Destra di Popolo.net

GRASSO: “IN LAZIO E LOMBARDIA SITUAZIONI DIVERSE, CON ZINGARETTI POSSIBILE SVOLTA A SINISTRA”

Gennaio 13th, 2018 Riccardo Fucile

E NON CHIUDE AL M5S

“Nel Lazio la situazione, rispetto alla Lombardia, è diversa. Ho convocato anche per il Lazio un’assemblea dei delegati regionali che mi hanno dato un mandato per trattare con il presidente Zingaretti, che ricordo che è in carica, per portare avanti politiche di sinistra”.
Lo ha detto Pietro Grasso, presidente del Senato e leader di Liberi e Uguali, a Maria Latella a Sky TG 24, sottolineando come da Zingaretti possano arrivare “segnali di discontinuità . Si può ritenere che una svolta a sinistra possa essere il suo programma”.
Sull’ipotesi di un’intesa post elettorale con il M5S, Grasso ha ribadito di non escludere nulla. “Io ho detto soltanto che il nostro è un sistema proporzionale e valuteremo dopo le elezioni quale sarà  la situazione. Certo, M5S è così ondivago, difficile capire le sue posizioni: quando riuscirà  a dare un’esatta valutazione anche noi potremo fare le nostre”. La chiusura di Laura Boldrini ai 5 Stelle? “Nessun problema, comprendo Boldrini ma decide qualcun altro”. Ossia lei? “Certo”, ha risposto Grasso.
In Lazio e in Lombardia – ha detto il candidato premier di LeU – ci sono “due storie completamente diverse”.
“In Lombardia ci sono stati contatti per tanto tempo in cui si è potuto vedere che non c’erano i presupposti per una coalizione per Giorgio Gori e il cambiamento di un candidato (quello di centrodestra, ndr) non può far cambiare tutto. Nonostante tutto è stata convocata un’assemblea che ha confermato la mancanza di presupposti”.
“Gori – ha ricordato Grasso – ha appoggiato il referendum autonomista di Maroni, ha preso una posizione ben chiara”. “Non abbiamo nè rancore nè odio, Gori ha una visione distorta”, ha aggiunto il leader di LeU.
“Nel Lazio, invece, c’è una situazione molto diversa. Zingaretti ha una storia politica assolutamente diversa. Ha avuto l’appoggio di 202 sindaci di tutto il Lazio che rappresentano tutte le forze politiche. Ha un programma incentrato su salute, sostenibilità , sviluppo del suono, ambiente […]. Parliamo di politiche di sinistra”.
Quanto al rapporto teso con il Pd, “Non c’è fiducia nelle promesse e nelle azioni del Partito democratico” guidato da Renzi, ha detto Grasso.

(da “Huffingtonpost”)

