Agosto 18th, 2010 Riccardo Fucile
D’ALEMA CHIEDE A BERLUSCONI DI RIFERIRE AL COPASIR CHE HA GIA’ APERTO UN’ISTRUTTORIA PER BOCCHINO CHE AVEVA DENUNCIATO PEDINAMENTI E MINACCE DI SCHEGGE DELL’APPARATO DEI SERVIZI…. COME MAI IL PREMIER NON HA MAI RIFERITO SULL’ATTIVITA’ DEI SERVIZI SEGRETI AL COPASIR, NONOSTANTE I RIPETUTI INVITI ?
L’ipotesi è che all’interno dei servizi segreti agiscano agenti “deviati” che confezionano dossier da usare contro avversari politici.
Il Copasir non mollerà la presa, assicura il presidente Massimo D’Alema che reitererà la richiesta già sollecitata a luglio di un’audizione del premier. L’ultima polemica è stata avanzata dal commissario finiano Briguglio secondo la cui denuncia “colleghi parlamentari di area finiana sono stati spiati e filmati da pezzi deviati dei servizi segreti”.
Prossimamente Briguglio porterà all’attenzione del Copasir elementi a sostegno delle proprie accuse: circostanze, luoghi e nomi e sarà immediatamente avviata un’istruttoria come già avvenuto a maggio per quanto denunciato da Italo Bocchino, ovvero di aver subito minacce e pedinamenti da parte di “schegge di apparati che obbediscono a fini non leciti”.
In quell’occasione i contenuti dell’audizione sono stati secretati in attesa di “ulteriori e necessari approfondimenti”.
Briguglio è uso a fare nomi e li farà anche in questa occasione: “nei servizi operano oltre 5.000 persone, molte delle quali assunte negli anni. Fra i 5.000 agenti, ci sono alcuni riuniti in gruppi o fazioni che non lavorano per l’interesse istituzionale, ma fanno attività deviate”. Continua »
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Agosto 18th, 2010 Riccardo Fucile
“IL GIORNALE” INTERVISTA UN TESTIMONE “ATTENDIBILE”: SBAGLIA COMPLETAMENTE LA DATA, CONFONDE “FUTURO E LIBERTA'” CON “FINANZA E LIBERTA'”, L’ANDRONE DEL PALAZZO DIVENTA “NEI PRESSI”, L’ARCHITETTO CON IL COGNATO…E NEL PASSATO DEL TESTIMONE PRECEDENTI PENALI
La campagna di killeraggio de “il Giornale” contro il presidente della Camera, Gianfranco Fini, ogni giorno assume risvolti sempre più patetici e persino esilaranti.
Nei giorni scorsi Antonino Caruso, senatore ex An, rimasto fedele al premier, aveva detto che per la casa di Montecarlo era stata offerta una cifra notevole, circa 1,5 milioni di euro (contro i 300.000 pagati), con relative offerte scritte. Come a far intendere che qualcuno, interessato a cedere sottocosto l’appartamento, non l’aveva volutamente tenuta in considerazione.
Su questa frase “il Giornale” ci ha marciato per giorni, facendo capire che Fini aveva intrallazzato per cederla ad altro acquirente.
Ma quando il Caruso è stato smentito dal tesoriere di An, un giornalista gli ha chiesto i dettagli della vicenda ed ecco che improvvisamente Caruso perde la memoria: “Non ci fu un’offerta formale scritta” dichiara al giornalista che lo incalza per sapere almeno il nome di chi voleva acquistarla con tanta insistenza.
A quel punto il Caruso sostiene una tesi da sbellicarsi dalle risate, ovvero che lui aveva distribuito i suoi biglietti da visita a Montecarlo e che fu qualcuno di costoro a chiamarlo proponendogli 1 milione di euro, non più 1,5 milioni. Ovviamente non si ricorda chi fosse, che nome avesse e che recapito avesse lasciato.
In pratica il signor nessuno, forse un burlone.
Ieri spunta invece un testimone che si dice certo di aver visto Fini, la Tulliani e un terzo soggetto nell’androne del palazzo incriminato, i primi di novembre del 2009: per il Giornale è la prova provata che Fini l’anno successivo alla vendita era a Montecarlo. Continua »
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Agosto 18th, 2010 Riccardo Fucile
147 STANZE ACQUISTATE DALLA FAMIGLIA CASATI PER LA VILLA DALL’EREDE ALLORA MINORENNE E RAPPRESENTATA DA PREVITI…GIRATI AL PREMIER ANCHE IL PARCO, I QUADRI E LA BIBLIOTECA, NONOSTANTE FOSSERO ESCLUSI DALL’ASTA… IL LIBRO DI GIOVANNI RUGGERI , LA QUERELA DI PREVITI E L’ASSOLUZIONE PERCHE’ “I FATTI CORRISPONDONO A VERITA'”
Qualche finiano lo ha ricordato nei giorni scorsi: chi tanto si sta dando da fare per tentare di gettare fango sulla vicenda della casa a Montecarlo, ceduta da An ad una società offshore per un prezzo peraltro superiore a quello ritenuto di mercato dall’amministratore del condominio monegasco, forse farebbe bene a guardare in casa propria.
Anche perchè più che di casa, qua si tratta di villa, più precisamente Villa San Martino, la residenza ad Arcore del premier.
Un giallo tra omicidi, giovani ereditiere, avvocati di grido, concluso con la vendita dell’ex convento benedettino di 147 stanze a un prezzo notevolmente inferiore a quello di mercato.
La storia è stata raccontata nei dettagli da Giovanni Ruggeri nel libro “Gli affari del presidente”: la villa era di proprietà da metà ‘800 della famiglia Casati Stampa di Soncino.
Nel 1970 il marchese Camillo Casati Stampa uccide la moglie Anna Fallarino e il suo giovane amante.
La villa viene assegnata in eredità ad Annamaria Casati, 19enne figlia di primo letto del nobile lombardo.
La tutela dell’orfana, allora minorenne, è affidata al senatore Giorgio Bergamasco, cui riesce ad affiancarsi il giovane legale Previti.
Quando Annamaria nel 1973 si trasferisce in Brasile dà mandato ai suoi legali di vendere la villa con la precisa disposizione di escludere dall’asta i terreni, la pinacoteca (con un quadro, la via Crucis del Luini valutata 400 milioni) e la biblioteca di prezioni libri antichi e arredi.
Come per incanto si presenta subito un compratore, il rampante imprenditore immobiliare Silvio Berlusconi che offre 500 milioni, un terzo della valutazione data due anni prima nell’ambito dell’eredità Casati. Continua »
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