Dicembre 23rd, 2009 Riccardo Fucile ACCADE A CERESARA (MN), COMUNE CON SINDACO LEGHISTA… QUELLI DELLA SCUOLA PUBBLICA SONO IN PARTE IMMIGRATI E RISCHIAVANO DI “CONTAMINARE” LA PURA RAZZA PADANA…. GRAZIE SILVIO DI AVERCI VENDUTI A QUESTA FOGNA UMANA….NEANCHE A NATALE E CON I BAMBINI SANNO COSA VUOL DIRE UMANITA’
In un Comune dove comanda la Lega, neanche a Natale si può fare finta che i bambini siano
tutti uguali.
Il coro della parrocchia di Ceresara, provincia di Mantova, questa sera si esibirà nel tradizionale concerto natalizio con una novità : canteranno le canzoni natalizie solo i bambini dell’asilo privato, gestito dalle suore, con buona pace degli altri che frequentano l’asilo statale.
Si dà il caso che la direttrice del coro sia anche vicesindaco e che il motivo dell’odiosa discriminazione stia in una ragione politica: quasi la metà dei bimbi iscritti alla scuola statale sono figli di immigrati e il coro non poteva essere evidentemente contaminato da qualche “sporco negro” o “terrorista islamico”.
I bimbi esclusi ci sono rimasti male e le loro famiglie italiane hanno protestato: la cosa è diventata di dominio pubblico ed è finita sulla stampa nazionale e non.
Il vicesindaco del Pdl a questo punto, in quanto responsabile della discriminazione per conto del sindaco leghista, ha avuto una crisi di coscienza, ma ormai è troppo tardi.
Su pressione del parroco e quando le critiche le sono piovute a centinaia da ogni parte d’Italia, ha cercato di prendere le distanze dal sindaco, minacciando le dimissioni.
Ma i bimbi dell’asilo statale non hanno certo fatto le prove e anche se ammessi in extremis nel coro, stasera al massimo potranno fare finta di muovere la bocca e starsene zitti, ammesso che le loro madri non inscenino una manifestazione di protesta. Continua »
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Dicembre 23rd, 2009 Riccardo Fucile LE PALLE DI MORETTI: “TROVATEMI UN PAESE DOVE NON CI SONO DISAGI NELLE FERROVIE”: ECCOLO SERVITO…. A HELSINKI SU 13 TRENI TRA LE 18,30 E LE 20.30 TUTTI SONO IN ORARIO E QUALCUNO IN ANTICIPO… TECNOLOGIE AVANZATE, MANUTENZIONE GIORNALIERA, RISCALDAMENTO DI PORTE E ROTAIE
Ieri è stato il quarto giorno consecutivo del tracollo ferroviario italiano: per chi vIaggiava in treno le alternative erano solo due, o corsa soppressa o viaggio tra mille disagi.
Tagliati fino al 50% dei treni, gli altri viaggiavano con ritardi allucinanti.
Alle 20,30 di sera, a Genova, i minuti di ritardo andavano dagli 82 del regionale Spezia-Savona ai 247 minuti dell’Es Milano-Roma, passando per i 180 minuti dell’Es Roma-Genova, i 142 dell’Ic Milano-Ventimiglia, i 117 del regionale Torino-Savona, i 105 dell’Ic Milano-Livorno.
E in tutta Italia si viaggiava su questa media.
L’ineffabile direttore delle Fs, Mauro Moretti, rispondeva alle contestazioni con la solita arroganza, ben nota ai pendolari: “La rete sta funzionando, anche se in ritardo, meglio un viaggio con ore di ritardo piuttosto che bloccare l’intera rete”.
E ancora: “Se la gente preferisce che tagliamo il 50% dei treni lo dica, non è che tutti i manager dei trasporti europei sono dei coglioni: c’è un problema di cause naturali”.
Sul fatto che non tutti i dirigenti delle ferrovie europee siano dei coglioni siamo d’accordo, ma talvolta il problema è averne uno solo.