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LA LETTERA DI GRASSO SUGLI 83.000 EURO CHE IL PD RECLAMA

Gennaio 8th, 2018 Riccardo Fucile

IL PRESIDENTE DEL SENATO SCRIVE AL TESORIERE BONIFAZI

In una lunga lettera aperta inviata a Repubblica Pietro Grasso entra nell’argomento degli 83mila euro che il Partito Democratico gli ha chiesto per “chiudere i conti” con i contributi dovuti dai parlamentari al PD e che a più riprese gli sono stati chiesti via giornali da Francesco Bonifazi, tesoriere del PD renziano.
Grasso esordisce sostenendo che la tempistica con cui è arrivata la richiesta (che faceva anche i conti al resto di MDP) è sospetta, visto che è uscita il 3 dicembre, giorno dell’adesione del presidente del Senato a Liberi e Uguali. Grasso vede nel modo di agire di Bonifazi una ritorsione a carattere propagandistico e per questo fa alcune precisazioni
A. Non ho mai ricevuto da voi alcuna comunicazione in merito alla quota economica mensile che avrei dovuto versare al Pd in ragione della mia elezione, nè le modalità  di pagamento. Eppure dal marzo del 2013 al giorno delle mie dimissioni dal gruppo del Pd in Senato sono trascorse 56 mensilità . Abbastanza occasioni per farlo, non crede
B. Dal marzo 2013 avete approvato quattro bilanci del Pd, tutti a sua firma. Neanche in quelle occasioni ha ritenuto opportuno comunicarmi alcunchè.
C. Non sembra opportuno che il presidente del Senato sostenga con soldi pubblici l’attività  di un partito, così come per prassi centenaria non è chiamato a dare col voto alcun contributo politico. Ecco perchè ero convinto che non aver ricevuto richieste di contributi dipendesse da una visione condivisa di questo modello. Sarò felice se vorrà  spiegarmi la ragione per cui ha cambiato opinione.
D. Visto che il suo disappunto per la mia presunta morosità  si è trasformato in sprezzanti dichiarazioni pubbliche, vorrei capire cosa ne pensa dei circa 250 mila euro che il Gruppo del Pd in Senato ha percepito dal marzo del 2013 al 26 ottobre del 2017 in ragione della mia iscrizione al Gruppo medesimo.
E. La mia dichiarazione dei redditi da lavoro dipendente (non da fumose consulenze) è pubblica da cinque anni, ma solo oggi diventa tema di attacco da parte sua.
F. La pensione da magistrato, di gran lunga inferiore al tetto dei 240 mila euro, dalla quale è stato prelevato per tre anni il dovuto contributo di solidarietà , previsto dalla legge, è frutto di 43 anni di lavoro svolto con impegno, senso delle istituzioni e spirito di sacrificio, condiviso con la mia famiglia. Non certo qualcosa di cui vergognarmi.
G. Inoltre, come lei sicuramente saprà , nel mio secondo giorno da presidente del Senato ho scelto di dare un segnale di sobrietà  tagliando, fatte salve le indennità  irrinunciabili, varie voci tra cui quelle previste come “rimborso spese per l’esercizio del mandato”, esattamente quella dalla quale i parlamentari prelevano la quota che versano nelle casse del Pd. Oltre ai tagli alle mie indennità  ho dimezzato il costo complessivo lordo del gabinetto del presidente e del fondo consulenza, con un risparmio annuo di circa 750.000 euro. Al termine del mio mandato avrò dunque fatto risparmiare alle casse dello Stato più di quattro milioni di euro
E quindi, conclude Pietro Grasso, per i soldi probabilmente il Partito Democratico dovrà  rivolgersi altrove:
Non ritengo pertanto sussista alcuna delle ragioni da lei addotte nella sua infamante lettera. Aggiungo una cosa. Lasci fuori da questa orrenda strumentalizzazione i dipendenti del Pd. Sono in cassa integrazione in virtù di una gestione economica e finanziaria disastrosa e di un indebitamento milionario causato, in primis, dalla fallimentare campagna referendaria: a loro, così come ai giornalisti dell’Unità , di Europa e alle loro famiglie, va tutta la mia solidarietà .
E visto che siamo al rinvangare, qualcuno per caso sa che fine ha fatto l’indagine promessa da Bonifazi sui profili fiscali e penali di Beppe Grillo?

(da “NextQuotidiano“)

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GRASSO: “UN GOVERNO CON PD E M5S? DIPENDERA’ DAI PROGRAMMI”

Gennaio 5th, 2018 Riccardo Fucile

“QUANDO LE DIFFICOLTA’ APPAIONO INSORMONTABILI, CON PAZIENZA E ASCOLTANDO GLI ALTRI, LE COSE SI POSSONO METTERE A POSTO”

