Dicembre 3rd, 2009 Riccardo Fucile
SECONDO IL MINISTRO, PUBBLICARE I COMPENSI NEI TITOLI DI CODA SERVIREBBE A “CONTROLLARLI”: E DOPO CHE LI ABBIAMO CONTROLLATI CAMBIA QUALCOSA? …. IL SOLITO SPOT DEMAGOGICO: INVECE CHE RIDURLI, LO SPETTATORE LI LEGGE E SI INCAZZA PURE
Occorre riconoscere al ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta, una grande fantasia da paraculo: riesce a far diventare uno spottone qualsiasi banalità che si sogna la notte e ipotizza ai media di giorno.
Tanto gente che abbocca ne trova sempre, e le sue trovate vengono amplificate, garantendogli la nomea (solo quella) di gran moralizzatore.
La gente è scandalizzata da quanto percepiscono certi personaggi dello spettacolo?
Diamo loro in pasto, ma solo alla fine della trasmissione in Rai, perchè se glielo dici prima magari si incazzano e cambiano canale, la cifra che guadagna un presentatore, un attore, una velina, facciamo scorrere nei titoli di coda i quattrini che la Rai elargisce, e la “trasparenza” è assicurata.
Il popolo felice va a letto sereno se conosce il compenso dei conduttori del programma che ha appena visto.
Non è chiaro se la cifra deve indicare il contratto globale annuale o quello diviso per singolo programma, in ogni caso già immaginiamo le critiche. Peccato che Brunetta dimentichi che pubblicare i compensi non equivale a controllarli, a quello ci dovrebbe pensare la Rai e i suoi referenti politici, Brunetta compreso.
Il povero cittadino, quando ben ha “controllato” quanto guadagnano tizio e caio, poi che fa? Cosa cambia?
Al massimo maledice di aver pagato il canone.
Non glielo ha certo firmato lui il contratto, a certi big dello spettacolo.
Se poi uno vuole solo sapere quanto guadagna qualche conduttore, eccolo servito, senza bisogno di titoli di coda.
Fabio Fazio per “Che tempo che fa” prende 2.185.000 euro, Bruno Vespa per “Porta a Porta” 1.780.000 euro, Simona Ventura per “Quelli che il calcio” 1.800.000, Milly Carlucci per “Ballando sotto le stelle” 1.200.000 euro, Michele Santoro per “Anno Zero” 600.000 euro. Continua »
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Dicembre 3rd, 2009 Riccardo Fucile
IL DOCENTE GENOVESE DI ECONOMIA DEI TRASPORTI LO HA ANNUNCIATO IERI: “PREFERIREI CHE IL PREMIER DIMOSTRASSE LA SUA INNOCENZA NEI PROCESSI” …. “NON MI PIACE L’EQUIPARAZIONE DEL REATO DI IMMIGRAZIONE CON QUELLI DI MAFIA E TERRORISMO”…”SO CHE QUESTE CONSIDERAZIONI NON SARANNO GRADITE, MA NON SONO IL SOLO A PENSARLA COSI'”
Genovese, 47 anni, senatore del Pdl dallo scorso aprile, professore di Economia dei Trasporti
all’Ateneo genovese, Enrico Musso non tradisce la sua origine “liberale”.
Colui che due anni fa raccolse a Genova, da candidato sindaco, il 46% dei voti, sfiorando la vittoria contro la candidata sindaco Marta Vincenzi (Pd), è considerato un grande patrimonio per il centrodestra genovese, ma anche un “cane sciolto”, capace di ragionare con il proprio cervello, senza subire i condizionamenti della dirigenza locale, con la quale è entrato in conflitto più di una volta.
Ha creato da poco la fondazione “Oltremare”, quasi a delineare la vastità degli orizzonti politici, ed è considerato moderato, laico e dialogante, una minaccia per gli avversari e un personaggio scomodo per gli alleati.
Ieri ha rilasciato un intervista al “Secolo XIX”, dichiarando che voterà no al processo breve, in discussione al Senato.
