Marzo 31st, 2010 Riccardo Fucile
BRUNETTA HA PERSO A VENEZIA PERCHE’ LA LEGA DAL 19% E’ SCESA CASUALMENTE ALL’11%, UNICO CASO IN ITALIA…MENTRE I PIEDIELLINI VOTAVANO ZAIA, LA LEALE ARMATA PADANA NON VOTAVA BRUNETTA…QUALCUNO HA ANCORA VOGLIA DI FARSI PRENDERE PER I FONDELLI? NOI NO….IN LIGURIA IL LEGHISTA BRUZZONE IL BIGLIETTO DA VISITA “VICEPRESIDENTE” ORA LO PUO’ PORTARE IN DISCARICA
Bravo Silvio. Dopo aver perso il 5,6% alle regionali si può anche essere in effetti contenti, di fronte alla prospettiva che sarebbe potuta andare anche peggio.
Basta accontentarsi nella vita: finire sotto un’auto che poi fa anche retromarcia è sicuramente peggio di quella che ti passa sopra una sola volta. E gli elettori del Pdl (quelli che sono andati a votare) abbozzano anche in questa occasione.
Quei due milioni e mezzo di “destri” che questa volta sono rimasti a casa invece, non hanno intenzione di cambiare idea se non vedono una decisa inversione di marcia.
L’unico esempio di reale successo elettorale è stato quello della Polverini a Roma che, messa nelle condizioni più disastrose per competere contro un avversario ben più popolare di lei, ha fatto il miracolo del sorpasso perchè ha pescato voti a vagonate nelle periferie romane e della provincia laziale, persino tra gli immigrati di seconda generazione.
Non a caso indicata da Fini, mentre Berlusconi propendeva per l’imprenditrice di bella presenza Todini, salvo poi nelle ultime due settimane farsi vedere interessato “padre adottivo” della Renata.
Renata ha vinto con la sua lista e forse le ha pure giovato che non ci fosse quella del Pdl.
A domanda del giornalista: “Per una come lei, quanto le è costato avere accanto il premier nell’ultima fase della campagna elettorale?”, la Polverini la risposto: “Sono diventata presidente della Regione, l’importante è questo”. Come dire che non era certo stata lei a chiederlo, lei andava avanti per la sua strada comunque.
Il giorno dopo il “successo alle regionali”, va in onda invece la musica di “Com’e’ triste Venezia…se tu ci non sei”…
Eh si, perchè Brunetta non c’è più: non perchè sia sparito sotto il tavolo, ma perchè è tornato infuriato a Roma dopo essere stato sconfitto da Orsoni per nove punti in percentuale.
Brunetta ha sparato contro la Lega, rea di non averlo fatto votare.
Maroni oggi risponde dal palcoscenico di Zelig “Certamente non c’è stato un ordine della Lega di non votare Brunetta”.
Non dice la cosa invece più logica : non c’è mai stato una indicazione della Lega di votarlo.
Pensate che miracolo: la Lega avanza in Veneto, l’elettore leghista in cabina vota Zaia (19,1% in città ), ma quando prende l’altra scheda, non solo non vota Brunetta direttamente, ma non vota neanche la Lega (il voto sarebbe andato anche al candidato sindaco Brunetta).
E improvvisamente la Lega perde otto punti a Venezia (11,1%).
Chissa quanti di loro avranno magari anche votato Orsoni, visto che i sondaggi li davano alla pari fino al giorno prima. Continua »
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Marzo 31st, 2010 Riccardo Fucile
RENDONO ANCHE LE LISTE DEI GOVERNATORI: 6,5 MILIONI ALLA POLVERINI, 1 MILIONE A PALESE E SCOPELLITI, 0,8 ALLA BONINO, 0,6 ALLA BRESSO, 0.5 A BIASOTTI, 0,3 A BURLANDO…..ANCHE I GRILLINI RICEVERANNO 1,7 MILIONI DI EURO
Mentre gli italiani stanno cercando ancora di capire chi abbia vinto e chi perso in questa competizione elettorale regionale, all’interno dei partiti si sono messe in moto le calcolatrici, non più per elaborare percentuali di votanti o voti di preferenza, ma più prosaicamente per calcolare le cifre dei rimborsi elettorali di pertinenza.
Una cifra globale vicina ai 200 milioni di euro suddivisa tra le varie liste in base ai voti raccolti, purchè si sia raggiunto il quorum stabilito.
Questa gara ai rimborsi vede al primo posto il Pdl con poco più di 58 milioni di euro, nonostante il taglio subito nella provincia di Roma.
