Luglio 29th, 2010 Riccardo Fucile BRUTTA FIGURA DI BERLUSCONI CHE PARLAVA DI APPENA 10 SEGUACI DI FINI TRA CAMERA E SENATO…. IN ATTESA DELLE DECISIONI DEL VERTICE PDL DI STASERA, I FINIANI SI SONO GIA’ ORGANIZZATI …IL GOVERNO AL COMPLETO AVREBBE SOLO 25 VOTI IN PIU’, A QUESTO PUNTO NON PASSERA’ PIU’ NULLA SENZA IL VOTO DEI FINIANI….E ORA SCATENERANNO LA BATTAGLIA IN TUTTA ITALIA
I “finiani” alla Camera si stanno organizzando per formare un nuovo gruppo
parlamentare, fuori dal Pdl, se dall’Ufficio di presidenza di questa sera a Palazzo Grazioli scatterà qualche espulsione.
A quanto si apprende, stamane i deputati vicini al presidente della Camera, hanno avuto una riunione nell’ufficio di Italo Bocchino per sottoscrivere la richiesta al presidente di Montecitorio per costituirsi in un gruppo autonomo. Uno dei sottoscrittori, dice che le firme raccolte, al momento, dovrebbero essere oltre una trentina.
Ma il documento è in ‘stand-by’ in attesa di capire le decisioni della maggioranza del partito.
Stamane Bocchino ha avuto un colloquio con Gianfranco Fini nel suo studio, probabilmente per aggiornarlo dell’iniziativa.
Sarebbe infatti Fini, in qualità di presidente della Camera, a dover dare l’autorizzazione per il nuovo gruppo.
Da regolamento, a Montecitorio, bastano almeno venti firme per formare un gruppo autonomo.
Secondo quanto si apprende dalle stesse fonti, gli aderenti sarebbero: Bocchino, Briguglio, Granata, Raisi, Barbareschi, Proietti, Divella, Buonfiglio, Barbaro, Siliquini, Perina, Angela Napoli, Bellotti, Di Biagio, Lo Presti, Scalia, Conte, Della Vedova, Urso e Tremaglia.
Secondo quanto riferiscono le fonti parlamentari, ci sarebbero poi altri deputati finiani, che non aderiscono a Generazione Italia, che stanno per firmare il modulo. Fra questi, Bongiorno, Paglia, Lamorte, Rubens, Menia, Angeli, Ronchi, Moffa, Cosenza, Patarino.
«Questi numeri mettono la golden share del governo nelle mani di Fini», ha detto convinto una fonte parlamentare che partecipa al progetto.
Questa è una prima risposta a chi, come il premier, sosteneva che “i finiani saranno al massimo una decina tra Camera e Senato” e che “non ci sarà alcuna ripercussione sul Governo”. Continua »
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Luglio 29th, 2010 Riccardo Fucile CHIEDIAMO L’ESPULSIONE DAL PDL DI CHI HA DETTO UNA FRASE DEL GENERE, OFFENDENDO GLI ISCRITTI E LA STORIA POLITICA DEL MOVIMENTO… BRANCHER CONDANNATO, VERDINI, DELL’UTRI, CALIENDO, COSENTINO INQUISITI, MA QUALCUNO HA LA FACCIA DI TOLLA DI CHIEDERE L’ESPULSIONE DI CHI DIFENDE LA LEGALITA’
Due anni di galera per ricettazione e appropriazione indebita a un sottosegretario che qualcuno voleva proteggere dalla giustizia, promuovendolo ministro.
Espulsione dal Pdl per chi si era opposto alla nomina, facendola cadere.
Inquisiti per associazione a delinquere e associazione segreta due sottosegretari, un coordinatore del Pdl, un condannato a sette anni per collusioni con la mafia.
Espulsione per chi ha chiesto le loro dimissioni dagli incarichi.
Una legge sulle intercettazioni che avrebbe favorito, nella stesura originale, la criminalità mafiosa, impedendo il lavoro dei giudici e della polizia, oltre che a limitare la libertà di stampa.
Espulsione per chi ha criticato il favore alla criminalità .
Al grido “il Pdl è cosa nostra” le schiere berlusconiane cercano ora di espellere chi ha difeso la legalità e il decoro del Pdl, senza neanche immaginare a cosa andranno incontro, ovvero alla loro fine.
Si è consumato ieri sera il suidicio politico di Silvio Berlusconi e del suo delirio di onnipotenza, circondato dalla corte dei miracolati.
Con senso di responsabilità verso gli elettori di centrodestra, Fini ha cercato di offrire al premier una tragua basata su 5 condizioni:
1) definire un “codice etico” interno
2) convocazione degli stati generali dell’economia per affrontare i problemi degli italiani
3) azzeramento delle cariche di partito
4) aggiornamento del programma di governo
5) commissione interna per valutare i costi del federalismo
Berlusconi ha respinto ogni proposta assumendosi l’intera responsabilità di aver tradito il mandato degli elettori.
Ora il Pdl sarà il partito degli indagati che espelle chi chiede legalità e gli italiani sapranno come regolarsi.
Espulsioni farsa a parte. Continua »
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Luglio 29th, 2010 Riccardo Fucile COME CON BOFFO, ALLA FINE SARA’ COSTRETTO ALLE SCUSE PER EVITARE LA RADIAZIONE DALL’ALBO: LA CASA DI 40 MQ LASCIATA AD AN E’ STATA VENDUTA CON ATTO REGISTRATO E MESSA A BILANCIO DEL PARTITO… IL COGNATO DI FINI HA UN REGOLARE CONTRATTO DI AFFITTO REGISTRATO
Due giorni di serrate indagini e un pugno di mosche in mano: sul circuito di Montecarlo
è andato in onda il solito “gran premio dello sputtanamento” ad opera di Perdente Feltri, longa manus del padrone del vaporetto.
