NON SOLO CONDONI, DAL GOVERNO SOVRANISTA ANCHE UN COLPO DI SPUGNA SU TUTTI I REATI DI NATURA TRIBUTARIA, CIVILI E PENALI: CHI DECIDE DI PAGARE, A RATE E SENZA INTERESSI, NON FINIRÀ A PROCESSO
LA PARTE NOTA È LA ROTTAMAZIONE DELLE CARTELLE ESATTORIALI, MA QUELLA PIÙ IMPORTANTE E’ FINORA STATA TENUTA NASCOSTA
«Non faremo condoni, noi la chiamiamo tregua fiscale». Negli ultimi giorni Maurizio Leo, vice al Tesoro ma nei fatti ministro delle Finanze del governo Meloni, moltiplica le presenze televisive. C’è da preparare l’opinione pubblica al pacchetto di norme fiscali che tempo qualche giorno verrà approvato a Palazzo Chigi. La parte nota del provvedimento è sulla rottamazione delle cartelle esattoriali.
Quella più importante e fin qui ignota è però un’altra: un colpo di spugna su tutti i reati di natura tributaria, civili e penali. Secondo quanto risulta a La Stampa da fonti concordanti, se ne è discusso due giorni fa in una riunione tecnica mentre la premier saliva sul volo per l’Indonesia dove era attesa al vertice G20.
Il pacchetto, che conterrà una trentina di norme, si può sintetizzare così: chi deciderà di pagare il dovuto al fisco perché evaso e oggetto di procedimento giudiziario sarà sollevato da qualunque pendenza. Il piano del governo permetterà di fermare i processi in corso, purché si paghi il dovuto, senza sanzioni e interessi.
A ieri le norme ipotizzate non escludevano nessun tipo di reato connesso, mafia o riciclaggio, per citare due casi estremi. L’importante è pagare, e liberarsi dei capi di imputazione in materia tributaria.
«Ci sarà una riduzione delle sanzioni perché il nostro sistema oggi è fuori linea rispetto all’Europa», spiegava ieri Leo a SkyTg24.
Più che una riduzione delle sanzioni, ciò a cui lavora il tributarista di Fratelli d’Italia è una vera e propria depenalizzazione. Molti dettagli sono ancora in discussione. Il più importante di tutti: l’evasore che paga otterrà l’estinzione del reato o la sua non punibilità?
La questione non ha solo un valore simbolico, poiché nella bozza del governo è prevista anche la rateizzazione delle somme evase. Ipotizziamo una frode Iva da un milione di euro: una volta sottoscritto l’impegno a pagare l’intero, l’evasore potrà restituire il dovuto in dieci versamenti. Ma che accadrebbe se nel frattempo dovesse interrompere la restituzione del dovuto?
Se prevarrà l’ipotesi restrittiva, il processo, fino a quel momento sospeso, dovrebbe ripartire senza che siano nel frattempo decorsi i termini della prescrizione. Ogni decisione sarà sul tavolo della Meloni al rientro da Bali, perché promette di alimentare i pregiudizi della Commissione di Bruxelles verso un Paese in cui il tasso di evasione è fra i più alti dell’Unione. Nelle bozze che circolano c’è anche un’ipotesi di «voluntary disclosure» per l’emersione di somme depositate all’estero, e con diverse soglie.
L’unico condono fin qui escluso (ma a lungo discusso) è quello sulle somme in contanti, già oggetto di un duro scontro nella maggioranza che sosteneva il governo Renzi.
Il colpo di spugna sui reati tributari non è tecnicamente un condono perché le somme dovute sono quelle oggetto dei mancati versamenti.
Ma la sostanza non cambia: per l’ennesima volta l’Italia sceglierà di cancellare ogni pendenza fino a mille euro e la punibilità per gravi reati tributari e senza soglia, già esclusa per le somme inferiori ai centomila euro.
Secondo le ricostruzioni con fonti di governo, uno dei ministri più in difficoltà in questo momento è il vicepremier Antonio Tajani, il quale nei mesi scorsi al Parlamento di Strasburgo si è speso per l’approvazione di una direttiva per il contrasto alle frodi fiscali.
La direzione però è decisa, e nessuno nella maggioranza sembra contrario alla cosiddetta «tregua fiscale», uno dei tanti eufemismi usati dalla politica per giustificare il perdono verso chi froda il sistema fiscale. La maggioranza replica che occorre dare risposte a chi durante la pandemia «non ce l’ha fatta» e aggredire un contenzioso da quasi mille miliardi di euro. E poco importa se dentro ci sono somme non riscosse da defunti o la punizione dei grandi evasori.
(da La Stampa)
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