Febbraio 5th, 2010 Riccardo Fucile “UNA RIFORMA CHE CI METTE IN LINEA CON L’EUROPA, LA PRIMA DOPO QUELLA DI GENTILE” DICE IL PREMIER: PECCATO CHE AVESSE DETTO LA STESSA COSA PER QUELLA MORATTI DEL 2002… VIA 17.000 CATTEDRE, 10.000 SOLO NEGLI ISTITUTI TECNICI…MENTRE LE SCUOLE ITALIANE VANTANO UN CREDITO DI 1 MILIARDO DI EURO DAL MINISTERO
“E’ una riforma che ci mette in linea con l’Europa, la prima vera riforma da quella di Gentile”:
parole e musica di Silvio Berlusconi, espresse ieri, in occasione della presentazione della nuova riforma delle scuole superiori. Peccato che siano le stesse parole usate il 5 febbraio del 2002, quando, nella stessa sala stampa, il premier annunciò la riforma di Letizia Moratti, di cui evidentemente a distanza di 8 anni si può già recitare il “de profundis”.
L’enfasi della Gelmini che dichiara “è’ un atto atteso da 50 anni, una riforma epocale” rientra nell’ormai consueta retorica di ogni pseudoriforma, una formula in base alla quale si ristabiliscono nuovi equilibri economici e di potere, facendo passare l’idea che la crisi del sistema scolastico si possa risolvere con una overdose di architettura istituzionale.
Il sospetto è che la riforma non sia altro che una codificazione di tagli finanziari selvaggi imposti da Tremonti e ammantata di immaginifici buoni propositi, incluso il solito riferimento al “mercato del lavoro”.
Già con la Moratti si usò questo concetto, salvo cancellare a breve quella riforma che pur avrebbe dovuto ovviare agli stessi problemi di questa. Rimane il fatto che il nostro Paese è tra quelli europei che investe di meno nell’istruzione e non bastano le modifiche nominalistiche (le Magistrali divenute Liceo psicopedagogico e ora Liceo delle scienze umane) per mascherare una realtà complessa e un bilancio tragico.
Il “riordino” previsto nasconde un taglio “epocale” agli organici: in due anni spariranno oltre 17.000 cattedre e a pagare il prezzo più alto, con oltre 10.000 posti, saranno gli istituti tecnici. Continua »
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Febbraio 5th, 2010 Riccardo Fucile SUI MEDIA CONTROLLATI DAL POTERE POLITICO C’E’ SEMPRE MENO LIBERTA’ D’ INFORMAZIONE… SI PROSPETTA UN’ITALIA DIVERSA DA QUELLA REALE E SI TAGLIANO LE NOTIZIE SCOMODE…IL 70% DEGLI ITALIANI VOTA SULLA BASE DELLE NOTIZIE CHE RICEVE DAI TELEGIORNALI
E’ un tema che ci sta particolarmente a cuore e non da oggi: chi è abituato a non far parte delle cordate vincenti che si sono susseguite negli ultimi decenni, sa bene quanto sia difficile farsi un’opinione obiettiva nel nostro Paese attraverso i media.
Un pessimo vezzo di molti quotidiani è di essere schierati da una parte o dell’altra: tendono sempre a giustificare la propria e ad accusare l’altra di ogni nefandezza.
Non parliamo poi delle televisioni, in una Rai perennemente lottizzata dai partiti vittoriosi alle elezioni.
Chi fino a ieri dall’opposizione denunciava il monopolio dell’informazione da parte dei vincitori, come ottiene un successo, passa da vittima a carnefice, perpetuando gli stessi metodi che fino al giorno prima aveva denunciato. Sistema i suoi uomini in Rai, seleziona le notizie, quando addirittura non le manipola.
Al di là delle trasmissioni di approfondimento che, essendo spesso “targate”, vengono affrontate dal telespettatore “avvertito” con una certa analisi critica, i più pericolosi risultano i telegiornali Rai.
Non a caso una recente statistica rivelava che oltre il 70% degli italiani vota sulla base delle notizie che arrivano dai TG.
