Destra di Popolo.net

GENOVA: I MANIFESTI DI “FUTURO E LIBERTA'” ASSENTI SUI CARTELLONI ELETTORALI

Febbraio 14th, 2013 Riccardo Fucile

LA DENUNCIA POLITICA DI “LIGURIA FUTURISTA”

Dopo aver preso atto che i vertici nazionali di Fli non hanno ritenuto di valutare la proposta di una lista composta esclusivamente da giovani “futuristi” con capolista una donna, da noi avanzata a tempo debito, operazione che avrebbe potuto rilanciare l’immagine del partito in Liguria,

dopo aver assistito alla farsa di un partito-albergo dalle porte girevoli dove in cucina lo chef   con laurea bocchiniana, non potendosi presentare in sala, assume un prestanome nella premiata “Osteria del cacciatore” di Poggibonsi, scatenando una vertenza sindacale con cuochi e cameriere stanziali che ambivano al “Mestolo d’oro” per anzianità  di servizio

dopo essere rimasti basiti dal fatto che la visita di Fini a Genova sia stata gestita come la visita a un Outlet, priva di incontro pubblico sui contenuti del manifesto di Bastia Umbra, senza la presenza dei capolista della coalizione di riferimento, senza confronto con categorie e associazioni locali,

considerato che persino l’incontro con un uomo-simbolo di Fli come Gianfranco Paglia è stato demandato alla buona volontà  e alla generosità  di un manipolo di ragazzi, senza alcuna pubblicizzazione esterna dell’evento

          “LIGURIA FUTURISTA” SI CONGRATULA CON I VERTICI NAZIONALI

per aver sempre operato con oculatezza scelte atte a far scomparire il simbolo di Fli persino dai cartelloni elettorali, in quanto la classe dirigente locale, tra un litigio e un altro, a tutto pare interessata salvo che ad affiggere i manifesti del proprio partito negli appositi spazi riservati, preferendo non esporsi finanziariamente per 250 euro con l’azienda affissioni.

A pochi giorni dal voto, infatti, salvo poche unità  affisse dal solito manipolo di ragazzi volenterosi, IN TUTTA GENOVA   I MANIFESTI DI “FUTURO E LIBERTA'” NON ESISTONO, come è ben visibile a chiunque.

Suggeriamo agli eventuali futuri invitati al locale partito-albergo di portarsi il cestino da casa, alias qualche manifesto pre-confezionato da affiggere clandestinamente, perchè qua vige il motto “nan c’è trippa per gatti”.

LIGURIA FUTURISTA
Ufficio di presidenza

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FINI E’ ALLERGICO ALLA LIGURIA E METTE CAPOLISTA UN POLLINA QUALSIASI

Gennaio 12th, 2013 Riccardo Fucile

BOCCIATO NAN DA BONDI PER LE QUATTRO LEGISLATURE ALLE SPALLE, INVECE CHE DARE SPAZIO AI GIOVANI, FINI SCEGLIE COME CAPOLISTA IN LIGURIA IL COORDINATORE REGIONALE DELLA TOSCANA CHE NESSUNO CONOSCE

La lista di Futuro e Libertà  che verrà  ufficializzata nelle prossime ore riserva una sorpresa: dopo il presidente nazionale Gianfranco Fini, il numero due è stato assegnato al coordinatore regionale della Toscana Angelo Pollina che da Poggibonsi ha la visuale ideale per rappresentare gli interessi e i problemi della Liguria.
Originario di Caccamo, residente in Toscana, Pollina (classe 1959) ha un passato nel sindacato bancari, poi entra nella Dc e quindi nel 2000 aderisce a Forza Italia e viene eletto in Regione Toscana dal 2000 al 2010.
Non confermato, nell’ottobre 2010 entra quindi in Futuro e Libertà  e ne diventa subito, su imput di Bocchino, il coordinatore regionale.