Può sorprendere, in Pietro Grasso, la spensierata rilassatezza con la quale sta affrontando da qualche giorno un lavoro nuovissimo, quello di leader di una lista fresca e composita, ma è la stessa “incoscienza” che lo accompagnò cinque anni fa quando assunse la presidenza del Senato, senza mai essere entrato prima in un’aula parlamentare.
Serenità  che è anche un “programma politico”? O dimostra un’alta considerazione di sè? Lui, in una mansarda di un palazzo ottocentesco della Fondazione Olivetti, appena ristrutturata, sorride: «Per me l’esperienza di giudice a latere del maxiprocesso è stato qualcosa che mi ha cambiato la vita e la visione delle cose. Un processo che contava 475 imputati, 438 capi di imputazione, 120 omicidi, con le motivazioni da scrivere mentre la tua famiglia è sotto minaccia. Ho imparato che quando le difficoltà  appaiono insormontabili, alla fine, con pazienza, con metodo, con analisi, studiando le soluzioni, ascoltando le “parti” e con l’aiuto di un po’ di fortuna, beh, le cose possono andare per il verso giusto. Certo, si possono fare errori – chi non ne fa? – ma quella è stata la grande lezione di vita che mi ha dato la serenità  per affrontare le cose più difficili. Non so se si vede, ma è così».
Nella imminente convention programmatica di Liberi e uguali per lei basterà  riproporre le ricette della sinistra-sinistra, più investimenti, più lavoro, spese spesso a pie’ di lista? Oppure sente il dovere di una proposta di sinistra di governo, nel segno dell’etica della responsabilità ?
«Non condivido questa diversità  tra sinistra-sinistra e sinistra di governo. L’etica della responsabilità ? È un dovere dire sempre la verità  ai cittadini. Noi non proporremo soluzioni irrealizzabili, ma alcune esigenze sociali sono irrinunciabili, anche perchè le ricette neo-liberiste si sono dimostrate inefficaci. Per questo Paese serve un Piano di sostenibilità  ambientale, la messa in sicurezza del territorio, a partire dalle scuole e un piano per il Welfare che ripensi a quanto è cambiata la vita di donne e uomini. Quindi non bonus bebè, ma un piano straordinario di asili e orari flessibili per i genitori. Riforme strutturali, non una tantum elettorali. Dare diritti a milioni di giovani nella morsa della precarietà . E proponiamo di fare come in Islanda, dove è stato deciso per legge l’obbligo della perfetta parità  retributiva tra uomini e donne».
Non si è ancora capito: la vostra Lista evocherà  più Corbyn o più il Pd pre-Renzi?
«Le esperienze altrui sono utili per migliorarle, per non ripeterne gli errori. In questi anni la gestione della crisi ha prodotto più ricchezza per pochi, aumentando le diseguaglianze, rendendo le decisioni pubbliche meno democratiche. Quel che apprezzo in Corbyn è l’idea che non siano i giovani contro i vecchi e neppure il nuovo contro il passato, noi siamo per politiche che guardino a molti non a pochi».
Per il dopo-voto lei se la sente di escludere a priori una vostra alleanza di governo con Cinque stelle e con un Pd de-renzizzato?
«Nelle alchimie di questi giorni ci sono troppe incognite, a cominciare dagli effetti di una legge elettorale unica al mondo e il mio non è un complimento. Guardare genericamente al futuro non appartiene al mio pragmatismo e dopo il voto voglio vedere forze in campo, numeri e soprattutto i programmi. Noi saremo una forza di governo responsabile, ferma sui contenuti. Contribuire eventualmente ad un’alleanza di governo deve essere il mezzo per produrre la forte inversione di rotta che auspichiamo e non certo una scorciatoia per ricavare qualche poltrona in più. Il governo come mezzo, non come fine».
Ma intanto la vostra campagna elettorale sarà  per togliere più voti possibili a Pd e Cinque Stelle?
«Il nostro obiettivo è recuperare più voti possibili dagli elettori demotivati e non rappresentati del centrosinistra e poi cercare di riprendere quei voti di sinistra andati verso i Cinque Stelle per protesta, per indignazione, per mancanza di riferimenti elettorali progressisti. E anche, con la mia presenza, andare incontro a chi pensa che il cambiamento si ottiene attraverso le istituzioni e non aprendole, come una scatoletta di tonno!».
Il suo ex collega Ingroia è stato volutamente sgradevole, dicendo che lei non è mai stato di sinistra...
«Bene, il fatto che nessuno abbia potuto intravedere nella mia azione giudiziaria, quelle che allora erano mie idee politiche di sinistra, questo per me è un vanto! Evidentemente non sono stato influenzato, come altri, da pregiudiziali politiche o ideologiche. Per me la giustizia è un servizio, non un potere».
Lei ha fortemente voluto in squadra Rossella Muroni, già  presidente di Legambiente: sarà  al suo fianco?
«Certamente. Non è solo una candidata, darà  un profilo al programma e al progetto. Lei è la punta di diamante di una visione del Paese, di un programma sociale, ambientalistico e di un metodo che sono anche i miei».