Vicenda che ha favorito la Lista Polverini che dovrebbe quindi ricevere 6,5 milioni di euro a sua volta.
Al secondo posto troviamo il Pd con 56,3 milioni, frutto del bottino di voti raccolto nelle 13 regioni.
Un exploit economico lo ottiene la Lega Nord, rispetto a cinque anni prima: 26,3 milioni di euro che la pone al terzo posto.
Economicamente il Carroccio vale quasi il doppio dell’Italia dei Valori, anche se il partito di Di Pietro il bottino lo conquista in tutte le regioni in cui si è votato e non solo nelle regioni del Nord.
Alla Lega arrivano 3 milioni di euro conquistati in Emilia Romagna e Toscana e 1,5 milioni racimolati in Liguria, Marche ed Umbria.
L’Idv conquista il quarto posto con 15,2 milioni di euro, seguito dall’Udc di Casini con 12 milioni di euro. Continua »
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Marzo 31st, 2010 Riccardo Fucile
IL PRESIDENTE DEI MUSULMANI MODERATI: “ABBIAMO VOTATO A MIGLIAIA PER RENATA, SI E’ SEMPRE BATTUTA PER I NOSTRI DIRITTI, E’ LA PRIMA VOLTA CHE CI IMPEGNIAMO COSI'”…. C’E’ ANCHE UN VOLTO PULITO DELLA POLITICA, MENTRE BRUNETTA VIENE PUGNALATO ALLE SPALLE DALLA LEGA
Dato che i risultati elettorali paiono a qualcuno di difficile lettura, in base al vecchio detto “non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire”, ricordiamo che il Pdl, al netto della circoscrizione di Roma dove era stato escluso, ha perso il 5,6% rispetto alle europee dell’anno scorso, la Lega ha guadagnato l’1%, il Pd ha perso lo 0,4%, l’Idv segna un meno 0,9%, l’Udc un meno 0,5%, la Destra di Storace un – 1,5%.
Questo per dare i dati non di comodo o di parte: la Lega ha guadagnato in Veneto, grazie alla candidatura di Zaia, non ha guadagnato quasi nulla in Piemonte e in Liguria, mentre in Lombardia, rispetto alle politiche del 2008, ha perso addirittura l’1,5%.
Nessun miracolo quindi, che si mettano l’animo arrogante in pace.
Obiezione del Pdl: c’erano anche le liste dei governatori da considerare. Vero, ma c’erano anche per i governatori del Pd che erano sette, mentre del Pdl erano solo quattro (due erano della Lega).
Se il Pd, a causa della loro lista personale, ha perso solo lo 0,4% non si capisce perchè il Pdl dovrebbe aver perso per questo motivo il 5,6%. Ammettiamo in ogni caso che il Pdl possa essere calato di un 3/4% “reale”nazionale, rispetto alle Europee (tesi di Feltri, non nostra): vorrebbe dire essere intorno al 31%-32% sul piano nazionale, 5-6 punti persi in due anni dalle politiche del 2008.
Con il Pd che si avvicina, essendo dato prossimo al 30%.
Quindi possiamo dire che l’unico vero “evento” di queste regionali è stata l’elezione a sorpresa di Renata Polverini a Roma, candidata indicata da Fini e osteggiata da una buona parte del Pdl, salvo conversione apparente delle ultime ore, per la sua valenza sociale.
Non la solita velina, non la solita imprenditrice, non la solita politica, ma una sindacalista: un segnale nuovo. e mal digerito da certi elettori pidiellini con la puzza sotto il naso. che amano discettare del sesso degli angeli nei salotti buoni della borghesia romana e no.
E ci pare una notizia importante, più delle dichiazioni di Bossi, quello che ha detto ieri Gamal Bouchaib, presidente del movimento dei musulmani moderati:”E’ stato un momento emozionante, ha vinto una donna che nel sindacato si è sempre battuta per i diritti dei lavoratori immigrati. Migliaia di nuovi cittadini del Lazio hanno sostenuto la sua candidatura come mai era successo prima, in particolare la seconda generazione di immigrati”.
