andare dalla Ue in Bielorussia resta congelato finché la Bielorussia non diventerà democratica”.
E si stanno discutendo sanzioni dirette contro individui ed entità economiche che finanziano il regime e contro l’aviazione.
La vicenda che ha coinvolto l’ex direttore del canale Telegram Nexta, nonché oppositore politico di Lukashenko, si allarga di ora in ora sul piano diplomatico, con la Bielorussia che si difende dagli attacchi dell’Occidente che “politicizza la situazione” e Mosca che prende le difese dell’alleato storico, aprendo una nuova frattura con Usa e Ue dopo i recenti scontri sul caso di Alexei Navalny.
Il Consiglio Ue che si riunisce stasera ha in cima all’agenda la discussione su possibili sanzioni a Minsk, mentre la Cancelliera tedesca, Angela Merkel, ha commentato: “Abbiamo assistito a un atterraggio forzato, tutte le altre spiegazioni sono del tutto inverosimili. Roman Protasevich deve essere rilasciato immediatamente, così come la sua compagna”.
La Farnesina, così come altri Paesi europei, ha convocato l’ambasciatore bielorusso. E anche il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, chiede una presa di posizione forte da parte dell’Unione: “I fatti di ieri sono di una gravità inaudita. Chiediamo l’immediato rilascio e un’indagine internazionale. La nostra risposta dev’essere forte, immediata e unitaria. L’Unione europea deve agire senza esitazioni e punire i responsabili. Stasera avete una grande responsabilità per dimostrare che l’Unione non è una tigre di carta“.
Anche il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, “appoggia le richieste di un’indagine completa, trasparente e indipendente”.
Il ceo di Ryanair Michael O’Leary ha denunciato un “sequestro di Stato” da parte di Minsk e ha aggiunto che a bordo dell’aereo ci fossero agenti del servizio di sicurezza bielorusso (Fsb).
“Sembra che l’intenzione delle autorità fosse quella di far uscire un giornalista e la persona che viaggiava con lui”, ha spiegato. “Crediamo anche che all’aeroporto siano sbarcati agenti del Fsb“, ha aggiunto.
Dagli Usa il segretario di Stato americano, Antony Blinken bolla l’azione bielorussa del dirottamento come un atto “sfrontato e scioccante” e insiste sulla necessità di una “indagine internazionale”, mentre domani gli ambasciatori della Nato discuteranno del caso.
In Europa, invece, dove il Consiglio Ue è chiamato in serata a discutere di nuove sanzioni contro Minsk, il ministero degli Esteri tedesco ha convocato l’ambasciatore bielorusso perché “le spiegazioni avute fin qui dal governo bielorusso per l’atterraggio forzato sono assurde e non credibili”.
“Il primo punto all’ordine del giorno del Consiglio europeo è la Bielorussia, quello che è successo ieri è uno scandalo internazionale, lavoriamo a sanzioni che sono sul tavolo del summit”, ha detto il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. Mentre il commissario agli Affari economici, Paolo Gentiloni, ha detto di augurarsi “una risposta forte a quello che è successo ieri”, un episodio “veramente senza precedenti, un fatto vergognoso e incredibile a cui l’Ue deve dare una risposta. Mi attendo il massimo di risposta possibile perché non si può stabilire un precedente di questo genere”.
(da agenzie)
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Maggio 24th, 2021 Riccardo Fucile
LA DURA REAZIONE DEI LEADER OCCIDENTALI: “SONO STATE VIOLATE LE REGOLE DEL TRASPORTO AEREO”
Roman Protasevich, oppositore dell’ultimo dittatore europeo Aleksandr Lukashenko, è stato arrestato ieri, 23 maggio, dopo che il volo su cui viaggiava – un Boeing 737 della low cost Ryanair – partito in mattinata da Atene con 171 passeggeri e diretto a Vilnius, in Lituania, è stato fatto atterrare a Minsk, in Bielorussia.
L’atterraggio – che i leader occidentali hanno già bollato come dirottamento – è avvenuto dopo che un caccia lo aveva affiancato.
Oltre a Protasevich, è stata fermata anche la sua fidanzata. «L’equipaggio è stato informato di una potenziale minaccia alla sicurezza a bordo dai controllori del traffico aereo bielorussi», spiega Ryanair in una nota riportata dal Corriere della Sera.
Il suo equipaggio, in realtà, avrebbe voluto proseguire sulla rotta prevista. Ma Lukashenko ha fatto alzare in volo un Mig29, un caccia, così il Boeing è stato costretto a scendere a Minsk.
«A bordo era tutto tranquillo, ma quando l’altoparlante ha annunciato che avremmo fatto scalo a Minsk il ragazzo accanto a me si è messo le mani nei capelli, agitatissimo», ha raccontato un passeggero.
Chi è Roman Protasevich
Giornalista di 26 anni, Protasevich è il fondatore di Nexta, il maggior canale informativo del Paese su Telegram: negli ultimi mesi era ricercato per la sua partecipazione alle manifestazioni dell’anno scorso seguite alla rielezione-farsa di Lukashenko. Ora rischia quindici anni di carcere.
Con lui è stata arrestata la sua ragazza, una cittadina russa di 23 anni, Sophia Sapega, che sta frequentando un master all’Università Europea di Scienze Umanistiche di Vilnius nell’ambito del programma di Diritto Internazionale e dell’Ue. «L’Università sta facendo ogni sforzo perché Sofia Sapega venga rilasciata il più presto possibile», ha detto il portavoce dell’ateneo Maxim Milta.
