Aprile 21st, 2010 Riccardo Fucile IL RACCOMANDATO DICHIARA A VANITY FAIR: “IL TRICOLORE E’ ROBA VECCHIA… FACCIO IL POLITICO, COME UN ARTIGIANO FA IL LAVORO DI SUO PADRE”: FORSE PERO’ UN APPRENDISTA ARTIGIANO NON GUADAGNA 13.000 EURO AL MESE …”NELLA VITA BISOGNA PROVARE TUTTO, SALVO I CULATTONI E LA DROGA”: ALLORA SIA PRUDENTE A FREQUENTARE CERTI ESPONENTI LEGHISTI
Invece che scegliere Topolino, ha deciso di concedere la sua prima intervista, tradotta in italiano, alla rivista cult “Vanity Fair”.
Forte della raccomandazione del padre che gli ha permesso di essere eletto consigliere regionale in Lombardia a soli 22 anni, con 13.000 preferenze nella provincia di Brescia, dopo che il paparino gli aveva accuratamente tolto d’intorno tutti i candidati scomodi, ecco che la “trota” di casa si confessa e spiega la sua filosofia.
Ci informa di essersi fidanzato con una studentessa bresciana che ha conosciuto a un suo comizio: il giorno dopo lei ha chiesto la sua amicizia su Facebook.
Sicuramente sarà rimasta colpita dalla sua cultura e dai suoi successi scolastici.
Poi nega di aver fatto carriera per nepotismo e spiega che, come è normale che un figlio artigiano segua il mestiere di suo padre, anche lui non ha fatto altro che seguire la politica, in quanto figlio di politico.
Forse c’è una piccola differenza: un appredista artigiano non guadagna 12.000 euro al mese più benefit al primo impiego, ma nella padagna del magna magna tutto è possibile.
Poi precisa che ai mondiali di calcio “non tiferò Italia, il tricolore è roba vecchia di 50 anni fa”: non ricorda che quella bandiera è nata nel 1797 per la Cispadania, ma forse il programma di storia non l’ha seguito con attenzione. Poi si lamenta per le tre bocciature… Continua »
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Aprile 21st, 2010 Riccardo Fucile E’ PIU’ CONIGLIO CHI HA IL CORAGGIO DEL DISSENSO O CHI SFUGGE AI PROCESSI CHE INVECE UN NORMALE CITTADINO AFFRONTA?….CHI CHIEDE LEGALITA’ O CHI PRETENDE LEGGI AD PERSONAM? …CHI AUSPICA IL CONFRONTO INTERNO O CHI MONOPOLIZZA LE TV PER MANIPOLARE L’INFORMAZIONE E NON DARE SPAZIO ALLE CRITICHE?
“Non posso accettare che qualcuno si svegli e voglia farmi opposizione nel mio partito”:
dopo che Fini ha dimostrato che non tutti gli ex aennini sono in vendita, ieri è esplosa la rabbia di Berlusconi che, rivolgendosi ai suoi impietriti coordinatori, ha ordinato: “Per me Fini ha chiuso, pensate voi a come liquidarlo”. Figurarsi se qualcuno si può permettere di opporsi a lui: sono concetti che non rientrano nella sua concezione cesarista e aziendale e neppure in quella psicologica.
Il Pdl è un partito azienda, chi non si adegua alle tartarughine e ai tubini neri, alle barzellette e alla vacuità , deve solo togliere il disturbo.
Ma questa volta le telefonate di “avvertimento”, blandendo promesse e minacce, non sono servite.
Fini resiste: “Non me ne vado e sarà battaglia” e alla fine raccoglie sotto le sue insegne non i “quattro gatti” che Perdente Feltri e Mascella Volitiva Belpietro annunciavano da giorni, ma la bellezza di 39 deputati, 13 senatori e 5 parlamentari europei.
Gente coraggiosa che sa di rischiare il posto e che ha resistito ai bombardamenti da “fuoco amico”, quelli che, americani insegnano, fa più vittime.
Considerando che sono sufficienti 20 deputati e 10 senatori per far saltare qualsiasi provvedimento del governo, traete voi le conclusioni su chi ha vinto e chi ha perso.
Unendo altri due considerazioni: che Fini ha abilmente nascosto almeno 10 parlamentari ex Forza Italia che lo seguiranno e che tra i 75 ex An dichiaratisi fedeli a Silvio c’è chi “è d’accordo con me, ma ufficialmente non vuole che si sappia”.
Avranno modo e tempi per esprimersi insomma.
Ma lasciamo parlare altri dati di ieri, rivolti invece all’elettorato esterno: Ipr sondaggi conferma che la fiducia in Fini è alta, tocca il 63% complessivo, e il 59% tra gli elettori del Pdl.
Pagnoncelli ha sondato invece chi voterebbe un “nuovo partito” di Fini da subito: il 9% degli italiani, con un altro 9% interessato e possibilista.
Un dato in costante aumento da giorni, tanto da far tremare il lettone di Putin a Palazzo Grazioli. Continua »
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Aprile 21st, 2010 Riccardo Fucile LA LEGA E’ AUMENTATA APPENA DELL’1%, MA HA PERSO 195.000 ELETTORI IN UN ANNO, 110.000 SOLO IN LOMBARDIA…IN PIEMONTE HA PERSO 1 ELETTORE SU 6, IN LIGURIA 1 SU 10….IL PDL NE HA PERSI 2.500.000 OVUNQUE, MA SI E’ AUTOPROCLAMATO VINCITORE… QUANDO TORNERANNO A VOTARE 10 MILIONI DI ITALIANI CHE ACCADRA’?
Per gli inguaribili sostenitori del “tutto va bene”, confrontarsi con le cifre è sempre traumatico.
Sentiamo in queste ore un premier che si aggrappa alla canottiera di Bossi e ne glorifica la lealtà (ma non era forse stata la Lega a far cadere il primo governo Berlusconi e la Padania a dare del mafioso al premier?).
Vediamo i cortigiani ululare e i colonnelli disertori raccogliere firme a salvaguardia della propria poltrona, dopo aver bazzicato per anni le anticamere di via della Scrofa in attesa di genuflettersi al capo.
Mentre qualcuno stacca assegni e altri si contano, sarebbe opportuno che si evitasse almeno di contare palle agli italiani.
Facciamo un passo indietro e ritorniamo ai risultati elettorali che hanno avuto un solo reale vincitore, a destra come a sinistra: l’astensionismo.
Con una percentuale di votanti del 62%, sotto persino la soglia delle Europee del 2009, notoriamente l’appuntamento elettorale meno sentito.
Il Pdl ha perso in due anni 4.000.000 di elettori, il Pd poco meno, i partiti minori tra 500.000 e 1.000.000, la Lega circa 200.000.
In un Paese normale un disamore di questo genere avrebbe determinato le immediate dimissioni dei leader dei due principali partiti.
Infatti nel Pd sono cambiati due segretari, mentre nel Pdl la perdita del 6-7% di voti in due anni e del 10% rispetto alla somma dei partiti che l’hanno creato, ha prodotto solo la celebrazione di una sedicente vittoria.
Significativi sono poi alcuni dati che la dicono lunga su come in Italia non contino i numeri, ma solo la capacità di manipolarli.
Vediamo il “fenomeno” Lega e il suo “travolgente” successo che non esiste nei fatti.
E’ vero che in percentuale c’è stato un lieve incremento dell’1%, ma solo perchè gli elettori degli altri partiti hanno avuto una percentuale di assenteisti più forte. La Lega in un anno ha perso infatti anch’essa per strada 195.000 voti. Continua »
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