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COPPIA GAY MINACCIATA COSTRETTA A LASCIARE IL PAESE: “NON CE LA FACCIAMO PIU'”

Giugno 1st, 2021 Riccardo Fucile

INSIEME DA OLTRE 20 ANNI, VIVONO NEL PAVESE… NON SOLO INSULTI E MINACCE, ANCHE PALLINE SPARATE CON PISTOLA AD ARIA COMPRESSA CONTRO LE FINESTRE… E’ L’ITALIA DELLA FECCIA OMOFOBA

“Io sono stato operato di cuore a San Donato Milanese. È stata un’operazione molto brutta e così non mi lasciano star tranquillo. Non possiamo continuare a vivere così”: a raccontarlo a Fanpage.it è Fermo che insieme al compagno Luca sono stati vittime di diversi atti intimidatori. Venerdì scorso alcune persone hanno infatti lanciato uova marce e palline d’acciaio contro la loro abitazione di Mornico Losana, in provincia di Pavia, perché “contrari alla loro relazione”.
A Fanpage.it hanno raccontato che, quanto successo, è solo una delle minacce e delle vessazioni subite negli ultimi anni.
La coppia: La prossima volta potrebbero spararci pallottole vere
“Ci sono stati altri episodi – racconta ancora Fermo -. Una volta Luca stava tagliando la siepe, è passata una macchina e ci ha urlato fr***”. E proprio per questo motivo, la coppia sta valutando di trasferirsi in città: “Almeno là non succedono queste cose da paese”. Non solo insulti, ma anche vere e proprie minacce. È Luca a raccontare di quando una volta, appena uscito dal garage, alcune persone lo hanno aggredito verbalmente dicendo: “Dai che ammazziamo quel fr***. Dai che lo pestiamo”. E non è la prima volta che vengono lanciate uova marce contro la loro abitazione.
In particolare quella sera, Fermo era sopra in camera a leggere un libro: “Erano le 11.25 e ho sentito dei colpi sul muro fuori. E ho pensato magari si è alzato il vento. Ho aperto la finestra, ho guardato fuori e ho visto una macchina che ha girato nella piazzetta lì davanti e ha fatto retromarcia. Siamo scesi giù e abbiamo trovato il muro pieno di uova e poi c’erano anche le imposte della finestra con un buco perché avevano sparato dei pallini con le pistole a gas. Abbiamo chiamato i carabinieri, sono venuti su e il giorno dopo abbiamo fatto denuncia contro ignoti”. Luca e Fermo, che stanno insieme dal febbraio del 1998, sono stanchi di questa situazione: “Non mi arrabbio più – racconta Luca – . Spero solo che ci lascino in pace finché vendiamo la casa. La prossima volta potrebbero sparaci delle pallottole vere”.
(da Fanpage)

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ENNESIMA AGGRESSIONE OMOFOBA: A PALERMO COPPIA GAY COLPITA DA UNA BABY GANG

Maggio 30th, 2021 Riccardo Fucile

ACCERCHIATI, INSULTATI E AGGREDITI IN PIENO CENTRO: UNO E’ FINITO ALL’OSPEDALE… MA PER QUALCUNO IL DDL ZAN NON SAREBBE UNA PRIORITA’

Camminavano mano nella mano per le vie di Palermo. Erano alla ricerca di un hotel dove pernottare. Loro: due ragazzi che si amano, torinesi, che ieri sera erano in via dell’Università. E passeggiavano.
Quando però a un certo punto sono stati letteralmente accerchiati, insultati, e aggrediti da una baby gang. Un gruppo di ragazzi molto giovani (probabilmente minorenni) e molto omofobi, tanto che in pieno centro li hanno colpiti, ferendoli. E poi – quasi scontato dirlo – son fuggiti.
Ora la polizia ha raccolto i filmati di videosorveglianza delle telecamere della zona e ora sta lavorando per capire chi siano questi ragazzi, dandogli un volto e un nome, per denunciarli. Anche perché uno dei due aggrediti è stato portato al pronto soccorso, dove è stato curato per aver riportato una ferita.
Si tratta solo dell’ennesima aggressione nei confronti di una coppia omosessuale. Ricordate quella a Christopher Jeanne Pierre Moreno, che a Roma (stazione ferroviaria Valle Aurelia), è stato pestato insieme al compagno, perché colpevoli di baciarsi pubblicamente? E quella poi alla coppia di Torino, era il 9 maggio: Silvia, ragazza transgender era con il suo compagno. Anche loro passeggiavano mano nella mano, anzi a braccetto. Quando a un certo punto un uomo si è avvicinato e gli ha urlato: “fr*ci di merda! Io vi ammazzo!”. E ancora: “Non mi devi neanche guardare perché ti ammazzo! Devi stare muto…” Parlandomi al maschile, nonostante io fossi truccata, vestita al femminile e con il reggiseno”.
E potremmo continuare così, con molti altri esempi (purtroppo). Ecco quindi le risposte a chi dice che il ddl Zan non serva e che in questo momento ci siano altre priorità. Basta leggere le storie di queste ragazze e ragazzi. Insultati, aggrediti, colpiti. Perché passeggiano mano nella mano.
A chi può dar fastidio che una coppia passeggi mano nella mano o si baci all’aria aperta?
(da NextQuotidiano)

