Settembre 7th, 2009 Riccardo Fucile
“SOGNAVAMO: UN GIORNO USCIREMO DALLE TENDE PER TORNARE A CASA. QUEL GIORNO E’ ARRIVATO, MA SI VA’ DA UN’ALTRA PARTE ( ALBERGO O CASERMA) AD ASPETTARE IL RITORNO A CASA”… PER CHIUDERE LE TENDOPOLI NON SI BADA A SPESE: ALBERGHI, CASE SFITTE E CASERMA DI COPPITO…SI SAPEVA CHE LE CASETTE NON SAREBBERO BASTATE MA IL GOVERNO NON PUO’ PERMETTERSI UNO SPOT NEGATIVO…. AMAREZZA DEI TERREMOTATI
La tendopoli di Piazza D’Armi, la più grande dell’Aquila (1.800 sfollati subito dopo il sisma, 1.050 adesso) è arrivata alla fine. La grande città di tela blu entro fine mese non esisterà più.
Dice una sfollata: “Per tanti giorni e tante notti abbiamo pensato a questo momento, lo abbiano anche sognato. Ci dicevamo: sarà dura, ma un giorno usciremo dalle tende e potremo rientrare in una casa. Quel giorno è arrivato, ma c’è un problema: non si rientra a casa, si va da un’altra parte (hotel, residence, caserma) anche distante dall’Aquila, ad aspettare ancora il ritorno a casa e chissà per quanto tempo”.
E’ per queste ragioni che in Piazza D’Armi, pieno centro della città , nessuno fa festa, qualcuno semplicemente piange di fronte a un futuro sempre più incerto e agli ordini perentori della Protezione civile che, tenda per tenda, informa della novità .
La tendopoli va smantellata per ordini superiori, tutti avranno una sistemazione altrove.
Berlusconi non può permettersi, dopo aver promesso una casetta per tutti, con biancheria profumata, frigo pieno di leccornie e spumante italiano, prima entro i primi di settembre, poi entro fine settembre, poi entro novembre e ora entro Natale, che una troupe televisiva non allineata riprenda terremotati al gelo accampati, nel freddo autunno aquilano, nelle tende.
E mentre, a causa delle scosse, anche chi è stato costretto a rientrare nella propria casa dichiarata agibile, continua nei fatti a dormire nel camper in cortile, per paura di un crollo, si scopre che molte case che avrebbero necessitato, secondo una prima analisi, di minimi interventi, in realtà hanno bisogno di lavori lunghi e impegnativi.
E slitta quindi per molti la possibilità di rientrare nella propria abitazione.
Una nota dei Comitati degli sfollati sottolinea: “Dopo mesi di tenda, ora vogliono “deportare” la maggioranza degli aquilani fuori provincia. Dopo mesi di promesse, la ricostruzione delle nostre case è ancora ferma al 6 aprile: lo si sapeva da tempo, ma non è stato fatto nulla per evitarlo”.
E inizia l’esodo obbligato verso centri come Avezzano, Luco dei Marsi, Tagliacozzo, Assergi. Lontano dalla vista, lontano dal cuore ( della polemica). Continua »
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Settembre 7th, 2009 Riccardo Fucile
L’AMICIZIA CON LA LIBIA “E’UNA OCCASIONE PER LE AZIENDE ITALIANE”: FORSE ANCHE PER FININVEST? …MA E’ COMPATIBILE CON IL RUOLO DI PRESIDENTE DEL CONSIGLIO CHE REGALA 5 MILIARDI DI EURO A GHEDDAFI, FARE POI AFFARI PRIVATI CON LUI?…PERCHE’ SILVIO E’ ANDATO A TRIPOLI A VISITARE LA REDAZIONE DI NESSMA, CANALE SATELLITARE DI CUI POSSIEDE IL 50%?
Le rivelazioni arrivano da Londra, e sono solo una conseguenza dei sospetti della stampa inglese in relazione alle polemiche nate in relazione della recente visita di Silvio Berlusconi a Tripoli, in occasione della posa della prima pietra dell’autostrada che l’Italia ha regalato a Gheddafi.
Si ritorna quindi all’insolito regalo di 5 miliardi di euro che il nostro Governo ha fatto al leader libico per i presunti danni di guerra ( quella di 100 anni fa) che peraltro Gheddafi ha già riscosso almeno altre 3 volte dai vari governi che si sono succeduti nel nostro Paese.
Una farsa, a detta di molti, una “cocca” per far sparire qualche immigrato all’origine e facendo fare il lavoro sporco alla Libia, a detta dei meglio informati.
Ma ecco che attraverso un intreccio neanche troppo velato di società , emerge una vicenda che getta ombre sull’amicizia italo-libica e che riguarda gli affari commerciali.
Non quelli che Berlusconi avrebbe annunciato come una “grande possibilità per le aziende italiane di operare in Libia in situazioni privilegiate”, ma quelli che lo riguarderebbero in prima persona.
E la stampa britannica delinea un rapporto commerciale tra interessi e società legate a Gheddafi e quelle riconducibili al premier italiano.
Con importanti e recenti acquisizioni e partneriati. Continua »
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Settembre 7th, 2009 Riccardo Fucile
IL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI GENOVA FIRMA L’APPELLO IN DIFESA DELLA LIBERTA’ DI STAMPA … E DICE: “LA DENUNCIA DI BERLUSCONI CONTRO “REPUBBLICA” E’ UN ATTO GRAVISSIMO CONTRO CHI HA ESERCITATO UN DIRITTO E UN DOVERE DI INFORMAZIONE, LEDE IL PRINCIPIO DI LIBERTA’ E MINA LA POSSIBILITA’ DI CONFRONTO E GIUDIZIO”… MA ALLORA COME MAI QUANDO ABBIAMO SEGNALATO LE ANOMALIE DEI CONCORSI IN PROVINCIA CI HA CITATO PER DANNI ? … QUANDO RIGUARDA LUI, L’ETICA NON VALE?
Ma che bella coerenza ha il presidente della Provincia di Genova, Alessandro Repetto. Di fronte alla richiesta danni al tribunale civile, nella causa intentata da Silvio Berlusconi contro il quotidiano “Repubblica”, non ha resistito dal prendere carta e penna e, in un sublime momento di enfasi, ha “scordato il suo passato” (siamo a Genova, paisà ) ed è partito lancia in resta in difesa del diritto di critica, della libera espressione e della libertà di stampa.
Ecco un estratto delle nobili righe dirette ad Ezio Mauro e pubblicate sul quotidiano “Repubblica”: “Ho firmato l’appello in difesa della libertà di stampa e pensavo fosse già grave trovarci nelle condizioni di intervenire per difendere un valore così fondamentale e rappresentativo della democrazia. La denuncia da parte di Silvio Berlusconi a “Repubblica” per aver esercitato un diritto e un dovere di informazione giornalistica è un atto gravissimo che lede i basilari principi della libertà , che mira a sottrarre la possibilità di confronto e giudizio, che, in totale spregio all’etica, rinnega e anzi calpesta quell’onestà morale e intellettuale che un politico è tenuto a rispettare e ad esprimere”.
Quindi apprendiamo che il presidente della Provincia è schierato giustamente per la libertà di stampa e di critica, è favorevole alle inchieste giornalistiche e alle denunce di comportamenti anomali, non ama chi censura la stampa e chi pone in essere atti giudiziari intimidatori nei confronti di chi scrive, in quanto il valore della democrazia è superiore a qualsiasi altra esigenza di riservatezza. Continua »
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