Agosto 19th, 2010 Riccardo Fucile
DURO AFFONDO DEI FINIANI: “NESSUNO POTRA’ PIU’ CONVINCERCI CHE IL BERLUSCONISMO NON COINCIDA CON IL DOSSIERAGGIO E I RICATTI, CON LA MENZOGNA CHE DIVENTA STRUMENTO PER ATTACCARE L’AVVERSARIO E DISTRUGGERLO”….”ORMAI SI NUTRE DI PROPAGANDA STUPIDA E INTONTITA, DI SIGNORSI’ E DI CANZONCINE EBETI DA SPOT PUBBLICITARIO”
«Nessuno ci potrà più convincere che il berlusconismo non coincida con il dossieraggio e con i ricatti, con la menzogna che diventa strumento per attaccare l’avversario e distruggerlo».
È questo l’affondo di FareFuturo. Il duro editoriale di Filippo Rossi, pubblicato sul sito della fondazione vicina a Gianfranco Fini, arriva all’indomani dell’appello a «non tradire il mandato elettorale» lanciato dal presidente del Consiglio ai «finiani moderati» e alla vigilia del vertice del Pdl.
Rossi accusa il berlusconismo di nutrirsi «di propaganda stupida e intontita, di slogan, di signorsì e di canzoncine ebeti da spot pubblicitario».
«Eravamo convinti – scrive il direttore del periodico – che fosse un semplice dibattito politico, il confronto tra due idee di centrodestra, e che tutto potesse scorrere nei canali della democrazia interna a un partito».
Certezze in base alle quali, spiega la fondazione vicina al presidente della Camera, «abbiamo difeso per anni Berlusconi, sperando nella sua capacità di spiccare il volo e diventare un grande politico, uno statista».
Per questo motivo, Rossi ammette: «Il pensiero corre ai sensi di colpa per non aver capito prima, per non aver saputo e voluto alzare la testa. E oggi che gli editti toccano da vicino, è fin troppo facile cambiare idea. Oggi ha ragione chi dice: perchè non ci avete pensato prima? Non c’è una risposta – prosegue l’editoriale – che non contempli un pizzico di vergogna. Un vergogna che, però, non prevede ora il silenzio, il ripetersi di un errore».
Per Farefuturo, dunque, la questione, non è più soltanto politica: «È una questione di civiltà . Di democrazia. E di libertà », si legge sul suo periodico online.
«Questioni forse più grandi di noi – continua l’articolo – che impongono una scelta difficile. Intendiamoci, tutto questo poi non impedisce la “politica”, non impedisce di trovare accordi per governare il paese. Si parla d’altro. Si parla di qualcosa di più. Perchè quello che abbiamo visto in questi ultimi tempi, tra documenti di espulsione e attacchi sguaiati alle istituzioni che sembrano concepite come proprietà privata e non come bene pubblico, relazioni internazionali di dubbio gusto e killeraggi mediatici, per non parlare delle questioni etiche trasformate in propaganda di partito, ecco, tutto questo dimostra che c’è una distanza culturale prima di tutto”.
Dal punto di visto della giornata politica invece emerge tra i finiani la convinzione che non ci sono i margini per una campagna acquisti ad personam. Continua »
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Agosto 19th, 2010 Riccardo Fucile
VIGILE E ASSESSORE ALLA SICUREZZA A BARBARANO VICENTINO, IL LEGHISTA VIAGGIAVA IN PORSCHE CAYENNE LA SERA E SU UN VECCHIO FUORISTRADA DI GIORNO…GESTIVA UN SITO DI ANNUNCI PER ESCORT: LA PADAGNA DEL MAGNA (CCIO) MAGNA (CCIO)
Alla luce del sole faceva il vigile e l’assessore alla Sicurezza.
Ma dietro le quinte gestiva un sito di annunci per escort e girava su una Porsche Cayenne fiammante.
Alessandro Costa, 38 anni, di Barbarano Vicentino, accusato di favoreggiamento della prostituzione, ha presentato le dimissioni al sindaco Roberto Boaria
Le tre vite dell’uomo che non ti aspetti.