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OMOTRANSFOBIA, ALESSANDRO ZAN: “TRA LE 170 AUDIZIONI CHIESTE DALLA LEGA ANCHE IL FIGLIO DEL LEADER DI FORZA NUOVA, MANCA SOLO IL MAGO OTELMA”

Maggio 27th, 2021 Riccardo Fucile

“UNA SFILATA DI ESTREMISTI”… LA LEGA, CASO STRANO, ATTACCA ANCHE LA LEGGE MANCINO CHE PREVEDE PENE CONTRO I RAZZISTI

“Dispiace che ancora una volta, con il loro comportamento, partiti come la Lega e Fratelli d’Italia siano complici dell’omotransfobia, della misoginia, e dell’abilismo che in questo Paese sono una vera e propria emergenza. Dispiace perché questa è una legge che non deve avere una bandiera ideologica perché contrasta le discriminazioni e le violenze e dunque tutela, sostiene e protegge le persone più vulnerabili”.
Lo ribadisce ai microfoni di Radio Radicale il deputato del Pd, Alessandro Zan, a proposito delle 170 audizioni stabilite dal presidente della Commissione Giustizia del Senato, il leghista Andrea Ostellari, al fine di approfondire i due ddl sull’omofobia, incardinati in Commissione: il ddl Zan e quello del centrodestra, a firma Ronzulli.
Zan fa un breve riepilogo dell’iter travagliato suo ddl al Senato: “È passato molto tempo da quando abbiamo approvato alla Camera, con larga maggioranza, questa legge. Era il 4 novembre 2020. Poi il 5 novembre è andata al Senato e lì si è fermata. Ma si sarebbe fermata comunque perché il presidente della Commissione Giustizia, il leghista Andrea Ostellari, ha dimostrato di non essere super partes ma al servizio di Salvini. Questo è molto triste. Prima ha cercato di tenere la bozza in cassetto, poi la maggioranza della Commissione, che vuole la legge, ha votato la calendarizzazione – continua – ma da lì ci si aspettava un atteggiamento di responsabilità da parte del presidente della Commissione Giustizia, che peraltro si è pure nominato auto-relatore. Ieri abbiamo saputo che ha fissato 170 audizioni. Questo numero enorme di audizioni non è stato presentato nemmeno per cambiare la Costituzione. Centosettanta audizioni per una legge di iniziativa parlamentare sono una enormità, perché, fissando un’audizione alla settimana, si va avanti per mesi se non anni. Dunque, è evidente che la Lega e Fratelli d’Italia non vogliano questa legge e che queste 170 audizioni servano solo per allungare il bordo“.
E sugli auditori scelti dalla Lega, osserva: “Ricordo che in Commissione Giustizia alla Camera abbiamo presentato tante audizioni. Potevano utilizzare quelle. E invece convocheranno tante persone che vanno da Platinette agli integralisti cattolici fino al figlio del leader di Forza Nuova. C’è anche un perito agrario. Manca solo il mago Otelma, che peraltro è una persona molto simpatica e forse sosterrebbe questa legge. Fedez? Non l’hanno ovviamente chiamato, perché non è interesse della Lega ascoltarlo – spiega – Vogliono chiamare tutti gli estremisti che sono contro la legge. Ma il Paese non è fatto di estremisti, bensì di persone di buonsenso che, nella stragrande maggioranza, come si evince dai sondaggi, vogliono questa legge. Dunque, è importante farla uscire subito dalle pastoie della Commissione Giustizia, portarla in Aula al Senato per poi capire quali saranno le forze politiche che la vogliono sostenere e quali invece la vogliono affossare”.
Zan conclude: “È un fatto di democrazia: sottrarre la discussione al Senato è una forzatura democratica. La legge è stata fatta tenendo conto di sensibilità diverse. Ora basta, le mediazioni sono state fatte, bisogna andare in Aula e votarla. Il testo alternativo presentato dalla Lega? Mi chiedo perché Salvini si sia svegliato solo adesso. Perché non l’ha presentato alla Camera quando si discuteva e si faceva una sintesi dei testi? Lo presenta solo adesso perché l’onda montata nel Paese su questa legge lo ha costretto a non dire più che non gliene frega nulla. In più, il testo che ha presentato attacca la legge Mancino, costringendoci a passi indietro rispetto all’odio razziale e religioso – chiosa – Di fronte a questo, io dico francamente: anche no. Quello di Salvini è un testo tardivo e molto pericoloso. Dunque, si parta dalla legge votata alla Camera e il Senato valuti se approvarla immediatamente. Tornare invece alla Camera significherebbe probabilmente far morire questa legge. Le senatrici e i senatori devono decidere se vogliono una legge contro i crimini d’odio dopo 6 tentativi falliti in Parlamento oppure continuiamo con un Paese che discrimina, bullizza e fa oggetto di violenza le persone con un Parlamento che sta a guardare“.
(da Il Fatto Quotidiano”)