A dimostrazione che ha contribuito a vincere, visto il ristretto margine tra Renata ed Emma, quel tipo di politica intelligente che ha introdotto nel Pdl proprio Fini, colui che qualcuno vorrebbe cacciare perchè “di sinistra”. Continua »
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Marzo 30th, 2010 Riccardo Fucile
A LECCO, IL LEGHISTA CASTELLI PERDE LA BATTAGLIA PER L’ELEZIONE A SINDACO (40,2% CONTRO 50,2%) ….A VENEZIA IL MINISTRO BRUNETTA STA SOCCOMBENDO 42,2% CONTRO IL 51,4% DI ORSONI (PD)…. UN ALTRO SUCCESSO DELL’ACCOPPIATA BERLUSCONI-BOSSI
“Dal profondo Nord alle regioni rosse, l’avanzata trionfale del Carroccio”, titolava un quotidiano stamane: dopo aver vinto in Veneto grazie al regalo del premier e in Piemonte grazie ai grillini, salvo scendere in Lombardia dal 27,1% delle politiche 2008 al 25,6% delle regionali di ieri, restare bloccati in Piemonte e Liguria, e aumentare semplicemente alle regionali dell’1,4%, ecco che la Lega è finita a bagno nel lago.
E con alla guida del motoscafo addirittura un suo viceministro, Roberto Castelli da Lecco.
Dopo il periodo travagliato della sindaco Antonella Faggi di centrodestra, eletta nel 2006 con il 53,5% di consensi, il leghista Castelli sfidava, in una delle roccaforti della Lega, il candidato della sinistra Virginio Brivio.
Per i lecchesi l’occasione di ringraziare Castelli per quanto la Lega ha fatto per loro, tributandogli un consenso quasi unanime?
Beh non proprio, visto che a sorpresa ha vinto Brivio con il 50,2% di voti, contro il 44,2% di Castelli che ha peraltro raccolto pure meno dei due partiti che lo appoggiavano ( Pdl 25,7%, Lega Nord 20,7%).
Un’altro brillante successo dell’accoppiata Bossi-Berlusconi, perdita secca del 9% rispetto ai voti della Faggi di 4 anni fa.
Ma non finisce qua. Continua »
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Marzo 30th, 2010 Riccardo Fucile
IL CENTRODESTRA HA PERSO CONTRO UNA SINISTRA CHE HA SAPUTO FARE GIOCO DI SQUADRA…LA LEGA RESTA CON LA MOSCHEA AL NASO, IL PDL COMPOSTO DA SOLI SOLISTI PERDE TUTTI I CANDIDATI DI AREA AN: “OCCORRE UN PARTITO CHE FACCIA POLITICA TRA LA GENTE, NON NEI SALOTTI”
Il candidato governatore del centrodestra Sandro Biasotti tornerà a Roma a fare il deputato: anche questa volta Claudio Burlando lo ha battuto con un 52,14% contro il 47,85% da lui raccolto.
Nonostante i sondaggi li dessero sul filo di lana fino a qualche settimana fa, la capacità di “fare gruppo” del centrosinistra ha avuto la meglio sulle troppe individualità che albergano nella coalizione di centrodestra.
Rispetto alle elezioni europee di un anno fa, il Pdl è sceso dal 34,40% al 29,33%, un 5% però recuperato dalla lista Biasotti (6%) .
Ma la Lega in Liguria non ha sfondato, anzi ha sbattuto il naso contro le mura della moschea tanto contestata e che alla fine non ha reso elettoralmente un bel nulla: la Lega passa dal 9,9% al 10,2%, percentuali inferiori persino all’Emilia Romagna, con un misero 8,5 in Genova città .
Persino nel quartiere dove hanno contestato la costruzione di una moschea i leghisti hanno preso solo un 3% in più di consensi, mentre il centrosinistra raggiunngeva il 60% di voti.
Biasotti ha fatto l’errore di rincorrere la Lega su un terreno che di consensi non ne porta, ma al contrario contribuisce a consolidare l’immagine di una destra becera e reazionaria, priva di modernità e di sguardo al futuro.
Il sedicente “vicepresidente” Bruzzone, capolista leghista, rappresentante della lobbie dei cacciatori, a questo punto si ritroverà a sparare ai passeri, senza potersi fregiare dell’ambito titolo che incautamente aveva usato già in campagna elettorale.
Si consolerà con la considerevole diaria regionale e la solita oscura opposizione, mentre Biasotti che dieci anni fa vinse presentandosi come “l’uomo del rinnovamento”, tornerà alla Camera a fare il peones. Continua »
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Marzo 30th, 2010 Riccardo Fucile
RISPETTO ALLE EUROPEE DI UN ANNO FA, IL PDL PERDE IL 5,6%, LA LEGA, NONOSTANTE I REGALI DEL PREMIER, AUMENTA SOLO DELL’1,4%… REGGONO PD, IDV E UDC….COTA VINCE IN PIEMONTE GRAZIE AI GRILLINI
E’ finita 7-6 per la sinistra la disfida delle regionali che, sulla base dei voti di un anno fa, avrebbe dovuto veder prevalere il centrodestra per 10-3.