(da “La Stampa”)

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IL TESORIERE DEL PD CONTINUA A CHIEDERE I SOLDI A GRASSO

Dicembre 29th, 2017 Riccardo Fucile

SAREBBERO LE QUOTE CHE I PARLMENTARI AVREBBERO DOVUTO VERSARE PER L’ELEZIONE

Il tesoriere del Partito Democratico Francesco Bonifazi torna a scrivere a Pietro Grasso sulla vicenda degli 83mila euro che il presidente del Senato dovrebbe al partito, frutto della somma di 1500 euro che ogni onorevole e ogni senatore deve versare ogni mese al partito come da regolamento interno. Silvio Buzzanca su Repubblica anticipa i contenuti della mail:
Compito ingrato quello del tesoriere Bonifazi che non vuole apparire «un insopportabile esattore», ma invia una mail, in possesso di Repubblica, a Grasso. Dove si legge: «È cosa spiacevole dovere insistere», ma «sono tante le ragioni che dovrebbero spingerti a onorare questo impegno: non esiste nessun motivo giuridico, politico o di opportunità  per non pagare».
Ancora Bonifazi: «Scriverti mi resta davvero difficile, ma la questione non posso nè eluderla ne rinviarla ulteriormente». E il tesoriere entra nel merito: «Mi riferisco alla quota da te dovuta al partito in ragione della tua elezione al Senato tra le file del Pd. Capisco che trattasi di somma ingente, poco più di ottantamila euro, ma non così esosa da non poter essere onorata».
Dopo avergli ricordato che è stato eletto con il PD, Bonifazi scaglia al leader di Liberi e Uguali una seconda frecciata:
«Peraltro — scrive — ho letto proprio in questi giorni che non hai neanche il problema del tetto dei 240 mila euro». Il riferimento è alle recenti polemiche relative al fatto che il presidente del Senato non avrebbe applicato a sè stesso la soglia dei 240 mila euro annui imposta ai dipendenti di Camera e Senato. Soglia comunque destinata a scomparire il primo gennaio.
I soldi servono a costituire il fondo per i 180 dipendenti del Pd in cassa integrazione: «Mi sembra giusto che tu dia il buon esempio per i lavoratori in difficoltà », scrive Bonifazi. In totale i fuoriusciti di MDP devono ancora al PD circa 400mila euro.

