Agosto 3rd, 2010 Riccardo Fucile
“IL GIORNALE” SOSTENEVA CHE LA CASA A MONTECARLO ATTRIBUITA A FINI ERA STATA VENDUTA PER 67.000 EURO…. IL PREZZO DI VENDITA E’ STATO INVECE DI 322.980,24 EURO: 40 MQ IN CONDIZIONI PIETOSE VALUTATA DA UNA SOCIETA’ MONEGASCA ESPERTA IN PERIZIE IMMOBILIARI PER 250.000 EURO… IL CECCHINO DALLA MIRA STORTA HA SBAGLIATO TRA PLUSVALENZE E PREZZO DI VENDITA
Oggi per “il Giornale” e “Libero” suona la campana a morto, niente più fuochi artificiali a tutto tondo, ma messa da requiem con visi funerei di convenienza. Dopo aver sostenuto per giorni che la famosa casa lasciata in eredità da una facoltosa contessa ad An in quel di Montecarlo e che attualmente vede come affittuario, con regolare contratto, il cognato di Fini, era stata venduta a un prezzo irrisorio e ridicolo, ovvero per 67.000 euro a una società estera, oggi sono costretti ad ammettere che hanno scritto il falso.
Il cecchino che si era appostato sui tetti per impallinare il cofondatore del Pdl, ha sbagliato penosamente mira, confondendo, nel bilancio di An, la plusvalenza con il prezzo di vendita.
La cifra di 67.000 euro corrisponde infatti alla plusavalenza ricevuta dalla differenza tra la valutazione dell’appartamento e il reale prezzo di vendita che risulta agli atti.
I 40 metri quadri erano infatti ridotti in uno stato pietoso, dopo anni di abbandono, e quando i tesorieri di An ricevettero il lascito, fu loro cura farli periziare da una società specializzata per conoscerne il reale valore, affidandosi a una società specializzata del luogo.
Il valore presunto di stima fu di 250.000 euro, considerando la mole di lavori necessari per ristrutturare l’appartamento, ma gli amministratori di An riuscirono ugualmente a venderla per 322.980,24, come risulta da atto ufficiale di cessione.
Facendo quindi un affare, con relativa plusvalenza indicata a bilancio del partito.
Ovviamente da parte dei cecchini c’è stata una cauta ritirata, anche perchè la Bongiorno non scherza e la querela per aver dichiarato il falso costerà cara all’ufficiale pagatore. Continua »
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Agosto 3rd, 2010 Riccardo Fucile
ORA BASTA SPOT: GLI ELETTORI DEL PLD HANNO VOTATO PER LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, NON PER LE LEGGI AD PERSONAM, PER QUELLA DELLA SCUOLA E DELLA SICUREZZA, NON PER SOLI TAGLI CHE NE PREGIUDICANO IL FUNZIONAMENTO… PER LA LEGALITA’, NON PER UN “PARTITO DELLA LIBERTA’ VIGILATA”, PER UN’ITALIA UNITA, NON PER LA SECESSIONE, PER L’ETICA POLITICA NON PER I PUTTANIERI
La classe politica italiana nel corso del dopoguerra, quando litiga per le poltrone, ama usare il metodo apparentemente nobile di richiamarsi al programma.
“Entrerete a far parte della giunta?”, chiede il giornalista all’esponente locale di uno dei tanti partiti che pullulano nel nostro Paese.
Mai che dicano: “se ci danno un assessorato sì”, la risposta ipocrita è sempre fotocopiata: “dipende dal programma”.
Questa regola del richiamo al programma vale prima, per acchiappare la poltrona, e vale dopo per mantenerla.
Anche il premier è due anni che parla di “rispetto del programma”, salvo, in primo luogo, confondere quello del Pdl con quello della Lega e, in secondo luogo, fottersene.
Scendiamo nel dettaglio con una serie di esempi concreti.
1) Riforma della giustizia: sono due anni che abbiamo sentito solo parlare di legittimo impedimento, processo breve, lodo Alfano, tutti provvedimenti ad personam che servono al premier per scapolare da due processi.
Sarebbe questa la riforma dell’ordinamento giudiziario necessario per assicurare una giustizia più rapida?
2) Sistema carcerario: dopo due anni di chiacchiere, nulla è stato fatto.
Mai come ora, dopo l’ultimo indulto, gli istituti di pena sono cosi a tappo, con oltre 66.000 detenuti, una vergogna per un paese occidentale.
