LE MULTINAZIONALI SCAPPANO DAL’ITALIA: ALL’ESTERO CONDIZIONI MIGLIORI
Dicembre 19th, 2009 Riccardo FucileLA TENARIS TAGLIA 1.000 DIPENDENTI A PIOMBINO E APRE IN ROMANIA, LA YAMAHA NE LICENZIA 67, LA SYSTEM PLAST 120 E VA IN GERMANIA…LA DOW TAGLIA 180 OPERAI A PORTO MARGHERA, THE NORTH FACE LICENZIA 120 PERSONE E DELOCALIZZA IN SVIZZERA, LA RUSAL A PORTOVESME LICENZIA 400 LAVORATORI
Pochi lo dicono, pochissimi lo sanno, al di là di coloro che ne rimangono direttamente vittime e i media locali: stiamo assistendo alla “grande fuga” delle multinazionali dal nostro Paese.
Cerchiamo di dare un quadro complessivo di quanto sta accadendo nel silenzio dei media nazionali.
La North Face, nota azienda di abbigliamneto, sta per chiudere uno stabilmento costruito appena 5 anni fa a Pederobba (Treviso), nonostante oltre due miliardi di dollari di fatturato.
La casa madre, la Vf Corporation sposterà gli uffici a Lugano, in Svizzera: il Paese elvetico è riuscito a offrire quello che l’Italia non è stata in grado di dare, ovvero servizi, energia a un costo inferiore del 30%, trasporti ferroviari, personale plurilingue, incentivi fiscali e una tassazioni inferiore al 28%.
Cosa siamo ancora in grado di offrire a una multinazionale attualmente in Italia?
Poco e nulla, tanto è vero che per quanto riguarda gli investimenti esteri diretti, il nostro Paese è ultimo in Europa e ci sono regioni come la Sicilia che nel 2008 hanno attirato le stese cifre del Mozambico.
Andiamo avanti nel quadro generale.
A Portovesme, in Sardegna, i vertici della Rusal hano deciso di chiudere l’Eurallumina, mandando a casa 400 lavoratori più 300 dell’indotto.
Nella regione, in crisi anche l’edilizia, con i danesi della Rochwool che hanno licenziato 200 lavoratori dell’impianto che produce lana di roccia.
A Bergamo invece la System Plast di Telgate ha deciso di spostare l’azienda in Germania per ragioni organizzative e fiscali e 120 lavoratori sono rimasti a spasso, salvo chi accetta di trasferirsi in Germania. Continua »