(da agenzie)

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GRASSO: “IL PD CONTINUERA’ A PERDERE VOTI, NOI VOGLIAMO QUELLI DEL M5S”

Dicembre 20th, 2017 Riccardo Fucile

IL PRESIDENTE DEL SENATO SPIEGA LA STRATEGIA DI LIBERI E UGUALI

In un’intervista rilasciata a Massimo Franco sul Corriere della Sera, Pietro Grasso delinea la strategia elettorale di Liberi e Uguali, spiegando che la sua nuova lista elettorale prevede di recuperare voti dall’astensionismo, dai delusi del Partito Democratico e da quelli che vogliono lasciare il MoVimento 5 Stelle:
Lei non è uomo da duelli televisivi duri. Parteciperà  ai confronti in tv?
«Mi candido per il Parlamento, non per X Factor. Non mi interessa affascinare, nè scontrarmi secondo logiche che non mi appartengono. La mia idea di politica non è la battaglia televisiva ma presentare la soluzione dei problemi. Se è necessario parteciperò ai confronti ma non amo gli scontri. Io voglio partire dai valori di sinistra con un progetto che guardi ben oltre le elezioni»
Come convincerà  gli elettori che il voto a voi è utile, e non favorisce M5S o centrodestra?
«Guardi, noi ci proponiamo come sinistra di governo non come fine ma come mezzo per cambiare la rotta su lavoro,scuola, sanità . E vogliamo spiegare che non serve un voto solo di protesta. In più, con questo sistema, di fatto proporzionale, non ci sarà  un vero vincitore. La storia del voto utile non regge».
Non ci sarà  un vincitore ma la sinistra si candida a essere perdente
«Vogliamo riportare al voto chi oggi si astiene perchè deluso. Il Pd i consensi li ha già  persi con l’astensione o col voto al M5S. Contiamo di recuperarli dando un’alternativa».
Il Pd continuerà  a perderli?
«Lo dicono i dati. Noi saremo la rete che raccoglierà  quel consenso prima che vada altrove».

(da agenzie)

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QUANTO VALE GRASSO? POTREBBE SUPERARE IL 10%

Dicembre 5th, 2017 Riccardo Fucile

SONDAGGISTI DIVISI SUL VALORE AGGIUNTO DEL LEADER DI “LIBERI E UGUALI”

Quanti punti percentuale vale Pietro Grasso, presidente del Senato e neoleader della formazione di sinistra “Liberi e Uguali”?
I sondaggisti, sentiti sia dal Fatto Quotidiano sia da Repubblica, non sono del tutto concordi.
Per Roberto Weber di Ixè l’effetto Grasso ci sarà : “Nei nostri sondaggi recenti i tre partiti insieme valevano il 7%. Ora però ci sarà  un effetto Grasso., è inevitabile. Sono quasi sicuro che sarà  un effetto positivo, può trainare la lista alla doppia cifra.
L’analisi di Nicola Piepoli è simile:   Con un’affluenza che supponiamo al 60% per avere il 10% servono 3 milioni di voti. Non un’impresa impossibile. Oltretutto Grasso ha un profilo valido, un’immagine positiva: è un buon attrattore di voti. Se l’operazione funzionerà , “Liberi e Uguali” può superare anche il 10 o il 12%
Più cauta Alessandra Ghisleri di Euromedia Research
“Liberi e Uguali” parte dalla base dei suoi tre partiti che stimiamo attorno al 6%. L’effetto Grasso è tutto da verificare. In passato figure istituzionali come i presidenti delle camere non hanno avuto fortuna: penso a Fini, Irene Pivetti, Bertinotti.
Su Repubblica, Rado Fonda di Swg stima solo nell’uno per cento il bagaglio di consensi in più che il presidente del Senato porterà : quindi dal 5% si passerebbe al 6% per la nuova sinistra.
Per Antonio Noto, direttore di Pr marketing, dice che Grasso quel 10%, o anche più, in termini percentuali, se li deve guadagnare tutti, mostrandosi autonomo e trasversale.