Eppure, per i vertici berlusconiani si tratterebbe di un grande successo: nulla di più falso se si esaminano i voti raccolti dai singoli partiti.
Iniziamo dal Pdl che alle europee, con una percentuale di votanti quasi omogenea, aveva raccolto il 32,3% di consensi: pur scorporando i dati della provincia di Roma, dove il Pdl non era questa volta presente per le noti vicende, il Pdl è sceso al 26,7%, ovvero ha perso il 5,6% .
Due anni fa alle politiche aveva il 33,3% in quegli stessi collegi dove ieri era presente, in 24 mesi una perdita secca del 6,6%.
Il povero Bondi ieri sera ricordava che esistevano le liste dei governatori che avrebbero sottratto voti, peccato che due dei sei fossero leghisti e che il Pd, che aveva anch’esso le liste dei propri governatori, è passato dal 26,2% delle europee al 26% di queste regionali.
Argomento risibile quello di Bondi.
Il calo del Pdl non è stato compensato affatto dalla Lega che non ha avuto alcuna vittoria travolgente: dall’11,3% delle europee è arrivato solo al 12,7% con un incremento dell’1,4%.
Questo grazie al regalo del Veneto che ha permesso a Zaia di trainare il partito nel sorpasso al Pdl: sarebbe bastato confermare Galan e la Lega sarebbe rimasta alle sue percentuali.
Per non parlare di Cota che vince solo grazie alla stupidità degli avversari (la lista dei grillini porta via il 3% alla Bresso) e che rimane fermo intorno al 15-16% di voti che la Lega aveva già alle Europee.
In Liguria la Lega viene addiritura stoppata e si deve accontentare di un aumento dello 0,3%, in Emilia è vero che arriva al 13,5%, ma già aveva l’11,1%. Miracoli non ce ne sono stati, insomma, a parte la campagna elettorale di Zaia finanziata coi soldi del Ministero dell’Agricoltura (diversi esposti sono stati presentati alla magistratura in tal senso).
Se comunque Berlusconi si è accreditato, per salvarsi da due processi, come il futuro candidato alla segreteria della Lega, agendo per adesso come quinta colonna padana, il vero vincitore di queste regionali ha il nome di Gianfranco Fini. Continua »
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Marzo 29th, 2010 Riccardo Fucile
AFFLUENZA IN PICCHIATA ALLE REGIONALI: ALLE 22 DI IERI MENO 9% RISPETTO AL 2005…SI PREVEDE UN DATO FINALE INTORNO AL 60% DI VOTANTI CONTRO IL 71,4% DI CINQUE ANNI FA… UN CALO SECCO ANCHE RISPETTO ALLE EUROPEE 2009, PARI A CIRCA 4 MILIONI DI ITALIANI CHE NE HANNO LE SCATOLE PIENE
Quello che avevamo previsto si è verificato: gli italiani, sempre più delusi dai partiti politici italiani, hanno disertato le urne con una percentuale che sta facendo venire i brividi a più di un forza politica: il barometro segna un meno nove per cento alle 22 di ieri, ovvero, rispetto alla stessa ora delle regionali 2005 in cui aveva votato il 56%, adesso siamo al 47%.
E il dato è destinato a peggiorare ancora (oggi si vota fino alle 15): potrebbe attestarsi alla fine intono a un 60% di votanti rispetto al 71,4% di cinque anni fa.
Un risultato che rappresenterebbe un vero e proprio crollo anche rispetto alle europee di un anno fa (oltre il 65% di elettori).
Flessione generalizzata che non risparmia nessuna regione: Piemonte -8,2%, Liguria -9%, Lombardia -9,3%, Veneto -7%, intorno al 10% le regioni “rosse” Emilia Romagna, Marche, Umbria, Toscana, Lazio – 12,4%, Puglia -10%, Campania -6%, Calabria- 7% Basilicata -5,5%.
Il crollo ha colpito anche le elezioni provinciali: L’Aquila – 12%, Caserta -7,4%, Viterbo – 11,2%, ad eccezione di Imperia + 3,1%.
Il segnale che arriva dal popolo italiano è chiaro: 4 italiani su 10 non si sentono rappresentati dagli attuali partiti o in ogni caso ne sono delusi e hanno voluto lanciare un pesante segnale.