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DELIRIO PILLON, ATTACCO SESSISTA ALL’ATENEO CHE RIDUCE LE TASSE ALLE STUDENTESSE: “LE DONNE SONO PIU’ PORTATE ALL’ACCUDIMENTO”

Maggio 26th, 2021 Riccardo Fucile

IL POST OMOFOBO: “AI MASCHI BASTERA’ AUTOPERCEPIRSI COME FEMMINE PER ISCRIVERSI CON LO SCONTO”… LA REPLICA DEL RETTORE DI BARI: “NORMA EUROPEA, AUGURO A PILLON LA CAPACITA’ DI INTERPRETARE IL MONDO”

“Le femmine? Hanno maggiore propensione per le materie legate all’accudimento”. Il commento sessita è contenuto nell’ennesimo discutibile post del senatore della Lega, Simone Pillon, da sempre in prima linea in contro la legge sull’omofobia e strenuo sostenitore delle politiche anti-abortiste e del Family Day.
Questa volte l’esponente del Carroccio attacca un’iniziativa dell’università di Bari che ha deciso di ridurre le tasse in alcuni corsi per incentivare l’iscrizione delle studentesse.
Ma, sostiene Pillon, “è naturale che i maschi siano più appassionati di discipline tecniche, tipo ingegneria mineraria, per esempio, mentre le femmine abbiano una maggiore propensione per le materie come ostetricia”, Perché? Viene da chiedersi.
Ma il leghista insiste nel suo post sessista.
“Per i cultori del gender – scrive su Facebook -ci devono essere il 50% di donne nelle miniere e il 50% di donne nella puericultura. Ma è naturale che le ragazze siano portate verso alcune professioni e i ragazzi verso altre”.
Insomma, per Pillon “imporre ai ragazzi di pagare più delle femmine per orientare la libera scelta di un percorso universitario è un modo di fare ideologico, finalizzato a manipolare le persone e la società”.
Immancabile, infine, il solito attacco alla legge contro l’omofobia, al momento all’esame delle commissioni in Senato. “La cosa divertente – ironizza l’esponente del partito di Salvini – è che proprio sulla base della stessa ideologia gender, orgogliosamente propagata dal ddl Zan, agli studenti maschi basterà autopercepirsi come femmine per i pochi minuti necessari all’atto dell’iscrizione per beneficiare dello sconto”.
La risposta del rettore dell’università di Bari
Il rettore dell’Università di Bari Stefano Bronzini risponde al leghista Pillon: “Posso dire che ovviamente la libertà d’espressione, sancita dalla Costituzione, permette a tutti di dire quello che si pensa, ma mi meraviglio che un componente del Senato non si ricordi che abbiamo soltanto fatto una cosa in linea con le normative europee e le linee date dal Ministero per le questioni di genere – spiega il rettore a Repubblica – Non credo che il consiglio d’amministrazione abbia preso provvedimenti che vadano al di fuori del nostro ambito decisionale e ritengo che sia una manovra civile. Gli auguro ogni buona fortuna, soprattutto nella capacità di lettura e interpretazione del mondo“.
(da agenzie)