Mentre montava la protesta dei viaggiatori e delle associazioni dei consumatori che chiedevano il rimborso dei viaggi annullati, dalle ferrovie è arrivata la risposta che ciò non è possibile, in quanto vietato dalle normative europee.
Una palla di tale dimensioni che lo stesso ministro Matteoli si è invece dimostrato possibilista per i rimborsi e ha commentato negativamente l’invito di Moretti ai passeggeri di “portarsi un panino e una coperta”, invece che lamentarsi. Continua »
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Dicembre 23rd, 2009 Riccardo Fucile INVECE CHE IL DIRITTO ALLA CITTADINANZA, IL PDL ALLA CAMERA, SU IMPUT DELLA LEGA, VUOLE NEGARE PERSINO I DIRITTI MINIMI…. FATE UNA LEGGE CHE CONSENTA SOLO DI SFUTTARLI IN NERO E POI DI AFFOGARLI IN MARE, COSI’ FATE PRIMA… UN PARTITO VECCHIO E REAZIONARIO, VENDUTO ALLA LEGA, INVECE CHE PER 30 DENARI PER DUE PROCESSI
Esordiamo limitandoci a riportare i fatti. Se non fosse stato per l’ottima iniziativa del finiano
Granata che aveva firmato una proposta bipartisan per concedere, dopo 5 anni, la cittadinanza agli immigrati regolari che vivono onestamente in Italia, lavorano, pagano le tasse, rispettano le leggi e si sono integrati nel tessuto sociale del nostro Paese, questa specie di monocolore leghista, con l’appoggio del Pdl, che governa il Paese, non avrebbe mosso un dito per cambiare la normativa vigente.
Serve manodopera per le imprese del nord e braccia per l’agricoltura al sud? Ben vengano gli immigrati dalle 6 del mattino alle 19 di sera, ben venga il loro sudore, i proventi delle loro tasse, gli introiti dell’Inps sulle loro trattenute. Dopo le 19 e fino alle 6 del mattino però che stiano chiusi in casa, magari in 10 sotto lo stesso tetto, o meglio magazzino, che una “generosa” carogna padana mette a loro disposizione.
Meno si fanno vedere in giro e meno creano turbativa allo shopping di qualche signora snob della padagna del magna magna, a qualche ragazzotto fatto di alcol e fumo che per fortuna ogni tanto si schianta contro un guard rail la notte a 180 km orari, a qualche rincoglionito che vive di paure e scarica sui più deboli il fallimento della propria vita malvissuta.
La proposta di Granata era semplicemente di buon senso, non regalava nulla, imponeva anche precisi doveri agli immigrati, in linea con la legislazione vigente negli altri Paesi europei “civili”.
Ma ecco che il prestanome della Lega, ovvero il Pdl, decide di stopparlo e presenta, in nome e per conto del Xu Xlux Xlan dei forcaioli, un disegno di legge alternativo che ieri ha iniziato il suo corso ala Camera e che fissa solo doveri e nessun diritto, inasprendo ancora di più le condizioni degli immigrati regolari (ripetiamo regolari).
Il testo è firmato da Isabella Bertolini e mantiene invariate una parte delle norme vigenti, altre le rende più restrittive.
Per avere il passaporto italiano un immigrato deve risiedere in Italia per almeno dieci anni, dopo otto dovrà fare domanda di frequenza e corsi obbligatori di storia e cultura italiana, di educazione civica e sulla Costituzione.
Ovvero quei corsi e quel rispetto verso l’Unità d’Italia che certa feccia leghista non ha mai fatto e assimilato.
Lo pretendiamo dagli immigrati, mentre certi personaggi italici posso sputare sulla bandiera.
Andiamo avanti: lo straniero dovrà poi dimostrare un buon grado di integrazione sociale e il rispetto delle leggi italiane ( forse deve frequentare le osterie dei beoni leghisti per socializzare?). Continua »
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