(da “Huffingtonpost”)

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A SINISTRA TUTTI IN FILA DA GRASSO: “CON LUI ARRIVIAMO AL 10%”

Novembre 9th, 2017 Riccardo Fucile

SU OSTIA E JOBS ACT PROVE D’INTESA TRA MDP E M5S

A sinistra tutto gira intorno a Pietro Grasso.
In questi giorni la fila fuori dal suo studio a palazzo Madama è sempre più lunga: dopo Giuliano Pisapia, ieri è andata a trovarlo una delegazione della nuova lista con Roberto Speranza, Pippo Civati e Nicola Fratoianni per presentargli una bozza di programma comune.
E poi una delegazione di Campo progressista, che nonostante lo strappo tra l’ex sindaco di Milano e i bersaniani intende salire sul carro del presidente del Senato.
Si sono visti anche i civici Anna Falcone e Tomaso Montanari, portavoce del gruppo del Brancaccio. E anche Gianni Cuperlo, che sembra orientato a restare nel Pd, e sta cercando di riaprire un filo di dialogo tra i dem e l’area di sinistra.
Tutti aspettano l’inizio di dicembre, data prevista per la sua discesa in campo come federatore delle sinistre.
Con lui in campo l’obiettivo dichiarato è raggiungere il 10%: e dunque diventare uno dei protagonisti della scena post elezioni.
Attorno al nome di Grasso c’è stato uno dei pochi episodi di collaborazione tra il M5s e il Pd a guida Bersani nel 2013. Quando si votò il presidente del Senato, al ballottaggio tra lui e Renato Schifani, il neonato gruppo grillino entrò in fibrillazione.
Alcuni senatori 5 stelle lo votarono, altri non lo fecero ma a malincuore. E ora che i segnali di attenzione tra Mdp e M5s si moltiplicano, e il bersaniano Alfredo D’Attorre fa l’endorsment per la candidata grillina Giuliana Di Pillo al ballottaggio di Ostia del 19 novembre e si spinge a ipotizzare un voto di fiducia a un prossimo governo M5S (“Dipende dal programma”), è sempre attorno a Grasso che i giochi si muovono.
Già , perchè nonostante la simpatia umana tra Bersani e Di Battista, per i grillini un’alleanza post voto con i vecchi leader Pd sarebbe difficile da spiegare.
Diverso il caso se il leader fosse l’ex magistrato antimafia. Nessuno vuole alleanze prima del voto di primavera. Ma “Grasso potrebbe essere una garanzia per possibili convergenze in Parlamento dopo le elezioni”, spiegano fonti M5s.
D’Attorre, dal canto suo, ribadisce la scelta netta di campo: «L’avversario numero uno non è il M5S ma la destra, Berlusconi e Salvini», spiega.
“E questo vale a livello locale così come in ottica nazionale. L’errore di Renzi è quello di aver fatto dei 5 Stelle l’avversario numero uno e il risultato è che i 5 Stelle non sono stati ridimensionati e nel frattempo si è aperta un’autostrada a destra».
Allo stesso tempo però i grillini «devono riconoscere che l’isolamento e l’autarchia rischiano di essere penalizzanti anche per loro, come dimostra il voto in Sicilia”.
Nelle scorse ore D’Attorre ha parlato a lungo con Di Battista, chiedendogli sostegno sulla proposta per reintrodurre l’articolo 18 che andrà  in Aula alla Camera il 21 novembre. Due giorni prima, il 19, il ballottaggio a Ostia. “Nessuna alleanza prima del voto”, ribadiscono in coro i due. Ma i due passaggi potrebbero cementare il feeling di questi giorni.
L’ipotesi di un’intesa tra la sinistra e il Pd appare ormai impossibile. “Nessuno in Mdp chiede le primarie di coalizione perchè perderebbero anche quelle”, spiega Matteo Orfini. «Non vogliamo coalizioni a ogni costo, non bisogna ricadere negli errori del passato con coalizioni solo per vincere, bisogna avere omogeneità ».
Con Grasso in campo, tra Pd e sinistra le distanze potrebbero addirittura aumentare.
Gli attacchi dei renziani contro il presidente del Senato dopo il flop in Sicilia hanno ulteriormente allargato il solco. E ora in casa Mdp guardano con una certa tranqullità  alla sofferenza dei non renziani nel Pd. La speranza, confidata da uno di loro, è che ci sia una nuova scissione verso sinistra.

