Agosto 5th, 2010 Riccardo Fucile
SU ESPOSTO DE “LA DESTRA” DI STORACE, LA PROCURA DI ROMA HA APERTO UN FASCICOLO, IN QUANTO ATTO DOVUTO, CON L’IPOTESI DI TRUFFA AGGRAVATA SULLA BASE DI QUANTO IPOTIZZATO DAGLI AMICI DI STORACE… FINI HA GIA’ PRESENTATO NUMEROSE DENUNCE PER DIFFAMAZIONE
La procura di Roma ha aperto un fascicolo, in quanto atto dovuto, tiene a precisare, in seguito all’esposto presentato da due esponenti locali del gruppo La Destra.
L’ipotesi di reato segnalato dagli “esponenti” è quello di truffa aggravata – al momento contro ignoti – sulla vicenda dell’appartamento di Montecarlo, lasciato in donazione ad Alleanza Nazionale e poi venduto a una società off shore.
L’intenzione della Procura al momento è quella di acquisire tutta la documentazione relativa alla vendita dell’immobile.
ll fascicolo è stato affidato al procuratore aggiunto Pier Filippo Lariani.
A proposito delle illazioni sulla proprietà di quell’appartamento, il presidente della Camera Gianfranco Fini ha detto “Ben vengano le indagini sul patrimonio An, anche se la denuncia proviene da avversari politici” e ha poi annunciato di aver presentato alcune denunce per diffamazione.
“Il presidente Fini non è titolare dell’appartamento, e non sono a lui riconducibili le società che hanno acquistato l’immobile – si sottolineava in un comunicato – del pari è falsa la notizia relativa alla cifra versata quale corrispettivo. Sarà l’autorità giudiziaria ad acclarare la totale infondatezza di quanto divulgato e ad accertare la condotta diffamatoria”.
Il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini, si sofferma sulle inchieste partite dai giornali vicini a Berlusconi contro Gianfranco Fini: “Non mi piace lo squadrismo intimidatorio nei confronti del Presidente della Camera. Se uno è un delinquente, lo è sempre. Una persona non è delinquente se fa una scelta oppure santa se ne fa un’altra”. Continua »
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Agosto 5th, 2010 Riccardo Fucile
MORONI: “LA BATTAGLIA GARANTISTA NON PUO’ ESSERE CONFUSA CON L’IMPUNITA'”….CONTINI: “MI HANNO OFFERTO DI TUTTO PUR DI NON LASCIARE IL PDL”…. MUSSO: “SERVE UN PARTITO SERIO SENZA SCANDALI E SENZA ZOCCOLE”…. TRE PERSONE PERBENE DICONO ADDIO AL PDL
Per molti parlamentari del Pdl è arrivato il momento delle scelte, talvolta anche dolorose: schierarsi contro il premier è comunque un atto di coraggio, soprattutto perchè non c’è nulla da guadagnare, solo da perdere.
Anche in termini di immagine personale, killerati anche nel personale dalle trippe (truppe presuppone già una nobiltà di cui sono privi) scelte del feudatario.
Dalla Perina a Bocchino, da Menia a Granata, da Barbareschi alla Contini e via diffamando: come uno si schiera con Fini, dai giornali di centrodestra inizia la campagna di sputtanamento personale, una cosa vergognosa per un Paese civile.
Incapaci di contrastare le tesi politiche di Fini sul terreno socioculturale, dove sarebbe legittimo criticarle, avviluppati alla “banda del buco” bossiana cui cedono pagine intere dei giornali di regime per spacciare il nulla prodotto dalla Lega per grandi contributi alla causa, i killer dalla mira sbagliata fanno persino titoli acchiappagonzi che non trovano poi riscontro nel testo dell’articolo.
Diffamate, diffamate che qualcosa resterà , è la parola d’ordine: anche senza riscontri, anche senza prove, anche senza testimoni, tutto è consentito quando il mandante paga profumatamente.
Persino i sondaggi sono diventati ad personam in un delirio di onnipotenza . Se un finiano viene fotografo con la spesa fuori da un supermercato, sicuramente sarà scappato senza pagare il conto, se invece è in prossimità di una banca certamente starà preparando una rapina.
E il tutto a difesa non di persone oneste, ma di corrotti, condannati per mafia, di una marea di inquisiti, collusi, concussi, di condannati per reati comuni (una trentina siedono in Parlamento nelle file del Pdl), di puttanieri e cortigiani-.
Ieri abbiamo assistito a un fatto che sarebbe inaudito in qualsiasi governo di destra europeo: un ministro della Giustizia che difende un inquisito attaccando la magistratura, proprio lui che la dovrebbe rappresentare.
