“NON TOGLIETECI LE INTERCETTAZIONIâ€: IL PRESIDENTE DELLA CASSAZIONE LANCIA L’APPELLO ALL’INAUGURAZIONE DELL’ANNO GIUDIZIARIO
RIVENDICATA L’AUTONOMIA DELLA MAGISTRATURA, L’OBBLIGATORIETA’ DELL’AZIONE PENALE E L’IMPORTANZA DELLO STRUMENTO DELLE INTERCETTAZIONI….”SIAMO AL SERVIZIO DEI CITTADINI, NON DEL POTERE POLITICO, AI GIUDICI SI DEVE RISPETTO”…GLI ORGANICI SONO SCOPERTI DA ANNI
Lo scandalo Ruby e gli attacchi frontali ai magistrati sono i fantasmi che aleggiano in Cassazione dove ieri si è inaugurato per la centesima volta, l’anno giudiziario generale, mentre oggi ci saranno le cerimonie nei vari distretti.
È il presidente Ernesto Lupo, senza alcun riferimento esplicito ma evidente allo stesso tempo, che difende la Procura di Milano.
Lo fa rivendicando l’autonomia della magistratura, l’obbligatorietà dell’azione penale e l’importanza delle intercettazioni di cui l’ultima inchiesta su Berlusconi è piena.
A chiare lettere, dato il ruolo diverso, si esprime a favore dei colleghi milanesi, il segretario dell’Anm, Giuseppe Cascini, che se la prende anche con Il Giornale per l’attacco personale a Ilda Boccassini.
Nella sua relazione, il presidente Lupo assicura che “i magistrati continueranno ad adempiere alle loro funzioni con serenità e con impegno”.
E come se rispondesse alle dichiarazioni del presidente del Consiglio dai toni intimidatori (quei pm vanno puniti) aggiunge che i magistrati proseguiranno a essere “fedeli al modello di giudice capace, per la sua indipendenza, di assolvere un cittadino in mancanza di prove della sua colpevolezza, anche quando il sovrano o la pubblica opinione ne chiedono la condanna, e di condannarlo in presenza di prove anche quando i medesimi poteri ne vorrebbero l’assoluzione”…
Per indagare con buoni risultati, rileva Lupo, le intercettazioni sono uno strumento fondamentale senza il quale “le armi da opporre alla criminalità organizzata sarebbero non soltanto spuntate ma prive di qualsiasi efficacia”. L’alto magistrato smentisce anche il ministro Angelino Alfano: non è vero che l’arretrato delle cause civili è calato del 4% ma dello 0,8%.
Quanto alla scopertura dell’organico delle toghe, è “ frutto di ritardi con cui a partire dal 2002 sono stati banditi i concorsi per l’ingresso di nuovi magistrati”. Anche il procuratore generale Esposito denuncia come la situazione della giustizia si stia trasformando in una situazione “quasi di insolvenza per lo Stato”.
E Lupo ricorda che “gli effetti di tali ritardi non sono stati ancora superati dall’impegno del ministro”.
Ma per Alfano sono “l’incapacità di fare squadra e le resistenze corporative” che hanno “ostacolato i tentativi di riforma del sistema giudiziario italiano” e punta il dito contro “le rendite di posizione, i privilegi duri a morire, le posizioni di retroguardia che si limitano a ostacolare ogni proposta bollandola a priori come inefficace”.
Diametralmente opposto l’intervento del vicepresidente del Csm, Michele Vietti. Facendo riferimento all’“attualità dirompente” che vede ancora una volta la “contrapposizione” tra politica e giustizia, dice che “ai giudici si deve rispetto, un rispetto talora troppo trascurato”.
Poi si rivolge a Berlusconi, senza nominarlo: “È nel processo che si incarna lo stato di diritto e si assegnano torti e ragioni”…
A margine della cerimonia della Suprema corte è il segretario dell’Anm, Cascini che risponde agli attacchi contro la magistratura, soprattutto del premier: “Noi non siamo in guerra con nessuno, ma applichiamo la legge e chi non vuole che questo principio valga per tutti ci aggredisce”.
Con riferimento alla campagna del Giornale e parlando esplicitamente della pm Boccassini, dichiara che nei suoi confronti “c’è stata la pubblicazione arbitraria di atti di un procedimento disciplinare vecchio di trent’anni (e archiviato, ndr). Si tratta di una barbarie inaccettabile, che respingiamo con fermezza”.
Anche Cascini assicura che “la magistratura continuerà a svolgere il suo lavoro con serenità , nel pieno rispetto delle regole” ma “aggressioni e campagne denigratorie di questo tipo fanno tremare le vene ai polsi di chiunque”.
Proprio la pubblicazione sul quotidiano della famiglia Berlusconi di atti riservati del Csm, su Boccassini, stanno provocando dentro al Consiglio un piccolo terremoto.
A chiedere quel fascicolo è stato il membro laico della Lega, Matteo Brigandì che però nega di averlo passato al Giornale: “L’ho solo letto un quarto d’ora e l’ho restituito” e chiede che venga fatta chiarezza sulla vicenda.
Il togato di Magistratura democratica, Vittorio Borraccetti, invece, vorrebbe che il comitato di presidenza investisse la Procura di Roma: sarebbe “un fatto di gravità enorme se la divulgazione di quegli atti riservati fosse avvenuta da parte di qualcuno al Csm, a maggior ragione da parte di un consigliere”. Borraccetti non fa nomi ma rileva che “al Csm tutti gli accessi agli atti vengono registrati, quindi si può provare facilmente chi ha avuto accesso nei giorni precedenti alla pubblicazione del Giornale”…
Antonella Mascali
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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