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LA LEGA S’INVENTA 170 AUDIZIONI PER FERMARE IL DDL ZAN, TRA QUESTI ANCHE PLATINETTE: NORMALE PER CHI DA SECESSIONISTA SI E’ TRAVESTITO DA SOVRANISTA

Maggio 26th, 2021 Riccardo Fucile

UN SISTEMA PER PERDERE ALTRO TEMPO E IMPEDIRE CHE L’ITALIA DIVENTI UN PAESE CIVILE

Il presidente della commissione Giustizia del Senato, Andrea Ostellari della Lega annuncia che saranno “appena” 170 le audizioni che si svolgeranno sul ddl Zan. Una decisione che è nelle prerogative della presidenza. Ma che sembra proprio un modo per perdere altro tempo e non far approvare la legge.
Tra i 170 ammessi all’audizione sul disegno di legge contro l’omotransfobia ci sono giuristi, procuratori, avvocati, esponenti di chiese e di movimenti religiosi. Ma anche qualche outsider. Tra questi Mauro Coruzzi in arte Platinette. Oppure Nino Spirlì, presidente facente funzioni della Calabria.
Per il resto l’elenco è variegato. Per il mondo religioso si va da monsignor Stefano Russo, segretario generale della Cei a Riccardo di Segni dell’Unione delle comunità ebraiche in Italia, da Yassine Baradai, segretario nazionale dell’Unione delle comunità islamiche in Italia ad Alessandro Dini Ciacci, responsabile della chiesa dei mormoni.
Altri previsti nel calendario sono Rossana Dettori della segreteria nazionale della Cgil, Massimo Gandolfini del Family day, Cristina Gramolini di Arcilesbica, l’ex presidente di Arcigay nazionale Aurelio Mancuso, l’ex pm Carlo Nordio.
Per l’Unione nazionale delle donne italiane sono previste la presidente Vittoria Tola e Pina Nuzzo, poi le femministe Monica Sargentini Ricci e Marina Terragni e il filosofo Stefano Zecchi.
Su Twitter il deputato del Pd Filippo Sensi è critico: “Le 170 audizioni disposte da Ostellari sul #ddlzan non sono un approfondimento, sono una provocazione intollerabile. Non amo il muro contro muro, ma qui siamo alla presa in giro”.
Anche Alessandro Zan non si trattiene: “Le 170 audizioni fissate da Ostellari in Commissione Giustizia sono un chiaro tentativo di impedire al #Senato la discussione del #ddlZan, già approvato dalla Camera a larga maggioranza. Non è solo ostruzionismo, ma una evidente forzatura democratica da scongiurare. Ora in Aula”.
All’attacco anche Laura Boldrini: “È chiaro che si tratta di puro boicottaggio. La Lega propone 170 audizioni in Commissione sul ddl Zan solo per allungare i tempi. Una provocazione irricevibile. Ora i gruppi favorevoli si accordino per portare in aula il ddl già approvato alla Camera”.
Si fa sentire anche la M5s Alessandra Maiorino: “Le audizioni richieste sono 170, e quasi tutte di organizzazioni religiose o sedicenti tali. Questo Paese si chiama Italia, e’ un Paese laico e democratico dell’Europa occidentale. Ora basta. Andiamo in aula con l’art. 77. Il Movimento 5 Stelle è pronto”.
(da La Notizia)

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“SIETE LESBICHE, VI AMMAZZEREI”: LE DUE UNIVERSITARIE INSULTATE SUL BUS A TORINO

Maggio 18th, 2021 Riccardo Fucile

FLAVIA E CLAUDIA SI VOGLIONO BENE DA DUE ANNI, SE QUALCUNO HA UN PROBLEMA VADA DA UNO PSICHIATRA (MA DI QUELLI BRAVI)

