Ottobre 1st, 2009 Riccardo Fucile
ANCHE SE IL LIVELLO DEI PREZZI IN MERIDIONE RIMANE ANCORA INFERIORE AL NORD, IL REDDITO AL SUD E’ DEL 36% IN MENO RISPETTO A UN LAVORATORE SETTENTRIONALE… SU ALIMENTI E BEVANDE I PREZZI AL SUD SONO CRESCIUTI DEL 39,2%, SUI CAPI DI ABBIGLIAMENTO DEL 36,6% E SUI TRASPORTI DEL 36,4%… ALTRO CHE GABBIE SALARIALI
Se è vero che chi si lamenta di più in Italia trova spesso più credito di chi tace, la regola ha trovato recentemente applicazione nel campo sociale.
Non è un caso che esistano disoccupati di serie A e altri di serie B, lavoratori che godono della cassa integrazione a altri no, precari mai stabilizzati che non hanno diritto mai a nulla, nonostante le promesse “non lasceremo indietro nessuno”.
Ci sono italiani che più che essere indietro, ormai sono finiti nel fossato e non li vede più nessuno. Sono stati calcolati in oltre 6 milioni i lavoratori che non godono di alcun ammortizzatore sociale. In compenso vi sono forze politiche che, prive di una visione globale, pensano solo a tutelare categorie limitate e locali, auspicando la reintroduzione delle gabbie salariali.
Invece che pagare di più che lavora meglio e produce di più, si dovrebbe pagare di più in base all’appartenenza regionale.
Sulla base dell’equazione “costo della vita più alto = salario più elevato”.
Ma spesso i ragionamenti si fanno ( in malafede) senza avere i dati reali sotto mano.
Vediamo qualche dato.
Negli ultimi 10 anni i prezzi al Sud hanno subito un aumento superiore alla media nazionale e ad altre zone del Paese.
Anche se nel Mezzogiorno il livello generale dei prezzi rimane inferiore ancora rispetto al Nord, determinando un costo della vita inferiore. Continua »
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Ottobre 1st, 2009 Riccardo Fucile
DIECI REGIONI FANNO RICORSO ALLA CORTE COSTITUZIONALE CONTRO LA LEGGE DEL GOVERNO, ALTRE CINQUE SONO PER IL NO, COMPRESE QUATTRO DI CENTRODESTRA… SE SI TOLGONO QUELLE NON ADATTE COME TERRITORIO, RIMANGONO SOLO LOMBARDIA E FRIULI… SI FACCIA DECIDERE IL POPOLO ITALIANO CON UN REFERENDUM, DOPO UN SERIO DIBATTITO
Sul tema antico delle fonti energetiche e in particolare sul ritorno al nucleare l’Italia dimostra di dividersi.
Non è stato sufficiente l’imput governativo secondo cui “senza nucleare non c’è futuro” e la predisposizione delle norme relative per una ripresa della costruzione di centrali nucleari, a placare l’opposizione latente nel Paese.
In parte umorale, ma in parte anche documentata e tecnica.
Dato che nel concreto poi le centrali da qualche parte occorre collocarle, molte Regioni si sono espresse sul tema.
Ebbene la geografia politica è andata a farsi benedire, se è vero come è vero che attualmente la posizione è la seguente: ci sono ben 10 regioni che hanno addirittura deciso di far ricorso alla Corte Costituzionale contro la legge che sancisce il ritorno delle centrali.
Due che, pur rinunciando al ricorso, si sono dichiarata indisponibili ad accoglierle.
Tre che hanno ormai deciso per il no che ufficializzeranno a breve. In totale siamo a quindici.
E il ricorso alla Corte non è formale, ma ci si chiede se il governo possa decidere di costruire una centrale nucleare contro il parere della Regione che è l’ente a cui è affidata la tutela dell’ambiente e del territorio. Continua »
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Ottobre 1st, 2009 Riccardo Fucile
SECONDO IL MINISTERO SI SAREBBERO DOVUTE REGOLARIZZARE 700.000 BADANTI E COLF, ALLA FINE SONO STATE 266.000… MARONI ORA CAMBIA VERSIONE E DICE CHE LE PREVISIONI ERANO DI 300.000…PECCATO CHE IL TESTO DI LEGGE FOSSE COMPLETAMENTO SBALLATO COME AL SOLITO (LIMITI DI REDDITO, 20 ORE SETTIMANALI)
E’ormai come sparare sulla Croce Rossa: a parlare del peggior ministro degli Interni dell’Italia repubblicana non si sa più se ridere o piangere.
Autore del più umoristico “pacco” agli Italiani, non quelli che la sera apre Max Giusti su Rai1, dove almeno gli italiani guadagnano qualche euro, ma quello denominato “pacco sicurezza”, non si era neanche inizialmente accorto che dichiarando clandestino anche il gatto di casa, aveva finito per rendere “espellibili” anche quelle badanti e colf che da anni assistono gli anziani pure nella Padagna del magna magna.
Richiamato all’ordine da una miriade di elettori leghisti incazzati, scesi dalla carrozzella e pronti a spaccargli il bastone in testa, aveva dovuto ammettere alla sanatoria le odiate badanti.
E il suo Ministero aveva trionfalmente annunciato che a settembre 700.000 badanti e colf irregolari sarebbero state messe in regola.
L’estate, come la notte, porta consigli e dopo due mesi ecco la legge pronta: un guazzabuglio di norme e paletti che ci sono voluti giorni per capirci qualcosa persino ai patronati, tutta una serie di vincoli deliranti e alla fine la montagna ha partorito il topolino: le richieste sono state appena 266.000, un terzo del previsto.
Che fa allora il buon sassofonista?
Non potendo alzare il numero delle adesioni, non gli restava che abbassare il livello delle previsioni.
Il gioco delle tre tavolette è fatto: le previsioni non erano di 700.000, ma di 300.000. Continua »
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