“Liguria Futurista” prende atto che questa scelta penalizzerà  l’esito elettorale di Futuro e Libertà  nella nostra Regione in quanto è assurdo che un partito a parole “futurista”, giovane, innovatore, movimentista e meritocratico debba ricercare un candidato altrove.
Fini ha dimostrato di essere allergico alla nostra regione, penalizzando i suoi aderenti e militanti da Ventimiglia a Sarzana, non proponendo neanche un esterno che fosse almeno deputato uscente, ma un personaggio che in Liguria nessuno conosce, avulso dalla realtà  economica e produttiva della nostra Regione.

Liguria Futurista si compiace che sia stato applicato il codice Bondi, voluto da Monti, sul cumulo di legislature alle spalle, bloccando il vecchio notabilato, ma ritiene indicativo della ipocrisia dei vertici del partito il non aver neanche ascoltato e preso in considerazione la nostra proposta di una lista tutta under 30 con capolista una giovane donna realmente “futurista”.

Al richiamo ai giovani, ai valori etici, ai principi di meritocrazia, in Fli non corrisponde alcuna prassi operativa in tal senso.

Proprio perchè in Liguria era improbabile l’elezione di un deputato, poteva essere l’occasione per dare spazio e voce ai giovani, estranei alle lotte intestine sul nulla, e puntare sui contenuti.
Si è preferito un prodotto di importazione, mortificando il territorio e segnando la fine politica di Fli.

Il non aver neanche ascoltato la nostra proposta peserà  sull’esito elettorale e sulla coscienza   di una classe dirigente “vecchia dentro”, incapace di andare oltre le beghe personali, i veti incrociati, la vecchia politica e di volare alto.
Certamente la riscossa della Liguria non può partire da Poggibonsi.

LIGURIA FUTURISTA
Ufficio di presidenza

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SECOLO XIX: I RIBELLI DI FLI: “CARO FINI, NON PUNTARE SUI SOLITI NOTI”

Gennaio 7th, 2013 Riccardo Fucile

LETTERA APERTA DI “LIGURIA FUTURISTA” AL PRESIDENTE DELLA CAMERA

Liguria Futurista, costola di Fli in rotta con la dirigenza ligure del partito, scrive una lettera aperta al presidente della Camera: per le candidature alle Politiche Fli non ricorra ai soliti nomi, ma a una squadra di trentenni espressi dal territorio.
“Sarebbero difficili da giustificare altre scelte di fronte a numerosi altri parlamentari uscenti di Fli che hanno raggiunto le tre legislature (e magari non in Forza Italia)”.
Il riferimento è al coordinatore ligure Enrico Nan: “Non sarebbe meglio – si domandano a Liguria Futurista – una lista di sedici motivati giovani under 30, quattro per provincia, con capolista una giovane genovese?”

(da “il Secolo XIX” di oggi)

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NAN CAPOLISTA? NO GRAZIE, ALLE ESEQUIE DI FLI CI VADANO I BECCHINI: SEPPELLITEVI LA BARA DA SOLI

Gennaio 3rd, 2013 Riccardo Fucile

DOPO DUE ANNI DI SCANDALI E TOTALE ASSENZA POLITICA SUL TERRITORIO, INVECE CHE OPERARE UNA RADICALE SVOLTA, QUALCUNO VORREBBE IMPORRE LA CAUSA DELLO SFASCIO DI FLI COME CAPOLISTA IN LIGURIA

Leggiamo dal Secolo XIX:
Toccherà  al leader Gianfranco Fini (capolista in tutte le circoscrizioni) valutare le candidature ma è quasi scontato che il numero due in Liguria, dietro al leader, sia Enrico Nan, già  deputato e coordinatore di Forza Italia, approdato da Fini nel 2010.
In lista i coordinatori provinciali delle quattro provincie.