A volte quando ci si trova davanti a qualcuno che non vuole capire la migliore l’arma è l’ironia. E la risposta di Flavia all’omofobo che ha cercato addirittura di trovare consensi tra le persone presenti mettendole in minoranza lo riduce a quello che è: una spalla
«Eravamo alla fermata di piazza Castello e un signore continuava a fissarci. Scuoteva la testa, allargava le braccia» dicono Flavia Sorbo e Giulia Gualfo, 27 anni, universitarie fuori sede, in città per studiare cinema.
Una volta salite sul tram, quell’uomo continua a borbottare. «Come si fa? Non è possibile. Due donne insieme» ripete alzando sempre di più il tono di voce. Come a cercare consensi. Ad un certo punto scandisce la frase: «Fosse per me, vi ammazzerei». Flavia lo affronta: «Mi scusi, qual è il problema?» E lui: «Io con un uomo non andrei mai». Lei risponde serafica: «Nemmeno io»
Giulia e Flavia stanno insieme da due anni. Spiegano che nessuno è intervenuto per difenderle. Una signora dopo, in disparte ha detto loro che la scena non le era piaciuta ma di non farci caso e di lasciare perdere. Come se fosse normale far finta di niente.
(da agenzie)

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TRAGICO PILLON, PROVA A FARE PUBBLICITA’ NEGATIVA A SKY (PERCHE’ TROPPO SENSIBILE AI DIRITTI CIVILI) MA OTTIENE L’EFFETTO CONTRARIO

Maggio 17th, 2021 Riccardo Fucile

IN UN POST MOSTRA LA DISDETTA DELL’ABBONAMENTO MA IN MOLTI GLI RISPONDONO: “ALLORA E’ UN BUON MOTIVO PER FARLO, LO PAGHERO’ PURE A MIO PADRE”…. “+30% DI ABBONAMENTI A SKY”

Ore 8.09, zona Milano Rogoredo. A distanza si percepiscono le lacrime di dolore dagli uffici in lutto.
Sono quelli di Sky, dopo che il senatore della Lega Simone Pillon ha annunciato ai suoi seguaci social la sua decisione di disdire l’abbonamento alla televisione satellitare dopo una lunga fedeltà durata quasi 15 anni.
Un matrimonio che si conclude con un divorzio non consensuale. La colpa: “l’indottrinamento LGBT”. Ma l’effetto del post Facebook del parlamentare del Carroccio va completamente nella direzione opposta.
La breve storia triste del lunedì arriva direttamente dalla bacheca social del senatore della Lega. La pubblicazione di quell’immagine di lui sorridente con in mano in libro e, sullo sfondo, appare una televisione appesa a una parete in cui si mostra il segnale non più raggiungibile. È il segnale dei canali Sky, dopo l’avvenuta disdetta del suo contratto.
“Dopo quasi 15 anni di abbonamento, ho definitivamente chiuso con Sky – scrive Simone Pillon sulla sua bacheca Facebook -. Mi sono stancato di pagare per sostenere di fatto l’indottrinamento LGBT in ogni film, programma, telegiornale. Non che le altre siano meglio eh… specialmente la RAI, a spese degli italiani. Nel mese che precede il gay pride poi, diventano decisamente insopportabili. Meglio un buon libro”.
Insomma, i tema è sempre lo stesso. Trito e ritrito: diritti LGBT, ddl Zan e Pride.
Ma quali sono state le reazioni a questo annuncio non richiesto? Non delle migliori per il senatore del Carroccio.
“Guardo pochissima TV e non ho Sky ma questo è un ottimo spot pro-abbonamento! Pagherò io quello di mio padre”
“Quando te ne esci con ste puttanate pure quelli col pezzotto storico rimpiangono di non essere abbonati a Sky”.
“Vai Simo, fai come me, io ho definitivamente tolto le tv da casa e me ne sto H24 su Youporn dal tablet. Tra un mese ho i campionati mondiali di braccio di ferro e ho superato tutte le qualificazioni senza andare un giorno in palestra”.
“Ha ragione, occorre tornare ai vecchi valori con maestri come Lino Banfi ed Alvaro Vitali, che incarnavano i valori tradizionali della famiglia italiana”.
“Lo sappiamo tutti che il calcio si sposta su Dazn l’anno prossimo fava, stiamo disdicendo tutti, ma noi ci facciamo foto sicuramente migliori”
“+30% vendite di abbonamenti Sky in meno di un’ora”.
A Rogoredo – sede di Sky Italia -, forse non avranno retto alla notizia della disdetta di cotanto senatore. Ma l’effetto sperato sembra essere l’opposto. Ma su una cosa non si può che essere d’accordo con Pillon: meglio leggere un bel libro che passare le giornate sui social.
Magari si eviterebbe di condividere bufale, come quella dei “libri porno” in una scuola di Fiumicino “per colpa del ddl Zan”.
(da NextQuotidiano)