3) Riforma della scuola: tagli massicci di miliardi spacciati per riforma che hanno portato tanti istituti persino alla colletta tra i genitori per comprare la carta igienica, blocco degli scatti per 4 anni e meritocrazia propugnata proprio da colei che, per passare l’esame di Stato da avvocato, è andata a sostenerlo a Catanzaro.
4) Sicurezza: tagli di 3 miliardi di euro alle forze dell’ordine, questure con volanti ferme per mancanza di pezzi di ricambio, straordinari non pagati agli agenti, mancano persino le crocchette per i cani poliziotto, aumenti contrattuali di 10 euro lordi a chi rischia la pelle per la Casta.
Per un governo di centrodestra davvero un bel fiore all’occhiello
5) Immigrazione clandestina: lo abbiamo già scritto spesso, Maroni fa solo spot.
Circa 8.000 profughi in meno a Lampedusa, 300.000 irregolari in più in un anno arrivati comodamente in aereo e treno col visto turistico e mai più visti. Anche perchè per rintracciarli occorrerebbero agenti che non ci sono.
Molti stanno in ufficio a fare il lavoro che dovrebbe fare un civile.
Per non parlare dei 5 miliardi di dollari regalati a Gheddafi per fare il lavoro sporco sui profughi al nostro posto: una vergogna che ci ha gratificato di decine di condanne internazionali.
6) Nel programma del Pdl era forse prevista una legge sulle intercettazioni “formato bavaglio” a magistrati, forze dell’ordine e stampa libera?
Era previsto ridurre la possibilità di indagine per reati connessi alla criminalità mafiosa? Continua »
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Agosto 3rd, 2010 Riccardo Fucile
I DUE MAGGIORI SONDAGGISTI PARLANO DI “FUTURO E LIBERTA” COME DI UNA REALTA’ CON CUI FARE I CONTI… SE SI RADICA SUL TERRITORIO CON LE SUE STRUTTURE, E’ DESTINATO A CRESCERE ANCORA… IL PDL SCENDE AL 28,5%… L’ELETTORE DI FINI PROVIENE PER IL 55% DAL PDL, PER IL 22% DALL’ASTENSIONISMO, PER IL 15% DALLA SINISTRA
Quanto vale Gianfranco Fini in percentuale?
Ora che la divisione da Berlusconi è visibile a tutti, quanti voti prenderebbe alle elezioni politiche la sua nuova formazione politica?
Nessuno può rispondere con precisione, perchè sono troppe le variabili da valutare all’interno di una situazione politica in costante evoluzione e in periodo vacanziero.
Ma se valutiamo i rilievi fatti da Renato Mannheimer e da Crespi Ricerche emerge un dato comune: Fini è intorno al 10% per entrambi.
L’Ispo di Renato Mannheimer vede un Fini che può arrivare al 10% se decide di correre da solo: se poi mettesse a punto una coalizione più ampia e aggregasse altre forse centriste, potrebbe tranquillamente sfondare il muro del 20%.
Crespi Ricerche è andato più a fondo, indicando anche le percentuali degli altri partiti, in caso si presentasse un partito di Fini.
Al presidente della Camera viene dato un prudente 9,5% sicuro, con forbice fino al 12%, mentre il Pdl scenderebbe al 28,5%, la Lega ferma al 12%, il Pd al 25%, Idv al 6,5%, Udc al 6%, sale Vendola al 5,5%, intorno all’1% i partiti minori.
Crespi ha poi sondato l’elettorato che nel 2006 votò per l’ultima volta per Alleanza Nazionale: il 48% sceglie ancora Fini, il 26% Berlusconi, il 17% la Destra di Storace che però oggi sta con il premier (e questo non gli giova al momento del voto), il 5% vota Udc e solo il 2% la Lega.
Dimostrazione quest’ultimo dato di quanto fosse fasullo il “teorema La Russa”, in base al quale i voti di An al nord sarebbero andati alla Lega.
Ma Crespi risponde a un’altra domanda: da dove vengono gli elettori di Fini? Per il 55% dal Pdl (quindi Fini non recupera solo gli ex An, ma pesca anche negli ambienti di Forza Italia), per il 22% dal mondo dell’astensione (dato molto rilevante) per il 15% dalla sinistra, per un altro 8% da Udc e Lega.
Vi sono poi molte variabili che giocano a favore di Fini: Continua »
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