Per mesi è andata in onda la farsa dell’armatore che non sa mai la rotta che segue il capitano, ora i giochi sono evidenti.
Dopo aver killerato il direttore dell’Avvenire Boffo con accuse e documenti tarocco, salvo poi dover esprimergli pubbliche scuse per evitare la radiazione dall’albo dei giornalisti, dopo essersi guadagnato una raffica di querele da Fini e Bocchino, tanto paga il fratello del premier, ora “il Giornale”, in coincidenza con un attacco politico a Fini (che strane queste coincidenze…), ha provato lo scoop.
Che consisterebbe , in sintesi, nel sostenere o far intendere quanto segue:
che un appartamento lasciato in eredità ad An a Montecarlo e quindi facente parte del patrimonio immobiliare del partito, sia stato sottratto da Fini per farvi abitare Giancarlo Tulliani, fratello di Elisabetta, moglie del presidente della Camera, che non avrebbe quindi titolo a starci.
Questa la sintesi della prima puntata di ieri.
Peccato che il tesoriere di An e attuale responsabile della fondazione che gestisce il patrimonio di An, Donato La Morte, abbia ieri precisato:
1) L’appartamento di 40 mq (e non 75 come sostenuto da il Giornale), lasciato in eredità da Anna Maria Coleoni nel 1999 ad An, fu tenuto fermo per ben 6 anni, tanto è vero che (lo dice annche il Giornale) era in pessime condizioni.
Alla fine è stato venduto a una società monegasca e il relativo introito è stato regolamente iscritto a bilancio del partito.
Non solo: è servito per l’attività politica di quegli anni, contribuendo all’attivo: come confermato da La Morte e come risulta a bilancio.
Quindi Fini non si è fregato un bel nulla.
2) La società Timara Ltd che ha acquistato l’appartamentino ha fatto dei lavori di ristrutturazione minimi e poi lo ha affittato.
Probabilmente il Tulliani, che era a conoscenza dell’opportunità , ma non certo il solo a saperlo, visto che lo sapeva tutta Alleanza nazionale, si sarà precipitato a fare un’offerta per averlo in affitto.
I suoi legali ieri, annunciando querela a Feltri; chiariscono infatti che “Tulliani ha un regolare contratto di locazione registrato e versa regolarmente il canone”.
Contratto a disposizione quindi in sede giudiziaria.
Crolla pprtanto l’accusa di viverci, per compiacenza di Fini, gratuitamente. Continua »
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Luglio 29th, 2010 Riccardo Fucile UNO SI INVENTA DI AVER PORTATO A CASA IL FEDERALISMO E 15 MILIARDI PER I COMUNI, L’ALTRO FA LE PROVE DA RADIOAMATORE COLLEGANDOSI CON LA BRAMBILLA VIA CAVO OGNI SETTIMANA…. UNO LE SPARA SEMPRE PIU’ GROSSE, L’ALTRO HA NOSTALGIA DELLE RETI UNIFICATE
Hanno stili diversi: uno ama farsi immortalare in foto con il dito medio alzato, rivolto padanamente agli interlocutori, l’altro facendo le corna in seconda fila a qualche riunione internazionale.
Il primo ha sempre un occhio di riguardo verso la sua Rosy (Mauro), badante a tutto campo per mission ricevuta, il secondo alla sua Rosi (Bindi) ricorda spesso invece di non avere il fisico da velina per Mediaset.
Il primo è circondato da una corte dei miracoli, il secondo da una corte di miracolati.
Il primo difende una settantina di ladroni padani delle quote latte, il secondo è passato dal garantismo al giustificazionismo sempre e comunque.
Sono impegnati culturalmente entrambi: mitici i lunedi’ letterari che li vedono protagonisti nella villa di Arcore, dove recentemente è stato ammesso anche l’erede al trono Renzino, in versione trota pensante, in cui amano discettare sul futuro culturale del Paese, tra una barzelletta sui carabinieri e il rischio dei carabinieri sotto casa.
Molti i lati B in comune comunque: entrambi amano spararle grosse dal palco di Manicomio Italia.
Qualche giorno fa Bossi ha approfittato di una piazza importante, quella di Soncino (Cremona), per sostenere che “la Lega ha già portato a casa 15 miliardi per i Comuni”.
In realtà Bossi a casa non ha portato un bel nulla: i 15 miliardi in meno che i Comuni riceveranno dallo Stato potranno riscuoterli in eguale misura dai loro amministrati.
Col rischio e la possibilità concreta che ai cittadini poi i Comuni ne chiedano di più e aumenti quindi il prelievo fiscale.
Nell’occasione, riferendosi ai ladri delle quote latte, Bossi ha assicurato che “ho detto a Berlusconi che non può far chiudere le fattorie del Nord, la gente non capirebbe: Galan io non posso cacciarlo, ma chiederò a Zaia di scendere in campo. E’ uno che fa, non come Galan che parla e basta”.
Infatti Zaia ha fatto così tanto e bene, da far pagare all’Italia 4 miliardi di multe Ue per non avere rispettato la legge.
Oltre ad aver permesso a 70 taroccatori di non pagare le multe, mentre 11.000 onesti hanno pagato. Continua »
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