Il modesto vigile che ogni giorno raggiunge il posto di lavoro con un vecchio fuori strada, l’ambizioso assessore alla Sicurezza che ostenta la sua appartenenza alla Lega Nord e l’uomo d’affari che gestisce un sito di annunci per escort e prostitute e gira in Porsche Cayenne.
In un colpo solo le tre vite di Alessandro Costa, 38 anni, residente a Barbarano Vicentino, si sono sgretolate sotto il peso di un’indagine per favoreggiamento della prostituzione.
Dopo quello che hanno scoperto i carabinieri dell’aliquota operativa di Padova, coordinati dal tenente Luca Bordin, Costa ha dato le dimissioni. Le ha presentate al sindaco di Barbarano, Roberto Boaria, che le ha accettate.
Il primo cittadino ha assunto temporaneamente le deleghe assegnate a Costa, in attesa delle decisioni che saranno assunte nel consiglio comunale convocato per il 3 settembre.
Ora Costa è un ex a tutti gli effetti: ex assessore, ex vigile sospeso da servizio, ex uomo d’affari visto che la sua attività è stata smantellata e ora anche ex leghista cacciato dal partito.
L’indagine «Escort Ungheria» era iniziata un anno fa da un’attività informativa a Padova.
Da lì è scattata la caccia ai gestori dei siti www.bestannunci.us e www.bestannunci.in.
L’altro ieri, all’alba, la svolta: i militari hanno compiuto una serie di perquisizioni a carico di Costa e di uno dei suoi due collaboratori.
I militari si sono spinti sull’Altopiano di Asiago, dove il vigile-assessore si trovava provvisoriamente in servizio distaccato.
Le perquisizioni sono state eseguite nei locali del comando di polizia locale di Gallio, nell’abitazione che lo ospita a Cesuna e nella sua casa a Barbarano.
I carabinieri hanno sequestrato due computer e alcune chiavi usb, in cui sono stati trovati archivi con nomi e foto osè delle prostitute, i contatti telefonici e gli scadenziari dei pagamenti. Continua »
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Agosto 19th, 2010 Riccardo Fucile
L’AVV. MONTONE HA LASCIATO LA DIFESA PER NON PRESTARSI ALLA COSTRUZIONE DI DOSSIER CONTRO FINI….IL NUOVO LEGALE E’ L’AVVOCATO DI BERLUSCONI E PARENTE DI PREVITI…”IL PAESE E’ IN MANO A UNA BANDA DI MASCALZONI, IN QUALE STATO SI PUO’ ASSISTERE A TUTTO QUESTO?”
L’avvocato Montone, in una lunga e dettagliata intervista al “Fatto quotidiano” racconta: “Usano Luciano solo per colpire Fini. Ho lasciato il mio assistito perchè non voglio partecipare a quest’ignobile attacco allo Stato”.
L’avvocato Vincenzo Montone, per molto tempo legale, confidente e amico di Luciano Gaucci, ha rinunciato ad occuparsi dell’ex patron del Perugia Calcio a causa della comparsa sulle pagine dei giornali di destra (Giornale, Libero e Panorama) della vicenda che contrappone lo stesso Gaucci alla sua ex fidanzata Elisabetta Tulliani, ora compagna di Gianfranco Fini.
Per due motivi: “Uno professionale: perchè sono stato di fatto scavalcato da un altro avvocato, per altro non costituito, nella gestione della vicenda. Il secondo è perchè sono un cittadino e non posso prestare il mio lavoro ad una strumentalizzazione politica costruita ad arte per colpire la terza carica dello Stato. E, a questo proposito, vorrei ricordare che l’avvocato che mi ha scavalcato è Alessandro Sammarco, legale del premier Silvio Berlusconi, di Dell’Utri e di Previti, di cui è anche parente”.
à‰ un fiume in piena l’avvocato Montone.
Tanto da essere pronto “alla battaglia, nel mio piccolo, per la difesa della democrazia: spero di finire davanti all’Ordine degli avvocati con Sammarco, oppure di ricevere una sua denuncia, non ho paura”.
Cosa intende l’avvocato Montone con “scavalcato” nella gestione della vicenda?