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DUE SONDAGGI DICONO CHE GLI ITALIANI SONO A FAVORE DEL DDL ZAN E CHE L’ELETTORE DI CENTRODESTRA NON VIVE NEL MEDIOEVO COME I SUOI LEADER

Maggio 16th, 2021 Riccardo Fucile

70% PER ATLANTE POLITICO, 60,1% PER EUROMEDIA DELLA GHISLERI… I CONTRARI 16% E 21,7%… MELONI E SALVINI SCONFESSATI DAL LORO ELETTORATO: SUI DIRITTI CIVILI SONO DEGLI ZOMBI

Venerdì è uscito un sondaggio di Atlante politico secondo cui il 70% degli Italiani è favorevole al ddl Zan.
Il quesito era posto in maiera molto semplice: «Si discute, in questi giorni, della cosiddetta legge Zan, per il contrasto alla violenza e alle discriminazioni legate all’omofobia. In base all’idea che si è fatto, rispetto alla legge Zan lei si direbbe…»
Queste le risposte e le relative percentuali: favorevole (24%), molto favorevole (46%), contrario (12%), molto contrario (4%), non sa non risponde (14%).
In particolare la maggioranza anche degli elettori del sedicente centrodestra a trazione sovranista si sono dichiarati favorevoli, sconfessando la linea dei loro leader.
Passiamo al sondaggio analogo di di Euromedia Research della Ghisleri: il 60,1% si dice favorevole al ddl Zan, il 21,7% è contrario.
Il 52,8% ritiene inoltre che l’approvazione della legge consentirebbe di avere un Paese più democratico e attento alle discriminazioni.
A conferma che Salvini e Meloni non rappresentano il proprio elettorato, visto che la metà dei loro elettori è favorevole al DDL Zasn anche in questo caso e non credono alle palle che gli raccontano.
(da agenzie)

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“FAI SCHIFO, VI BRUCEREI NEI FORNI”: MINACCE E INSULTI OMOFOBI A UNA RAGAZZA 18ENNE A BARI

Maggio 14th, 2021 Riccardo Fucile

LA GIOVANE SPORGE DENUNCIA ALLA POLIZIA POSTALE

“Fate schifo, suicidatevi, tutti nelle camere, bruciati. Vi brucerei nei forni”.
Una serie di insulti sono stati rivolti negli ultimi giorni ad una ragazza lesbica barese di 18 anni su una chat di Instagram da un account anonimo.
Lo denuncia l’associazione Mixed lgbti di Bari, alla quale la ragazza ha raccontato la vicenda, fornendo screenshot della chat e anche registrazioni di alcune telefonate ricevuto dallo stesso falso profilo che, stando alla voce, dovrebbe appartenere ad un uomo.
In una di queste chiamate la 18enne invita la persona dall’altro lato della cornetta, che continua ad insultarla a partecipare alla manifestazione che si terrà domani anche a Bari a sostegno della legge Zan. Lui declina l’invito continuando con gli insulti: “Non so se questa malattia è trasmissibile”.
L’associazione evidenzia che l’autore degli insulti lo avrebbe fatto “unicamente per farla sentire sbagliata a causa del suo orientamento sessuale. L’omofobia ha un volto, e forse chi giudica inutile il ddl Zan non ha la più pallida idea di quale questo volto possa essere”.
“La decisione di denunciare – spiega la 18enne, che intende sporgere anche formale denuncia alla Polizia postale – deriva dalla necessità di far sentire meno soli tutti coloro che subiscono insulti omofobi. Io ho un bel rapporto con la mia famiglia, ma qualcun altro avrebbe reagito molto male a tutto questo odio: è bene che la gente sappia cosa subiamo ancora nel 2021″.
(da agenzie)

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