Esiste un limite a tutto, anche all’autolesionismo, all’insipienza, alla viltà  e ai ricatti.
Che si arrivi al punto, proprio nel momento in cui è in ballo la stessa sopravvivenza di Futuro e Libertà , di porre in essere una provocazione di questo genere è inaccettabile. Invece che cercare di dare una svolta a due anni da dimenticare in cui Fli è finito sulle pagine dei giornali locali per aver ricevuto attenzionati della Dia in sede e per aver avuto i locali in comodato gratuito da un soggetto rifiugiatosi a Dubai perchè colpito da mandato di cattura internazionale, tutto lascia intendere che i vertici di Fli vogliano imporre la principale causa dello sfascio del partito in Liguria come capolista.
Noi una proposta l’avevamo avanzata: azzerare tutto, commissariare la Liguria e comporre una lista di veri interpreti del manifesto di Bastia Umbra.
Passo indietro di tutti i notabili e lista composta esclusivamente da giovani sotto i 30 anni, con capolista una donna under 30.
Avremmo potuto suggerire ovviamente nomi e qualifiche al di sopra di ogni sospetto, nessuno ha ritenuto di chiederci nulla, chiusi nella loro eterna arroganza.
Avevano fatto lo stesso per le comunali di Genova: sappiamo com’è tragicamente finita, senza che nessuno abbia avuto la dignità  di dimettersi.
E’ stato l’ultimo atto di affetto verso un partito che avrebbe dovuto essere “diverso” da parte di chi ha cercato fino alla fine di dare una mano anche dall’esterno, dopo essere stati cacciati da Fli per aver denunciato pesanti anomalie nella gestione del partito e evidenti contraddizioni con i principi etici del Manifesto.
Ora la misura è colma, la base elettorale ligure di Fli è disgustata: alla cerimonia funebre di Fli in Liguria è giusto presenzino solo i becchini.
Quelli apostrofati come “coglioni” perchè reclamavano legalità  e coerenza, quelli distanti da coppole e compassi, hanno fatto fin oltre il possibile per salvare Fli .
Ma non siamo adatti a presenziare al suicidio assistito o a fingere lacrime di convenienza a cerimonie funebri annunciate.
Chi ha voluto il morto, ora provveda pure da solo alla sepoltura.

LIGURIA FUTURISTA
Ufficio di presidenza

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FINI CAPOLISTA IN LIGURIA? NO GRAZIE, MEGLIO GIULIA BONGIORNO

Dicembre 29th, 2012 Riccardo Fucile

“LIGURIA FUTURISTA” AVANZA QUATTRO PROPOSTE A FINI PER RAGGIUNGERE IL QUORUM IN LIGURIA

Liguria Futurista, a nome delle decine di dirigenti e militanti che si sono allontanati nell’ultimo anno, delusi dalla gestione nazionale e locale di Futuro e Libertà , e alla luce della indicazione di una lista Fli all’interno della coalizione montiana, prendono atto dell’invito rivolto loro di “collaborare” al buon esito della campagna elettorale.
Trattandosi della stessa sopravvivenza del partito, visto che dovrà  raggiungere il 2% di consensi in Regione Liguria, Liguria Futurista avanza concrete proposte per poter raggiungere tale obiettivo:
1) Commissariamento immediato del partito a livello regionale, affinchè si ponga in essere una campagna elettorale movimentista, improntata sui contenuti di Bastia Umbra e non sulla esclusiva ricerca di visibilità  di quelli stessi dirigenti che hanno affossato il partito, mossi solo dalla ricerca perenne di cariche e poltrone.
2) Il capolista deve essere espressione della Regione, non paracadutato dall’alto.
Non condividiamo l’ipotesi concreta di un Fini “capolista ovunque” e in subordine pensiamo che, al limite, sia più trainante e funzionale all’esito elettorale ligure la candidatura di Giulia Bongiorno, per l’apertura di credito di cui gode sia nell’elettorato femminile che sui media.

3) Tutti i vecchi notabili diano una mano dall’esterno, ma non siano candidati, abbiano l’intelligenza e il pudore di fare un passo indietro.
L’elettorato deve ricevere un segnale forte di rinnovamento e Fli deve far parlare di sè come il partito dei giovani: proponiamo come capolista una donna sotto i 30 anni, poi tutti giovani da 20 a 30 anni, espressione delle varie province.
Una soluzione perfettamente fattibile, trattandosi di soggetti che hanno aderito a Fli fin dalla nascita e per profonda convinzione programmatica, in pieno disinteresse.
4) Ribadire il concetto di unità  nazionale, di impegno sociale e di solidarietà  verso chi sta pagando di più le conseguenze della crisi economica: Fli deve essere il partito attento al sociale, al volontariato e alla tutela dei diritti dei lavoratori e delle donne nella coalizione montiana, solo così puo ritagliarsi uno spazio e distinguersi dagli altri.