La capacità di condizionamento dei notiziari è evidente: se per mesi si dà risalto a episodi di cronaca nera, ad es., lo spettatore percepisce uno stato di insicurezza nel Paese e teme quasi di uscire di casa, se al contrario tali notizie si riducono al minimo, il cittadino ha la sensazione che lo Stato gli garantisca maggiore sicurezza.
Su queste premesse si crea consenso e dissenso anche alle politiche governative, sulla base del concetto di ciò che si percepisce, non della realtà .
Un altro aspetto è se una notizia viene data e con che risalto, se viene sovraesposta o resa quasi invisibile.
Per mesi la crisi occupazionale nel nostro Paese è sembrata non esistere, limitata a qualche sporadico caso, mentre grande risalto è stato dato agli ammortizzatori sociali adottati dal governo (senza peraltro dire da dove erano stati tolti quei fondi europei).
In una normale serata abbiamo assistito, qualche giorno fa, al Tg1 delle 20 a due casi clamorosi di cattiva informazione (per non parlare di manipolazione), sfuggiti peraltro ai più.
Primo caso emblematico: servizio dalla Maddalena, dove per il G8 si sono spesi 300 milioni per poi dirottare l’evento all’Aquila. Continua »
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Febbraio 5th, 2010 Riccardo Fucile I FORCHETTONI PADANI CAMBIANO MENU’: ZAIA FA AUTOGOL E VANEGGIA DI “MULTINAZIONALE IDENTITARIA” …DOPO ANNI DI CHIACCHIERE IN DIFESA DELLA TRADIZIONE NOSTRANA CONTRO L’INVASIONE STRANIERA, ORA “FA L’AMERIKANO”… IN PIAZZA SAN MARCO VIA LIBERA AD HAMBURGER E PATATINE?
Abbiamo già trattato l’argomento qualche giorno fa, ma alla luce delle polemiche sollevate,
delle deduzioni e controdeduzioni delle parti in causa, riteniamo sia utile un ulteriore approfondimento.
La vicenda ha origine dalla decisione del ministro Zaia di dare il patrocinio del proprio ministero alla vendita dell’hamburger McItaly, prodotto dalla catena della multinazionale McDonald’s.
Il giornale inglese “Guardian”, nel commentare per primo la notizia, ha sottolineato come un ministro leghista, dopo avere per anni difeso l’identità nazionale e i prodotti made in Italy (famosa la campagna “no al cous cous, sì alla polenta), si piegasse alla logica economicistica che non tiene conto delle realtà nazionali, fino a ieri difese a spada tratta anche demagogicamente. Uno scivolone pesante per un leghista “duro e puro”.
Zaia ha contrattaccato sostendendo che la McDonald’s userà per il McItaly solo carne certificata italiana e ciò si tradurrà in un vantaggio per i nostri allevatori e agricoltori, pari a oltre 3 milioni di euro l’anno.
E qui si scopre il primo bluff: non vi sarà alcun valore aggiunto, in quanto la multinazionale già ora, per qualsiasi altro hamburger, usa solo carni italiane. Il cattivo servizio a Zaia lo fa involontariamente Roberto Masi, responsabile italiano della McDonad’s, che scrive: “La carne utilizzata per i McItaly è esattamente la stessa impiegata per tutti gli altri panini venduti dalla nostra azienda in Italia, ovvero carne al 100% bovina, di nascita, allevamento e macellazione esclusivamente italiana, proveniente da ben 15.000 allevamenti nazionali”.
Masi conclude ricordando che la catena McDonald’s offre ogni giorno i suoi prodotti a 600.000 clienti nei 392 ristoranti sparsi per la penisola.
Quindi ha smascherato la palla di Zaia, secondo il quale l’iniziativa garantirebbe un vantaggio economico ulteriore agli allevatori italiani: se uno cambia panino e si dà al McItaly, sempre la stessa carne bovina è, non esistono i 3,5 milioni di euro in più, salvo che uno non se ne mangi da domani due alla volta per fare un favore a Zaia. Continua »
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