Risponde senza peli sulla lingua: “Sammarco era uno dei legali di Gaucci, lui si occupava della parte penale. Suo fratello Pieremilio, invece, come me curava le questioni civili. Però, della controversia con Elisabetta Tulliani mi stavo occupando io personalmente. Succede questo: nel maggio scorso Pieremilio chiama il mio studio per chiedere copia della citazione contro la Tulliani (quella per la restituzione di alcuni beni e regali vari fatti da Gaucci quando avevano una relazione). Poco dopo passò a ritirarla per Sammarco il notaio Michele Di Ciommo (in passato al centro di diverse controversie giudiziarie, condannato con Ciarrapico per la storia della Casina Valadier, finito in carcere per usura e vicino addirittura al Cassiere della Banda della Magliana Enrico Nicoletti)”.
Quindi? Che cosa non torna in questa storia?
“Siamo nelle mani delle cricche, capisce? Se potevo avere qualche dubbio, la campagna di stampa scatenata in questi giorni solo per colpire il presidente della Camera, Gianfranco Fini, mi ha chiarito tutto. Quell’atto interessava il fratello Alessandro. Tanto che proprio il Giornale della famiglia Berlusconi, domenica scorsa pubblica per intero il contenuto della citazione, ma commettendo un errore”.
Un’imprudenza? A cosa si riferisce l’avvocato Montone?
“Il quotidiano milanese diretto da Vittorio Feltri, ha pubblicato anche la prima pagina della citazione, dove si vede la parola ‘originale’, che ho scritto di mio pugno vicino al timbro dello studio”.
Questo cosa significherebbe?
“L’unico a cui il mio studio ha passato fotocopia di quella citazione, ed è successo ad inizio maggio, è stato il fratello di Alessandro Sammarco”. Continua »
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Agosto 19th, 2010 Riccardo Fucile
CON IL LODO MONDADORI PAGHERA’ PER TASSE EVASE SOLO 8,6 MILIONI INVECE CHE 173, CON IL PROCESSO BREVE NON VUOLE NEANCHE ANDARE IN TRIBUNALE: ERANO NEL PROGRAMMA DEL PDL ANCHE QUESTE LEGGI?… LO SCARICANO ANCHE GLI INDUSTRIALI E LA CHIESA: LA PAURA DELLE ELEZIONI LE HA SOLO LUI, NON CERTO UNA DESTRA VERA
La dimostrazione di cosa intenda questo governo per democrazia la si è avuta nelle ultime settimane: attacchi, ricatti, minacce, killeraggio mediatico. Chiunque non stenda il tappeto rosso all’incedere del sovrano e del suo instabile e arrancante giullare leghista viene sottoposto a pressioni indebite se non ad anatemi e accuse mediatiche.
Abbiamo visto i “pedalini della Libertà ” attaccare il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, in fase preventiva: o Berlusconi forever o elezioni è il grido di battaglia.
Squallidi figuri che un tempo inneggiavano al “boia chi molla” della rivolta popolare di Reggio Calabria hanno mutato negli anni, per un piatto di lenticchie, quel motto in “boia chi molla la poltrona”.
Chi non si adegua finisce oggetto di dossieraggio di servizi presunti deviati, terminologia patetica per nascondere il fatto che tanto deviati non sono, visto che rispondono a un “padrone”.
Se fossero deviati avremmo visto saltare qualche testa, invece vediamo dirigenti inquisiti sedere sempre al proprio posto, come denunciato dal finiano Briguglio in sede di Copasir.
Quei giornali da barbiere vicini al premier dei cui articoli lui “non sapeva mai nulla” e che “aveva dato mandato di cedere” dedicano paginate non solo a Fini, reo di essersi ribellato al sultanato del “ciarpame senza pudore”, ma persino al singolo parlamentare in sospetto di finianesimo.
Hanno persino fatto la tabella dei finiani da impiccare e di quelli da mandare ai campi di rieducazione alle Cayman per recuperarli.
Da mesi parlano di riforma della giustizia, ma le sole leggi che vengono votate sono quelle ad personam per evitare ciò che fa un comune cittadino di fronte a un’accusa: presentarsi in tribunale e difendersi, per dimostrare la propria innocenza.
A maggior ragione un “uomo di destra” che è uso affrontare gli avversari a viso aperto e guardandoli negli occhi, non scappando per vergognose scorciatoie.