A differenza di chi in queste ore cerca accrediti nelle segrete tremebonde stanze, Liguria Futurista avanza a Fini questa proposta alla luce del sole.
Perchè in politica si può vincere o perdere, ma la differenza la fa la dignità , la coerenza e il saperne comunque uscire a testa alta.

Liguria Futurista

Ufficio di Presidenza

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L’AGGRESSIONE A ROSSI DA PARTE DI CASA POUND: L’ULTIMO SEGNALE DI UN MONDO AUTOREFERENZIALE

Luglio 14th, 2012 Riccardo Fucile

A DESTRA, NELLE SUE VARIE SFACCETTATURE, MILITANO SEMPRE MENO PERSONE: LA COSA MIGLIORE CHE SANNO FARE E’ LITIGARE PERENNEMENTE TRA LORO… CHI PERCORRE STRADE DIVERSE ABBIA IL CORAGGIO INTELLETTUALE DI AMMETTERE LA PLURALITA’ DI IDEE, SENZA PRETENDERE CHE TUTTI LA PENSINO IN MODO UGUALE… MA SENZA SINTESI SARANNO SEMPRE PERDENTI

Commentiamo con amarezza ma senza stupore l’aggressione subita da Filippo Rossi, direttore del “Futurista” e animatore di “Caffeina” a Viterbo, uno degli appuntamenti più qualificati della estate culturale italiana, ad opera di militanti di Casa Pound.
Innanzi tutto la nostra piena solidarietà  a Filippo per il triste episodio di cui è rimasto vittima, ma questa non sarebbe sufficiente se non fosse accompagnata da una riflessione.
E’ evidente che a destra (termine peraltro generico) vi siano tante sfaccettature, alcune molto distanti tra loro: quella tra il Futurista e Casa Pound sono lontane tra loro in modo marcato.
Con inevitabili attriti.
Ma dato che non stiamo parlando della Dc degli anni d’oro che poteva permettersi dieci correnti, ma di un mondo numericamente “marginale”, se non emarginato, ci sembra assurdo che qualcuno possa pensare che sia prioritaria l’egemonia culturale, se non “muscolare”, all’interno del “quasi nulla” in percentuale di consensi.
L’autoreferenzialità  di una miriade di gruppi è inversamente proporzionale alla tolleranza intellettuale verso gli altri e alla capacità  di operare sintesi.
E’ sempre stata una caratteristica del movimentismo di destra, certo, ma in altri tempi poteva rappresentare un valore aggiunto, oggi solo il suicidio politico.
Troppe divisioni, ma anche toni troppo accesi per semplici beghe di condominio, enfatizzazioni di “quello che divide” senza apprezzare mai “quello che unisce”, le ragioni dello “stare insieme”.
Un mondo che riesce a litigare su tutto, a non abbassare mai toni, uno sfogatoio quotidiano di distinguo, non su questioni “portanti”, ma su piccolezze.
Dove i presunti “capi” non si rendono conto del “peso” talvolta eccessivo delle loro parole, generando fazioni, invece che adesione e consenso a una linea.
Una destra che avrebbe sempre meno bisogno di macchiette e più di sintesi, di meno parata di muscoli e più di cervello.
Le “azioni esemplari” sono oggi aiutare i meno abbienti, propagandare valori, difendere il lavoro, dare un futuro ai nostri figli, sostenere le fasce deboli.
Non c’è più possibilità  di cittadinanza per una destra che non sappia fare autocritica e ritrovarsi unita in una pur sofferta sintesi.
Altre strade portano solo all’emarginazione, liberale o sociale che sia.
E di barboni per strada ve ne sono già  fin troppi.

