Luglio 20th, 2009 Riccardo Fucile
IL PACCO SICUREZZA DELLA LEGA STA CREANDO LO SFASCIO AL NORD… INSORGE L’UNIONE ARTIGIANI A DIFESA DI 10.000 LAVORATORI ORA A RISCHIO ESPLUSIONE, VITTIME DEL DECRETO FLUSSI … “SONO INDISPENSABILI PER FAR FUNZIONARE MIGLIAIA DI AZIENDE”… MA LE DOMANDE SONO FERME DA ANNI PER LA STUPIDITA’ DELLA POLITICA E LA DEMAGOGIA DI QUALCHE PARANOICO
Altro che badanti e colf, non sono solamente le famiglie e gli anziani assistiti da straniere non in regola a essere preoccupati per le conseguenze dell’introduzione del reato di clandestinità per gli immigrati senza permesso di soggiorno.
Tra chi si sta incazzando con il governo per il “pacco” sicurezza e chiede misure urgenti e straordinarie per limitare gli effetti disastrosi della follia leghista ci sono ora anche migliaia di piccole imprese artigiane della “padana” Milano, che rischiano di ritrovarsi di colpo senza manodopera.
A lanciare l’allarme è l’Unione degli Artigiani della provincia di Milano che ha stimato in almeno 10.000 i lavoratori a rischio di espulsione.
“Si tratta di addetti impiegati in attività artigiane che attendono di essere inseriti regolarmente nelle aziende dove già operano – spiega il segretario – e che sono assolutamente indispensabili per far funzionare migliaia di aziende nella sola provincia di Milano”.
Complice la “crisi vocazionale” dei giovani italiani, che sempre più raramente si avvicinano alle attività manuali e a un settore che offre pure ottime prospettive di carriera e di guadagno, i lavoratori stranieri rappresentano ormai una risorsa irrinunciabile per quasi tutte le imprese artigiane.
Basti pensare al settore del’edilizia, dove il 40% delle aziende si avvale di personale straniero, o a quelli della produzione meccanica e dei servizi di pulizia dove la percentuale è di poco inferiore, trattandosi di lavori che gli italiani rifiutano, nonostante il periodo di crisi. Continua »
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Luglio 20th, 2009 Riccardo Fucile
TANTO VALEVA ALLORA FARLO SUBITO… LE 2.267 CASETTE PROMESSE NON SARANNO PRONTE A SETTEMBRE E AL MASSIMO ACCOGLIERANNO 12.000 SFOLLATI… E GLI ALTRI 28.000 DOVE SI METTONO? DI CASETTE CE NE VORREBBERO 11.000… PER SALVARE LA FACCIA SI VORREBBE ALLOGGIARNE MOLTI NELLA CASERMA DI COPPITO, PER POTER CHIUDERE LE TENDOPOLI A USO TV
Facciamo una premessa: quello che si sta facendo per i terremotati
all’Aquila, tra qualche errore giustificabile nell’emergenza, è apprezzabile. La nostra Protezione civile nella prima fase ha retto benissimo le conseguenze del sisma, dimostrando un’elevata professionalità .
Ci dispiace solo che questo organismo che dovrebbe essere “super partes”, rappresentando l’Italia tutta, tenda talvolta ad avere un atteggiamento compiacente verso il governo di turno, avallando ipotesi e soluzioni irrealizzabili.
E andiamo al problema: è stato un errore promettere quello che non si sarebbe potuto mantenere. Sia quando, subito dopo il sisma, il premier aveva promesso per settembre che “tutti sarebbero stati in una casa” (anche perchè a settembre all’Aquila fa freddo), sia ancora in questi giorni quando si parla di settembre come data ultima per eliminare le tendopoli, iniziando a consegnare le 2.267 casette prefabbricate (consegna ultimata a novembre, secondo le previsioni). Continua »
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Luglio 20th, 2009 Riccardo Fucile
LA CORTE DEI CONTI AVEVA CONDANNATO I GESTORI DELLE SLOT A PAGARE 90 MILIARDI DI EURO PER TASSE NON PAGATE, CONTRATTI NON RISPETTATI E INTERESSI… IMPLICATI CONCESSIONARI LEGATI A PARTITI…ORA UN EMENDAMENTO DEL PDL STA PER FAR PASSARE UNA SANATORIA VERGOGNOSA…
CON 90 MILIARDI LO STATO AVREBBE PAGATO 8 RICOSTRUZIONI DELL’ABRUZZO
La vicenda parte da una brillante inchiesta giornalistica condotta da Marco Menduni del “Secolo XIX” a fine maggio 2007, a seguito della quale un comitato parlamentare, presieduto dall’allora sottosegretario alle Finanze, Alfiero Grandi, punta il dito contro il mondo delle slot machines e delle sue mille anomalie.
Contemporaneamente un’indagine della Guardia di Finanza fa i conti in tasca alle dieci concessionarie finite nel mirino della Corte dei Conti.
Il conto richiesto à salato: 90 miliardi di euro, una cifra pari a 4-5 leggi finanziarie.
In pratica il gioco era questo: nella prima fase di “regolarizzazione” delle macchinette, una buona parte e per un lungo periodo non fu mai collegata al sistema di controllo dello Stato e quindi i concessionari non versarono mai la quota di spettanza, determinando una evasione fiscale enorme. Continua »
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