Agosto 6th, 2010 Riccardo Fucile
LA DENUNCIA E I CALCOLI DI CONFEDILIZIA: CHI HA UN REDDITO OLTRE I 75.000 EURO RISPARMIERA’ 1.600 EURO, CHI SOTTO I 15.000 EURO PAGHERA’ DA 45 A 632 EURO IN PIU’… SUNIA: IL BONUS FISCALE DEL 19% PROMESSO AGLI INQUILINI E’ SPARITO….NESSUNA ALIQUOTA RIDOTTA PER I CONTRATTI CONCORDATI
Un altro esempio di federalismo fiscale che si trasformerà in una maggiore tassazione per gli italiani: l’introduzione della cedolare secca sugli affitti pari al 20%.
Norma annunciata, ma peraltro vincolata al reperimento della copertura finanziaria che a tutt’oggi non esiste, con un costo previsto per le casse dello Stato di circa 1,5 miliardi di euro.
A chi sarà a guadagnarci da questa cedolare secca non c’è voluto molto a capirlo.
E’ bastato uno studio di una fonte insospettabile e qualificata come Confedilizia: saranno soprattutto i proprietari di case con redditi alti, mentre chi ha un reddito basso e un appartamento concesso in affitto, magari a canone agevolato, ci perderà di sicuro.
Soprattutto i piccoli proprietari che oggi pagano le tasse sull’affitto in base all’aliquota Irpef, scontata peraltro del 30% nel caso dei contratti concordati (3 + 2 anni a canone calmierato).
Secondo lo studio di Confedilizia, risparmierà oltre 1.600 euro chi ha un alto reddito (oltre i 75.000 euro, su cui si applica l’aliquota Irpef del 43%) e percepisce un affitto di mercato pari a 10.000 euro l’anno.
Con lo stesso canone, per chi invece dichiara al fisco un reddito annuo di 15.000 euro (aliquota Irpef del 23%), la cedolare secca del 20% farà aumentare la tassa pagata sull’affitto di 45 euro nel caso di un contratto libero e di 632 euro nel caso di contratto agevolato, perchè in questo caso vengono meno gli sconti fiscali previsti (deduzione Irpef del 30% su base imponibile pari all’85% del canone). Continua »
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Agosto 6th, 2010 Riccardo Fucile
IL SINDACO DI BORDIGHERA, GIOVANNI BOSIO, ACCUSA GIULIO VIALE, EX ASSESSORE DELLA CITTA’ E PADRE DI SONIA, NOMINATA DA POCO SOTTOSEGRETARIO ALL’ECONOMIA, DI AVER CHIESTO PER LA FIGLIA I VOTI CHE ORA DEFINISCE “MAFIOSI”… IMBARAZZO NELLE FILE DEL CARROCCIO
La Riviera dei fiori è sempre nell’occhio del ciclone politico-giudiziario per via delle infiltrazioni dell ‘ngrangheta nella vita amministrativa della città , da Sanremo a Bordighera.
In quest’ultima località il sindaco Bosio, in una intervista al quotidiano indipendente ligure “Secolo XIX”, oggi replica a una precedente intervista in cui l’ex assessore leghista Giulio Viale aveva detto di essersi reso conto che “almeno quattro in giunta avevano rapporti di collaborazione elettorale con la famiglia Pellegrino”.
Mentre gli arresti connessi all’indagine in corso sono arrivati a otto, il sindaco Giovanni Bosio oggi lancia un preciso atto di accusa al padre di Sonia Viale, sottosegretario all’Economia per la Lega.
“Viale? Un ipocrita, che quando è venuto il momento di sponsorizzare sua figlia, candidata alle Europee, ha chiesto i voti che ora definisce mafiosi a tutti gli assessori e i consiglieri del Pdl”.
Giulio Viale in precedenza aveva accusato Bosio e alcuni assessori di essersi dedicati a “una caccia esasperata di preferenze, accettando pacchetti di 50 voti alla volta da persone poi finite sotto custodia cautelare”.
Il riferimento è a quello che la Procura di Sanremo chiama il clan Pellegrino, facente capo agli omonimi fratelli imprenditori del movimento terra.
Tre di loro sono finiti in carcere a giugno, insieme ad altre cinque persone. Bosio nell’intervista attacca Viale definendolo “un opportunista ipocrita, più interessato al suo tornaconto personale che al bene della città “.
E poi l’attacco preciso sulla figlia sottosegretario leghista: “le divergenze con Viale sono iniziate proprio in occasione della candidatura della figlia alle elezioni europee. In quella circostanza, i voti del Pdl che ora definisce mafiosi gli andavano più che bene, dal momento che li ha richiesti a tutti i consiglieri ed assessori dai quali ora si sente in dovere di prendere le distanze”. Continua »
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Agosto 6th, 2010 Riccardo Fucile
IL PREMIER HA PAURA CHE FINI AUMENTI I CONSENSI E SI ORGANIZZI SUL TERRITORIO, MA AL TEMPO STESSO TEME SIA NAPOLITANO CHE LE ELEZIONI… FINI LO ASPETTA AL VARCO DEL PROCESSO BREVE… I NUMERI PER UN GOVERNO TECNICO POTREBBERO TROVARSI
Silvio non vorrebbe dare nè tempo nè spazio a Fini: i parlamentari di “Futuro e Libertà ” dovevano essere solo 10 e sono diventati 45, vatti a fidare dei caporali di giornata dell’ex An che lo avevano assicurato.
Silvio ha passato gli ultimi giorni a cercare di tamponare la falla delle fuoriuscite, promettendo mari e monti a tutti, ma i risultati sono sconcertanti. Molte offerte per entrare nel consiglio di amministrazione della premiata ditta aziendale forzaleghista sono state respinte al mittente: non solo non ha recuperato finiani, ma sta per perdere una decina di forzisti.
I sondaggi danno il Pdl in caduta libera e Fini avanza numericamente nel Paese e in parlamento: che fare?
La battuta fatta dal premier a uno dei tanti vertici di partito e che gira alla Camera “dobbiamo uccidere il bambino nella culla”, esprime più preoccupazione che determinazione.
E’ vero che Fini ha dimostrato, con l’astensione sulla mozione di sfiducia a Caliendo, che la maggioranza non c’è più (299 voti contro i 316 necessari), ma soprattutto che essa adesso diventa soggetta ai voleri di Fini.
Se a settembre Fini fa passare qualche legge, come ci si può dimettere?
E se decide di non votare ad esempio il processo breve, l’argomento del contendere e della rottura diventerà quello che deciderà Fini, non Berlusconi. Col rischio che sulla legalità il premier ne esca con le ossa rotte, vista la sua propensione alle leggi ad personam.
Presentarsi dimissionario al Quirinale? Fini lo sfida: “Salga al Quirinale e si dimetta, poi vediamo cosa succede”.
Il presidente della Camera non molla: “rispetteremo l’accordo sottoscritto con gli elettori, votando a favore dei provvedimenti indicati nel programma, gli altri no”.
Non è lui che va fuori dal seminato, è Berlusconi.
E se Napolitano gli riaffida l’incarico e Fini lo vota, come ne esce?
Peggio ancora se il Capo dello Stato lo affidasse ad altri, verrebbe meno per lui lo scudo per sottrarsi ai giudici di Milano. Continua »
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