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SOLIDARIETA’ A FLAVIA PERINA: MEGLIO FREQUENTARE IL GAY PRIDE CHE PRANZARE CON MAMONE O AFFOGARE I PROFUGHI CON I LEGHISTI

Giugno 21st, 2012 Riccardo Fucile

IL COMUNICATO DI “LIGURIA FUTURISTA”

Liguria Futurista esprime piena e convinta solidarietà  a Flavia Perina, per le critiche che le sono state rivolte, al’interno di Fli, a causa della coraggiosa adesione a iniziative contro l’omofobia.
“Quest’anno – aveva detto Flavia – una netta presa di posizione su questi temi è addirittura più importante che in passato: l’affossamento della legge sull’omofobia in parlamento, il ripetersi di aggressioni omofobe, l’immobilismo italiano in un contesto europeo che punta a diritti di cittadinanza uguali per tutti rendono indispensabili scelte nette. Pertanto Futuro e Libertà  sostiene anche quest’anno il Gay Pride”.
A chi si scandalizza per una dichiarazione peraltro in sintonia con le posizioni storicamente espresse da Fli e con quelle di una moderna destra europea, vorremmo porre alcune domande.
Come mai non si sono vergognati di votare in parlamento il respingimento dei profughi in mare, procedura vietata dalle leggi internazionali, che spesso ha determinato l’affogamento di esseri umani e svariate condanne del nostro Paese da organismi sovranazionali ?
Come mai non si sono vergognati di approvare norme razziste con la Lega ?
Come mai qualcuno non ha mai dato spiegazioni su cenette ristrette con attenzionati dalla Dia o soggetti oggi colpiti da mandato di cattura internazionale ?
Di questo si scandalizza semmai l’elettorato di Fli, non certo della solidarietà  rivolta a chi reclama diritti civili senza dar fastidio a nessuno.

LIGURIA FUTURISTA
Ufficio di Presidenza

—–

PERINA: “SOSTEGNO AL GAY PRIDE”, MA IN FLI E’ SCONTRO

“Quest’anno – spiega Flavia Perina (deputata di Fli e responsabile per i “diritti civili e integrazione”) – una netta presa di posizione su questi temi è addirittura più importante che in passato: l’affossamento della legge sull’omofobia in parlamento, il ripetersi di aggressioni omofobe, l’immobilismo italiano in un contesto europeo che punta a diritti di cittadinanza uguali per tutti rendono indispensabili scelte nette».
E dunque, «Futuro e Libertà  sostiene anche quest’anno il Gay Pride», annuncia l’ex direttore del Secolo d’Italia.
Ma ecco che nel giro di pochi minuti piovono i distinguo, segno che nel movimento nato dallo strappo con il Pdl, su alcuni temi “sensibili”, le posizioni sono diverse e talvolta distanti.
«Con tutto il rispetto per Flavia Perina, la sua è una dichiarazione tutta personale», dice il coordinatore nazionale Roberto Menia.
Posizione condivisa dal vicepresidente del partito, Italo Bocchino, secondo il quale un conto è «battersi per i diritti degli omosessuali, tenendo sempre distinte tali coppie dalla famiglia», e altra cosa è aderire a «sfilate allegoriche spesso di cattivo gusto».
La diretta interessata ribatte che «a quarant’anni dalle prime marce negli Usa sui diritti omosessuali, persino un Paese arretrato come l’Italia potrebbe spostare l’attenzione dalle forme, comunque festose e non violente, al contenuto», a maggior ragione dal momento che «la piattaforma del Gay Pride, nella maggior parte dei punti, è in sintonia con le posizioni storicamente espresse da Fli e con quelle di una moderna destra europea». E in difesa di Flavia Perina arrivano anche le parole di Enzo Raisi: «Trovo oltremodo ambiguo il comportamento di chi l’anno scorso nulla ha detto sulla nostra partecipazione – peraltro non solo appoggiammo l’iniziativa ma partecipammo fisicamente – e oggi reagisce in modo inspiegabile su un tema ampiamente discusso e condiviso all’interno del partito, grazie anche alle posizioni innovatrici espresse pure su questo tema dal nostro presidente Gianfranco Fini».
Ma a far salire la temperatura nel partito è anche la vicenda di Riccardo Lo Monaco, commissario cittadino di Fli a Cagliari, “epurato” nel giro di ventiquattr’ore dal coordinatore regionale Ignazio Artizzu, proprio il giorno dopo aver aderito al Gay Pride.
«Le posizioni del coordinatore regionale sulla causa omosessuale sono note – spiega il “dimissionato” – e se a questo aggiungiamo la mia netta opposizione alla sua linea politica scellerata di appiattimento su Cappellacci e il Pdl nel governo dell’isola, il gioco è presto fatto».
Ed è amara la conclusione dell’ormai ex responsabile cagliaritano: «Omofobia e tirannide sembrano ormai essere le parole d’ordine dentro Futuro e Libertà ».
Insomma, quel che è certo è che la partita per il futuro del “finismo” si gioca anche (e non poco) sulla “questione dei diritti”.

