I CLANDESTINI ARRIVANO DA TUTTE LE PARTI, MA A MARONI BASTA TENERE VUOTO IL CENTRO DI LAMPEDUSA PER I SUOI SPOT
Agosto 22nd, 2010 Riccardo FucileADDIO CARRETTE DEL MARE, ORA IL TRAFFICO VIA MARE E’ ORGANIZZATO A BORDO DI YACHT DI LUSSO CHE BEFFANO I CONTROLLI…. LA NUOVA LAMPEDUSA E’ MALPENSA, MA A MARONI BASTA MOSTRARE IN TV IL CENTRO SICILIANO VUOTO
Arrivano a bordo di yacht di lusso, di eleganti barche a vela o di potenti motoscafi.
È cambiato il tipo di natante usato per trasportare gli immigrati, sono cambiate le modalità degli sbarchi.
Perfino gli scafisti non sono più quelli di una volta: sempre più spesso, oggi, sono veri e propri professionisti con esperienze di comando su navi mercantili o skipper per imbarcazioni turistiche.
Persone insospettabili, non più poveracci al timone di carrette di legno che spesso affondavano con il loro carico di vite umane.
L’ultimo sbarco, a Riace, sulle coste calabresi, è la conferma di un cambiamento in atto già da tempo.
Oltre 120 gli extracomunitari portati fino quasi a riva a bordo di uno yacht di lusso.
Tutti a terra: curdi siriani, iracheni, afghani. Per metà donne e bambini. Disperati. Eppure, per quanto faticoso, il loro è stato un viaggio diverso da quello infernale dei tanti che li hanno preceduti.
Partenza da Istanbul, hanno raccontato, sei giorni di navigazione, infine lo sbarco in Italia. Meno di una settimana fa altri 30 extracomunitari erano sbarcati sulle coste calabresi a bordo di una barca a vela di 12 metri.
E sempre cabinati a vela erano le due imbarcazioni individuate a fine luglio in Puglia, una al largo di Otranto, l’altra di Santa Maria di Leuca, stipate di clandestini.
Questi quelli individuati, figuriamoci quanti saranno quelli sfuggiti ai controlli.
“Con l’utilizzo di queste imbarcazioni di lusso – afferma un dirigente del Viminale da anni impegnato nelle investigazioni sugli sbarchi di extracomunitari in tutto il Mediterraneo – il business è diventato ancora più conveniente. Il prezzo che i disperati pagano è sempre lo stesso, dai 700 ai 1000 euro, ma con quei mezzi di trasporto veloci e capienti, i trafficanti di uomini impiegano meno tempo a percorrere la rotta tra le coste greche o turche e quelle pugliesi o calabresi, possono imbarcare più persone e non hanno problemi a bordo come potrebbero crearsi con le carrette di legno. Non c’è il rischio di affondare, non ci sono liti a bordo e, soprattutto, con il viavai di barche che c’è in questo periodo il rischio di incappare nei controlli è minimo”.
Nel 2010 sono stati registrati 27 sbarchi sulle coste del Salento, 16 dei quali provenienti dalla Turchia.
Molti continuano ad arrivare partendo dalle coste tunisine (Kelibia, Mhadia) o egiziane.
I luoghi di sbarco sono quelli di sempre: Pantelleria, Linosa, Lampedusa o direttamente le coste agrigentine. Continua »