Ben ha detto Chiara Moroni, lasciando il Pdl per Fini: “la battaglia garantista non piò essere confusa con l’impunità , certe frequentazioni sono inammissibili, Caliendo doveva dimettersi”. Continua »
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Agosto 5th, 2010 Riccardo Fucile
IL POVERETTO, ASSESSORE PDL A BENEVENTO, AVEVA SPEDITO VIA SMS QUESTA BARZELLETTA AI COLLEGHI DI PARTITO… I PIDIELLINI VICINI ALLA “COSCIALUNGA DEL PDL”, NUNZIA DE GIROLAMO, NON HANNO GRADITO E NE CHIEDONO L’ESPULSIONE… NON E’ FINIANO: “VOLEVO SOLO DIMOSTRARE A CHE PUNTO ARRIVANO PER CONTESTARE IL PREMIER”
Non illudetevi che la barzelletta faccia ridere.
Fatta questa premessa, ve la raccontiamo: ” C’è Berlusconi che si vuole confessare. Chiede a un prete, ma quello gli risponde ‘lei è troppo potente, vada da un vescovo’.
Allora Silvio va dal vescovo, ma quello gli risponde: ‘lei è troppo potente, vada dal cardinale”.
Salendo la scala gerarchica, Silvio arriva al Padreterno che lo confessa e gli dice: ‘Tu devi ringraziare i romani’.
Silvio gli chiede il perchè e il Padreterno risponde: “perchè 2000 anni fa mi hanno messo in croce, altrimenti ti facevo vedere io….”
Ora che avete fatto finta di ridere, sappiate che questa è la barzelletta che Luigi De Minico, assessore ai lavori pubblici del comune di Benevento, ha mandato ai suoi colleghi del Pdl in Comune, si presume come atto goliardico. Il suo sms non è evidentemente piaciuto a un gruppo di consiglieri vicini alla coordinatrice provinciale Nunzia De Girolamo, novella deputata e apprezzata “coscialunga del Pdl”, i quali hanno chiesto il suo deferimento e la sua espulsione dal partito per il “vergognoso atto di denigrazione”, in applicazione dell’art. 45 dello Statuto.
Se la barzelletta non faceva ridere, insomma, ci hanno pensato i colleghi di De Minico a far sbellicare l’Italia dalle risate. Continua »
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Agosto 5th, 2010 Riccardo Fucile
DOVEVA APRIRE LA CRISI E ANDARE DA NAPOLITANO NON AVENDO PIU’ LA MAGGIORANZA ALLA CAMERA…ALLA FINE LA PAURA DELLE ELEZIONI HA DIMOSTRATO DI AVERLA LUI…NAPOLITANO E’ A STROMBOLI, FINI VA TRANQUILLO IN VACANZA E SILVIO RESTA CON GASPARRI E BOSSI A GIOCARE CON IL PALLOTTOLIERE
La seduta per discutere la mozione di sfiducia a Caliendo era in realtà iniziata con 24 ore di anticipo e la spada di Damocle delle dichiarazioni di Berlusconi: “Voglio 316 No alla sfiducia o si va subito alle urne”, con l’evidente scopo di forzare il clima politico, dopo l’annunciata astensione dei finiani, dell’Udc, dell’Api e dei repubblicani.
In pratica il rischio era che non si arrivasse a 316 voti, il minimo per garantire al governo una maggioranza.
“Dobbiamo colpire Fini ora, prima che si organizzi sul territorio” era stato il suggerimento dei falchi ex An e di qualche kamikaze forzista.
Ma al di là delle dichiarazioni bellicose di facciata, il dubbio ha cominciato a insinuarsi tra le file pidielline: persino un ortodosso come Osvaldo Napoli aveva ammesso che “quando si va a votare, si sa come inizia e non si sa come finisce”.
Ma ci sono altri motivi inconfessabili che stavano emergendo, ora dopo ora.
1) i sondaggi riservati (quelli veri, non quelli taroccati che vengono passati sui media) sono tutt’altro che rassicuranti per il Pdl, in costante calo.
2) tra le file piedielline si dà per scontato che Fini potrebbe arrivare a una percentuale a doppia cifre e, qualora si formasse una cordata con Casini e altri soggetti politici, potrebbe sfondare il muro del 20%, con un Pdl ridotto al 27%
3) se la sinistra mettesse un campo un ticket Vendola-Chiamparino, impostando una campagna elettorale sulla questione morale, potrebbe andare incontro a un miglioramento
4) L’unico alleato rimasto al Cavaliere, ovvero la Lega, teme che elezioni possano segnare la fine del suo potere di ricatto nei confronti del premier, aprendo nuovi scenari che li vedrebbero nel ruolo di gregari e non più di protagonisti.
5) Nel Pdl c’è il rischio della “grande fuga”: girano nomi di oltre dieci nuovi aderenti a “Futuro e Libertà ” di area forzista (Chiara Moroni è solo un avamposto).
E poi rimane il timore del premier di rimanere “prigioniero politico” di Fini. Perchè i casi sono due, in caso di apertura della crisi: o Napolitano ridà l’incarico a Silvio o prova altre strade.
Nel primo caso Fini ha sagacemente detto che lo voterebbe e a questo punto il premier rimarrebbe prigioniero politico di Fini fino alla consumazione o fino a quando il Gianfri non deciderà di staccare la spina.
Se ha i voti, Silvio deve governare, come fa a rifiutare? Continua »
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