(da “Il Futurista”)

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IL COORDINATORE REGIONALE NAN INVITA FLI A “ESPORTARE IL MODELLO GENOVA A LIVELLO NAZIONALE”: A ROMA E’ UNA CORSA A TOCCARE FERRO

Maggio 22nd, 2012 Riccardo Fucile

L’AUSPICIO DI NON PRENDERE NEMMENO UN CONSIGLIERE E DI NON PRESENTARE MAI IL SIMBOLO DI FUTURO E LIBERTA’ MA DI NASCONDERSI NELLE LISTE CIVICHE PER POI NON RISULTARE ELETTI E’   DAVVERO UNA STRATEGIA ORIGINALE… PARE CHE UNA NOTA UNIVERSITA’ AMERICANA SIA INTERESSATA A STUDIARE IL CASO PATOLOGICO

Appena ieri ci eravamo lamentati che la dirigenza ligure di Futuro e Libertà  non avesse commentato il risultato elettorale delle amministrative di Genova che hanno visto la sconfitta di Enrico Musso al ballottaggio e la mancata elezione nella sua lista civica di un qualsiasi candidato riferibile a Futuro e Libertà .
Alla luce delle dichiarazioni rilasciate alla stampa, dopo mesi di silenzio, dal coordinatore regionale Enrico Nan, forse sarebbe stato meglio in effetti il silenzio.
Vediamo cosa ha detto Nan alla stampa: “Eravamo partiti da soli nell’appoggiare Musso ed è arrivato al 40%, un risultato lusinghiero per il Terzo polo. Quanto all’astensionismo, proporrò al mio partito un nuovo progetto: di usare il modello Genova a livello nazionale con una lista civica. Adesso si deve lavorare sul territorio con proposte in grado di rappresentare questa grande voglia di centro»
Visti i risultati (nessun eletto di Fli, 3 dell’Udc) – devono essersi detti i vertici romani di Fli – meglio fare gli scongiuri, questo ci vuole portare sfiga, non solo Mamone in sede.
Dobbiamo però dare atto a Nan di essere davvero originale nel sostenere tesi campate in aria e gabellate per buone.
1) Sono due anni che Musso si preparava a candidarsi, lavorando con la sua fondazione “Oltremare” e quindi si sarebbe presentato comunque, anche se Nan non fosse corso ad appoggiarlo, rinunciando persino al simbolo di Fli (che pur dovrebbe rappresentare) pur di non farsi contare dopo due anni di scandali e di inattività .
2) La lista civica di Musso ha raccolto il 15% di consensi e 5 consiglieri eletti: l’apporto dell’Udc può essere quantificato in un 3-4%, quello di Fli sotto il 2%, tutto il resto è merito esclusivo di Musso.
Risultato della brillante operazione: eletti di Fli zero (ne aveva uno), eletti dell’Udc 3, area lista civica Musso eletti 2.
3) Pur sapendo che al massimo Fli avrebbe potuto puntare su un solo eletto, invece che concentrare i voti su uno solo, sono stati presentati quattro candidati ( la somma dei soli primi due avrebbe garantito un consigliere).
4) Se Fli avesse chiesto tre liste distinte di appoggio a Musso (ovvero lista civica, Udc e Fli) ognuno con i propri simboli probabilmente tre eletti sarebbero andati ai civici, uno all’Udc e uno a Fli.

