Aprile 15th, 2010 Riccardo Fucile IL PUBBLICO PUNISCE UN TG ASSERVITO AL POTERE: CALO DEL 4,67% DELLO SHARE E SPETTATORI SOTTO I 7 MILIONI….PERSE 220.000 PRESENZE ALLE 8, BEN 350.000 ALLE 13.30…SI E’ RIDOTTO IL VANTAGGIO SUL TG5 A SOLI 3 PUNTI
Il risultato del primo anno di Augusto Minzolini alla guida del Tg1 è disastroso: il “direttorissimo”, come lo chiamava il premier nelle intercettazioni di Trani, accusato da più parti di produrre un’informazione schiacciata sul governo e di aver estromesso alcuni volti storici della rete ammiraglia Rai, non viene salvato neanche dai telespettatori.
Mettendo a confronto i dati Auditel delle gestioni del TG1 degli ultimi cinque anni, il bilancio è estremamente negativo.
Rispetto alle gestioni Mimun e Riotta, pur se di orientamento diverso, il dato che colpisce è la perdita secca di un milione di ascoltatori al Tg delle ore 20, quello principale.
Convertito in termini di share significa il 4,67% in meno, con discesa sotto la soglia dei sette milioni di telespettatori: in pratica si è passati da uno share che si è sempre attestato tra il 31%-33% all’attuale 28,12%.
I dati sono preoccupanti per tutte le edizioni: quella delle 8 del mattino ha perso 220.000 spettatori (-6%), quella delle 13,30 ha ceduto 348.000 spettatori (-2,5%). Continua »
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Aprile 15th, 2010 Riccardo Fucile COLORO CHE A DESTRA GRIDARONO SCANDALIZZATI ALLA FRASE DI FASSINO PER LA SCALATA DI UNIPOL ALLA BNL ORA STANNO ZITTI…LE BANCHE DEL NORD SONO SOCIETA’ QUOTATE IN BORSA E I PROCLAMI DI CONQUISTA INFLUENZANO I TITOLI… IL PRECEDENTE DELLA BANCA LEGHISTA CREDIEURONORD SALVATA DAL FALLIMENTO DALLA POPOLARE DI LODI DI FIORANI
Che “la gente ci dice di prenderci le banche” fa sorridere: forse la frase che Bossi ha
pronunciato per giustificare il suo eterno interesse per inserire i suoi uomini nei grandi istituti di credito è solo un richiamo atavico alla sua fissa giovanile: controllare qualche banca.
Fu per questa ragione che, non potendoci riuscire, a suo tempo volle creare una banca leghista, la Credieuronord, che in breve tempo raccolse i risparmi di qualche improvvido padano per poi entrare in uno stato prefallimentare, tanto bene era stata gestita.
Ci raccontò uno dei massimi esponenti di tale banca, durante un’intervista che ci rilasciò a seguito di una nostra documentata inchiesta, che i fidi erano stati dati senza adeguata copertura, i soldi investiti malamente e le sofferenze finirono alle stelle.
Non solo: la Banca d’Italia cercò inutilmente di convincere la Banca a non mettere nel consiglio di amministrazione un noto esponente della Lega, visti i suoi precedenti fallimentari e i relativi processi.
Quella esperienza bancaria finì con i piccoli azionisti leghisti inferociti e prima del tracollo intervenne a salvare la classe dirigente leghista dal fallimento proprio la Banca popolare di Lodi, gestione Fiorani.
Ora Bossi vuole passare da colui a cui fu pignorata persino la casa a colui che elargisce il credito: la strategia passa attraverso il cavallo di troia delle Fondazioni, quegli stessi enti inutili e lottizzati, rifugio di politici trombati e lecchini, contro cui a parole la Lega ha sempre combattuto (finchè su quelle poltrone ben remunerate si sedevano gli altri).
E’ noto infatti che i consigli di amministrazione delle Fondazioni sono per la gran parte nominati dagli enti locali, gli stessi che al nord sono controllati dalla Lega. Insomma siamo tornati ai fasti e “nefasti” tempi della Prima Repubblica, quando le Casse di Risparmio erano terreno di conquista del potere democrstiano, cui la Lega pare abbia attinto i vizi peggiori, in primis la subordinazione dell’economia agli interessi della politica. Continua »
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Aprile 15th, 2010 Riccardo Fucile NEL 1985 ERANO 65.000, ORA SONO 23.300, DI CUI SOLO 8.000 ATTIVE… SONO NOVE I PAESI CHE LE POSSIEDONO: I CINQUE STATI MEMBRI PERMANENTI DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA, A CUI SI SONO AGGIUNTI INDIA, PAKISTAN, NORD KOREA E ISRAELE… E L’IRAN PUNTA A PRODURLE
Ogni tanto si fanno summit per cercare un accordo sulla riduzione delle testate nucleari, ma di fatto vi sono Paesi che, in barba a qualsiasi autorizzazione, le hanno costruite o le stanno costruendo.
Così, quasi per assurdo, se da un lato si può dire a ragion veduta che ci sono meno super bombe in circolazione, dall’altro non si può negare che le possiedano Paesi più pericolosi, anche in prospettiva.
Nel 1985 c’erano al mondo 65.000 testate nucleari, adesso si sono ridotte a 23.300, di cui solo 8.000 attive.
Quanto ai Paesi detentori, attualmente sono nove.
Cinque di questi sono i Paesi membri permanenti del Consiglio di Sicurezza, in quanto vincitori della seconda guerra mondiale.
Sono i cinque Stati che hanno anche firmato il Trattato di non proliferazione nucleare (Tnp) il 5 marzo 1970, che stabiliva che armi atomiche le potevano possedere solo i cinque Stati che già le avevano a quella data, cioè loro. Vediamo nel dettaglio: gli Stati Uniti detengono ancora 9.400 testate, di cui 2.626 attive, la Russia ha 12.000 testate di cui 4.650 attive, il Regno Unito ha 185 testate, di cui 160 attive.
La Francia, potenza atomica dal 1960, ha 300 testate, tutte attive.
La Cina, potenza atomica dal 1964, ha 240 testate, di cui 180 attive.
Ci sono poi tre Paesi che possiedono la bomba atomica, senza aver mai aderito al Tnp.
Due non lo firmarono proprio: l’India, potenza nucleare dal 1974, con 80 testate di cui 60 attive e il Pakistan, potenza nucleare dal 1998, con 90 testate, di cui 70 attive.
La Corea del Nord invece, fornita di una decina di testate, uscì dal trattato nel 2003, proprio per poter fare il suo primo test nel 2006. Continua »
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