“O si respira aria nuova, o si vedono fatti o il nostro voto ve lo scordate”.
In che misura l’astensionismo colpirà le due coalizioni e i partiti all’interno di esse, lo sapremo tra poche ore, ma è facile ipotizzare che i delusi siano più tra i sostenitori del governo che tra quelli dell’opposizione: molti sondaggisti parlano di almeno due terzi di astenuti tra i sostenitori del centrodestra, contro un terzo tra quelli del centrosinistra. Continua »
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Marzo 29th, 2010 Riccardo Fucile
UNA STRANA PRASSI: SI RIDUCONO I VISITATORI PREVISTI DEL 3% PER GIUSTIFICARE UN TAGLIO ALLE SPESE DEL 25% …..TREMONTI EXPO’-SCETTICO STRINGE I CORDONI DELLA BORSA: I LAVORI SARANNO FATTI DI CORSA NEGLI ULTIMI MESI CON IL SISTEMA PROTEZIONE CIVILE?
Sarà anche che il prossimo 30 aprile, la città di Milano si registrerà ufficialmente al “Bureau international des expositions” di Parigi, con lettera di garanzia firmata dal governo italiano, ma certamente non si può dire che i lavori fervano o che i fondi siano stati messi sul piatto.
Dall’ultima riunione a palazzo Chigi sono emerse più ombre che luci: alla presenza di Letizia Moratti, commissario straordinario per il 2015, e di Lucio Stanca, amministratore delegato della società di gestione dell’Expo, il premier ha solo annunciato che “i soldi sono stati trovati”.
Ma che alla riunione sia rimasta una importante sedia vuota, quella del ministro dell’Economia Giulio Tremonti, induce a qualche timore anche i più ottimisti.
Non è un mistero che Tremonti guidi da sempre la schiera degli Expo’-scettici e visto che dipende da lui scucire i soldini dalla borsa non può che destare sospetti un improvvivo ridimensionamento dei fondi a disposizione.
Il nuovo dossier predisposto ha infatti perso un miliardo di budget per strada, passando da 4 a 3 miliardi.
Giustificato da un ridimensionamento dei visitatori previsti, che da 21 scende a 20 milioni, mentre gli ingressi calerebbero da 29 milioni a circa 24-28 milioni. Continua »
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Marzo 28th, 2010 Riccardo Fucile
UNA DIRETTIVA EUROPEA PREVEDE CHE ANCHE LE GRANDI CATENE DELLA DISTRIBUZIONE POSSANO PARTECIPARE ALLE GARE PER AVERE SPAZI NELLE PIAZZE….A RISCHIO 170.000 IMPRESE E 380.000 POSTI DI LAVORO: IN BALLO 1.100 MERCATI, 100.000 POSTEGGI, 4,4 MILIONI DI AREA COMMERCIALE….GLI SPAZI SARANNO CONCESSI AL MIGLIOR OFFERENTE
Gli ambulanti sono in rivolta: un piccolo esercito composto da 170.000 imprese e 380.000 addetti sono pronti a bloccare le città di fronte all’ipotesi che nelle piazze dei mercati italiani possano campeggiare presto le insegne delle principali catene della grande distribuzione.
Tutto in seguito a una direttiva europea, la Bolkestein, sulle liberalizzazioni, recepita dal Consiglio dei ministri e ora inviata alle Regioni.
La norma Ue prevede che nei mercati rionali, una volta scadute le licenze, anche le Coop e le società per azioni potranno partecipare alle gare per l’assegnazione dei posti nelle piazzuole, finora riservati alle ditte inidividuali. Chi si sveglia da una vita in piena notte per montare il banco al mercato, non avrà alcun diritto di prelazione o punteggi speciali.
Gli spazi verrano concessi al miglior offerente.
Con la potenza economica delle grandi catene distributive, se esse decidessero di investire in questo settore, per i piccoli ambulanti sarebbe la fine commerciale.
Molti si chiedono che interesse avrebbero i grandi marchi a entrare nei mercati rionali.
Le cifre parlano chiaro: lo spazio commerciale è enorme, 4,4 milioni di metri quadri nella penisola, concentrati nei capoluoghi di provincia dove si contano 1.100 mercati e 100.000 posteggi.
L’interesse sarebbe indirizzato non tanto al settore alimentare, ma nell’abbigliamento, nei casalinghi e negli accessori, creando un canale alternativo dove magari indirizzare un certo tipo di merce o le giacenze a prezzi ridotti. Continua »
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