Giugno 25th, 2010 Riccardo Fucile IL LINGOTTO FA SOLO I SUOI INTERESSI, COME SEMPRE: NON E’ CERTO PER PATRIOTTISMO CHE HA PROPOSTO INVESTIMENTI A POMIGLIANO…I POLACCHI COMINCIAVANO AD AVANZARE PRETESE E ALLORA CHE C’E’ DI MEGLIO CHE GIOCARE LA PARTITA SU DUE TAVOLI, TIRANDO IL COLLO AI LAVORATORI ?
Dopo il risultato del referendum fra i lavoratori Fiat di Pomigliano che ha visto mobilitati azienda, sindacati, governo e sindaci su fronti contrapposti, è tutto un fiorire di ipotesi tra piani a, b, c che sembra di essere all’Aquila, a parlare di case parzialmente o totalmente disastrate.
In realtà il referendum ha messo in luce solo qualche elemento: in primo luogo che i sindacati contano sempre meno, in proporzione a un difetto crescente di rappresentanza reale dellle istanze dei lavoratori.
Ormai la categoria sindacale è divisa in due componenti: quella che dice sempre sì a governo e imprenditori, a prescindere dalle offerte, percorrendo la strada minimalista “dell’accontentarsi oggi per non ottenere nulla domani”, dall’altra quella che fa finta di dire di no, salvo poi ritagliarsi un ruolo nella gestione successiva della vittoria dei collaborazionisti.
Non a caso, alla fine, a Pomigliano, nonostante marce e marcette, i no hanno abbondantemente superato, con il 36% di consensi, le previsioni.
Qualcuno a destra ha parlato di veterosindacalismo, in parte può anche esere vero se si avesse l’onestà di qualificare la controparte di altrettanto veterocapitalismo.
In ballo c’è sicuramente la necessità di assicurare un lavoro a 50.000 campani, se calcoliamo anche l’indotto, dall’altro l’esigenza di difendere anche dei diritti reali.
Significativo il commento di un operaio di sinistra al clima che aveva creato Fiat prima del voto: “Un atteggiamento peggio che nel fascismo, Mussolini almeno era sociale”.
Quello che vorremmo sottolineare è che, come sempre, quando si tifa per uno o l’altro, si rischia di perdere di vista una visione generale.
In questo caso nessuno ha rimarcato il gioco duplice della casa del Lingotto. Nessuno si è chiesto perchè mai Fiat, che a suo dire non avrebbe alcuna convenienza a trasferire la produzione della Panda dalla Polonia a Pomigliano, andrebbe incontro a un investimento a perdere.
In soldoni: se Fiat sta cosi bene in Polonia, perchè non c’è rimasta? Continua »
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Giugno 25th, 2010 Riccardo Fucile ACCUSATO DI APPROPRIAZIONE INDEBITA, EVITERA’ COSI’ DI PRESENTARSI IN TRIBUNALE: LE CENTO VITE DELL’EX SEMINARISTA… NON SI SA DI COSA DOVRA’ OCCUPARSI, CERTAMENTE NON DI DIFENDERSI IN AULA…E BOSSI NON SI FIDA PIU’ DEI SUOI
Un politico Pdl di Belluno, Dario Bond, come il nome dell’agente segreto, è stato l’unico a
gioire alla notizia che Aldo Brancher era stato nominato in gran segreto ministro per l’Attuazione del federalismo: “finalmente possiamo ritenere di avere anche noi il nostro De Gasperi”.
Il paragone tra uno dei padri della Repubblica (sicuramente uomo probo) e Aldo Brancher, noto finora soprattutto per le disavventure che lo portarono in carcere ai tempi di Tangentopoli e anche in questi tempi sotto processo per appropriazione indebita, forse dimostra solo la pochezza di certa classe dirigente piediellina.
Ma sono stati in molti a storcere il naso, all’interno del partito, sia per il modo in cui è stato nominato, sia per la mancanza di un motivo politico apparente.
Al federalismo si dedicano già tre ministri (Bossi, Calderoli e Fitto), semmai era necessario nominare quello allo Sviluppo economico, vedovo di Scajola.
E poi nessuno ne sapeva nulla, cosa abbastanza atipica: quando il premier in Consiglio dei ministri lo ha annunciato, tutti si sono guardati in viso, temendo uno scherzo.
Il più seccato era Bossi che si è visto apparentemente commissariato dalla nomina, anche se Brancher è metà leghista e metà pidiellino.
Per diversi giorni il senatur ha dovuto ribadire alle sue truppe che il ministro al federalismo rimane lui, ma il sospetto che cova che è la trappola sia stata concordata tra il premier e un leghista che sapeva e non ha detto nulla al capo (un nome a caso, Calderoli).
Ma vediamo il curriculum dell’erede di De Gasperi.
Una gioventù da seminarista, nel 1993 Brancher passa alle cronache come il primo uomo Fininvest a finire a San Vittore.
Ex manager di Publitalia, divenuto assistente personale di Fedele Confalonieri, si occupa dei rapporti istituzionali con i partiti.
I giudici di MIlano, durante l’interrogatorio del ministro alla salute De Lorenzo raccolgono testimonianze sugli spot anti-Aids.
Realizzato dallo Stato, durava 40 secondi e venne trasmesso a profusione dal Biscione, ovviamente a pagamento.
Per ringraziare ilministro dei tanti spazi pubblicitari acquistati, Brancher, secondo l’accusa, allunga al ministro due bustarelle di 150 milioni l’una. Continua »
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Giugno 25th, 2010 Riccardo Fucile AL SENATO IL GOVERNO AVEVA PRESENTATO UNA NORMA CHE VIETAVA L’ARRESTO IN FLAGRANZA PER I PEDOFILI RESPONSABILI DI “MOLESTIE DI LIEVE ENTITA”: ERA STATO RITIRATO SULL’ONDA DELLE PROTESTE SOLLEVATE..L’ART 609-QUATER SUGLI ATTI SESSUALI ESCLUDE SI’ L’ARRESTO SE IL MINORE E’ CONSENZIENTE, MA COME PUO’ ESSERLO, IN CASO DI PEDOFILIA, UN MINORE?
Il decreto sulle intercettazioni ha fatto emergere, oltre alle polemiche di cui ci siamo già occupati in merito alla lotta alla criminalità e alla libertà di stampa, anche risvolti giuridici non certo di secondo piano e che riguardano l’allarme sociale di certi reati.
Il centrodestra, che i guai pare vada a cercarseli, al Senato aveva presentato una norma contorta, relativa al divieto di arresto in flagranza per i pedofili responsabili di “molestie di lieve entità “.
L’art. 380 del nostro codice penale prevede l’arresto obbligatorio per il reato di violenza sessuale, tranne nei “casi di minore entità “.
L’arresto obbligatorio non era invece previsto per il reato 609-quater, atti sessuali con minore consenziente, quindi il governo intendeva prevederlo, escludendo però al contempo i casi di minore gravità .
A quel punto erano insorti associazioni e esperti del diritto: secondo costoro, proprio il fatto che uno dei protagonisti di un atto di pedofilia sia un minore, comporta che non esiste “possibilità di consenso”, in quanto può essere consenziente solo un maggiorenne.
Prima di ritirare la proposta il governo ha replicato che, a causa dell’errore formale contenuto nel codice di procedura penale, allora si dovrebbe arrestare anche un ragazzo di 17 anni che bacia una ragazzina di 14, in quanto, documenti alla mano, anche quell’atto risulterebbe pedofilia. Continua »
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