Com’è andata
Era stato proprio Protasevich a raccontare sui social di essere stato seguito ad Atene, dove era in vacanza. Poco prima aveva anche incontrato Svetlana Tikhanovskaya, la principale leader dell’opposizione giunta nella capitale greca per alcuni incontri politici. «All’aeroporto—ha scritto Roman — un uomo mi è stato dietro fino all’imbarco e ha tentato di fotografare il mio passaporto». Poi il volo, regolare, fino all’atterraggio a Minsk. Le autorità hanno fatto scendere i passeggeri: di questi, secondo un sito bielorusso, sei non sarebbero ripartiti per la Lituania: forse erano agenti del Kgb.
Il governo di Lukashenko ha fatto sapere che l’intervento ha «difeso l’Europa», negando di essere intervenuto per catturare un dissidente.
Le reazioni
In coro, Lituania e Grecia hanno chiesto il rilascio dei passeggeri a bordo, compreso Protasevich. Uguale la reazione del responsabile della politica estera dell’Europa Borrell. «Abbiamo bisogno di spiegazioni immediate», ha chiesto il presidente del Parlamento europeo David Sassoli.
La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen dice che «Ogni violazione delle regole del trasporto aereo avrà conseguenze». Nei prossimi giorni è probabile che la questione sarà discussa oggi nella riunione dei ministri degli Esteri della Ue. «L’apparente atterraggio forzato potrebbe essere in violazione della Convenzione di Chicago», ha commentato l’Icao, l’agenzia Onu per l’aviazione civile.
(da agenzie)
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Maggio 23rd, 2021 Riccardo Fucile
ORA IL GIORNALISTA RISCHIA LA PENA DI MORTE… L’EUROPA CHIEDE IL RILASCIO, MA CON I CRIMINALI SI AGISCE NON SI CHIACCHIERA
Roman Protasevich, un ex collaboratore di Nexta, il canale Telegram di
opposizione bielorusso, è stato arrestato all’aeroporto di Minsk, dopo un atterraggio di emergenza del volo Ryanair sul quale viaggiava.
Protasevich, 26 anni, era in viaggio da Atene a Vilnius, in Lituania, con un volo Ryanair e per dirottare il volo, l’aeronautica bielorussa ha spedito un MIG-29 (un aereo caccia) con la scusante di “una allerta bomba“.
Il tutto dopo che il presidente bielorusso Aljaksandr Lukašėnko aveva definito la sola presenza dell’uomo sull’aereo “una minaccia per l’aviazione civile internazionale”. Che rischia la pena di morte, secondo gli attivisti che si oppongono al regime bielorusso.
Protassevich da novembre è stato inserito dai servizi di sicurezza di Minsk sulla lista “di individui implicati in attività terroristiche. Nexta, anche soprattutto grazie al suo canale Telegram, ha avuto un ruolo di primo piano nella grande ondata di proteste seguite alla rielezione di Lukashenko lo scorso anno, aprendo al suo 26esimo anno di presidenza.
L’arresto del giovane oppositore ha suscitato la reazione di Svetlana Tikhanovskaja, leader dell’opposizione in esilio: “Chiediamo il rilascio immediato di Raman, indagini dell’Organizzazione internazionale dell’aviazione civile e sanzioni contro la Bielorussia”, scrive su Twitter.
Il caso è già diventato diplomatico.
L’Unione europea, per voce dei presidenti Ursula Von der Leyen, Charles Michel e David Sassoli e dall’Alto rappresentante per la politica estera Josep Borrell, chiede l’immediato rilascio di tutti i passeggeri definendo “inammissibile” il dirottamento: “TUTTI i passeggeri devono essere in grado di continuare il loro viaggio immediatamente”, ha scritto Borrell in un tweet, chiedendo implicitamente il rilascio anche di Protasevich. Il ministero degli Esteri tedesco ha chiesto “spiegazioni immediate” a Minsk, mentre la Polonia parla di “terrorismo di Stato”.
Per la von der Leyen, “è assolutamente inaccettabile costringere il volo Ryanair da Atene a Vilnius ad atterrare a Minsk. Tutti i passeggeri devono poter immediatamente continuare il loro viaggio verso Vilnius e la loro sicurezza deve essere garantita. Qualsiasi violazione delle regole del trasporto aereo internazionale deve avere conseguenze”, si legge in un tweet.
L’Ue ritiene “il governo della Bielorussia responsabile della sicurezza di tutti i passeggeri e dell’aereo”, con il presidente del Consiglio europeo Michel che ritiene “essenziale un’indagine dell’Organizzazione internazionale dell’aviazione civile sull’accaduto”. Mentre Sassoli scrive che: “Abbiamo bisogno di spiegazioni immediate”.
E da Roma il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, ha espresso “ferma condanna dell’Italia per l’atterraggio forzato di un volo commerciale ad opera delle autorità bielorusse. Chiediamo il rilascio immediato di tutti i passeggeri a bordo. Si tratta di una violazione inaccettabile delle regole internazionali di navigazione aerea”.
Il governo britannico di Boris Johnson, poi, ha minacciato “ripercussioni serie” nei confronti di Minsk: “Il Regno Unito – ha twittato il ministro degli Esteri di Londra, Dominic Raab – è allarmato per la notizia dell’arresto del giornalista (bielorusso) di NextaTv Roman Protasevich e per le circostanze che hanno condotto all’atterraggio forzato a Minsk del suo volo. Ci stiamo coordinando con i nostri alleati, quest’azione stravagante ordinata da Lukashenko avrà ripercussioni serie”.
(da agenzie)
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