Novembre 6th, 2009 Riccardo Fucile
DOPO TRE MESI DAL DECRETO, IN TUTTA ITALIA SONO APPENA SEI LE DOMANDE DI AUTORIZZAZIONE….I SINDACATI DI POLIZIA: FALLIMENTO ANNUNCIATO….LA MANCANZA DI FINANZIAMENTO E IL DIVIETO DI APPARTENENZA A PARTITI TRA LE CAUSE DEL FLOP….E’ STATO IL SOLITO SPOTTONE USO GONZI
Ci vorrebbe una trasmissione speciale della Sciarelli per cercare “chi le ha viste”: a tre mesi dal decreto Maroni, con cui erano state legalizzate le ronde dei “volontari per la sicurezza”, di volontari non se ne sono visti.
Le richieste di iscrizione alle prefetture locali sono vicine allo zero, più precisamente sono sei: tre a Roma, una a Milano, una a Oderzo e una a Bolzano.
Il decreto dell’8 agosto mirava a regolamentare il fenomeno delle ronde “fai da te”, prevedendo appositi albi presso le prefetture e rigidi requisiti per gli aspiranti volontari.
Se prima dell’entrata in vigore del decreto si potevano censire circa 70 ronde attive sul territorio nazionale (17 solo in Lombardia, 10 in Veneto), ora sono solo sei in tutta Italia le associazioni di aspiranti rondisti che hanno chiesto il riconoscimento ufficiale.
A dimostrazione che la cosa non interessa a nessuno.
A Milano la sola domanda presentata è dell’associazione poliziotti italiani, un nucleo di agenti in congedo che opera già da un anno nelle periferie e sul metro’.
Secondo alcuni c’è il rischio che molte delle ronde attive non chiedano un riconoscimento ufficiale e continuino ad agire in modo informale sul territorio. Ma dall’ 8 febbraio saranno fuorilegge, in quanto saranno autorizzate solo quelle associazioni che hanno fatto domanda e che hanno seguito un iter preciso, comprendente un corso di formazione.
Fermo restando che dovranno poi essere i sindaci, in quanto detentori del potere di sicurezza urbana, a proporre al prefetto l’impiego delle associazioni iscritte negli appositi elenchi.
I sindacati di polizia hanno commentato la notizia con soddisfazione: “E’ un flop annunciato, la dimostrazione che è bastato far inserire nel testo il divieto di finanziamenti privati e di collegamento con formazioni politiche” per far scappare gli aspiranti rambo.
“Tentazioni ben presenti tra gli aspiranti rondisti”, sostengono i sindacati di polizia che ribadiscono: ” La Costituzione rispecchia quello che è il sentimento profondo degli italiani, ovvero che la sicurezza non può che essere affidata allo Stato”. Continua »
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Novembre 6th, 2009 Riccardo Fucile
GUARDATE QUESTA FOTO: SARESTE RIENTRATI VOI IN CASA A TRE METRI DA QUESTA FAGLIA? IN UNA CASA SENZA NEANCHE IL GAS?… EPPURE ERA STATA CLASSIFICATA AGIBILE, ANCHE SE TUTTE QUELLE VICINE SONO E ED F, GRAVEMENTE LESIONATE…IL 26 OTTOBRE ERA STATO MANDATO VIA DALLA TENDOPOLI
Paganica è una frazione dell’Aquila, poche case sulle alture. Alfonso Tursini aveva 64 anni, era uno che non si arrendeva: aveva cominciato a lavorare a 12 anni e fino a 38 aveva giocato a rugby, era il capitano quando il Paganica conquistò la serie B.
Ha trovato la morte dentro un piccola roulotte, ucciso dal gas di una stufetta difettosa.
I TG nazionali hanno dato la notizia precisando che non “aveva voluto rientrare nella sua casa dichiarata agibile”, quasi che la morte se la fosse andata a cercare.
Guai a sollevare dubbi o critiche sulla gestione del post-terremoto: tutto funziona perfettamente, è la parola d’ordine.