(da “La Stampa”)

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GRASSO VALE IL 15%: E’ LA PERCENTUALE CHE OTTERREBBE ALLA GUIDA DI UN NUOVO PARTITO DI SINISTRA

Ottobre 29th, 2017 Riccardo Fucile

SONDAGGIO IPR: “GRASSO AL PRIMO POSTO NELLA FIDUCIA TRA I LEADER NON PD”

Una lista a sinistra del Pd, con Articolo 1, Sinistra Italiana e Possibile, con Pietro Grasso leader potrebbe addirittura arrivare al 15%.
Lo rivela un sondaggio di Ipr Marketing condotto per Il Giorno-Qn.
La seconda carica dello Stato, scrive il direttore Antonio Noto, ha da solo un potenziale del 5%, “se a questa percentuale di base si aggiunge il peso elettorale proveniente dall’area di Mdp-Sinistra moderata valutabile intorno al 4%, oltre a un 3% proveniente da elettori del Pd insoddisfatti della linea politica del partito, ed un altro 3% da indecisi ma non ostili al centrosinistra, ecco che un eventuale nuovo soggetto politico guidato da Grasso potrebbe essere quotato potenzialmente all’incirca al 15%”.
Questo perchè il presidente di Palazzo Madama, che ha da poco lasciato il gruppo dem al Senato a causa delle forzature istituzionali del Pd, gode di un’alta reputazione e non solo nel mondo della sinistra, continua Noto.
Percepito più “come uomo di Stato che come Che Guevara”, Grasso “potrebbe rappresentare il simbolo di un ‘nuovo Ulivo di sinistra’ concorrente al Pd e che possa unire i moderati di Prodi, gli scontenti di Renzi, i battaglieri di Bersani e la sinistra non estremista”.
Da questo punto di vista, sottolinea Noto:
È da notare che il 67% degli attuali elettori del Pd esprime fiducia a favore del Presidente del Senato, ma il dato più importante è che la maggioranza assoluta dei ‘filo renziani’ (62%) pronuncia un giudizio positivo su Grasso. […] All’interno dei simpatizzanti di sinistra, invece, per quanto rimanga alto, il giudizio positivo scende al 54%. Comparando in maniera complessiva questi dati emerge, dunque un profilo trasversale che possa unire tutte le anime del centrosinistra insofferenti dell’operato politico di Matteo Renzi.
A sinistra del Pd quindi Grasso raccoglie il 54% delle indicazioni, di poco sopra Bersani (48%), terzo Pisapia con il 38%, e a seguire Laura Boldrini, Massimo D’Alema, Roberto Speranza e Nicola Fratoianni.
“Anche in questo caso – conclude Noto – è da evidenziare che le indicazioni positive nei confronti di Grasso provengono da circa un terzo degli attuali votanti Pd”.

(da agenzie)