In tempi di clima da caserma e di liste di proscrizione, in cui taluni vorrebbero cacciare anche il co-fondatore del partito per lesa maestà , è innegabile che la presa di posizione del sen. Musso sia destinata a lasciare il segno.
“Se il testo resterà quello che oggi è in esame alla commissione giustizia, il mio voto sarà contrario. Ci sono cose che non mi piacciono, una è quella di aver equiparato il reato di immigrazione clandestina a quello di mafia e terrorismo, ma soprattutto questo disegno di legge confonde l’obiettivo con lo strumento, non predispone nulla per rendere più efficace il meccanismo giudiziario” dichiara Musso al giornale. Continua »
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Dicembre 3rd, 2009 Riccardo Fucile
MA QUALE RISPETTO DEL PROGRAMMA? QUELLO INAPPLICATO? O FORSE LO HANNO SCAMBIATO PER QUELLO DELLA LEGA?…. E DOVE MAI SI PARLAVA DI PROCESSO BREVE, IMMUNITA’, PRESCRIZIONI, SCUDO FISCALE? …DOVE SONO FINITE LA LOTTA ALLA CASTA, L’ABOLIZIONE DELLE PROVINCE, LA RIDUZIONE DELLA TASSE, LE MISURE SOCIALI, IL DIVIETO DEI DOPPI INCARICHI?
Il nostro commento di ieri al fuori-onda del presidente della Camera, Gianfranco Fini, e le relative polemiche, pare abbiano suscitato un discreto vespaio: centinaia di collegamenti, ivi compresi giornali, direzione del Pdl, istituzioni e lettori vari.
Riteniamo quindi doveroso dare una risposta cumulativa a tanti che ci hanno scritto, dichiarandosi anche critici verso quanto da noi affermato.
Premesso che noi siano autonomi da vincoli partitici e non abbiamo gli occhi foderati di prosciutto, diciamo intanto a chi ci ha scritto, sostendendo che in An non c’era democrazia interna, non si svolgeva mai un congresso e decideva tutto Fini, che sfonda una porta aperta.
Però noi lo abbiamo scritto allora, non adesso.
Se a qualcuno non piaceva An, le sue tesi o la sua gestione poteva non entrarci (come abbiamo fatto noi) o andarsene.
Un po’ di coerenza su: troppo comodo criticare Fini ora, quando non avete avuto le palle di dirgli le cose in faccia per convenienza.
Noi abbiamo sempre fatto opposizione a Fini e ne abbiamo pagato giustamente le conseguenze: altri gli pulivano le scarpe al suo passaggio per avere qualche poltroncina e ora fanno gli indignati.
Seconda considerazione: noi guardiamo a quello che uno sostiene come tesi politiche al momento e come tali le valutiamo.
Fini è incoerente, ha cambiato idea?
Giusto: ma allora qualcuno ci spieghi che coerenza avrebbe Berlusconi che ha prima ha finanziato Craxi e poi è entrato in politica anche per tutelare le sue aziende, che coerenza avrebbe Capezzone che nel 2004 accusava il premier di aver pagato magistrati, quale un Bondi che militava nel Pci, quale chi è saltato sul carro di Forza Italia perchè Dc e Psi erano state seppelliti dalle tangenti, quale chi ha visto nel nuovo partito solo un modo di arrivare a una poltrona?
O forse fare parte dei quadri di Publitalia ed essere prestati alla politica era un segno di impegno sociale e civile?
Le palle raccontatele ad altri non a noi.
Altra critica: Fini poteva starsene fuori dal Pdl, cosa ci è entrato a fare per contaminarlo?
A parte che Fini per noi può fare quello che crede, come tutti, a qualche forzaitaliota sfugge un dettaglio: senza An , Forza Italia non sarebbe al governo a studiare processi brevi per il premier, sarebbe col suo 26-28% ad arrancare tra un’aula di giustizia e un’altra.
Tanto per essere chiari a chi è convenuta la “fusione a freddo”. Continua »
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