In sintesi: è Musso che ha trainato la lista, altrimenti l’Udc si scordava di passare da uno a tre consiglieri.
Quanto alla “gran voglia di centro” che sarebbe emersa a Genova, senza la personalità  di Musso, si sarebbe fermata al 5% invece che al 15% (che tanto in ogni caso non è).
Lasciamo giudicare a chi ci legge se questa “grande strategia” del segretario regionale bocchiniano (da non confondersi coi bocconiani) sia propedeutica a un harakiri politico e alle sue dimissioni o alla sua esportazione come modello nazionale.
Certamente a Roma molti sono corsi a toccare ferro.


LIGURIA FUTURISTA
Ufficio di Presidenza

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ALLA FINE L’ELETTO DORIA RAPPRESENTA UN GENOVESE SU CINQUE (E IL CENTRODESTRA NEANCHE QUELLO)

Maggio 21st, 2012 Riccardo Fucile

DORIA BATTE MUSSO 59,71% A 40,29%, MA SI ESPRIME SOLO IL 39,08% DEI GENOVESI: GLI ALTRI SI SONO ROTTI DI VOTARE COOP E/O COSTRUTTORI… E NEL PROSSIMO CONSIGLIO COMUNALE SU 40 CONSIGLIERI, TRA MAGGIORANZA E FINTA OPPOSIZIONE, QUELLI DI CENTRODESTRA SI CONTERANNO SULLE DITA DI UNA MANO…MA DI FRONTE A UNA FIGURA BARBINA NON SI DIMETTE NESSUNO

Al termine dei cinque anni di amministrazione Vincenzi, invece che al principio dell’alternanza, abbiamo assistito al suicidio politico del centrodestra.
La Vincenzi aveva vinto contro Musso cinque anni fa 51% a 46%, oggi Doria ha prevalso su Musso 59,7% a 40,3%.
Cinque anni fa la somma dei partiti di centrodestra aveva superato al primo turno il 42% dei consensi di lista, oggi, calcolando anche la lista di centro Musso, hanno superato a malapena il 30% (Pdl 9,2%, Lega 3,8%, Lista Musso 12,5%).
E pensare che il Pd, temendo l’effetto Vincenzi e soprattutto i ritardi con i quali è stata affrontata l’emergenza alluvione, aveva realizzato il “cambio in corsa”.
Anche se invece della Pinotti si sono ritrovati (per loro fortuna) Marco Doria.
E pensare che tre mesi prima delle elezioni Musso, qualora fosse stato candidato unico del centrodestra, era dato nei sondaggi alla pari sia con la Vincenzi che con la Pinotti.
L’incapacità  di esprimere un candidato che potesse unire centro e centrodestra per partire almeno dalla base del 40% e poi giocarsela, le profonde divisioni interne nel Pdl, l’inesistenza delle forze di Centro (Udc e Fli da sole, senza il traino della lista Musso, neanche arrivano insieme al 5%) ha regalato il Comune all’ennesimo candidato della sinistra.
E considerando che Burlando si è pure scelto gli oppositori grillini e che l’Udc alla prima occasione sfilerà  i suoi tre consiglieri a Musso per formare un gruppo autonomo (ne necessitano appunto tre), alla fine per cinque anni di mandato gli oppositori a Doria si conteranno sulle dita di una mano.
Una strategia peggiore di questa era   difficile inventarsela.
Non ne esce bene neanche Musso, cui peraltro va riconosciuto il merito di averci messo la faccia: a che è servito il lavoro di due anni della Fondazione Oltremare? Per far eleggere i tre ultimi arrivati dell’Udc e sacrificare i suoi collaboratori storici, sorella a parte?
E il Pdl non deve forse fare autocritica, squassato da dieci correnti?
E Fli non ha mai nulla da dire, come peraltro da due anni a questa parte, ovvero da quando è stato costituito a Genova?
Qualcuno è a conoscenza che nei partiti seri esiste la prassi e il buon gusto di rassegnare le dimissioni di fronte a un fallimento?

LIGURIA FUTURISTA
Ufficio di Presidenza

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