Siamo arrivati ad approvare una legge salva-Mondadori che permetterà alla casa editrice di proprietà della famiglia del premier di sanare con 8,6 milioni una multa per evasione fiscale del 1991 pari a 173 milioni, tutt’ora in contestazione.
Siamo giunti al controllo quasi completo dei Tg, con la Rai asservita al potere, notizie censurate o presentate in modo ambiguo.
A tanti servi, moralmente pezzenti, che inneggiano alla fucilazione dei dissidenti chiediamo: a che pagina del programma del Pdl sottoposto al voto elettorale erano queste leggi?
Quello per interderci cui “sta lavorando” in questi giorni il duo comico per predisporre i 4 quattro punti su cui chiedere la fiducia a metà settembre.
La realtà è un’altra: il programma elettorale è stato tradito da Berlusconi e la scissione dei finiani è stato solo un tardivo, ma apprezzabile atto di dignità per chi si richiama ancora a valori ed etica di destra.
Un governo forzaleghista, una coalizione aziendal-razzista, non ha nulla, ripetiamo nulla, a cui vedere con la tradizione, la cultura, le radici morali, sociali e politiche della destra europea.
Un governo con ministri e sottosegretari inquisiti per gravi reati corruttivi e contiguità con associazioni segrete o mafiosi nulla ha a che spartire con una destra che rispetta le istituzioni, la magistratura e le forze dell’ordine.
Un governo dove siedono ministri che insultano una parte del Paese, la bandiera italiana e l’unità dello Stato non esiste in alcuna parte del mondo. Continua »
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Agosto 19th, 2010 Riccardo Fucile
FINI : “NESSUNA TRASFERTA, BASTA CONTROLLARE I MOVIMENTI DELLA MIA SCORTA: L’INFORMAZIONE E’ DEGRADATA A LICENZA DI DIFFONDERE PALESI FALSITA'”…. “SARA’ FELTRI IN TRIBUNALE A DOVER DARE SPIEGAZIONI”… MERETO: “MAI DETTO DI AVER VISTO FINI A MONTECARLO”
Solo fervide fantasie, confutabili con una piccola verifica.
Frutto di una campagna di “plateali falsità ” e “pettegolezzi” contro un avversario politico.
Il portavoce di Gianfranco Fini, bolla così l’ultima puntata della querelle tra il presidente della Camera e “Il Giornale”, sulla vicenda della casa An a Montecarlo.
Il quotidiano diretto da Feltri, in un articolo pubblicato oggi, aveva citato un testimone, Giorgio Mereto, che aveva detto di aver visto il presidente della Camera nel principato a dicembre, assieme alla compagna Elisabetta Tulliani.
Il testimone del quotidiano aveva sottolineato “un notevole spiegamento” della polizia monegasca a “sirene accese”.
Tutto falso ribatte il portavoce del presidente della Camera.
E per rendersene conto sarebbe bastato un semplice controllo. “Un semplice accertamento presso le autorità monegasche e italiane che registrano i movimenti delle scorte”, scrive Alfano, “sarebbe sufficiente a dimostrare che la trasferta a Montecarlo del presidente Fini è frutto unicamente della fervida fantasia del signor Mereto”.
“Dal momento che verificare la falsità di certe dichiarazioni”, continua Alfano, “è così facile anche per chi non è un giornalista, c’è da chiedersi per quale ragione chi ha il dovere di riscontrare la veridicità di una notizia prima di pubblicarla trascuri sistematicamente di farlo. Viene quasi il dubbio che vi sia, a monte, la volontà di immettere nel circuito mediatico illazioni, sospetti e accuse anche quando si ha la consapevolezza che basterebbe un controllo di routine a dimostrarne l’infondatezza”.
Volgare telenovela. Una deriva che trasforma l’informazione in gossip.
“In simili circostanze”, sostiene il portavoce del presidente Fini, “quando cioè l’informazione viene degradata a licenza di diffondere plateali falsità e pettegolezzi per offendere un avversario politico anche sul piano personale e familiare, significa che l’inchiesta giornalistica ha smesso da tempo di essere tale ed è degenerata in volgare telenovela”. Continua »
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