LA RESPONSABILITA’ PENALE E’ PERSONALE: VALE PER TUTTI GLI STUPRATORI, SIANO I CARABINIERI DI FIRENZE CHE I VIOLENTATORI DI RIMINI
CHI VUOLE CRIMINALIZZARE CATEGORIE FA SOLO UNA SQUALLIDA OPERAZIONE POLITICA
La violenza sessuale è uno dei reati più schifosi partoriti dal genere umano, sia che la vittima sia una donna, un adolescente o un disabile.
Non solo determina traumi psicologici indelebili a chi lo subisce ma crea anche un allarme sociale in qualsiasi comunità , minandone fiducia, sicurezza e integrazione tra i componenti.
Come tale è un reato che va perseguito senza sconti e con la massima severità , indipendentemente dal credo politico e religioso, dall’origine etnica e dalla categoria sociale dei responsabili del crimine.
Ma la responsailità penale è personale, mai collettiva o ascrivibile a categorie che si vogliono additare al pubblico ludibrio per la convenienza politica del momento.
Chi vuole criminalizzare tutti gli islamici per lo stupro di Rimini o tutta l’Arma dei carabinieri per i fatti di Firenze fa solo uno sporco gioco finalizzato a fomentare odio per averne un utile elettorale.
La legalità si fonda sul concetto base che “la legge è uguale per tutti”, e tutti devono trovare nella giustizia una entità etica nazionale che condanna o assolve senza distinzioni di razze, professioni, credi politici e religiosi, protezioni dovuti a una divisa o possibilità economiche, ma solo in base alll’accertamento del reato e alla giusta assegnazione della pena prevista dal codice.
E chi si indigna solo per un episodio e non per un altro, come se esistessero vittime di seria A e altre di serie B, chi scrive post indignati in un caso e minimizza nell’altro, se non addirittura giunge a giustificare lo stupro, dimostra solamente di essere uno squallido speculatore, oltre a un essere immondo.
Legalità vuol dire che “chi sbaglia paga”, anche se fosse il nostro miglior amico o familiare, senza questo fondamento non può esistere una comunità e una identità nazionale.
E non è un caso che chi abusa di quest’ultimo termine senza “viverne” il reale significato, sia tra coloro che per “bassa politica” condanna gli abusi solo a senso unico.
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