I nostri articoli documentati e scomodi hanno dimostrato ben altre verità , a cominciare dal fatto che non è neanche vero che in Abruzzo si siano consegnati i primi moduli abitativi temporanei a tempo di record: rispetto ad altri sismi, la “tempestività ” di quello abruzzese si colloca al quarto posto.
Se si fosse scelta la strada delle casette di legno, quelle fornite ad Onna dalla provincia di Trento, per capirci, adesso tutti i terremotati avrebbero una casa, invece di vivere nelle tendopoli o negli alberghi.
Si è voluto “pompare” una messa in scena mediatica, a base di lenzuola ricamate, frigo pieni e torte omaggio, neanche fossimo in una fiction televisiva.
Ancora due giorni fa grande festa mediatica, con la presenza del premier, per consegnare sapete quanti appartamenti? Sedici.
E qualcuno parlava di 300 consegna alla settimana.
Ma ritorniano ad Alfonso Todini e alla sua “ostinazione” a non voler rientrare nella casa agibile e ricostruiamo la verità scomoda.
Il pensionato lo aveva spiegato cento volte agli uomini della Protezione civile: non riusciva a capire come la sua casa avesse potuto essere classificata A come agibile, a tre metri da una faglia che spacca la strada, una casa senza nemmeno l’allaccio del gas.
Una faglia che ha spaccato il giardino, l’asfalto, i muri di cemento, l’acquedotto e le tubature del gas.
Nel contesto di altre case, tutte su una scarpata, e tutte classificate E o F , ovvero gravemente lesionate. Continua »
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Novembre 6th, 2009 Riccardo Fucile
L’EX GOVERNATORE DEL LAZIO GUADAGNAVA 10.566,89 EURO AL MESE, NE PAGAVA QUASI 7.000 DI MUTUO PER DIVERSI APPARTAMENTI…. GLI RIMANEVANO 2.200 EURO AL MESE, COME FACEVA A PAGARE ANCHE 5.000 EURO PER I FESTINI?… CHE ALTRE ENTRATE AVEVA?
Nessuna verità è ancora ritenuta “investigativamente attendibile”: così la pensano i magistrati romani che stanno lavorando sul Marrazzo-gate, convinti che l’ex governatore non abbia detto tutta la verità .
In effetti finora Marrazzo ha cambiato parecchie versioni, dalla prima con cui negava persino di essere stato ricattato e l’esistenza del video, per passare a quella del non uso di cocaina che invece ora ha ammesso.
Ma sono ancora troppe le cose che non tornano.
Quello che sta emergendo è una serie di incontri in cui Marrazzo pagava fino a 5.000 euro la compagnia del trans di turno e l’uso saltuario di cocaina.
Ma la sua situazione patrimoniale, pur florida, non gli poteva consentire un tale tenore di vita.
Marrazzo infatti aveva investito tutti i suoi risparmi nell’acquisto di immobili per i quali pagava complessivamente ogni mese alle banche 6.993,35 euro. Sono dati ufficiali ovviamente, riportati da qualche giornale, dopo una precisa ricerca.
Ma vediamo quali erano le entrate dell’ex governatore: lo stipendio come presidente della Regione ammontava a 10.566,89 euro netti mensili (comprende l’indennità da consigliere di 4.252,35 euro, quella di presidente di 2.311,43 euro, la diaria di 4.003,11 euro).
Dalla Rai Marrazzo non percepisce reddito, essendo in aspettativa non retribuita.
La moglie Roberta è da anni una giornalista precaria Rai , con contratto a tempo determinato di 9 mesi, con Linea Notte del TG3 e con uno stipendio di 1.532 euro al mese.
Le entrate complessive quindi della famiglia ammontano a 12.098,89 euro. Vediamo le uscite: Marrazzo ha 4 case, una vicino a San Felice Circeo al 50%, una a Riano dove abita con la seconda moglie Roberta e due a Vigna Clara.
La casa al mare è frutto dell’eredità dei suoi genitori e paga solo l’Ici.
La prima casa è stata comprata con un mutuo ventennale da 450.000 euro concesso da Unipol nel 2003, ma nel 2008 Marrazzo ha versato alla banca 300.000 euro e ha liberato la casa dalla ipoteca. Continua »
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