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CICLONE GRASSO, IL SUO ADDIO APRE NUOVI SCENARI

Ottobre 27th, 2017 Riccardo Fucile

NEL PD ESPLODONO LE CONTRADDIZIONI, A SINISTRA CAMBIANO I CONFINI… MODELLO MONTI PER LA DISCESA IN CAMPO

L’addio di Grasso ha già  aperto un processo nuovo, nel Pd ma anche a sinistra del Pd.
Per le ragioni che lo animano, per l’impatto che sta determinando, per le aspettative che suscita è già  un preannuncio di quel che accadrà , di qui al voto del prossimo anno.
Il presidente del Senato, in tal senso, è già  in campo, sia pur con misura. Una misura imposta dall’essere la seconda carica dello Stato, chiamato a sostituire il presidente della Repubblica che ha in programma nelle prossime settimane un paio di viaggi all’estero, e impegnato nella gestione dell’Aula dove a breve arriverà  la manovra.
Ecco che, incrociando le telecamere a margine di un convegno sulla corruzione ha spiegato, ai microfoni, le ragioni per cui ha lasciato il Pd, dopo la “violenza del voto di fiducia”, ultimo atto di partito nel quale non si riconosce più “nel merito e nel metodo”.
Parole pesanti come pietre che, inevitabilmente, alimentano un’attesa sul “quando” annuncerà  la sua volontà  di proseguire nell’impegno politico, e sul come, fuori dal Pd.
E che, inevitabilmente, in questo processo accendono attenzione e curiosità  sulle sue prossime uscite, rendendole politicamente significative.
Le parole, appunto, di un leader atteso.
Il presidente del Senato non ha alcuna intenzione nelle prossime settimane di parlare di Pd o di recitare quotidianamente nel teatrino della politica.
E, appunto, nel merito e nel metodo, incarnerà  un altro approccio cogliendo le occasioni che si presenteranno per parlare della corruzione, del Mezzogiorno, della povertà , insomma dei mali del paese.
In questi mesi ci sono stati colloqui, interlocuzioni e scambi di opinioni con i big di Mdp. Fonti degne di questo nome parlano di un “modello Monti” per la discesa in campo: all’ultimo, al momento di scioglimento delle Camere, proprio come fece il professore che annunciò il suo partito prima di Natale in vista del voto di febbraio.
Lui, Grasso, a chi lo conosce è apparso sollevato, sereno, come sempre accade dopo scelte che maturano anche con un certo travaglio.
Ieri sera, a un certo punto, ha spento il telefono, sottraendolo all’assalto delle telefonate, per andare alla Festa del Cinema, dove era stato invitato con Mattarella. E questo week end andrà  a Palermo. Anche la calma olimpica, l’assenza di quella frenesia mediatica tipica della politica di questi tempi, racconta di una consapevolezza profonda della scelta e degli obiettivi.
Ciò che sta accadendo, tutt’attorno, conferma come già  la prima mossa anticipi ciò che sarà .
Se Giuliano Pisapia, Godot mai arrivato, veniva vissuto come la sinistra potabile e docile da sbattere in faccia a chi aveva lasciato il Pd, l’ex presidente del Senato ha aperto una profonda contraddizione nel Pd.
La contraddizione tra due Pd: il bunker di Renzi, con gli ultrà  del segretario scatenati   tra insulti e richieste di dimissioni; e un Pd diverso, più aperto e inclusivo, insomma quello delle origini e non è un caso che il fondatore, Walter Veltroni, ha affidato a un tweet il suo “spero che ci rincontreremo” ricordando che “il Pd è stato costruito per persone come lui”.
Tecnicamente, si chiama carisma e accade quando si incarna una storia e un progetto politico vero. Dice un Pd critico: “Sembra già  di essere alla sera della disfatta in Sicilia. È uscito Grasso e si è scatenato il finimondo. E ora? È complicato dare a quelli lì dei gruppettari”.
Perchè l’altro fatto nuovo del processo che si è aperto attorno a Grasso è la ridefinizione del perimetro a sinistra.
È tornato in discussione ciò che sembrava acquisito. E cioè che ci sarà  un’unica lista a sinistra del Pd, con Sinistra Italia e anche l’esuberane sinistra del Brancaccio di Montanari e Falcone. Entrambe, nei confronti di Grasso, più estremiste dei Cinque Stelle: “Hanno fatto sceneggiate più estremiste dei Cinque Stelle. Hanno occupato i banchi della presidenza, hanno imputato a Grasso la scelta di mettere la fiducia che era del governo, e come si vede, di fronte alla quale ha tratto le conseguenze… O ragionano o non ce lo ordina il medico di fare la Cosa rossa”.
24 ore dopo: l’anticipazione di ciò che sarà  è già  robusta.

(da “Huffingtonpost”)

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